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Romanziere, saggista e poeta scozzese
(Edimburgo 1850 - Vailima, Upolu, isole Samoa, 1894). Unendo una
rara eleganza formale alla fantasia inventiva, S. nei suoi libri
seppe arricchire di un'atmosfera leggendaria anche le più
umili circostanze della vita in virtù del suo stile d'una
chiarezza e d'una finitezza classiche. Ottenne la celebrità
con Treasure island (1883), esemplare romanzo d'avventura. Si
rivelò poi abile prosecutore di E.A. Poe con The strange case
of Dr. Jekyll and Mr. Hyde (1886), racconto orrifico e simbolico
basato su uno sdoppiamento di personalità.
Vita
Studiò ingegneria e legge; la tisi lo costrinse a frequenti viaggi all'estero durante i quali si affermò la sua vocazione letteraria: intraprese (1876) un giro in canoa in Belgio e in Francia e lo descrisse in An inland voyage (1878). Poi (1878) compì un altro giro descritto in Travels with a donkey in the Cevennes (1879). Per raggiungere (1879) la signora Osbourne, che poi sposò nel 1880, si recò in California viaggiando con gli emigranti: frutto del suo soggiorno nel Far West fu The Silverado squatters (1883). Raccolse i saggi, le novelle e i frammenti, che era andato pubblicando in periodici, nei volumi: Virginibus puerisque (1881); The new Arabian nights (1882); Familiar studies of men and books (1882), ecc.
Nel 1883 oltre a pubblicare
Treasure island, in parte a Marsiglia e in parte a Hyères
scrisse The treasure of Franchard, racconto d'ambiente provinciale
francese, e portò a termine un altro racconto per ragazzi,
The black arrow (pubbl. 1888). A Hyères compose parte del
migliore libro di versi, A child's garden of verses (1885), e il
racconto fantastico Prince Otto (1885). Abile emulo di E. A. Poe con
The strange case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde , continuò la
tradizione di W. Scott con Kidnapped (1886), The master of
Ballantrae (1889), Catriona (1893), romanzi storici d'ambiente
scozzese. Intrapresa, per salute, una crociera nel Pacifico (1888),
nel 1891 si stabilì nelle isole Samoa, dove acquistò a
Vailima una proprietà e s'interessò agl'indigeni, che
lo soprannominarono Tusitala, cioè narratore di storie. Il
soggiorno nelle isole gl'ispirò The island nights'
entertainements (1893) e la mirabile raccolta d'impressioni In the
south seas (post., 1896). Lasciò incompiuto, morendo, uno dei
suoi racconti più vigorosi: Weir of Hermiston (post., 1896).
*
Wikipedia
Robert Louis Balfour Stevenson (Edimburgo, 13 novembre 1850 –
Vailima, 3 dicembre 1894) è stato uno scrittore scozzese.
Biografia
Figlio unico di Thomas Stevenson (1818-1886), ingegnere edile
specializzato nella costruzione di fari, temperò la
malinconia e la durezza del carattere scozzese, con il brio e la
gaiezza che gli derivavano dall'origine francese della madre,
Margaret Isabella (1829-1897), figlia del reverendo Lewis Balfour
(1777-1860), parroco di Colinton. Sia la madre che il nonno avevano
problemi ai polmoni, con febbre e tosse frequenti. Si è
parlato di sarcoidosi, tubercolosi o bronchiectasia, e comunque
d'una eredità scomoda per il ragazzo che era spesso malato e
aveva necessità di trascorrere parecchi mesi all'anno in un
clima più salubre, come quello della Francia meridionale.
Anche la sua inquietudine di viaggiatore e la costante magrezza
erano per lui legate alla salute.
Dalla sua infanzia si portò sempre caro però il
ricordo di un'infermiera, Alison Cunningham, detta "Cummy", alla
quale dedicherà poi un libro di versi, ma che
contribuì a sviluppare la sua fantasia raccontandogli molte
storie che non lo facevano dormire e allo stesso tempo lo
affascinavano oltre misura.
Quando s'iscrisse, secondo la tradizione famigliare, alla
facoltà di ingegneria dell'università di Edimburgo, lo
studio passò presto in secondo piano, preferendo dedicarsi
alla letteratura. Portava i capelli lunghi e vestiva, come il cugino
Bob, da artista, e seppure accompagnava l'estate il padre nei suoi
viaggi d'ispezione lungo le coste e i fari, finì con il
cambiare facoltà verso giurisprudenza e poi abbandonare gli
studi.
Nel 1871 cominciò a collaborare come letterato alla Edinburgh
University Magazine e a The Portfolio, da cui si fece pubblicare
alcuni saggi.
È solo nel 1878, tuttavia, con la pubblicazione di An Inland
Voyage – impressioni di un viaggio in canoa attraverso i fiumi e i
canali della Francia settentrionale – l'analogo resoconto dei
Travels with a Donkey in the Cevennes (Viaggi con un asinello
attraverso le Cevenne), che egli riuscì ad affermare il suo
geniale spirito d'osservazione e il suo delizioso umorismo,
arricchitosi anche con letture francesi.
Durante un viaggio conobbe Fanny Vandegrift (1840-1914),
un'americana separata (da tale Samuel Osbourne) e madre di due figli
(Isobel e Lloyd Osbourne) della quale si innamorò e,
nonostante il parere avverso dei suoi, decise di seguire nel suo
viaggio di ritorno in California. I due si sposarono in San
Francisco nel 1880. Frutti del viaggio furono The Silverado
Squatters (1883), Across the Plains (1892) e The Amateur Emigrant
(1895), pubblicati più tardi.
Ritornato in Europa nel 1880, Stevenson entra in una fase di grande
attività creativa che, tenuto conto della sua sempre
precarissima salute, sfocia in una produzione davvero ragguardevole
sia per mole sia per valore. Nel 1881 e nel 1882 pubblica i saggi e
le novelle, scritti fino a quella data, rispettivamente nei volumi
Virginibus Puerisque e The New Arabian Nights. Sempre nel 1882
scrive Familiar Studies of Men and Books, che contiene il massimo
contributo di Stevenson alla critica letteraria, con saggi su Hugo,
Whitman, Thoreau, Burns.
