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Lev Trotsky, ("Lev Trockij" in traslitterazione scientifica),
pseudonimo di Lev Davidovič Bronštejn (Janovka, 7 novembre
1879 – Coyoacán, 21 agosto 1940) è stato un politico e
rivoluzionario russo, divenuto sovietico dopo la riuscita della
rivoluzione d'ottobre.
Firma di Trotsky
Fu un personaggio influente nella Russia post-rivoluzionaria e nella
neonata Unione Sovietica, dapprima come commissario del popolo agli
Affari esteri e in seguito come fondatore e comandante dell'Armata
Rossa, commissario del popolo alla Guerra e membro fondatore del
Politburo. Fu presidente del Soviet di Pietrogrado durante le
rivoluzioni del 1905 e del 1917. Fu anche scrittore di notevoli
capacità, soprannominato Penna dai compagni di partito. A
seguito della lotta contro Stalin negli anni venti, fu espulso dal
partito e deportato: venne assassinato in Messico da un agente
sovietico. Le idee di Trotsky formano la base della corrente
comunista del trotskismo.
Prima della Rivoluzione del 1917
Nacque in una agiata famiglia di contadini ebrei a Janovka, nella
provincia di Kherson (Ucraina). La sua data di nascita è il 7
novembre 1879 – lo stesso giorno della Rivoluzione d'ottobre del
1917 (il calendario giuliano venne abolito in Russia nel 1918).
Si avvicinò agli ambienti e alle idee rivoluzionarie
già durante i suoi studi all'università di Odessa.
Venne arrestato per la prima volta nel 1898 mentre lavorava come
organizzatore per l'Unione Operaia della Russia Meridionale. Nel
1900 venne condannato a quattro anni di esilio in Siberia. Nel 1902
riuscì a fuggire dalla Siberia, prendendo il nome di Trotsky
da un ex-carceriere di Odessa, e raggiunse Londra per unirsi a
Vladimir Lenin, all'epoca redattore capo del giornale Iskra
(Scintilla), organo del Partito Social Democratico Russo dei
Lavoratori (PSDRL, denominazione esatta Partito Operaio Socialista
Democratico Russo, sigla esatta dal russo POSDR).
Partecipò al secondo congresso del POSDR nell'estate del
1903, e nella disputa interna che divise il partito, si mise con i
Menscevichi contro Lenin. Anche se la sua lealtà ai
Menscevichi ebbe vita breve, il danno alle sue relazioni con Lenin
sarebbe durato per i quattordici anni successivi.
Nel 1905 tornò in Russia. Il suo coinvolgimento nello
sciopero generale di ottobre, con la presidenza del Soviet di San
Pietroburgo e il suo appoggio alla rivolta armata, lo portarono
all'arresto e a una sentenza di esilio a vita. Nel gennaio del 1907
fuggì sulla strada per l'esilio e ancora una volta
trovò la via di Londra, dove partecipò al quinto
congresso del partito. In ottobre si spostò a Vienna.
Trotsky e Lenin (al centro in piedi), a Pietrogrado, in una foto
scattata con i delegati al X Congresso del Partito comunista russo,
di ritorno dai combattimenti 'vittoriosi' contro i marinai rivoltosi
della base di Kronstadt, marzo 1921
Nel 1912 era stato inviato dal diffuso quotidiano
radical-democratico Kievskaja Mysl' nei Balcani, dove fu testimone
della guerra del 1912-1913, tragico prologo della Prima guerra
mondiale. In quel periodo fu corrispondente di guerra per diversi
giornali.
Le sue corrispondenze furono successivamente raccolte nel volume Le
guerre balcaniche 1912-1913 (1926).
« D'un tratto la guerra ci rivela che
procediamo ancora a quattro zampe e che non siamo ancora usciti dal
grembo dell'era barbarica della nostra storia. »
Con l'avvicinarsi della guerra si spostò nella neutrale
Svizzera, e quindi in Francia. Fu espulso dalla Francia e viveva a
New York quando la Rivoluzione di febbraio rimosse lo Zar. Fece
ritorno in Russia nel maggio 1917 dove infine si unì ai
Bolscevichi e divenne attivamente coinvolto nei loro sforzi per
rovesciare il governo provvisorio guidato da Aleksandr Kerensky, ed
anzi ne fu tra i massimi dirigenti.
Dopo la Rivoluzione Russa
Dopo la presa del potere da parte dei Bolscevichi divenne
Commissario del popolo per gli Affari Esteri, con lo scopo
principale di negoziare la pace con la Germania e i suoi alleati;
nella speranza che i soldati tedeschi si ribellassero ai loro
ufficiali si ritirò dai colloqui (10 febbraio 1918). Tale
speranza fu però delusa e i tedeschi invasero il territorio
russo (18 febbraio), costringendo l'Unione Sovietica a firmare
l'altamente penalizzante Trattato di Brest-Litovsk il 3 marzo.
Trotsky successivamente rassegnò la sua posizione diplomatica
e divenne Commissario del Popolo alla Guerra. Come fondatore e
comandante dell'Armata Rossa, fu ampiamente artefice del successo
contro l'Armata Bianca e della vittoria nella Guerra Civile Russa.
