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    Patriota e penalista (Palermo 1828 - ivi 1909). Avendo partecipato
    ai moti rivoluzionarî siciliani del 1848 fu per lunghi anni in
    esilio. Dedicatosi ai problemi carcerarî, scrisse Sul governo
    e sulla riforma delle carceri in Italia (1868); fu direttore
    generale delle carceri, consigliere di stato, senatore del regno
    (1896). Collaborò al codice penale del 1889 e studiò
    l'organizzazione penitenziaria italiana ed europea.
    
    
    DBI
    
    di Stefano Rodotà
    
    Nato a Palermo il 5 febbr. 1828 da Vito
    e da Adelaide Scalia, si laureò presso l'università
    palermitana in giurisprudenza. Partecipò al moto di Palermo
    del 12 genn. 1848, e servì poi come sottotenente di
    artiglieria nell'esercito siciliano antiborbonico, prendendo parte
    ai combattimenti di Messina del 1848 e '49. Restaurata la monarchia
    borbonica, si rifugiò a Malta, e quindi fa esule a Marsiglia,
    Parigi, Londra e ancora a Parigi, dove si fermò e visse dando
    lezioni d'italiano. A Parigi non solo mantenne contatti con i
    numerosi esuli siciliani, ma si legò pure all'ambiente
    socialista, stringendo amicizia in particolare con Blanqui, A. Dumas
    figlio, Proudhon. L'influenza del socialismo francese, di Proudhon
    soprattutto, fu determinante nella formazione dei B., e non è
    difficile scorgere, nelle opere della maturità, il segno di
    quella esperienza. Il B. partecipò anche alla sfortunata
    insurrezione parigina del 2 dic. 1851 contro il colpo di stato di
    Luigi Napoleone Bonaparte. Espulso, riuscì a far ritorno a
    Palermo dove riprese i contatti con gli ambienti dei patrioti.
    Intraprese l'esercizio dell'avvocatura, ma per breve tempo: le
    autorità lo costrinsero a rinunciarvi ed egli tornò
    così a vivere poveramente di lezioni fino a che, nel 1857, la
    ripresa dei commercio degli zolfi non indusse alcuni suoi parenti a
    creare un'azienda che si dedicasse a tale commercio: egli venne
    chiamato a collaborarvi, assicurandosi condizioni di vita più
    agiate.
    
    Arrestato il 14 marzo 186o, il B. fu rinchiuso nel carcere della
    Vicaria. Liberato il 28, tornò subito all'attività
    politica; tra l'altro, fondò il giornale Il Plebiscito, che
    ebbe vita brevissima. L'ultimo suo intervento nelle vicende
    politiche siciliane è dell'estate del 1866, quando fu accanto
    ad Antonio Starabba di Rudinì nel soffocare la sommossa
    popolare: venne per ciò decorato con medaglia d'argento.
    
    Già dal 1862 era entrato a far parte dell'amministrazione
    statale, dapprima al ministero delle Finanze, poi, nel 1864, al
    ministero dell'Interno con l'incarico di ispettore generale delle
    carceri, per le sue specifiche competenze. Infatti, fin dal 1855
    aveva cominciato a raccogliere materiali per una storia della
    riforma carceraria in Italia, pubblicata nel 1868 a Torino con il
    titolo Sul governo e sulla riforma delle carceri in Italia,
    rivelando profonda conoscenza dei sistemi penitenziari europei e
    acquistando subito una larghissima notorietà. Nel 1868 fu
    infatti invitato al congresso di scienze sociali di Birmingham, dove
    fu accolto da sir Walter Crofton, che aveva contribuito
    alrorganizzazione del sistema penitenziario irlandese,
    particolarmente ammirato dal B. per quelle caratteristiche di
    gradualità a cui egli cercò sempre di uniformare le
    sue proposte. Dopo il congresso si recò in Irlanda e quindi a
    Londra, documentandosi ampiamente sui sistemi penitenziari dei due
    paesi: i risultati furono esposti nell'opera Il sistema
    penitenziario d'Inghilterra e d'Irlanda (Roma 1868; 2 ediz., ibid.
    1874).
    
    Dopo la presa di Roma, la direzione generale delle carceri vi si
    trasferì, e con essa il suo bollettino, la Rivista di
    discipline carcerarie, uscita l'anno prima a Firenze e che il B.
    diresse fino al 1885, riassumendone poi la guida l'anno dopo
    affiancato dal condirettore N. Vazio.
    
    La rivista, mensile, ebbe un notevole prestigio. Pubblicò per
    prima articoli di antropologia criminale e studi sulle cause
    determinanti del delitto, utilizzando i nuovi contributi della
    fisiologia, della psicologia e della sociologia, appoggiando le idee
    del Lombroso ancor prima che questi pubblicasse l'Archivio di
    psichiatria. Incoraggiò discussioni sui modi di correzione e
    punizione, propugnò riforme al sistema carcerario.
    
    Ormai tra i maggiori esperti europei per la materia carceraria, il
    B. ebbe parte di primo piano nei vari congressi internazionali
    dedicati ai problemi penitenziari, dal primo, svoltosi a Londra nel
    1872, ai successivi (Stoccolma 1878, Pietroburgo 1890).
    
    Al B. fu affidato l'incarico di coordinare o di redigere relazioni,
    e di studiare problemi nuovi (in specie, quelli relativi alla
    statistica penitenziaria). Partecipò alla fondazione della
    Commission pénitentiaire intemationale - di cui fu segretario
    generale e di cui fondò e diresse il Bulletin - e alle cui
    riunioni partecipò anche come rappresentante del governo
    italiano, distinguendosi in particolare per la sua opposizione
    all'istituto della deportazione (Bruxelles 1885).
    
    Nel 1876 fu chiamato a partecipare, in veste consultiva, alla
    Commissione reale per la riforma del codice penale. Fece anche parte
    della Commissione di statistica giudiziaria. Nominato nello stesso
    anno direttore generale delle carceri, fu incaricato da Crispi di
    preparare un completo progetto di riforma penitenziaria (1877), la
    cui attuazione fu impedita dalla caduta del governo. Nominato
    consigliere di Stato nel 1886, riprese la direzione generale delle
    carceri tutte le volte che Crispi, il quale lo considerava un
    indispensabile collaboratore, tornò alla testa del governo.
    Nominato senatore nel 1896, collocato a riposo nel 1906, negli
    ultimi anni della sua vita s'impegnò nella preparazione delle
    Memorie storiche della rivoluzione di Sicilia del 1848-49, 2 V0ll.,
    pubblicate postume a Roma nel 1933-34. Morì a Palermo l'11
    febbr. 1909.