Nel frattempo la sua salute aveva risentito dello strapazzo, tanto
che non gli si davano che pochi mesi di vita, e lo scrittore, dalla
Scozia, dov'era tornato dopo essersi rappacificato con la famiglia,
fu nuovamente costretto a vagabondare per le principali stazioni
climatiche europee, da Davos a Hyères e poi a Bournemouth.
Nel 1886 scrisse il romanzo storico Kidnapped (Il ragazzo rapito) e
The Strange Case of Dr. Jekyll and Mr Hyde (Lo strano caso del
dottor Jekyll e del signor Hyde). Questi romanzi contribuirono molto
ad estendere quella popolarità che la pubblicazione di
Treasure Island (L'isola del tesoro), avvenuta nel 1883, gli aveva
procurato. Divenne amico di Henry James e scrisse anche due
volumi di versi, A Child's Garden of Verses (1885) e Underwoods
(1887).
Nel 1887, dopo la morte del padre, Stevenson ritornò in
America, dove enorme era stato il successo di dr. Jekyll. Ma la
salute cagionevole l'obbligò ben presto a ritirarsi nella
stazione climatica di Saranac, dove iniziò a scrivere nel
1889 The Master of Ballantrae (Il signore di Ballantrae) e il
resoconto farsesco The Wrong Box (La cassa sbagliata),
finché, spinto anche dai libri d'avventure esotiche di
Melville, accettò l'invito di un editore a scrivere un volume
sui mari del Sud e partì, con la famiglia, per una crociera
verso le isole Marchesi (Polinesia francese), Tahiti e le isole
Sandwich.
Il viaggio fu positivo sotto ogni punto di vista, tranne per il
libro, giacché il lavoro su ordinazione non era cosa per lui.
La sua salute però, sorprendentemente, migliorò in
modo così notevole che lui decise di stabilirsi nel Pacifico
e, dopo un'ulteriore esplorazione dei vari arcipelaghi e un
soggiorno d'alcuni mesi a Honolulu (dove finì i due libri
sopraccitati), stabilì la sua dimora a Upolu, la principale
delle isole Samoa. Qui visse dal 1890 fino alla morte, riverito
dagli indigeni che lo chiamavano Tusitala, ("narratore di storie").
A questo periodo risalgono, tra gli altri, il seguito di Kidnapped,
Catriona (1893), i Records of a Family of Engineers (uscito postumo
nel 1912), quattro racconti dei mari del Sud, pubblicati col titolo
An Island Night's Entertainments (1893), e parecchie ballate, poesie
e raccolte d'impressioni.
La morte, dovuta ad una probabile emorragia cerebrale, lo colse
mentre stava scrivendo un tragico racconto sulla frontiera scozzese,
Weir of Hermiston (che verrà pubblicato postumo nel 1896).
È sepolto sul monte Vaea, nelle isole Samoa, dove gli fu
eretto un monumento funebre. Oggi la casa di Stevenson accoglie una
Fondazione e un museo in suo onore. Il suo ritratto è un
celebre quadro del pittore statunitense Abbott Handerson Thayer.
I romanzi
Stevenson fu essenzialmente un romanziere e, nel genere avventuroso,
come in L'isola del tesoro, rimane insuperato. Tuttavia la sua
cultura e la sua educazione lo portavano piuttosto al romanzo
storico, ad esaltare, sulle orme di Walter Scott, le gloriose
vicende della vecchia Scozia, la cui atmosfera seppe evocare pure in
terre lontane, in maniera così pien e vera da non far
rimpiangere il modello.
Nacquero così Il principe Otto (1885), Kidnapped,
probabilmente il migliore della serie, col suo seguito Catriona, The
Black Arrow (1888), The Master of Ballantrae, che presentava, non
senza sottigliezze psicologiche, il conflitto tra un mascalzone e un
maniaco narrato da un codardo, e gli incompiuti St. Ives (1897) e
Weir of Hermiston. In quest'ultimo, i difetti tipici degli altri
romanzi, quali una certa artificiosità di costruzione ed
un'eccessiva semplificazione, sembrano venir superati, mentre
d'altro canto si ha una maggiore caratterizzazione dei personaggi
(anche di quelli femminili che, trascurati fino ad allora
dall'autore, vengono qui per la prima volta compresi e dipinti con
viva penetrazione).
L'autore eccelse anche nel racconto, sia fantastico, come quelli
raccolti in The New Arabian Nights e nel seguito The Dynamiter
(1885), che nell'esotico, come pure nel racconto del brivido alla
maniera di Poe (il suo Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor
Hyde, in cui affrontava, in anticipo sulle teorie freudiane, il
problema del subconscio e dello sdoppiamento della
personalità, rimane un vero classico).
Fu tutt'altro che trascurabile anche la sua produzione poetica, da A
Child's Garden of Verses (1855), in cui rivive liricamente le
esperienze della sua fanciullezza, a Underwoods (1887), fino a
Ballads (1889) e alla raccolta postuma Songs of Travel (1896).
La produzione saggistica
È probabile tuttavia che la migliore produzione di Stevenson,
almeno dal punto di vista stilistico, non risieda tanto nei romanzi,
nei racconti o nelle liriche, quanto nei saggi, moraleggianti ma
spontanei, alla maniera dello "Spectator", e soprattutto nelle
meravigliose raccolte d'impressioni che accompagnarono le sue
peregrinazioni per il mondo, specialmente nelle isole del Pacifico.
