L'Autore
Milli Dandolo (4 gennaio 1895 – 27 settembre 1946) è stata una scrittrice, poetessa, traduttrice e giornalista italiana. Nata a Milano il 4 gennaio 1895 in un’agiata famiglia di origine veneta, la Dandolo studia prima a Castelfranco Veneto e, poi, in collegio a Padova, dove segue le lezioni del grammatico Ciro Trabalza.
Il suo talento letterario si rivela presto, e infatti, già nel 1909, a quattordici anni, inizia a collaborare al “Passerotto”, il supplemento dedicato alle prove dei piccoli lettori del “Giornalino della domenica” diretto da Luigi Bertelli, noto con lo pseudonimo di Vamba. In questo debutto è già presente la vena malinconica e a volte rassegnata che dominerà la narrativa della scrittrice – il “male soave” sottolineato dal Bertelli – ma anche la sua fine sensibilità, l’attenzione alla forma e al valore della parola.
Durante la guerra la famiglia Dandolo si rifugia a Firenze per poi far ritorno a Venezia, città che fornirà più volte lo sfondo, a volte cupo, a volte mondano, ai suoi romanzi. Da qui essa invia altre liriche al nuovo direttore del “Giornalino”, Giuseppe Fanciulli, il quale, pur apprezzandone la poesia, esorta la giovane alla prosa, avvertendone le “doti straordinarie di narratrice”.
Ancora giovane sposa il critico musicale Eugenio Gara, e nel 1926 scrive con lui i racconti “Narra il Nostromo, storie e leggende marinaresche”.
Stabilitasi con la famiglia a Milano, la Dandolo diventa redattrice del “Giornalino” e si specializza in racconti brevi, favole, romanzi e novelle per bambini.
La scrittrice si dedica anche alla traduzione e soprattutto alla riduzione dei grandi capolavori stranieri della letteratura per ragazzi, da “David Copperfield” a “Peter Pan”. A questi si affiancano le raccolte di racconti, tradotti o comunque ridotti, di grandi autori ritenuti adatti a un pubblico di “minori”: Sacchetti, Gozzi, Maupassant, Jerome, Boccaccio, Turgheniev.
Passata alla narrativa, a lei più confacente e verso la quale l’aveva spronata Giuseppe Fanciulli, Dandolo pubblica una serie di romanzi, tra cui “È caduta una donna”, del 1936, e “La fuggitiva”, del 1939. Da queste opere sono stati tratti due film omonimi, entrambi usciti nel 1941: “È caduta una donna”, diretto da Alfredo Guarini, con la sceneggiatura di Ugo Betti e Sandro De Feo e, tra gli interpreti, Isa Miranda e Rossano Brazzi, e “La fuggitiva”, con la regia di Piero Ballerini, i dialoghi di Salvator Gotta e la recitazione di Anna Magnani.
Milli Dandolo muore a Milano nel 1946, dopo tre anni di malattia.
Fanciulli, che di Dandolo fu grande amico, la descrisse come una donna genuina e di tradizione classica, dedita alla famiglia, al figlio: «semplice nel tratto, nella parola, nelle abitudini, tra le quali scherzosamente ostentava quelle della massaia […]. Semplice di gusti, appassionata per la musica e sopra a tutto per il suo lavoro».