Franz Werfel

 

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Scrittore austriaco (Praga 1890-Beverly Hills, California, 1945). Amico di F. Kafka e di M. Brod, collaboratore della raccolta espressionistica Der jüngste Tag (1913; Il dì del giudizio). Visse a Vienna donde emigrò nel 1938. Esordì come lirico nell'ambito dell'espressionismo, con i volumi Der Weltfreund (1911; L'amico del mondo), Wir sind (1913; Noi siamo) ecc., in cui effonde l'umanitarismo e l'appassionata religiosità della sua natura, divisa fra sangue ebraico e aspirazioni cristiane.

La storia, da cui Werfel cancella il progresso e i fenomeni di massa del nostro secolo, gli suggerisce diversi drammi storici, tra cui Juarez und Maximilian (1924), Paulus unter den Juden (1926; Paolo fra gli ebrei) e Jakobowski und der Oberst (1944; Jakobowski e il colonnello). La tensione drammatica induce Werfel romanziere a trasformare in dialoghi descrizioni e disquisizioni, come si vede soprattutto in quello che è forse il suo capolavoro, Die vierzig Tage des Musa Dagh (1933; I quaranta giorni del Musa Dagh).

Il suo enorme successo di fertilissimo scrittore tradizionalista culmina in Das Lied von Bernadette (1941; Il poema di Bernadette) e nell'utopistico Stern der Ungeborenen (postumo, 1946; Il pianeta dei nascituri), ambientato in America. È anche autore di un romanzo su G. Verdi (1924), del quale egli rielaborò alcuni libretti d'opera, e d'innumerevoli racconti. Scrittore alquanto invecchiato sia ideologicamente sia formalmente, Werfel è oggi studiato solo nell'ambito della letteratura del tramonto asburgico.

 

Wikipedia

Franz Werfel (Praga, 10 settembre 1890 – Los Angeles, 26 agosto 1945) è stato uno scrittore e drammaturgo austriaco, di origine ebrea, nato nell'epoca dell'impero austro-ungarico.

Contemporaneo e collega di altri intellettuali ebrei e autori come Franz Kafka, Max Brod e Martin Buber, si sposò nel 1929 con Alma Schindler, vedova del compositore Gustav Mahler, che per lui divorziò dall'architetto Walter Gropius[1]. La fama letteraria gli venne nel 1933 con la pubblicazione de I quaranta giorni del Mussa Dagh, vero e proprio racconto epico della resistenza armena e del genocidio di quel popolo ad opera dei Turchi.

Biografia

Appartenente alla corrente espressionistica fin dagli anni immediatamente antecedenti la prima guerra mondiale, esordì con dei volumi di liriche, "L'amico del mondo" (del 1911) e "Noi siamo" (del 1913). Allo scoppio del conflitto mondiale, nonostante la sua indole votata al pacifismo, si arruolò nell'esercito austriaco per combattere sul fronte russo e servire in mansioni di ufficio stampa.

Successivamente, terminata la guerra, si trasferì a Vienna e quindi, con l'Anschluss, in Francia. Nel timore di una espansione del nazismo, scelse - all'inizio della seconda guerra mondiale - di trasferirsi definitivamente in USA, dove vivrà fino alla morte.

Fra le opere di Werfel - letterato attratto in particolare dal teatro - si ricordano, oltre ai romanzi Il colpevole non è l'assassino, ma la vittima (1920), I quaranta giorni del Mussa Dagh (1933), Nel crepuscolo di un mondo (1937) e Una scrittura femminile azzurro pallido (1955), i drammi storici Juarez e Massimiliano (del 1924) e Jacobowsky ed il colonnello (scritto poco prima della morte).

Il cineasta Henry King trasse nel 1943 dal suo "Poema di Bernadette", biografia della santa di Lourdes (scritto due anni prima e nel quale lo scrittore manifesta le sue simpatie verso il Cattolicesimo) un film di grande impatto emotivo e successo popolare.

 

Enciclopedia Europea Garzanti

Werfel, Franz (Praga 1890-Beverly Hills, California, 1945) scrittore austriaco. Amico di F. Kafka e di M. Brod, visse soprattutto a Berlino e a Vierina, dove sposò la vedova del compositore G. Mahler.

Nel 1938 emigrò dapprima in Francia e quindi negli Stati Uniti, in cui giunse al termine di una fuga avventurosa. Esordi nel clima dell'astratto umanitarisrno espressionista, con un forte pathos religioso che lo indusse a sognare un mondo nuovo fondato sull'amore e sulla fratellanza universale. In questo contesto rientrano le sue varie raccolte di liriche, da L'amico del mondo [Der Weltfreund, 1911] a Noi siamo [Wir sind, 1913], Il giorno del giudizio [Der Gerichtstag, 1919], Sonno e risveglio [Schlafund Erwachen, 1935], Poesie degli anni 1908-45 [Gedichtee aus den Jahren 1908-45, postumo, 1946].

Accanto a questa produzione poetica va ricordata quella drammaturgica: dai primi tentativi espressionistic, impregnati di magia, incantesimo e mistero di ascendenza barocca - La tentazione [Die Versuchung, 1913], Le Troiane di Euripide [Die Troerinnen des Euripides, 1915], L'uomo specchio [Spiegelmensch, 1920]- ai numerosi drammi storici, tra cui Juarez e Massimiliano [Juarez und Maximilian, 1924], Paolo fra gli ebrei [Paulus unter den Juden, 1925-26], Il regno di Dio in Boemia [Das Reich Golles in Bohmen, 1930], Jakobowsky e il colonnello [Jakobowsky und der Oberst, 1944]. Le prove migliori di Werfel vanno però individuate nelle opere narrative, in cui lo scrittore sembrò volgersi a una più originale interpretazione della realtà e della storia, accordata a una religiosità tradizionalmente cristiana.

Fra i libri più noti: Barbara ovvero la devozione [Barbara oder die Frommigkeit, 1929], descrizione del crollo della monarchia asburgica e della caduta dei « valori» nel primo dopoguerra; I 40 giorni del Mussa Dagh [Die vierzig Tage des Muso Dagh, 2 voll., 1933], tragico documento sulla persecuzione degil armeni cristiani da parte dei turchi musulmani durante la prima guerra mondiale;Il canto di Bernadette [Das Lied der Bernadette, 1941], opera con cui Werfel intese assolvere il «voto» per essere scampato (con l'aiuto della divina provvidenza) alla violenza nazista, e in cui conciliava, nel segno della fede cattolica, il conflitto esistente tra l'ebraismo dei suoi avi e le sue aspirazioni cristiane; Il pianeta dei nascituri [Stern der Ungeborenen, postumo, 1946], prefigurazione utopica di un'epoca libera da guerre, dal lavoro e dai confini nazionalistici, destinata però a infrangersi di fronte al riaffiorare dell'umana malvagità.