È nell'affascinante raccolta pubblicata postuma nel 1896, col
titolo In the South Seas, che l'efficacia narrativa e descrittiva
dello scrittore raggiunge il massimo splendore e meglio hanno modo
di risaltare la sua enorme sensibilità e la sua fresca
curiosità. A ciò contribuisce appunto lo stile, non
più ornato dagli arcaismi necessari al romanzo storico,
eppure ancora di chiara derivazione letteraria, da Thomas Browne e
da John Bunyan. Tuttavia, se evidenti sono le derivazioni, il
risultato è dei più originali, poiché lo stile
di Stevenson, sin dalle prime opere caratterizzato dalla delicatezza
dei ritmi e dalla limpidezza delle frasi, aveva saputo con gli anni
acquistare spontaneità ed affiancarsi alla scelta del tema
esotico nel significare la reazione di Stevenson all'epoca
vittoriana, al suo mondo familiare e borghese e al suo stile piatto
ed uniforme.
Giacché Stevenson, benché vissuto nella seconda
metà del XIX secolo, col suo entusiasmo per il mondo che ci
circonda e col suo stupore e il suo incanto di fronte alla forza e
all'intensità di una natura selvaggia e non guastata dalla
civiltà, pare piuttosto da accostare all'ardore del primo
romanticismo, egualmente lontano dall'ipocrisia vittoriana e dagli
eccessi del realismo.
Pensiero e formazione culturale dell'autore
La formazione culturale ed umana di Stevenson va ascritta alla sua
infanzia, come lui stesso ebbe a dire nell'autobiografico Memoirs of
Himself (1880): "Le mie sofferenze quand'ero malato, le gioie della
convalescenza... e l'attività innaturale del mio cervello".
Con queste parole, infatti, l'autore non solo sintetizza le sue
esperienze infantili, ma sembra anche indicare le componenti
fondamentali della sua ispirazione letteraria, vale a dire la
sofferenza, il gioco e la fantasia. Anche in A Chapter of Dreams, in
cui fra l'altro spiega la genesi del Dr. Jekyll and Mr. Hyde,
Stevenson richiama alla mente i sogni – talvolta banali, a volte
meno strani o informi – che lo tormentavano da bambino: "una
sfumatura d'oscuro di cui non gli importava nulla quando era
sveglio, ma che temeva e aborriva nel sogno". Reminiscenze
dell'infanzia compaiono, del resto, ripetutamente nell'opera di
Stevenson. Basti menzionare The Lantern Bearers, The Manse, Child's
Play, e tutte le poesie contenute nella raccolta intitolata A
Child's Garden of Verses. Non è facile, tuttavia, stabilire
se sia stato il bambino gracile e sognatore a condizionare le scelte
letterarie dell'adulto o se lo scrittore abbia cercato nell'infanzia
la conferma della propria vocazione per la narrativa fantastica ed
avventurosa.
È certo però che una certa influenza sulla formazione
di un giovanissimo Stevenson la ebbe l'infermiera-bambinaia "Cummy",
a cui dedicò A Child’s Garden of Verses, alla quale era stato
affidato presumibilmente perché la madre era ammalata. Questa
puericultrice aveva, infatti, una forte personalità e
convinzioni religiose calviniste che cercò di trasmettere
all'autore. Era però anche una donna dalla fervida
immaginazione, che sapeva raccontare storie con impeto drammatico,
come s'apprende dalla testimonianza indiretta della moglie di
Stevenson, contenute nella prefazione alla raccolta di poesie
dedicate alla bambinaia.
Dunque dai giochi dell'infanzia (rimasti a sedimentare nella
psiche), come il teatrino di Skelt (grandi di fogli da ritagliare e
colorare per comporre scenografie ispirate alle Mille e una notte o
alla leggenda di Robin Hood) o da altri dov'è quasi sempre
presente l'elemento avventuroso riaffioreranno più avanti al
momento della creazione artistica quei motivi peculiari alla sua
attività di scrittore immaginario e fantastico. In A Chapter
on Dreams – un'indagine molto acuta dei processi creativi e forse
anche più in generale di quelli psichici – lo scrittore
confesserà d'avere come collaboratori instancabili, sia nel
sonno che nella veglia, "quegli uomini che dirigono il teatrino che
c'è in ognuno di noi". Invece dagli scritti The Lantern
Bearers, in cui descrive gli avventurosi giochi svolti nella sua
infanzia, e in Child's Play emerge un'immagine dickensiana
dell'infanzia, come età in cui si mescolano terrori e
fantasie. Così i ragazzi che si divertono a portare, nascosta
sotto una giacca, una lanterna puzzolente di stagno o il bambino che
stringe d'assedio una poltrona, come fosse un castello, sono
proiezioni mitiche di un mondo perduto che l'adulto può
recuperare solo grazie alla capacità di un artista che non
obbedisca agli imperativi del realismo, ma lascia libero il bambino
che è in lui.
Una relativa importanza nella formazione dell'autore ebbero anche le
storie tratte dalla Bibbia, Il pellegrinaggio del cristiano di
Bunyan, il Macbeth di Shakespeare e il Robinson Crusoe di Daniel
Defoe.
Intorno ai diciassette anni, il bambino gracile, sognatore e
timoroso di Dio si tramutò in un giovanotto scapestrato e
ribelle, effettuando un apprendistato diverso da quello previsto dal
padre e poi professandosi miscredente. In quegli anni imparò
a conoscere la sua città sia negli aspetti più palesi
sia in quelli più nascosti, come si evince dalle descrizioni
fatte a Edimburgo: Picturesque Notes e in una dei New Poems. Un
simile comportamento, molto frequente nelle famiglie vittoriane
negli ultimi decenni del secolo, era principalmente provocato dalla
diffusione della teoria evoluzionista di Charles Darwin e dalla
sociologia di Herbert Spencer, che inducevano i giovani ad assumere
atteggiamenti di ribellione nei confronti della religione e del
codice morale repressivo imposto dalla società. Tuttavia un
certo pragmatismo di marca puritana rimase in Stevenson sino alla
fine della sua vita, insieme ad un radicato senso della famiglia,
tanto che nella sua opera non sembra emergere alcuna testimonianza
di quello scontro fra la vecchia generazione timorata di Dio ed
avversa alla letteratura e i giovani intellettuali agnostici.
L'incontro, a Cockfield, con Francis Sitwell e con Sidney Colvin,
avvenuto nel 1873, fu uno dei momenti più importanti della
sua vita, quello che avrebbe determinato le future scelte letterarie
dell'autore, mentre nel 1874 entrò al "Sevil Club", dove
incontrò importanti personaggi della cultura, tra cui Edmund
Gosse e Henry James.
