Bonaventura Tecchi

 

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Scrittore e critico italiano (Bagnorea, od. Bagnoregio, 1896 - Roma 1968). Autore la cui opera è dominata dal contrasto tra morbida sensualità e vigile coscienza morale, tra l'egocentrismo e l'anelito a superarlo attraverso la comprensione degli altri e della natura. VitaFu direttore (1925-29) del Gabinetto scientifico-letterario Vieusseux; lettore (1933-37) nelle univ. di Brno e Bratislava; dal 1939 prof. di lingua e letteratura tedesca, prima nell'univ. di Padova, quindi a Roma, dove fu anche direttore dell'Istituto italiano di studi germanici; socio corrispondente dei Lincei (1963). OpereIl contrasto tra sensualità e coscienza morale, tra l'egocentrismo e il desiderio di superarlo è già presente nei suoi primi racconti (Il nome sulla sabbia, 1924). In tale contrasto, di fondo romantico, confluisce la lezione delle varie correnti del decadentismo europeo, filtrata tuttavia da un gusto classico tendente a riportare l'indagine dei più sottili moti psicologici alla chiarezza della coscienza e all'evidenza dell'espressione.

Nella sua produzione, accanto ai volumi di racconti e prose (Il vento tra le case, 1928; Tre storie d'amore, 1931; La signorina Ernestina, 1936; La vedova timida, 1942; L'isola appassionata, 1945; Storie di bestie, 1958; Storie di alberi e fiori, 1963; Resistenza dei sogni, post., 1977), sono da ricordare i romanzi I Villatàuri (1935), Giovani amici (1940), Valentina Velier (1950), Gli egoisti (1959), Gli onesti (1965), Tarda estate (post., 1980). T. svolse anche un'intensa attività di saggista e critico, soprattutto della letteratura tedesca (Wackenroder, 1927; Maestri ed amici, 1934; Scrittori tedeschi del '900, 1941; Carossa, 1947; L'arte di Thomas Mann, 1956; Officina segreta, 1957; Romantici tedeschi, 1959; Goethe in Italia, 1967), e curò pregevoli traduzioni.