L'Autore
Carmela Baricelli è stata un’insegnante, una scrittrice e una giornalista italiana, ed è considerata una figura di spicco nell’ambito del socialismo e del femminismo negli anni che vanno dalla fine dell’Ottocento alla Prima guerra mondiale.
Nata nel 1861 a Casalbuttano, centro agricolo e di filande nel cremonese, è la prima di otto figli cresciuti in una famiglia di tradizione risorgimentale. La madre, Carolina Sartori, è una filatrice, il padre, Stefano Baricelli, è uomo di fiducia del conte Jacini, uno dei collaboratori di Cavour.
Carmela viene presto avviata alla professione di sarta, ma cerca di opporvisi con tutta sé stessa.
Così, un giorno del 1873, a soli dodici anni, inizia ad assentarsi dalla sartoria, gironzolando per i giardini pubblici di Cremona. Insiste con lo “sciopero” finché la sua assenza viene scoperta dalla madre che, una mattina, l’afferra bruscamente per un braccio per riportarla al lavoro. Per strada, però, la ribellione della piccola si manifesta in tutta la sua veemenza. Si getta a terra e grida disperatamente: “Voglio andare a scuola! Voglio andare a scuola!”. La scena attira l’attenzione dei passanti e, come la stessa Baricelli riporta nella sua autobiografia, “la gente, ferma intorno al nuovo spettacolino, diceva a mia mamma: Ma l’accontenti; li avessimo noi i figli che gridano di voler andare a scuola!”.
Carmela Baricelli riesce quindi a imporre la propria volontà con un segnale forte, rifiutando una professione destinata a molte donne dell’epoca, quella di sarta, per privilegiare invece una scelta a lei più congeniale, lo studio.
Recupera in fretta gli anni di ritardo e brucia tutte le tappe del suo percorso formativo. Infatti, nel 1879 consegue il diploma di maestra, nel 1887 si laurea all’Università di Pavia (anche in questo caso, con ritmi da primato, poiché è in quell’anno che per la prima volta una disposizione di legge apre alle donne le porte dell’Università) e nel 1890 ottiene l’abilitazione all’insegnamento di lingua e lettere italiane nelle scuole magistrali. Ricopre l’incarico di insegnante fino al 1931, quando, con il ruolo di preside, concluderà la sua carriera nelle scuole.
Fin dal 1885 collabora come giornalista con varie testate, firmandosi spesso con lo pseudonimo di “Malvina”, ispirato a Malvina Frank (1830-1892), intellettuale veneta e conferenziera proto femminista, impegnata nella lotta per l’emancipazione femminile. I temi ricorrenti dei suoi articoli sono la famiglia, la scuola, il femminismo e il pacifismo, che ritornano più incisivi nel giornale L’Alleanza. Rassegna per l’istruzione socio-politica delle donne, fondato da lei stessa a Pavia nel 1906.
L’obiettivo di Carmela Baricelli è favorire un’alleanza di genere tra le donne, andando oltre gli schieramenti politici. Attorno al giornale, Carmela Baricelli riesce a radunare tutti i nomi di rilievo del femminismo dell’epoca: Linda Malnati, Emilia Mariani, Maria Pasolini, Paolina Schiff, Teresa Labriola, Giselda Brebbia, Bice Sacchi e Anna Franchi.
Il settimanale non si limita a trattare le questioni legate alle rivendicazioni femministe, ma spesso affronta gli avvenimenti politici del tempo, come la bonifica delle terre incolte, la riforma delle carceri o la riduzione delle spese militari.
Carmela Baricelli si impegna anche a favore dell’alfabetizzazione e l’istruzione delle classi più deboli, “da cui si aspettano i grandi avvenimenti”. Sostiene, perciò, gli scioperi nelle filande, tiene conferenze e dirige la Scuola serale della Camera del Lavoro di Cremona – fondata nel 1893 grazie anche al suo contributo – e organizza un centro di assistenza per disoccupati affiancato da un ufficio di collocamento.
Nelle sue battaglie include anche la rivendicazione di migliori condizioni economiche per gli insegnanti, che meriterebbero la massima considerazione da parte dello Stato, proprio per l’importanza e per la delicatezza del ruolo formativo delle giovani generazioni. Le rivendicazioni, tuttavia, si scontrano con il pensiero della classe politica dominante che ritiene l’istruzione destinata esclusivamente alle classi più agiate e che non sia affatto necessaria “al popolo che deve ubbidire” e tanto meno occorra “alla donna la quale deve ubbidire a chi già ubbidisce”.
Per quanto riguarda le opere, Carmela Baricelli dà alle stampe alcuni libri scolastici, tra cui L’istruzione popolare. Libro di lettura per operai e contadini, Per la scuola e per la vita, libro di lettura per le Scuole Comm. e Tecniche femminili, e due romanzi: I Vinti, ovvero il genio oppresso, e Il Poema venduto. Seguito del romanzo I Vinti apparsi, in prima battuta, nella sezione dell’appendice dell’Alleanza e, in seguito, in volume, rispettivamente nel 1907 e nel 1911.
Negli anni, prende le distanze dal socialismo, delusa e amareggiata dal dilagare di pregiudizi maschili che, all’interno del movimento, ostacolavano l’azione e la militanza delle donne. Già nell’aprile del 1910 Carmela Baricelli attacca duramente Turati che definisce le donne “prive di mentalità politica”, affermando che non sono in grado di capire adeguatamente il socialismo, per cui la concessione del diritto di voto sarebbe stata certamente un danno. La Baricelli ribatte, al contrario, che le responsabilità sono proprio dei socialisti che nulla fanno per eliminare i pregiudizi esistenti nei confronti delle donne: “Mentre nei loro libri, nei loro congressi gridavano le cento volte alla necessità che anche la donna avesse a comprendere il socialismo, entrare nella vita pubblica, partecipare alle lotte sociali, nel fatto, poi, sorgeva dal socialista il maschio che teneva lontano dalle leghe, dalle conferenze, dal pensiero socialista, la propria donna”.
Dopo la conclusione della sua esperienza politica, ritorna a Cremona nel 1919 e si astiene dal partecipare alla vita pubblica e dal commentare i gravi fatti che di lì a poco investiranno l’Italia con l’avvento del Fascismo.
Nel 1932, ormai anziana e in pensione, si ritira presso l’Istituto del Buon Pastore dove si occupa fino al 1946, anno della sua morte, dell’istruzione delle giovani bisognose di aiuto accolte dall’istituto.
Fonti:
Battaglie politiche e impegno sociale tra le pagine de L’Alleanza.
Il Bo Live; Raccontami di lei, a cura della redazione del Bo Live.
“Carmela Baricelli e L’Alleanza, giornale emancipazionista”. Tesi di Laurea.
Angelo Maria Telli, Lettere al Paradiso con nastro azzurro.