Se il soggiorno a Cockfield gli aprì le porte della scena
letteraria, la sosta in Francia gli dischiuse le porte dell'amore e
dell'avventura in terre lontane, proiettandolo concretamente negli
spazi che aveva solo percorso con la fantasia. Frutto del soggiorno
francese sono, innanzitutto, le opere An Inland Voyage e Travels
with a Donkey in the Cévennes, accomunate entrambe dal
dichiarato amore per la vita nomade ed avventurosa e il mito
romantico della solitudine a contatto con la natura. La seconda
opera è invece caratterizzata da un tono più serio e
meno svagato: il viaggiatore è qui attratto dalla storia
tormentata dei luoghi che attraversa, un tempo teatro di sanguinose
lotte fra Cattolici e Protestanti. Ciò gli permette di
delineare paralleli con la storia della Scozia e di meditare sul
significato e le motivazioni della ribellione dei Protestanti e
sulla loro vocazione al martirio.
Sempre in Francia incontrò Fanny Osbourne, della quale
s'innamorò e che più tardi raggiungerà negli
Stati Uniti. Frutto di questo viaggio è la stesura di Amateur
Emigrant, opera nella quale Stevenson descrive – fra distacco
ironico e coinvolgimento emotivo, tra crudo realismo e slancio
sentimentale – le sofferenze, i malanni degli emigranti, ma anche i
giochi dei bambini e gli scherzi; insomma un documento realistico
dei disagi affrontati da una folla di diseredati per garantirsi la
pura sopravvivenza. Il tema degli emigranti fu poi ripreso
nell'altrettanto sfortunato resoconto Across the Plains che, nel
registrare le traversie degli emigranti durante il lungo e
disagevole viaggio in treno dall'Atlantico al Pacifico, demoliva non
solo il mito dell'America, ma anche quello della Frontiera che
Stevenson aveva conosciuto attraverso i romanzi di James Fenimore
Cooper. Entrambe le opere, criticate da Colvin, non ebbero molto
successo.
Nel successivo romanzo, The Silverado Squatters (che racconta,
sublimando, la sua poco felice luna di miele a Silverado con la
Osbourne), Stevenson, memore della lezione inflittagli da Colvin,
attua un processo di sublimazione del reale attraverso lo humour e
la fantasia. È così che il soggiorno nella bicocca
assediata dalle erbacce, dai crotali e dal pietrisco diventa
un'avventura sognata, in un luogo fantastico pieno di luci, suoni e
profumi nel quale i protagonisti della vicenda divengono personaggi
da fiaba sul punto di prender possesso di un regno incantato. In tal
modo vengono anche lasciati fuori gli aspetti riguardanti il
rapporto amoroso tra un uomo ed una donna, rimanendo così
legato alla morale vittoriana.
Chiusasi definitivamente la fase dell'autobiografismo, Stevenson
decise di dedicarsi al romance, su cui egli scrisse anche saggi come
A Gossip on Romance e A Humble Remonstrance. In essi l'autore
difende la narrativa romanzesca o fantastica dagli attacchi degli
assertori ad oltranza del realismo, mostrando una profonda
consapevolezza dei processi psichici ed immaginativi che stanno alla
base della scrittura: "l'apoteosi e la sublimazione dei sogni ad
occhi aperti dell'uomo comune. I suoi racconti possono essere
alimentati dalla realtà della vita, ma il loro scopo e la
loro caratteristica più vera consisteranno nel rispondere ai
desideri inconfessati e indistinti del lettore, a seguire la logica
ideale del sogno" (A Gossip on Romance). Inoltre egli
continuerà a rivendicare al romanzo d'avventure il compito di
far affiorare i desideri inconsci e le fantasie adolescenziali, che
si celano sotto l’apparenza pragmatica e moralistica dell’adulto. In
A Gossip on Romance compare anche un insistente richiamo al Robinson
Crusoe di Defoe (prototipo settecentesco del realistico, ma anche
del romanzo d'avventura) il quale, rispetto agli altri rifacimenti
(La famiglia Robinson svizzera o L'isola misteriosa di Verne), ha la
capacità di conferire anche ai dettagli più banali un
fascino irresistibile, in quanto il Robinson Crusoe possiede tutte
le qualità che si richiedono ad un romanzo, tranne la
capacità pittorica, o anche di evocare immagini fantastiche.
E fu proprio questa capacità evocativa che Stevenson
cercò di realizzare in Treasure Island, il cui tema centrale
è l'avventura in luoghi esotici, anche se trattasi
fondamentalmente di un racconto di formazione: il viaggio iniziatico
di Jim Hawkins alla ricerca del tesoro dei pirati, sotterrato in
un'isola lontana a forma di drago, compiuto da un gruppo d'inglesi.
Con A Gossip on Romance e A Humble Remonstrance, Stevenson
s'inserì prepotentemente in quel dibattito sul romanzo che,
nell'ultimo quarto di secolo dell'Ottocento, ha visto contrapporre
da un lato i difensori – per esempio Andrew Lang – della narrativa
inglese tradizionale, dall'altro le infiltrazioni dei modelli
realistici d'oltre Manica. In particolare Flaubert, Zola e quegli
scrittori russi, le cui opere si basavano su un profondo scandaglio
della psicologia dei personaggi e di racconti improntati ad una cupa
visione della società e del destino dell'uomo. In questo
senso Andrew Lang, sostenendo la necessità di una narrativa
carica d’azione ed ottimismo, fu sostenuto da Stevenson, secondo il
quale "il vero pericolo è che nel tentativo di ritrarre la
normalità lo scrittore... sia costretto a scrivere il romanzo
della società anziché il romanzo dell'uomo" (A Humble
Remonstrance). Il dibattito, tuttavia, non riguardava solo il
contrasto tra novel e romance, ma vedeva anche su fronti opposti i
sostenitori di un realismo didascalico di derivazione britannica e i
propugnatori di un realismo svincolato dai condizionamenti sociali.
