L'Autore
Josephine Tey è lo pseudonimo utilizzato da Elizabeth Mackintosh, scrittrice e drammaturga scozzese, per i suoi romanzi polizieschi. Nata a Inverness il 25 luglio 1896 e morta a Londra il 13 febbraio 1952, era la maggiore di due sorelle. Il padre era un fruttivendolo e la madre un’insegnante. Josephine Tey non è l’unico pseudonimo. Ne usa anche un secondo, Gordon Daviot, soprattutto per le opere teatrali e nella vita privata, che ha sempre custodito gelosamente.
Appassionata di ginnastica, dopo gli studi presso la Inverness Royal Academy, frequenta, dal 1914 al 1917, l’Anstey Physical Training College di Erdington, a Birmingham, dove si diploma in educazione fisica. A detta di tutti, la Tey è una ragazza serena e piena di vita, non particolarmente ferrata negli studi, felicissima durante le ore di ginnastica. Conosciuta come Bessie Mack, a scuola i suoi compagni rimangono sempre stupiti quando in palestra si diverte a fare le capriole alle parallele insieme ad altre acrobazie da vera ginnasta. Terminati gli studi, dopo una breve esperienza in una clinica di fisioterapia, la Tey segue le orme della madre e si dedica all’insegnamento. Lavora in diverse scuole, a Liverpool, a Oban, a Eastbourne e a Tunbridge, nel Kent, dove rimane più a lungo. Negli anni della guerra, impartisce lezioni di ginnastica agli operai e svolge volontariato in un ospedale di Inverness.
Nel 1923, Josephine Tey interrompe l’attività di docente per assistere la madre malata di cancro. Dopo la sua morte, rimane a Inverness per prendersi cura del padre, rimasto solo. La produzione letteraria inizia proprio in questi anni e i suoi racconti e le sue poesie vengono pubblicati su diversi giornali scozzesi e nella English Review.
“Scrivere è sempre stato il suo più grande divertimento” dirà dopo la sua morte l’agente letterario.
Nel 1925, con lo pseudonimo di Gordon Daviot, escono alcuni racconti su The Westminster Gazette, The Westminster Review, The Glasgow Herald, e su Litery Review. La scelta dell’autrice di utilizzare uno pseudonimo maschile è probabilmente da attribuire al fatto che, in quegli anni, un uomo aveva maggiori possibilità di far pubblicare le proprie opere. Il cognome, Daviot, è forse dovuto a una località in cui la famiglia Mackintosh trascorreva le vacanze durante l’infanzia di Elizabeth.
Nel 1929 pubblica L’uomo in coda (The Man in the Queue), il primo romanzo poliziesco in cui fa il suo esordio l’ispettore Alan Grant. La Tey è tra le prime scrittrici a utilizzare come personaggio principale un ispettore di Scotland Yard: fino ad allora i protagonisti erano stati detective privati o persone comuni con doti investigative. Pur presentando caratteristiche non convenzionali per i romanzi polizieschi del tempo, l’opera viene accolta positivamente dalla critica, e si aggiudica il “Dutton Mystery Prize”.
Seguiranno altri cinque polizieschi, scritti sotto lo pseudonimo di Josephine Tey, con Grant come protagonista: Uno scellino per le candele (A Shilling for Candles, 1936), Una questione di giustizia (The Franchise Affair, 1948), Amare ed essere saggi (To Love and Be Wise, 1950), La figlia del tempo (The Daughter of Time, 1951) e Sabbie canore (The Singing Sands, 1952).
Nel 1937, Hitchcock prende spunto dal suo libro Uno scellino per le candele, per la trama del film Giovane e innocente.
Pubblicato per la prima volta nel 1946, il romanzo Miss Pym (Miss Pym Disposes) non presenta lo schema del “whodunit”, il classico poliziesco, e non vede come protagonista l’ispettore Alan Grant. La protagonista è invece Lucy Pym, una tranquilla insegnante di francese, invitata per una conferenza in un collegio di educazione fisica, che si ritrova coinvolta nella frenetica vita delle studentesse alle prese con gli esami dell’ultimo anno, e in un incidente in palestra che ha tutta l’aria di essere doloso.
È del 1949 Brat Ferrar (Brat Ferrar), una storia di mistero e suspense, in cui uno sconosciuto si presenta alla famiglia Ashby fingendosi Patrick, l’erede creduto morto da anni. L’uomo conosce ogni dettaglio significativo dei primi anni di vita di Patrick Ashby e tutto fa credere che possa portare a termine questo incredibile inganno, fino a quando, però, non emergono vecchi segreti di famiglia che mettono a repentaglio il suo piano e la sua stessa vita.
La Tey era una donna molto riservata che ha sempre evitato la stampa, i fotografi e non ha mai concesso interviste; per questo motivo, non è facile reperire notizie su di lei. Tuttavia, si possono trovare nei suoi libri molti elementi autobiografici, come l’amore per la pesca, le corse dei cavalli, il cinema e il teatro: le stesse passioni dell’ispettore Grant, in molti aspetti suo alter ego.
Scrive anche opere per il teatro con lo pseudonimo di Gordon Daviot e, nel 1932, esce Riccardo di Bordeaux, il suo spettacolo più famoso, prodotto dall’Arts Theatre. È proprio quest’opera a rendere celebre l’attore John Gielgud che diventerà suo grande amico e con il quale la scrittrice realizzerà altre opere teatrali.
Nel corso dell’ultimo anno di vita, quando sa di essere gravemente malata, evita fermamente di incontrare i suoi amici. La sua morte, nel febbraio del 1952, non avrebbe potuto essere più coerente con la riservatezza: una settimana prima era morto re Giorgio VI e l’intera nazione era troppo occupata a piangere il suo re per prestare attenzione alla morte di uno qualsiasi dei suoi sudditi. L’amico attore, John Gielgud, legge la notizia sul giornale della sera. Non sapeva nemmeno che fosse malata. Così, per la cerimonia funebre si riunisce a Streatham, a sud di Londra, un piccolo gruppo di amici per dare a quella scrittrice brillante e ironica.
Negli anni dopo la sua morte, alcune sue storie vengono portate sullo schermo, come Una questione di giustizia, ispirato a una storia vera del diciottesimo secolo, e Sabbie canore adattato per la televisione nella serie Detective, nel 1969, con John Carson nel ruolo di Grant. Di Brat Ferrar vi sono stati vari adattamenti per la televisione e, l’ultimo, è del 1986, trasmesso dalla BBC come miniserie di tre puntate.