Wikipedia
Oswald Spengler (Blankenburg am Harz, 29 maggio 1880 – Monaco di
Baviera, 8 maggio 1936) è stato un filosofo, storico e
scrittore tedesco.
Scrisse Il tramonto dell'Occidente (1918-1922, titolo originale Der
Untergang des Abendlandes, tradotto in italiano da Julius Evola).
L'opera, accolta da un enorme successo di pubblico, è un
tentativo di elaborare un compendio di una morfologia della storia
universale. In quest'opera Spengler sosteneva che tutte le
civiltà attraversano un ciclo naturale di sviluppo, fioritura
e decadenza, e che l'Europa, vittima di un angusto materialismo e
del caos urbano, si trovava nell'ultimo stadio, l'inverno di un
mondo che aveva conosciuto stagioni più fruttuose. L'Europa,
a meno di riuscire a purificarsi e ripristinare i suoi valori
spirituali e il suo ceppo originario, sarebbe caduta preda di
politiche selvagge e di guerre di annientamento.
Spengler è influenzato da Johann Wolfgang von Goethe, da
Wilhelm Dilthey, da Friedrich Nietzsche (in particolare dalla sua
teoria dell'Eterno ritorno) e dal pensiero greco. Spengler intende
la storia come un costante processo di decadimento anziché
come evoluzione progressiva. In alcuni suoi scritti di carattere
politico (Prussianesimo e socialismo, Ricostruzione dello Stato
tedesco ecc.), Spengler si farà fautore di uno Stato
fortemente autoritario, in parte vicino a quello preconizzato dai
nazisti. Mussolini fu profondamente ispirato da Spengler. Il
pensiero di Spengler fu in parte ripreso da Alexandre Deulofeu.
Nel saggio Untergang des Abendlandes sostiene la tesi che non
esistano culture, filosofie, scienze, morali universali, valide
sempre e dovunque, mentre ogni disciplina e ogni aspetto culturale
diviene indispensabile all'interno del contesto a cui appartiene.
Quello che teme Spengler, oltre alla crisi della spiritualità
e della religiosità, sono le nuove forme politiche nascenti,
come la democrazia e il socialismo che alterano i rapporti
"naturali", o piuttosto quelli tradizionali, di potere.
Sull'ineluttabile tramonto della cultura occidentale Spengler
afferma:
«Noi non abbiamo la possibilità di realizzare questo o
quello ma la libertà di fare ciò che è
necessario o nulla; ed un compito che la necessità della
storia ha posto verrà realizzato con il singolo o contro di
esso. Ducunt fata volentem, nolentem trahunt»
(Untergang des Abendlandes, II, pag. 630)
Biografia
Oswald Spengler nacque a Blankenburg, una città tedesca ai
piedi dei monti Harz. Era il primo di quattro figli e l'unico
maschio. La sua famiglia era una tipica famiglia tedesca della
piccola borghesia conservatrice. Il padre, originariamente un
tecnico minerario discendente da una lunga serie di minatori, era un
impiegato postale. Durante la sua infanzia Spengler era molto
riservato; crescendo, si appassionò alla lettura e
cercò conforto nei grandi personaggi della cultura. Era di
salute cagionevole e per tutta la vita soffrì di emicranie e
di disturbi d'ansia.
All'età di dieci anni la famiglia si trasferì nella
città universitaria di Halle. Qui Spengler compì gli
studi classici nel ginnasio locale, dove studiò greco,
latino, matematica e scienze naturali. Inoltre qui nacque la sua
passione per l'arte - specialmente per la poesia, il teatro e la
musica - e qui entrò in contatto con le idee di Goethe e
Nietzsche. Dopo la morte del padre, avvenuta nel 1901, Spengler
frequentò varie università (Monaco, Berlino e Halle)
come studente privato, seguendo corsi in molte materie: storia,
filosofia, matematica, scienze naturali, letteratura, i classici, la
musica e belle arti. Nel 1903 fu bocciato all'esame di dottorato con
tesi su Eraclito perché non aveva referenze sufficienti, il
che gli rendeva impossibile l'inizio di una carriera accademica. Nel
1904 ottenne il dottorato. Nel 1905 ebbe un esaurimento nervoso.