Non a caso, dunque, Henry James (in contrapposizione a Walter
Besant, fautore invece dell'impegno sociale del romanzo) riaffermava
la funzione mimetica della narrativa, nel senso che dovesse essere
perfettamente libera, ma interessante. L'interesse, secondo James,
doveva scaturire però dalla struttura interna del romanzo, in
ciò trovandosi d'accordo, pur su un diverso fronte, con
Stevenson, il quale manifestava in quegli anni un interesse
crescente per le questioni tecniche e stilistiche. Non per nulla uno
degli aspetti di Treasure Island, maggiormente apprezzati dai
critici, era stato appunto la padronanza dello stile, una
qualità che si farà sempre più determinante
nella narrativa successiva dell'autore. Nell'ambito della saggistica
va annoverato anche On Some Technical Elements of Style in
Literature, dove Stevenson traccia paralleli e distinzioni fra i
ritmi della prosa e i ritmi della poesia, ma soprattutto insiste
sull'importanza dei suoni all'interno della frase letteraria
accostandola per quest'aspetto alla frase musicale, al punto che
gran parte dell'efficacia di un brano di prosa, a suo avviso, deriva
dall'uso sapiente degli elementi sonori del linguaggio e dalla
capacità dello scrittore di far appello non solo all'occhio,
ma anche ad "una specie di orecchio interiore, pronto a cogliere
tacite melodie". Stevenson insiste però anche sul fatto che
non vi deve essere nulla d'ostentato in questi virtuosismi,
perché lo stile è perfetto "quando raggiunge il grado
più elevato di consapevolezza senza farlo notare". E
Stevenson sembra esserci riuscito, secondo Roberto Mussapi, visto
che Kidnapped e Treasure Island sono pervase da suggestioni sonore
capaci di generare non solo voci e rumori, ma anche immagini.
Stevenson, inoltre, non solo imposta il racconto come una ballata,
ma v'introduce brani musicali o anche brevi allusioni a motivi
popolari scozzesi.
I temi dell'avventura e del mistero si ritrovano in New Arabian
Nights, una serie di racconti ispirati alle storie di Sharāzād, nei
quali Stevenson ricorre alla finzione di un anonimo arabo per
introdurre le sue storie ambientate a Londra (quindi non più
in spazi dilatati ed esotici, ma nell'area più angusta e
familiare della città), e imperniati sulla figura di un
principe di shakespeariana memoria, Florizel di Boemia.
Benché non abbia la vera e propria veste del detective, il
protagonista assume di tanto in tanto il ruolo di risolutore
d'enigmi e di misteri; inoltre possiede quell'aristocratico distacco
di fronte all'abiezione della gente che lo circonda, che è
proprio di Sherlock Holmes. A differenza di quest'ultimo, in cui
Conan Doyle privilegia l'aspetto razionale e positivista, Stevenson
avvolge il protagonista di New Arabian Nights in un alone più
vago e favoloso, anche se poi alla fine, con un tocco d'ironia, lo
priva del suo trono in Boemia e lo mette a vendere sigari in una
tipica tabaccheria londinese. L'autore sembra inoltre tutto proteso
a realizzare quella "limpida e schietta atmosfera romanzesca", di
cui parla in A Gossip on Romance, e a creare quella suspense in cui
tiene avvinto il lettore, sollecitandone la curiosità.
Tale capacità di costruire la suspense, Stevenson non solo la
mantenne in una seconda serie di racconti intitolata The Dynamiter,
ma anche nei romanzi, specialmente in The Strange Case of Dr. Jekyll
and Mr. Hyde. È la storia di un uomo, la cui metamorfosi e il
cui sdoppiamento di personalità (prima volontario, poi sempre
più incontrollabile), avvenuto in seguito ad alcuni
esperimenti scientifici (privi di qualsiasi utilità, come li
definisce il dr. Lanyon) perpetrati sulla sua persona, sottopone il
lettore al manifestarsi degli istinti, pulsioni, manie e
comportamenti spregiudicati di mister Hyde, contrapposti alla parte
razionale, controllata e comunemente accettata del dottor Jekyll.
Tale sdoppiamento, presente non solo nel protagonista, si rende
manifesto anche negli ambienti in cui i vari personaggi si muovono:
un'atmosfera e un'ambientazione gotica nella quale prevalgono il
freddo, la notte, la nebbia, il vento e l'intricato labirinto delle
strade londinesi (che evocano la logica del mistero, dell'irreale,
dell'assurdo e dell'orrore). Conferendo, inoltre, tratti scimmieschi
al protagonista, Stevenson sembra aver voluto entrare nel merito
dell'ormai dilagante controversia, che aveva coinvolto sociologi,
letterati ed ecclesiastici. Il romanzo è, infatti, una
testimonianza sconvolgente non solo dell'impatto delle teorie
darwiniane sulla moralità vittoriana, ma anche del clima di
sfiducia nella scienza e nell'uomo stesso, che si venne creando in
Inghilterra verso la fine del secolo, in concomitanza con una vasta
crisi economica, politica e sociale. Nella scena finale del romanzo
infatti sembrano riemergere appunto le angosce esistenziali dei
vittoriani: il timore dell'instaurarsi di un movimento regressivo
all'interno del processo evolutivo e la paura di un prepotente
riemergere degli impulsi irrazionali della civiltà.
