Angelo Tasca

 

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Angelo Tasca (Moretta, 19 novembre 1892 – Parigi, 3 marzo 1960) è stato un politico e scrittore storico italiano. Già socialista, fu tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia, da cui fu espulso nel 1929. Emigrato in Francia e dirigente socialista, divenne un importante funzionario del regime di Vichy. Nel dopoguerra si distinse per il suo acceso anticomunismo.

Biografia

Già studente del liceo classico Vincenzo Gioberti di Torino, fu poi giovane dirigente della Federazione Giovanile Socialista e quindi della Federazione del PSI di Torino negli anni dieci del Novecento.

In seguito si unì ad Antonio Gramsci, Umberto Terracini e Palmiro Togliatti, coi quali fondò il settimanale “L’Ordine Nuovo” (1919-1920).

Negli stessi anni fu eletto segretario della Camera del Lavoro di Torino; nel 1921 a Livorno fu tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia. Fu tra i 15 membri del Comitato centrale del partito e nel 1926 entrò nella segreteria del partito. A quel tempo si era già consumata la sua rottura con Gramsci e Togliatti e veniva considerato come il punto di riferimento della destra del PCd’I, propugnando una fusione coi settori più a sinistra del PSI e una revisione di certe premesse che stavano alla nascita del partito. Come molti altri comunisti, fu perseguito dal regime fascista e arrestato due volte, prima nel 1923 e poi nel 1926. In quell’anno, separandosi dalla famiglia, si rifugiò in Francia, di cui prese la nazionalità nel 1936.

Partecipò al presidium dell’Internazionale Comunista nel 1928-1929, dove si avvicinò alle posizioni di Bucharin. Nel settembre 1929 fu espulso dal partito per il suo dichiarato antistalinismo.

Tra il 1930 e il 1933 divenne redattore-capo del settimanale Monde (1928-1935), fondato e diretto da Henri Barbusse. Nel 1935 rientrò nel PSI su posizioni nettamente anticomuniste e contrarie all’unità d’azione con il PCI che si ebbe tra il 1934 e il 1939. Durante la guerra civile spagnola sostenne il POUM in opposizione al Partito Comunista di Spagna. Negli stessi anni (1934-1940) Léon Blum gli affidò gli articoli di politica estera del quotidiano della SFIO Le Populaire.

Nell’agosto 1939 la firma del Patto Molotov-Ribbentrop provocò sconcerto tra un certo numero di comunisti e le posizioni di Tasca ne uscirono rafforzate; dopo le dimissioni di Pietro Nenni fu a capo del PSI insieme con Giuseppe Saragat e Oddino Morgari.

Nell’estate 1940 fu tra i socialisti che aderirono al regime collaborazionista del maresciallo Pétain e diresse il centro studi del Ministero dell’Informazione di Paul Marion. Alla liberazione della Francia, nel settembre 1944 fu arrestato con l’accusa di collaborazionismo e rilasciato dopo un mese, grazie alla sua contemporanea collaborazione svolta dal 1941 con una rete antifascista belga.

Alla fine della guerra rimase a Parigi, dove si era creato una nuova famiglia. Continuò, comunque, a partecipare al dibattito politico, collaborando a varie testate giornalistiche, come Il Mondo, Critica Sociale, Le Figaro e alla rivista di estrema destra Est et Ouest; tra il 1948 e il 1954 fu consulente dell’Ufficio studi europeo della Nato per questioni attinenti al movimento comunista. Pubblicò inoltre diversi lavori sul partito comunista. Il suo libro più rilevante è Nascita e avvento del fascismo, pubblicato in Francia nel 1938, un classico della storiografia antifascista.

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da http://basileus88.wordpress.com/2011/12/20/tascaun-

Tasca:un comunista eretico di destra.

Un eretico della sinistra italiana

Voi direte Angelo Tasca uno dei fondatori del PCd’I nel 1921 ,di destra? Ma come di Destra? Si un comunista italiano di destra! La sua storia è particolare, da Leader socialista e sindacalista torinese, da ragazzo aderì ,tramite la rivista Ordine Nuovo di Gramsci e Togliatti, al Partito Comunista d’Italia;che lui contribuirà a fondare a Livorno,staccandosi insieme agli altri compagni dall’oramai troppo moderato PSI.

