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(Arras, 24 luglio 1775 –
Parigi, 11 maggio 1857) è stato un investigatore, criminale e
avventuriero francese.
Figlio di un panettiere, François Vidocq commette diversi
furterelli durante la sua infanzia, all'età di 14 anni
uccide, si dice per sbaglio, il suo maestro di spada e
successivamente fugge da Arras. Finendo il denaro che si era
riuscito a procurare è costretto a 16 anni, ad arruolarsi
nell’armata rivoluzionaria. Combatte a Valmy e a Jemmapes poi
diserta l’esercito. Ne viene rinviato nel 1793. Persegue allora una
vita avventurosa di ladro e di truffatore tra Parigi e il nord della
Francia
Il carcere
Arrestato da Henry-Joseph Gisquet, viene condannato nel 1797 dal
tribunale criminale di Douai a otto anni di lavori forzati per
« falso in conti pubblici ed autentici ». A
Bicêtre (famoso carcere di Parigi), viene incorporato alla
catena di Brest, un gruppo di forzati destinati al carcere di quel
porto. Il viaggio, particolarmente provante, dura 24 giorni. Vidocq
ne approfitta per tentare una prima evasione nella foresta di
Compiègne. Questo primo scacco non riuscirà. La catena
dei forzati arriva a Brest il 24 nivosa An VI (13 gennaio 1798). La
catena si ferma all’entrata di Brest all’ospedale di
Pontanézen, dove si procede alla liberazione dei carcerati
dai ferri. Vidocq tenta di nuovo di piantare in asso i suoi
guardiani, ma si sloga i due piedi nel tentativo di saltare il muro
di cinta. Tre settimane dopo, entra nel carcere: il registro
matricola del carcere lo descrive così:
«22 anni, taglia 5 piedi, 2 pollici, 6 linee; capelli,
sopracciglia castani chiari, barba dello stesso colore; viso ovale
ricoperto di bitorzoli; occhi grigi, naso grosso; bocca media, mento
tondo e biforcuto, fronte bassa, avente una cicatrice al labbro
superiore lato destro; orecchie bucate».
Otto giorni dopo il suo arrivo, riesce a procurarsi degli abiti da
marinaio che lo dissimulano all’arsenale dove lavora. Essendo
riuscito a cambiarsi d’abito senza attirare attenzioni lascia Brest
senza preoccuparsi di essere riconosciuto. Arrestato di nuovo nel
1799, è inviato questa volta al carcere di Toylon, dove evade
ancora una volta il 6 marzo 1800. Egli acquisisce in questo modo fra
la gente della malavita un rispetto e una notorietà senza
eguali.
La Sûreté
Nel 1806 propone i suoi servizi di “indicatore” alla polizia di
Parigi. Nel 1811 il prefetto lo piazza alla testa della
Sûreté, un servizio di polizia i cui membri sono degli
ex-condannati con il ruolo di infiltrarsi nella malavita. I suoi
numerosi successi e i suoi metodi poco ortodossi non sono apprezzati
da tutti e per due volte presenta le sue dimissioni. Molte persone
arrestate da Vidocq l’accusano di aver montato i colpi per poi
arrestare coloro che vi partecipavano: in questa maniera, Vidocq
può provare la sua efficacia nella lotta contro il crimine.
Le Bureau de renseignements pour le commerce
Nel 1827, Vidocq presenta definitivamente le sue dimissioni da capo
della Sûreté. Nel 1828 pubblica delle memorie che
conoscono un grande successo e che ispireranno molto Honoré
de Balzac per il suo personaggio Vautrin. Nel 1833 fonda il Bureau
de renseignements pour le commerce (ufficio informazioni per il
commercio, letteralmente), la prima agenzia di detective privati che
forniscono ai commercianti, sotto finanziamento, servizi informativi
e di sorveglianza.
All’età di 82 anni, François Vidocq muore a Parigi
l’11 maggio 1857.
Immaginario popolare
La fama di Vidocq aveva varcato i confini della Francia anche
durante il periodo della sua vita, se è vero che Melville lo
cita nel Moby Dick, la cui prima edizione è del 1851, nel
capitolo LXXXVIII. Melville lo cita come "famoso francese", maestro
in gioventù di "occulte lezioni", a proposito del nome di
"maestro" che viene dato al capodoglio maschio, signore e padrone
dell'harem quando è nel pieno del vigore. Una volta
invecchiato il capodoglio vaga tutto solo, cercando di mettere in
guardia i giovani leviatani dai suoi stessi errori amorosi,
così come fa Vidocq nelle sue Memorie. Vidocq ha ancora oggi
un posto importante nell’immaginario popolare e francese in
particolare.