Stalin al potere
Con la malattia e la morte di Lenin, Stalin e il gruppo attorno a
lui (che inizialmente, nel periodo della cosiddetta trojka,
includeva anche le frazioni di Lev Kamenev e Grigorij Zinov'ev)
furono in grado di consolidare il proprio controllo sul Partito e
sullo Stato. Il 1924 è l'anno della lotta contro il
trotskismo, un feroce scontro formalmente ideologico in cui, senza
risparmio di colpi bassi (con accuse reciproche molto dure sul ruolo
avuto dai vari dirigenti nell'Ottobre, negli anni precedenti e negli
anni successivi), viene portata avanti l'emarginazione dell'ala
trotskista (che inizia a farsi chiamare "Opposizione di sinistra"),
fino all'ottenimento delle dimissioni di Trotsky dal posto di
Commissario del Popolo alla Guerra e agli Affari della Marina
(gennaio 1925).
Trotsky aveva infatti approfondito la sua teoria della Rivoluzione
Permanente (che aveva peraltro già preso le mosse subito dopo
la fallita rivoluzione del 1905), che si poneva in netto contrasto
con la politica stalinista di costruire il "socialismo in un solo
paese". I punti decisivi della polemica dell'Opposizione in quegli
anni sono la critica al regime autoritario vigente nel Partito, la
critica allo sviluppo di deformazioni burocratiche nell'apparato
statale sovietico, l'opposizione allo sviluppo di una nuova
borghesia in seguito al prolungamento eccessivo delle misure di
mercato (NEP); sul piano delle rivendicazioni, il gruppo di Trotsky
chiede una politica di forte industrializzazione, un piano di
collettivizzazione volontaria nelle campagne (da realizzarsi in
tempi lunghi) e, soprattutto, la promozione su scala mondiale di
nuove rivoluzioni proletarie (Cina, Germania), viste come unica
soluzione ai pericoli di involuzione del regime interno dell'URSS.
Dopo la brusca rottura della trojka e la costituzione di un nuovo
blocco Stalin-Bucharin che allontana da ogni posizione di potere le
frazioni Kamenev e Zinov'ev (forti soprattutto a Leningrado), queste
ultime formano nel 1926, insieme ad altri gruppi minori, un'alleanza
con il gruppo di Trotsky che sarà conosciuta come Opposizione
Unificata.
Si apre una fase di scontri sempre più violenti tra il gruppo
al potere e i gruppi oppositori, che contavano su decine se non
centinaia di migliaia di sostenitori nel Partito e nel sindacato.
Nell'autunno 1927 l'Opposizione decide di organizzare in forma
autonoma la celebrazione del decimo anniversario della Rivoluzione
d'Ottobre; è da parte di Trotsky e dei suoi alleati un
tentativo di una prova di forza nei confronti del regime staliniano
in formazione. In piazza nelle principali città del Paese (e
specialmente a Mosca e Leningrado) scendono migliaia di persone
sotto le bandiere dell'Opposizione Unificata, che si scontrano con
sostenitori di Stalin e con le milizie statali: le dimostrazioni
degli oppositori sono disperse con la forza. Pochi giorni dopo, il
12 novembre, Trotsky e Zinov'ev sono espulsi dal partito Comunista
Sovietico, lasciando Stalin alla guida indiscussa dell'Unione
Sovietica (Kamenev sarà espulso poche settimane dopo e in
seguito sarà liquidato anche l'alleato Bucharin).
L'esilio (1929-1940)
Piegata l'Opposizione e iniziata la persecuzione sistematica dei
suoi militanti, Trotsky venne esiliato ad Alma Ata (oggi nel
Kazakhistan) il 17 gennaio 1929[3].
Fu poi espulso e si spostò dalla Turchia alla Francia e alla
Norvegia, stabilendosi finalmente in Messico su invito del pittore
Diego Rivera: visse ad un certo punto nella casa di Rivera, e in un
altro momento in quella della moglie del pittore, l'artista Frida
Kahlo, con cui ebbe una breve relazione.
Il 31 dicembre 1933 incontrò Simone Weil, che si offrì
di ospitarlo per alcuni giorni, assieme alla moglie, nel suo
appartamento di Parigi: Trotsky ne approfittò per
organizzarvi una riunione clandestina, con vari esponenti dei
partiti francesi, che si concluse con uno scontro verbale fra lui e
la stessa Weil, la quale era su posizioni anarchiche.[4]
Trotsky all'ospedale dopo essere stato ferito a morte
Nel 1936 Trotsky scrisse il libro La Rivoluzione Tradita, nel quale
denuncia i crimini della burocrazia staliniana.
Nel 1938, Trotsky fondò un'organizzazione marxista
internazionale, denominata Quarta Internazionale, la quale intendeva
essere un'alternativa alla Terza Internazionale stalinista.
Ebbe una discussione con Rivera e nel 1939 si spostò in una
residenza sua. Il 24 maggio 1940, Trotsky sopravvisse a un raid
nella sua casa da parte di sicari stalinisti capitanati dal pittore
Siqueiros.
Mentre era a casa sua, a Coyoacán (un sobborgo di
Città del Messico), il 20 agosto 1940, venne aggredito alle
spalle da Ramón Mercader, rivelatosi un agente stalinista,
che gli sfondò il cranio usando una piccozza. Trotsky
morì il giorno seguente.
Mercader in seguito testimoniò al suo processo:
« Lasciai il mio impermeabile sul tavolo,
in modo tale che fossi in grado di rimuovere la piccozza che si
trovava nella tasca. Decisi di non mancare la meravigliosa
opportunità che si presentava. Il momento in cui Trotsky
iniziò a leggere l'articolo mi diede la chance, estrassi la
piccozza dall'impermeabile, la strinsi in pugno e, con gli occhi
chiusi, sferrai un colpo terrificante alla sua testa. »
La casa di Trotsky a Coyoacán è stata preservata
più o meno nelle stesse condizioni in cui si trovava il
giorno del suo assassinio ed è oggi un museo. La tomba di
Trotsky si trova nel terreno attorno alla casa.