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Scrittore russo (Orël 1818 - Bougival, Parigi, 1883). Tra i
primi autori ad essere conosciuto e apprezzato in Occidente, T.
ottenne un grandissimo successo con i racconti della raccolta
Zapiski ochotnika ("Memorie di un cacciatore", 1852), atto d'accusa
contro la servitù della gleba. Altrettanto successo ebbero i
lavori scritti dopo il trasferimento a Parigi, quali Dvorjanskoe
gnezdo ("Un nido di nobili", 1859) e Otcy i deti ("Padri e figli",
1862), tutti accolti con successo e interesse, ma che al tempo
stesso suscitarono polemiche per il fatto che ad essi venne
attribuito, al di là delle reali intenzioni di T., un
messaggio ideologico sulla società russa del tempo.
Vita e opere
Nacque dal matrimonio di un ufficiale dei corazzieri, di antica
famiglia nobile decaduta, con una Lutovinov, di famiglia poco nota,
ma ricchissima. Donna energica e dispotica, Varvara Petrovna ebbe
nell'educazione d'Ivan e dell'altro figlio Nikolaj, un'influenza
negativa. L'istruzione dei due ragazzi nei primi anni fu disordinata
e confusa, in cui però emerse l'innata passione di T. per la
lettura. All'età di dodici anni, nel 1830, egli fu messo in
collegio a Mosca, dove compì gli studi secondari e
iniziò quelli universitari continuati poi a Pietroburgo. A
Mosca conobbe P. A. Pletnëv e, per suo invito, esordì
come poeta nella rivista Sovremennik. Per completare gli studi si
recò in Germania, dove, a Berlino, conobbe A. I. Stankevič,
N. V. Herzen, M. A. Bakunin, e subì l'influenza della
filosofia hegeliana. Nel 1841 T. tornò in Russia, dove si
legò a circoli progressisti del tempo, conobbe V. G.
Belinskij e giurò a sé stesso di combattere contro la
servitù della gleba. Solo più tardi però questo
giuramento trovò eco nel suo lavoro letterario; per il
momento egli continuò a scrivere poesie liriche, poemetti in
versi (Paraša, Razgovor "Conversazione", Andrej, ecc.) e in prosa
(Andrej Kolosov, Bretër "Il duellista", Tri portreta "Tre
ritratti") e scene drammatiche (Mesjac v derevne "Un mese in
campagna", pubbl. nel 1855; Neostorožnost´ "Un'imprudenza",
Zavtrak u predvoditelja "Un pranzo dal capo della nobiltà",
pubbl. nel 1856; Nachlebnik "Il parassita" o "Pane altrui", pubbl.
nel 1857).
Nel 1843 aveva conosciuto la cantante Pauline García Viardot
alla quale rimase legato tutta la vita. Nel 1847, sempre nella
rivista Sovremennik, usciva la prima opera in prosa di T., il
racconto Chor´ i Kalinyč ("Ch. e K.") con il sottotitolo Dalle
memorie di un cacciatore, cui seguirono numerosi altri racconti che
T. riunì in seguito (1852) nel volume intitolato Zapiski
ochotnika. Il successo fu grandissimo, e non solo per l'arte con cui
erano descritti la campagna e i contadini russi, ma soprattutto
forse perché molti videro in quei racconti un vero e proprio
atto di accusa contro la servitù della gleba, cosa che
indubbiamente favorì il movimento di liberazione,
contribuendo anche, a quanto pare, alla decisione dello zar
Alessandro II che nel 1861 procedette alla liberazione. Intanto
però T. veniva confinato (1852) nella tenuta materna di
Spasskoe, per un articolo scritto in occasione della morte di
Gogol´.
Terminato l'esilio, T., divenuto ricco per la morte della madre,
lasciò la Russia e si stabilì a Parigi presso la
famiglia Viardot. Nel 1856 uscì il suo primo romanzo Rudin,
cui seguirono rapidamente Dvorjanskoe gnezdo, Nakanune ("Alla
vigilia", 1860), Otcy i deti. Allo stesso periodo appartengono pure
alcuni dei suoi migliori racconti: Mumu (1854), Jakov Pasynkov
(1855), Asja (1858), Pervaja ljubov´ ("Primo amore", 1860).
Tutti i romanzi di T. furono accolti, oltre che con successo per
l'indubbia arte dello scrittore, con interesse sempre crescente per
le idee che T., solo preoccupato in realtà di descrivere con
veridicità e vivezza la vita russa del tempo, imbevuta come
era di problemi e polemiche ideologiche, faceva esprimere dai suoi
personaggi; le sue opere furono così fonte di polemiche, di
lodi e di accuse che spesso amareggiarono lo scrittore. Inoltre la
rottura dei suoi rapporti con Herzen e con N. G. Černyševskij
acuì le polemiche intorno a Padri e figli poiché le
giovani generazioni, vedendo nel protagonista Bazarov una caricatura
dei loro ideali, lo accusarono di essere reazionario; T., lontano
dalla patria, preso da nostalgia e avvilito dall'incomprensione che
credeva di trovare, interruppe l'attività letteraria. Solo
nel 1867 uscì un nuovo romanzo, Dym ("Fumo"), e dopo altri
dieci anni l'ultimo romanzo di T., Nov´ ("Terra vergine",
1877), entrambi inferiori ai precedenti, e questa volta realmente
tendenziosi o per lo meno volutamente ideologici.
Il temperamento poetico e romantico di T. si riversò ancora
negli ultimi anni in opere più brevi, ma di alto livello
lirico e drammatico, come Stepnoj korol´ Lir ("Un re Lear
delle steppe", 1870), Vešnie vody ("Acque primaverili", 1872), Pesnj
toržestvujuščej ljubvi ("Il canto dell'amore trionfante", 1881), gli
ultimi racconti delle Memorie di un cacciatore (Konec Čertopchanova
"La fine di Čertopchanov", 1872; Živye mošči "La reliquia vivente",
1874; Stučit! "Batte", 1874), Klara Milič (1883), e soprattutto quel
breve capolavoro che sono le Stichotvorenija v proze ("Poesie in
prosa", 1878-82). Nel 1880 T., tornato in Russia, vi fu accolto
entusiasticamente e pronunciò, come Dostoevskij, un discorso
per l'inaugurazione del monumento a Puškin. Poi lasciò di
nuovo la Russia e questa volta definitivamente, poiché nel
1883, dopo aver dettato il suo ultimo racconto a P. Viardot, si
spense a Bougival. La sua salma fu trasportata in Russia e sepolta a
Pietroburgo.