L'Autore
Christa Anita Brück, pseudonimo di Christa Jaab, nacque il 9 giugno 1899 a Liegnitz (oggi Legnica, Polonia). Figlia di un impiegato delle poste e cresciuta in una famiglia della piccola borghesia provinciale, della madre non si conserva alcuna notizia, un dettaglio che aggiunge un tocco di mistero alla sua biografia e che forse riflette la condizione di molte donne dell’epoca, spesso relegate nell’ombra della storia familiare.
Dopo aver frequentato il liceo a Liegnitz e aver ricevuto una formazione commerciale, lavorò per dieci anni come stenodattilografa e segretaria a Berlino. Questa esperienza diretta del mondo degli uffici berlinesi negli anni ’20 del Novecento diventerà la materia prima dei suoi romanzi più importanti.
Già all’età di vent’anni iniziò la sua carriera letteraria con dei racconti brevi per i giornali, come il settimanale della Prussia orientale “Morgen”. Nel 1930 apparve il suo primo romanzo “Schicksale hinter Schreibmaschinen” (“Destini dietro le macchine da scrivere”), che fu subito un successo clamoroso e fu tradotto in diverse lingue. Il romanzo presentava con cruda veridicità la vita delle segretarie berlinesi, concentrandosi su vessazioni, arbitrarietà e molestie a cui erano esposte le donne nei luoghi di lavoro. Il libro generò reazioni contrastanti: il sociologo Siegfried Kracauer scrisse recensioni positive, definendolo “un eccellente contributo per fare il punto sul mondo degli impiegati”, mentre Kurt Tucholsky demolì il libro con parole taglienti: “Il buon Dio purtroppo non ha dotato la signora Brück di talento. Questa storia di impiegati è una sciocchezza… Questo libro è inutile”.
Paradossalmente, anche l’Associazione delle impiegate commerciali e d’ufficio criticò il libro accusandolo di promuovere l’individualismo invece di esaltare lo spirito di sacrificio, e di mostrare troppo brutalmente la realtà degli uffici senza alcun abbellimento. Una reazione sorprendente da parte di un’organizzazione che avrebbe dovuto sostenere la denuncia degli abusi sul posto di lavoro descritti nel romanzo. Forse c’era il timore che una rappresentazione così cruda potesse danneggiare l’immagine “rispettabile” che si voleva mantenere, o forse persisteva ancora una mentalità conformista che preferiva il silenzio alla denuncia. Questo particolare rende ancora più interessante e coraggiosa la scelta letteraria di Christa Anita Brück, confermando come la sua opera fosse davvero rivoluzionaria per l’epoca. Nel 1933, dopo la presa del potere dei nazionalsocialisti, il libro fu inserito subito nella lista della ‘letteratura nociva e indesiderata’.
Il suo secondo romanzo “Ein Mädchen mit Prokura” (“Il processo di Thea Iken”) del 1932 racconta di Thea, procuratrice di una banca tedesca all’inizio della crisi bancaria del 1931. Questo romanzo fu adattato per il cinema nel 1934 dal regista Arzén von Cserépy, con l’attrice Gerda Maurus nel ruolo principale. Al di là del successo cinematografico, ciò che rendeva davvero rivoluzionaria l’opera era il suo messaggio femminista: una denuncia delle condizioni delle lavoratrici, dell’ambizione e del prezzo che le donne dovevano pagare per affermarsi in un mondo di uomini, sullo sfondo degli anni più turbolenti della Repubblica di Weimar.
Nel 1934 sposò il dirigente bancario Günther Ladisch e, dopo la nascita della figlia, abbandonò quasi del tutto la scrittura. La famiglia si trasferì da Berlino a Karlsruhe, poi a Saarbrücken e Francoforte sul Meno, dove suo marito era direttore di filiale della Dresdner Bank.
La Dresdner Bank era diventata nota come la banca delle SS di Heinrich Himmler e aveva partecipato pienamente all’arianizzazione delle imprese ebraiche del regime nazista. Dopo la guerra Günther Ladisch fu inizialmente licenziato dalle autorità americane, ma due anni dopo venne riabilitato come semplice “simpatizzante” del regime nazista e reintegrato nel suo ruolo dirigenziale – un esempio emblematico di come la denazificazione nel dopoguerra spesso si rivelò superficiale e indulgente verso chi aveva collaborato con il regime.
Solo nel 1941 ci fu un’ulteriore pubblicazione di Christa Anita Brück, che sembra essere stata anche la sua ultima: nella rivista “Die Koralle” apparve il suo racconto “Fräulein, bitte schreiben Sie!” (“Signorina, per favore scriva!”), che nello stesso anno venne pubblicato in volume con il titolo “Die Lawine” (“La valanga”).
Oggi Christa Anita Brück è considerata una pioniera della letteratura sulle donne lavoratrici della Repubblica di Weimar. I suoi romanzi sono stati riconosciuti come tra le prime opere letterarie sul tema del mobbing sul posto di lavoro. La vita di Christa Anita Brück rappresenta un microcosmo delle contraddizioni del XX secolo tedesco: dall’emancipazione femminile degli anni ’20 alla repressione nazista, dal successo letterario al silenzio domestico, dalla denuncia sociale alla compromissione familiare con il regime. La sua opera rimane una testimonianza preziosa e spesso scomoda della condizione femminile in una delle epoche più turbolente della storia europea.
Christa Anita Brück si spense il 22 febbraio 1958 a Königstein nel Taunus, a soli 58 anni, portando con sé il silenzio di una voce che aveva saputo raccontare con coraggio le tensioni e le ambiguità del suo tempo.


