L'Autore
Roger Martin du Gard (Neuilly-sur-Seine, 23 marzo 1881 – Sérigny, 22 agosto 1958) è stato uno scrittore e poeta francese vincitore del Premio Nobel per la Letteratura nel 1937.
Di famiglia borghese – il padre era avvocato presso il Tribunale della Senna – sentì sin da giovane la vocazione del romanziere. Fu un allievo poco brillante del liceo Fénelon e, dopo un insuccesso alla facoltà di Lettere, seguì i corsi dell’École des Chartes, dove ottenne il diploma di archivista nel 1905. L’importanza di questa particolare formazione culturale fu notevole e a essa si deve il suo preciso e lento metodo di lavoro costituito da una dettagliata documentazione, trasferita su innumerevoli schede dalle quali estraeva poi il materiale per creare i personaggi e ricostruire gli ambienti.
Dopo il matrimonio nel 1906 e un breve soggiorno in Africa, Roger Martin du Gard si dedicò completamente alla letteratura. Scrisse, tra il 1906 e il 1908, un romanzo che avrebbe voluto intitolare Une vie de Saint, ma non lo terminò e rinunciò a pubblicarlo. Trasferitosi in campagna, intraprese il suo primo capolavoro, Jean Barois, che narra la vicenda di un giovane intellettuale la cui vita e la cui attività sono fortemente condizionate dal problema della morte e dell’oltretomba. Nel 1913, dopo il suo primo romanzo, scrisse una farsa d’ambiente contadinesco, rappresentata l’anno seguente al teatro del Vieux Colombier, Le testament du Pére Leleu.
Partecipò alla guerra del 1914-18 con il grado di maresciallo d’alloggio addetto ai servizi di rifornimento. Unica opera durante il confitto fu In Memoriam, dedicata all’amico Marcel Hébert, scomparso al fronte.
Smobilitato nella primavera del 1920, fissò il piano completo e particolareggiato dei Thibault. L’opera appartiene essenzialmente alla grande tradizione del romanzo realista francese e racconta le vicende di due famiglie borghesi, una cattolica, l’altra protestante, dai primi del Novecento fino alla conclusione della Prima guerra mondiale, con un senso doloroso della storia e dell’inquietudine moderna. Si colloca, inoltre, nel filone dei romanzi ciclici iniziato dal Jean Christophe di Romain Rolland e continuato poi da molti (si pensi a Jacques de Lacretelle e a George Duhamel). L’origine di questo genere di scrittura è da ricercarsi nella Comédie humaine di Balzac, che aveva l’ambizione di abbracciare la storia e la critica della società, e nei più recenti Rougon-Maquart di Zola, che presentano l’evoluzione e l’involuzione di alcune generazioni di una stessa famiglia.
I volumi della saga dei Thibault furono pubblicati come segue: Il quaderno grigio nel 1922, Il riformatorio nel 1922, La bella stagione nel 1923, Il dottore riceve nel 1928, La Sorellina nel 1928, La morte del padre nel 1929, L’estate del 1914 nel 1936 e l’Epilogo nel 1940.
Con la sua analisi dura e paziente, a volte spietata, con la sua visione del mondo razionalista e scientifica, molto vicina al naturalismo, Roger Martin du Gard volle sottolineare la decadenza e il superamento della vecchia classe dirigente borghese. La grandezza dell’impostazione, la sicurezza del disegno, la precisione documentaristica dell’esecuzione assieme alla poesia di alcuni episodi hanno fatto amare questi libri sia dai lettori che dalla critica.
Ebbe il suo momento di maggior celebrità nel 1937, quando ottenne il premio Nobel e, a pochi mesi di distanza, il Grand prix littéraire de la Ville de Paris.
Durante la Seconda guerra mondiale e l’occupazione, visse prevalentemente nel Sud, in Provenza. La scomparsa di Gide nel 1951, che egli assistette fino all’ultimo, sembrò attenuare in lui l’angoscia che il sentimento della morte gli provocava.
L’ultimo suo intervento pubblico è del 1958, quando firmò, con Malraux, Mauriac, Sartre e altri intellettuali, una petizione al presidente della Repubblica in favore della Lega dei diritti dell’uomo, per protestare contro il sequestro del pamphlet di Henri Alleg, La question, che denunciava le torture in Algeria.
Morì nel 1958 e venne sepolto nel cimitero di Cimiez, un sobborgo di Nizza