Il tema del doppio è predominante anche nel romanzo storico
The Master of Ballantrae, una storia cupa, un resoconto dettagliato
dei tragici fatti accaduti in un'antica casa nobiliare scozzese
all'indomani dell’insurrezione giacobita del 1745. Tuttavia sul mito
più antico della disintegrazione della famiglia s'innesta
quello più moderno della disgregazione della
personalità. La rivalità fra i due
protagonisti/antagonisti, i fratelli Durrisdeer, fisicamente
somiglianti (entrambi i fratelli sono scuri perché gli uomini
della famiglia Durrisdeer sono neri), ma caratterialmente differenti
(il primogenito affascinante, ma dissoluto e dissipatore, ed il
secondogenito, ligio al dovere, morigerato, ma bruttino ed incapace
di farsi amare) si configura nel corso della narrativa sempre
più come una lotta interiore, un conflitto fra le opposte
nature di uno stesso individuo. È dunque l'affinità
fisica e la complementarietà spirituale a far rientrare i due
protagonisti del romanzo nella casistica del doppio. In particolare
il fratello maligno opera una lenta, ma costante persecuzione sul
fratello buono, per assorbirlo nella sfera della trasgressione
morale, facendo emergere in quest'ultimo i lati oscuri, repressi
della personalità dell'altro. Il malvagio compie, in altre
parole, nei confronti del fratello buono quella che di prim’acchito
può sembrare un'azione vendicativa, ma che alla lunga si
trasforma in un seguito di molestie fini a sé stesse. Ma
visto l'apparente insuccesso di quest'azione, cerca di provocarlo
ulteriormente insidiandogli la moglie, e questa volta con successo.
Il duello, infatti, oltre a mettere di fronte il personaggio e il
suo doppio, fa emergere le potenzialità di violenza insite
nel personaggio buono e ne rivela le ambiguità morali. Il
personaggio buono, pur essendo in un primo momento sconvolto
dell'atto delittuoso, tradisce in un secondo tempo il suo disappunto
per non esser riuscito ad eliminare il rivale. Il finale vede un
rovesciamento delle parti, nel quale il fratello perseguitato
diventerà il persecutore. E date queste premesse il racconto
non può che concludersi con la morte simultanea d’entrambi i
fratelli e la loro sepoltura in un'unica tomba in mezzo ad un
deserto di ghiaccio.
L'altro tema caro a Stevenson è quello dell’avventura
attraverso i mari, presente non solo in Treasure Island, ma anche in
Kidnapped (il cui punto di riferimento sembra ancora il Robinson
Crusoe di Defoe), le cui vicende toccano i temi romanzeschi del
viaggio per mare, della lotta sanguinosa e del naufragio.
L'amore per il mare porterà infine l'autore a trascorrere
l'ultima parte della sua vita sulle isole del Pacifico, a rivivere
almeno in parte quelle avventure che aveva sognato quand'era in
Europa, prendendo nota in un diario d'ogni nuova esperienza ed
impressione memorabile, che andava facendo nei suoi viaggi. La
maggior parte di questa raccolta confluì in quelle lettere
dai Mari del Sud (In The South Seas), che aveva promesso a McClure e
che furono poi pubblicate a puntate su riviste americane ed inglesi
dal 1891, ma anche in altri romanzi, quali The Wrecker o The Beach
of Falesà. L'avventura, in ogni caso, non era ormai
più concepita a tavolino, ma prendeva forma come esperienza
autentica. Per la prima volta, nonostante la sua salute malferma,
poteva godere degli spazi aperti e dell’avventura e rivivere
fisicamente le esperienze di viaggiatori, come Cook o Darwin. E
poteva dar corpo anche alle sue fantasie infantili, impersonando gli
eroi dei suoi romanzi preferiti: Robinson, ovviamente, ma anche i
ragazzi di Coral Island o della Famiglia Robinson svizzera.
Nell'approdare alla prima isola lo scrittore rivive le emozioni dei
primi esploratori, ma anche di Jim Hawkins, al suo arrivo nell'Isola
del Tesoro. Diversamente dal suo personaggio, però, Stevenson
non proverà delusioni e rimarrà in questo mondo per il
resto della vita, rifiutando esplicitamente il ritorno in patria.
I capitoli di In The South Seas sono pregni delle emozioni provate a
contatto con i paesaggi e le figure di un mondo in larga parte
ancora primitivo e genuino; lunghe pagine sono poi dedicate anche
agli abitanti delle isole, soprattutto agli indigeni, i quali
perlopiù vengono connotati positivamente quali eredi della
nobiltà dell’uomo non contaminato dalla civiltà, ma
che talvolta possono assumere tratti ambigui ed inquietanti. Sono
rari, tuttavia, i momenti in cui lo scrittore tradisce, nei
confronti di quella gente e di quei luoghi, un moto di repulsione,
da lui stesso giudicato indegno di un viaggiatore, ma piuttosto una
certa curiosità e simpatia. In tal senso si ricollega ad
Emigrante per diletto, di cui riprende anche la romantica attenzione
per gli umili e i diseredati.
Convinto difensore sempre e comunque delle popolazioni polinesiane,
non manca di criticare le autorità coloniali, a suo dire
causa dei violenti sconvolgimenti operati nel tessuto sociale,
denunciando il fatto che, tramite una dura repressione morale, agli
abitanti delle Isole Marchesi è stata tolta la gioia di
vivere. Ed esprime l'opinione che questa, ancor più del
diffondersi delle infezioni e dell'oppio, sia la causa principale
della progressiva estinzione di questa razza polinesiana. L'unico
caso in cui lo scrittore sembra giudicare utile l'intervento dei
bianchi nelle comunità indigene è quello concernente
Padre Damien, fondatore del lebbrosario di Molokai, il quale aveva
contratto la malattia, vivendo a stretto contatto con questi malati.
Dunque l'impressione che si ricava dalla lettura del romanzo
è che l'autore, piuttosto che trasmettere al lettore un
qualche senso della seduzione di quel mondo, si sia preoccupato di
dare una mano per arginare il disfacimento di una cultura.