La sua vita non conobbe eventi di particolare rilievo.
Insegnò per un breve periodo a Saarbrücken e poi a
Düsseldorf. Dal 1908 al 1911 fu insegnante di scienze, storia
tedesca e matematica in una scuola superiore professionale
(Realgymnasium) di Amburgo. Nel 1911, in seguito alla morte di sua
madre, si trasferì a Monaco, dove sarebbe vissuto fino alla
sua morte nel 1936. Viveva una vita da studioso solitario, con i
mezzi provenienti dalla sua modesta eredità. Si sosteneva
economicamente anche impartendo lezioni private o scrivendo per i
giornali.
Quando cominciò a lavorare al primo volume de Il tramonto
dell'Occidente, l'intenzione era di concentrarsi sulla Germania, ma
poi fu profondamente colpito dalla crisi di Agadir e allargò
la portata della sua opera. Spengler fu ispirato da un libro di Otto
Seeck, Geschichte des Untergangs der antiken Welt (Storia del
tramonto del mondo antico). Il libro fu completato nel 1914 ma la
pubblicazione fu rimandata per lo scoppio della Prima Guerra
Mondiale. Durante la guerra Spengler visse in condizioni di estrema
povertà, perché la sua eredità, investita fuori
dall'Europa, era praticamente inutilizzabile.
Dopo la pubblicazione, avvenuta nel 1917, Il tramonto dell'Occidente
ebbe un grandissimo successo: l'umiliazione nazionale del Trattato
di Versailles (1919) e poi la depressione economica intorno al 1923,
alimentata dall'iperinflazione, sembravano dar ragione a Spengler.
Per i tedeschi le tesi de Il tramonto dell'Occidente erano un
conforto, perché grazie ad esse il crollo della Germania
poteva essere spiegato in modo apparentemente razionale, come parte
di processi storici mondiali più ampi. Il libro ebbe un
successo enorme anche fuori dalla Germania e fu tradotto in molte
lingue. Spengler rifiutò la cattedra di filosofia
all'Università di Gottinga per concentrarsi sulla scrittura.
Il libro fu molto criticato, perfino da chi non l'aveva letto. Gli
storici erano infastiditi dal tentativo amatoriale di un autore
inesperto e dal suo approccio non scientifico. Thomas Mann disse che
leggere il libro di Spengler era come leggere Arthur Schopenhauer
per la prima volta. Gli accademici non reagirono tutti nello stesso
modo. Max Weber disse che Spengler era un "dilettante molto
ingegnoso e colto", mentre Karl Popper bollò le sue tesi come
"futili". Il grande storico dell'antichità Eduard Meyer aveva
un'alta opinione di Spengler, sebbene lo criticasse anche.
L'oscurità, l'intuizionismo e il misticismo di Spengler erano
facilmente criticabili, specialmente per i positivisti e i
neo-kantiani che non negavano il significato della storia. Il
critico ed esteta conte Harry Kessler lo considerava non originale e
piuttosto inconsistente, specialmente il suo saggio su Nietzsche.
Ludwig Wittgenstein, però, condivideva il pessimismo
culturale di Spengler.
Nel 1928 la rivista Time pubblicò una recensione del secondo
volume de Il tramonto dell'Occidente. Descriveva l'immensa influenza
delle idee di Spengler e la controversia che avevano provocato negli
anni venti: "Quando il primo volume de Il tramonto dell'Occidente
uscì alcuni anni fa, furono vendute migliaia di copie. Il
dibattito colto in Europa presto si concentrò sulle tesi di
Spengler. Lo spenglerismo sprizzava dalle penne di innumerevoli
discepoli. Era imperativo leggere Spengler, simpatizzare o
ribellarsi. È ancora così".
