L'Autore
Cechov (Taganrog, 29 gennaio 1860 – Badenweiler, 2 luglio 1904) cominciò come autore di parodie letterarie, di novelle umoristiche e di articoli di varietà. A uno scrittore che si doleva di avere iniziato male la sua carriera, Cechov ribatteva che «cominciare male è una cosa meravigliosa» e sosteneva che in modo facile e rapido maturano solo i geni o i mediocri, mentre un ingegno originale gradualmente si manifesta e faticosamente s’incammina. Di sé aggiungeva di aver cominciato con delle «sciocchezze».
Oggi la critica, pur vedendo bene la discrepanza tra le prime prove e la successiva opera, ne rileva anche la continuità e individua il loro rapporto non tanto nel passaggio da una vena umoristica a un tono malinconico, quanto nel lento processo di maturazione di un unitario mondo di poesia.
Si parla spesso di pessimismo, a proposito di Cechov, e non si avverte che questa disposizione dell’animo a veder nero nelle cose del mondo non è che l’altra faccia di un’intensa carica vitale, il portato non di una disperata amarezza, ma di una fiducia in una vita migliore, che privilegia la vocazione ad essere.
L’apertura alla vita è attestata dai numerosi racconti dedicati ai bambini, ricchi di fantasia, empatici e litigiosi come i cuccioli, dotati di un vivo senso di giustizia, fiduciosi negli adulti, certi della possibilità di poter contare sugli altri. Essi, in breve, sembrano programmati per una vita autentica, che esalti le qualità intrinseche alla natura umana.