Opere
Romanzi
1877 - Una vecchia canzone (An Old Song)
trad. Fabrizio Bagatti,
Barbès, 2012
1883 - L'isola del tesoro (Treasure Island)
trad. Piero Jahier,
Einaudi, 1943
trad. Angiolo Silvio
Novaro, Mondadori 1982
trad. Libero Bigiaretti,
Giunti 1997
1883 - La freccia nera (The Black Arrow. A Tale
of the Two Roses)
a cura di Masolino
D'Amico, Einaudi 2006
1884 - Il trafugatore di salme (The Body
Snatcher)
trad. Attilio Brilli,
Mondadori 1985
trad. Alessandro Ceni,
Einaudi 1999 (in I racconti)
1885 - Il principe Otto (Prince Otto. A Romance)
trad. Enzo Giachino,
Adelphi 1977
trad. Masolino D'Amico,
Nottetempo 2002
1886 - Lo strano caso del dr. Jekyll e mr. Hyde
(The Strange Case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde)
trad. Carlo Fruttero e
Franco Lucentini, Einaudi 1996
1886 - Il ragazzo rapito (Kidnapped. Being
Memoirs of the Adventures of David Balfour in the Year 1751)
trad. Alberto Mario
Ciriello, Garzanti 1976
trad. Floriana Bossi,
Einaudi 1977
trad. Francesco Saba
Sardi, come Rapito, Mondadori 1982
1888 - Il signore di Ballantrae (The Master of
Ballantrae. A Winter's Tale)
trad. Oriana Previtali,
Rizzoli 1950
trad. Giulia Celenza,
Garzanti 1978
trad. Simone Barillari,
Nutrimenti 2012
1889 - La cassa sbagliata (The Wrong Box),
scritto con Lloyd Osbourne
trad. Henry Furst, Mursia
1966
1892 - Il relitto (The Wrecker), scritto con
Lloyd Osbourne
trad. Igor Legati,
Einaudi 1991
1893 - Catriona (Catriona. Being Memoirs of the
Further Adventures of David Balfour at Home and Abroad), seguito di
Kidnapped
trad. Aldo Fulizio,
Paoline 1962
trad. Henry Furst, Mursia
1972
1894 - Il riflusso della marea (The Ebb-Tide. A
Trio and a Quartet), scritto con Lloyd Osbourne
a cura di Fabrizio
Pasanisi, Sellerio 1994
trad. Renato Prinzhofer,
Bompiani 1997
trad. Fabrizio Bagatti,
Marlin 2006
1896 - Weir di Hermiston (Weir of Hermiston)
trad. Francesco Fenghi,
Garzanti 1982
trad. Giovanna Saffi,
Sellerio 1994
1897 - St. Ives (St. Ives. Being the Adventures
of a French Prisoner in England), finito da Arthur Quiller-Couch
a cura di Salvatore
Rosati, Mursia 1968
Ricordo di Fleeming Jenkin (Memoir of Fleming
Jenkin)
trad. Paolo Zanotti,
Sellerio 1996
Antologie di racconti
1882 - Le nuove Mille e una notte - (The New
Arabian Nights)
Il club dei suicidi (The
Suicide Club, 1878)
Il diamante del Rajah
(The Rajah's Diamond, 1878)
Il padiglione sulle dune
(The Pavillon on the Links, 1880)
Un tetto per la notte (A
Lodging for the Night, 1877)
La porta del sire di
Malétroit (The Sire de Malétroits Door, 1877)
La provvidenza e una
chitarra (Providence and the Guitar, 1878)
trad. Laura Babini, come Le nuove notti arabe, Casini 1953
trad. Attilio Brilli, Mondadori 1982, in Romanzi, racconti e saggi
trad. Alessadro Ceni, Einaudi, 1999
1885 - Il dinamitardo (More New Arabian Nights:
The Dynamiter), scritto con Fanny Osbourne
trad. Enrico Scialoja,
Longanesi 1980
1887 - Gli allegri compari e altri racconti (The
Merry Men and Other Tales and Fables)
Gli allegri compari (The
Merry Men, 1882)
trad. Laura Merletti, Ibis 1995
trad. Alessandro Ceni, Einaudi 1999
Will del mulino (Will o'
the Mill, 1887)
trad. Aldo Camerino, Mondadori 1982
Markheim (Markheim, 1885)
trad. Aldo Camerino, Mondadori 1982
trad. Marina Vaggi, Interlinea 2001
Janet la sbilenca (Thrawn
Janet, 1887)
trad. Attilio Brilli, Mondadori 1982
Olalla (Olalla, 1887)
trad. Aldo Camerino, Einaudi 1974
trad. Simone Garzella, Passigli 2006
Il tesoro di Franchard
(The Treasure of Franchard, 1887)
trad. Alessandro Ceni, Einaudi 1999
1893 - Gli intrattenimenti delle notti sull'isola
(Island Nights' Entertainments)
La spiaggia di
Falesà (The Beach of Falesà, 1892)
Il diavoletto nella
bottiglia (The Bottle Imp, 1891)
L’isola delle voci (The
Isle of Voices, 1893)
trad. Attilio Brilli, Mondadori 1982
trad. Alessandro Ceni, Einaudi 1999
1896 - Favole (Fables)
trad. Aldo Camerino,
Einaudi 1960
trad. Daniela Fink, Le
lettere 1992
Teatro
con William Ernest Henley:
1880 - Deacon Brodie or
The Double Life
1884 - Beau Austin
1884 - The Admiral Guinea
1885 - Macaire
con Fanny Osbourne:
1915 - The Hanging Judge
Poesie
1882 - Moral Emblems and Other Poems
trad. parziale Roberto
Mussapi e Teresa Sorace Maresca in Poesie, Mondadori 1997
1885 - Un giardino di versi (A Child's Garden of
Verses)
trad. Francesco Saba
Sardi, Mondadori, 1987
trad. Roberto Mussapi,
come Il mio letto è una nave, Feltrinelli 1997
1887 - Underwoods (38 poesie in inglese e 16 in
scozzese)
1887 - Ticonderoga: A Legend of the West
Highlands
1891 - Ballads
The Song of Rahero. A
Legend of Tahiti
The Feast of Famine.
