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      Uomo politico e diplomatico (Roma 1855 - Manziana 1931), figlio di
      Vincenzo. Deputato della destra (1886-97), fu prefetto di Perugia
      (1898) e di Napoli (1900), quindi senatore (1902). Divenuto ministro
      degli Esteri (1903-05), cercò di eliminare le tensioni nei
      rapporti con l'Austria-Ungheria alimentate dalla propaganda
      irredentista e al tempo stesso di rafforzare la presenza dell'Italia
      nei Balcani. In politica interna fu il trait d'union fra
      conservatori e clericali, adoperandosi nel 1904, in occasione delle
      elezioni politiche, per ottenere la partecipazione al voto dei
      cattolici. Ambasciatore a Londra (1906) e nuovamente ministro degli
      Esteri (1906-09), dovette fronteggiare la difficile situazione
      internazionale seguita all'annessione austriaca della
      Bosnia-Erzegovina (1908). Ambasciatore a Parigi (1910-16), fu ancora
      a capo della Consulta dal giugno al nov. 1919, partecipando, come
      capo della delegazione italiana, alla Conferenza della pace di
      Parigi, senza peraltro riuscire a migliorare la situazione
      diplomatica dell'Italia. Presidente del Senato (1920-29), socio
      nazionale dei Lincei (1921), collare dell'Annunziata (1925), fu
      presidente dell'Accademia d'Italia (1929-30).