Filo-bolscevico leninista della prima ora.Trasferitosi poi in Francia nel 27′,divenne l’anno dopo(1928) membro del Comitato esecutivo del Comintern (sta per Communist International , ovvero il nome che Stalin darà alla Terza Internazionale Socialista) Proprio per l’egemonia di Stalin,rappresentante del centro del Partito Bolscevico(contro sia la Nep nazionalista di Bucharin che l’Internazionalismo della Rivoluzione Permanente di Trotzky), il Tasca avversò la sua politica, appoggiando la componente di destra del Partito Boloscevico Russo,ovvero quella di Bucharin, e fu per questo espulso dal suo partito (1929). La sua linea politica di Comunista di Destra Buchariniano(quindi scomodo sia agli internazionalisti di Leon Trotzky, sinistra del Partito,che agli Stalinisti, centro del partito) proponeva di mantenere il libero mercato in Russia, quella che Lenin già attuò precedentemente chiamandola la NEP (Nuova Economia Politica); egli propose inoltre di edificare il socialismo in un unico paese (idea poi ripresa e copiata da Stalin dopo la morte di Bucharin, maestro del Tasca). Ironia della sorte questa linea politica tanto osteggiata dai comunisti di allora sembra quasi anticipare di decenni quello che sarà il frutto del successo della Cina attuale; viste le posizioni analoghe in politica economica e ideologica intraprese dalla Repubblica Popolare Cinese da Deng Xiaoping fino ai giorni nostri.

Nel 1936 Tasca rientrò nel PSI e si oppose alla politica di unità d’azione del suo partito (PSI) con un PCI sempre più filo-sovietico (Fronte Democratico Popolare,patto elettorale di unità fra PCI e PSI), verso il quale fu negli anni successivi sempre più critico  e sempre più distaccato dal totalitarismo sovietico. Finì prima per collaborare con i Nazisti francesi di Vichy, e poi , naturalizzato francese (1936), nel dopoguerra si dedicò prevalentemente all’attività giornalistica anticomunista,s eguirà la Scissione di Palazzo Barberini (staccandosi da un PSI sempre più dipendente dal PCI)e come socialdemocratico entrò nelle fila del PSDI(Partito Socialista Democratico Italiano), allora(47′) chiamato PSLI (Partito Socialista dei Lavoratori Italiani).

L’interesse per la figura di Angelo Tasca muta e cresce con il passare del tempo e il variare della prospettiva storica e politica dell’osservatore.

Ora, ad esempio, assai più che in passato, siamo in grado di affrontare la “poliedricità caleidoscopica” di un uomo che ha attraversato l’epoca delle grandi dottrine e delle visioni totalizzanti del mondo senza mai diventarne prigioniero.

Oppure l’interesse che oggi ci riporta a Tasca è quel suo tentativo di surrogare con correttivi etici e integrazioni spiritualistiche la sua riflessione, straordinaria per modernità d’intuizione e complessità di ispirazioni, sul comunismo e sul fascismo, su rivoluzione e riforme, sull’Urss e la politica internazionale.

Quel più di analisi, insomma, che in passato poteva farlo apparire di volta in volta bizzarro o eretico, confusionario o traditore, ingenuo o lucidamente disperato, è quanto può catturare la generazione di chi, dopo l’Ottantanove, cerca le ragioni profonde di una crisi e vuole ridefinire non solo i propri percorsi politici ma soprattutto la propria identità, la propria concezione del mondo e i propri fini.

Ha pubblicato (con lo pseudonimo di Amilcare Rossi) numerose opere, e diversi libri fra cui: Naissance du Fascisme. L’Italie de 1918 à 1922 (1938; ed. it. Nascita e avvento del fascismo, 1950); Physiologie du parti communiste français (1948); Le pacte germano-soviétique. L’histoire et le mythe (1954); Autopsie du stalinisme (1957).

Cola de Rienzi