Marquesan Manners
Ticonderoga. Una leggenda
delle Highlands occidentali (Ticonderoga. A Legend of the West
Highlands, 1887)
trad. Roberto Mussapi in Poesie, Mondadori 1997
Heather Ale
Christmas at Sea
1896 - Songs of Travel and Other Verses (44
poesie)
1898 - Quattordici preghiere scritte a Vailima e
un sermone di Natale
Prayers Written at
Vailima
A Christmas Sermon
trad. Edoardo Albinati, Stampa alternativa 1992
1918 - New Poems
2003 - Collected Poems, a cura di Roger C. Lewis
Saggi e viaggi
1874 "Note sul movimento dei bambini"
1878 - Viaggio nell'entroterra in canoa tra
Belgio e Francia (An Inland Voyage)
"Il gioco dei bambini"
trad. Donatella Tonitto e
Marco Bettini, Muzzio 1991
1879 - Viaggio nelle Cévennes in compagnia
di un asino (Travels with a Donkey in the Cévennes)
trad. Piero Pignata, Ibis
1992
1879 - Edimburgo e tre passeggiate a piedi a
zonzo tra Scozia e Inghilterra (Edinburgh: Picturesque Notes)
trad. Valeria Bellazzi,
Muzzio 1996
1882 - Familiar Studies of Men and Books
Victor Hugo's Romances
Some Aspects of Robert
Burns
Walt Whitman
Henry David Thoreau. His
Character and Opinions
Yoshida-Torajiro
François Villon
Student Poet and House-Breaker
Charles of Orleans
Samuel Pepys
John Knox and Women
trad. parziale Daniela Fink, come L'isola del romanzo, Sellerio 1987
1882 - The Old and New Pacific Capitals
1882 - Una chiacchierata sul romanzesco (A Gossip
on Romance)
trad. Attilio Brilli,
Mondadori, 1982
1883 - Gli accampati di Silverado (The Silverado
Squatters. Sketches from a Californian Mountain)
trad. Attilio Brilli,
Studio Tesi 1985
1883 - Una nota sul realismo (A Note on Realism)
trad. Attilio Brilli,
Mondadori, 1982
1884 - La casa ideale (The Ideal House)
trad. Attilio Brilli,
Mondadori, 1982
1887 - I lanternai (The Lantern-Bearers)
trad. Roberto Birindelli,
Mondadori, 1982
1887 - Memories and Portraits
Straniero in patria (The
Foreigner at Home)
Alcuni ricordi di
collegio (Some College Memories)
Vecchia morte (Old
Mortality)
Una rivista di collegio
(A College Magazine)
Un vecchio giardiniere
scozzese (An Old Scotch Gardener)
Pastorale (Pastoral)
La casa parrocchiale (The
Manse)
Ricordi di un isolotto
(Memories of an Islet)
Thomas Stevenson (Thomas
Stevenson Civil Engineer)
Conversazioni e
conversatori (Talk and Talkers)
Il carattere dei cani
(The Character of Dogs)
Semplici un centesimo e
colorate due soldi (A Penny Plain and Twopence Coloured)
A Gossip on a Novel of
Dumas's
A Gossip on Romance
A Humble Remonstrance
trad. parziale Flaminia Cecchi, come Memorie, Editori riuniti 1997
trad. parziale Daniela Fink, come L'isola del romanzo, Sellerio 1987
1889 - Nei mari del sud (In the South Seas)
trad. Corrado Alvaro,
Arcana, 1989
1890 - Lettera al dottor Hyde (Father Damien: an
Open Letter to the Rev. Dr. Hyde of Honolulu)
a cura di Athos
Bigongiali, Sellerio 1994
1891 - Virginibus Puerisque (Virginibus
Puerisque, and Other Papers)
trad. parziale a cura di
Andrea Minucci, Robin 2004
1892 - Attraverso le pianure (Across the Plains)
trad. Giovanna Mochi, in
Emigrante per diletto, Einaudi 1987
1892 - L'isola di Samoa. Note a pie' di pagina
della storia (A Footnote to History, Eight Years of Trouble in
Samoa)
trad. Fabio Macherelli,
Shakespeare and company 1995
1893 - Records of a Family of Engineers
1895 - Emigrante per diletto (The Amateur
Emigrant)
trad. Giovanna Mochi,
Einaudi 1987
1905 - Essays of Travel
trad. parziale Valeria
Bellazzi, come Appunti di viaggio in Francia e Svizzera, Muzzio 1998
L'isola del romanzo, trad. Daniela Fink,
Sellerio, 1987
Alcuni elementi tecnici
dello stile nella letteratura (On Some Technical Elements of Style
in Literature, 1884)
I libri che hanno avuto
influenza su di me (Books Which Have Influenced Me, 1887)
Un'umile rimostranza (A
Humble Remonstrance, 1887)
A proposito di un romanzo
di Dumas (A Gossip on a Novel of Dumas's, 1887)
I romanzi di Jules Verne
(Jules Verne's Romances)
I "romances" di Victor
Hugo (Victor Hugo's Romances)
Le opere di Edgar Allan
Poe
Walt Whitman (Walt
Whitman)
Samuel Pepys (Samuel
Pepys)
"Gentlemen" e letteratura
(Gentlemen)
1905 - The Art of Writing
1906 - Essays
Lettere e testimonianze
1894 - Lettere da Vailima (Vailima Letters)
trad. Adriana Crespi
Bortolini, Mursia 1980
Isobel Strong Field e Samuel Lloyd Osbourne,
Memories of Vailima (1902)
Margaret Isabella Balfour Stevenson, From Saranac
to the Marquesas and Beyond. Letters to Her Sister (1903)
Henry Jay Moors, With Stevenson in Samoa (1910)
Fanny Osbourne, The Cruise of the "Janet Nicholl"
among the South Seas Islands (1914)
Margaret Isabella Balfour Stevenson, Stevenson's
Baby Book (1922)
Samuel Lloyd Osbourne, An Intimate Portrait of
R.L. Stevenson (1924)
Rosaline Orme Masson (a cura di), I Can Remember
R.L. Stevenson (1925)
Robert T. Skinner (a cura di ), Cummy's Diary. A
Diary Kept by R.L. Stevenson's Nurse Alison Cunningham while
Travelling with him on the Continent during 1863 (1926)
Isobel Strong Field, This Life I've Loved (1937)
Fanny Osbourne, Our Samoan Adventure (1955)
R.C. Terry (a cura di), Interviews and
Recollections (1996)