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La Tribuna illustrata fu un settimanale italiano pubblicato a Roma.
Insieme a La Domenica del Corriere e a L'Illustrazione Italiana fu
il settimanale illustrato preferito dagli italiani nel periodo che
intercorse dalla fine dell'Ottocento all'avvento della televisione.
Storia
Fondato nel 1890 come supplemento del quotidiano La Tribuna, il
primo numero uscì il 6 gennaio (secondo altre fonti, il 16
gennaio)[1]. Il formato della rivista era 27x38 cm. Ogni numero
conteneva 16 pagine. In breve tempo divenne il primo settimanale
illustrato italiano.
Nella prima annata furono pubblicate 824 pagine.
I principali collaboratori furono: Luigi Capuana, Adolfo De
Bosis, Alfredo Fabrizi, «Gandolin», Giuseppe
Giacosa, Attilio Luzzatto, Enrico Panzacchi,
«Rastignac», Attilio Sarfatti, Armand Silvestre, Ettore
Socci, Gaspare Ungarelli, Pio Vanzi (che ne fu anche direttore),
Annie Vivanti
Il corredo iconografico fu di prim'ordine. I principali pittori,
disegnatori ed illustratori furono: Basilio Cascella e i figli
Tommaso e Michele; Enrico Lionne; Aleardo Terzi.
Tra i romanzi a puntate che uscirono nel primo anno:
L'invincibile, di Gabriele D'Annunzio, sui primi
dieci numeri della rivista;
Una giovinezza, di François Coppée,
con illustrazioni di Émile Bayard;
Zia Aurelia di André Theuriet, con
illustrazioni di Émile Bayard.
L'annata 1891
Nel corso dei dodici mesi furono pubblicate 814 pagine.
I principali pittori, disegnatori ed illustratori furono:
Augusto Bompiani; Roberto Bompiani;
Domenico Bruschi; Modesto Faustini; Enrico Lionne;
Rubens Santoro; Rafael Senet; Cesare Tiratelli.
Nel corso dell'anno uscirono vari romanzi a puntate. Tra gli autori:
Paul Bourget; Alphonse Daudet; Attilio Luzzatto;
«Doctor Mysticus»; Felice Martini; André
Theuriet.
Nel gennaio 1893 La Tribuna illustrata diventò mensile in
coincidenza con l'uscita del supplemento settimanale La Tribuna -
Supplemento Illustrato della Domenica. Il conto delle annate
ripartì da capo. Dopo quattro anni, nel 1897 ritornò
settimanale, assorbendo il supplemento.
Il Novecento
Nella prima metà del XX secolo, rivaleggia con il settimanale
del Corriere della Sera, La Domenica del Corriere.