Nel secondo volume, pubblicato nel 1920, Spengler sosteneva che il
socialismo tedesco era diverso dal marxismo e che era in effetti
compatibile con il tradizionale conservatorimo tedesco. Nel 1924, in
seguito alle agitazioni politico-sociali e all'inflazione, Spengler
entrò in politica nel tentativo di portare al potere il
generale del Reichswehr Hans von Seeckt. Il tentativo fallì.
Nel 1931 Spengler pubblicò L'Uomo e la tecnica, che metteva
in guardia contro i pericoli della tecnologia e dell'industrialimo
per la cultura. In particolare puntava il dito contro la tendenza
della tecnologia occidentale a diffondersi tra le "razze di colore"
nemiche, che poi avrebbero preso le armi contro l'Occidente. L'opera
non ebbe un grande successo a causa del suo anti-industrialismo. Il
libro contiene la famosa citazione di Spengler, "L'ottimismo
è viltà".
Nel 1932 Spengler non votò per Hindenburg ma per Hitler,
anche se lo trovava volgare. Spengler incontrò Hitler nel
1933 e dopo una lunga discussione con lui, disse che la Germania non
aveva bisogno di un "tenore eroico ("Heldentenor", tenore
drammatico), ma di un vero eroe ("Held")". Spengler fu protagonista
di una disputa pubblica con Alfred Rosenberg e il suo pessimismo e
le sue osservazioni sul Führer ebbero come risultato
l'isolamento e il silenzio. Inoltre rifiutò le offerte di
Joseph Goebbels di fare discorsi pubblici. Però quell'anno
Spengler diventò membro dell'Accademia di Germania.
Anni della decisione, opera pubblicata nel 1934, fu un bestseller ma
poi fu messo al bando dai nazisti per le sue critiche al
Nazionalsocialismo. La critica di Spengler al liberalismo fu accolta
positivamente dai nazisti, ma Spengler non era d'accordo con la loro
ideologia biologica e con l'antisemitismo. Il misticismo razziale
aveva un ruolo importante nella sua concezione del mondo, ma
Spengler era sempre stato apertamente critico delle teorie razziali
pseudoscientifiche professate dai nazisti e da molti altri
contemporanei. Pur essendo lui stesso un nazionalista tedesco,
Spengler considerava i nazisti troppo tedeschi e non abbastanza
occidentali da guidare la lotta contro altri popoli. Il libro
metteva anche in guardia contro una futura guerra in cui la
civiltà occidentale rischiava di essere distrutta. Anni della
decisione fu ampiamente distribuito all'estero prima di essere messo
al bando dai nazisti: una recensione della rivista Time raccomandava
il libro ai "lettori che amano la scrittura vigorosa", che "saranno
contenti di essere accarezzati contropelo dagli aspri aforismi di
Spengler" e dalle sue pessimistiche previsioni.
Spengler trascorse i suoi ultimi anni a Monaco, ascoltando
Beethoven, leggendo Molière e Shakespeare, comprando molti
libri e collezionando antiche armi turche, persiane e indù.
Ogni tanto si recava sui Monti Harz e in Italia. Poco prima della
sua morte, in una lettera a un amico, scrisse che "probabilmente il
Reich Germanico tra dieci anni non esisterà più".
Morì di attacco cardiaco l'8 maggio 1936, a 56 anni,
esattamente nove anni prima del crollo del Terzo Reich.
Nonostante l'influenza e la fama internazionale di cui godeva tra le
due guerre, la sua opera cadde nell'oblio dopo la Seconda Guerra
Mondiale. Una delle ragioni principali per cui Spengler fu ignorato
o disprezzato è la sua fiera opposizione alla Repubblica di
Weimar. Solo recentemente Spengler è tornato a suscitare
interesse. Le sue opinioni, le sue teorie e predizioni sono ancora
oggetto di dibattito tra ammiratori e detrattori.