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    Bruno Spampanato (Salerno, 5 agosto 1902 – Roma, 3 febbraio 1960)
    è stato un giornalista e politico italiano, nel 1943 fu tra i
    protagonisti della preparazione del Manifesto di Verona, una bozza
    di Costituzione per la Repubblica Sociale Italiana.
    
    La gioventù e l'adesione al Fascismo
    
    Nacque da una famiglia di tradizioni e sentimenti risorgimentali:
    suo nonno materno fu al fianco di Giuseppe Garibaldi in Sicilia e
    partecipò alla battaglia di Calatafimi, mentre suo padre,
    Vincenzo Spampanato, fu uno storico della filosofia amico di Croce e
    Gentile.
    
    Nel 1919 aderisce al Fascismo, a soli diciassette anni,
    identificando in esso, unitamente all'Interventismo, la prosecuzione
    ideale del Risorgimento. L'anno seguente inizia a collaborare a
    L'Idea Nazionale di Enrico Corradini e Luigi Federzoni. Sempre il
    medesimo anno le sue collaborazioni si estendono a Il Mattino e a Il
    Popolo d'Italia, nonché a diverse riviste straniere. Nel 1922
    partecipò al congresso del Partito Nazionale Fascista di
    Napoli e alla successiva Marcia su Roma.
    
    Nel 1924 si laurea in giurisprudenza, avviandosi anche alla
    professione forense e contemporaneamente si dedica a studi storici
    ed economici. Nonostante questi impegni fra 1924 e 1926 riesce a far
    pubblicare tre opere: Divenire fascista, Le origini e lo sviluppo
    del Fascismo e Un bilancio di partito.
    
    Nel 1926 si dedica definitivamente al giornalismo, prendendo la
    direzione del quotidiano napoletano Lo Stato ma contemporaneamente
    si interessa anche ai problemi giuslavoristi e sindacali: nel 1930,
    così, diviene dirigente dell'Unione dei Lavoratori
    dell'Agricoltura di Avellino.
    
    Nel 1932 fonda le riviste La Montagna e Politica Nuova e fra 1932 e
    1935 pubblica i volumi Discorsi al popolo, La politica finanziaria
    della Destra storica, Popolo e Regime, Idee e baionette e infine il
    saggio polemico Democrazia fascista.
    
    Fra 1935 e 1942 pubblica ancora molti libri, fra cui L'Italia di noi
    e Uomini nel tempo.
    
    Nell'ambito della sua attività giuslavorista e sindacale, nel
    1941 viene nominato segretario nazionale della Confederazione dei
    Lavoratori del Commercio, pur continuando la carriera di scrittore
    coi volumi Dentro la Storia, Luce ad occidente, Perché questa
    guerra. Parte quindi volontario in guerra.
    
    La Repubblica Sociale Italiana
    
    Con l'8 settembre 1943 si schiera immediatamente con la Repubblica
    Sociale Italiana, per la quale si presenta anche volontario per
    l'arruolamento militare, e viene impiegato presso i comandi della
    Xª Flottiglia MAS e quindi al Comando Supremo.
    Contemporaneamente, fra 1943 e 1944, dirige a Roma Il Messaggero e
    pubblica - sempre nella Capitale - A Roma si vive così.
    È fra gli ultimi ad abbandonare Roma poco prima
    dell'occupazione alleata il 4 giugno 1944.
    
    Durante la Repubblica Sociale Italiana Spampanato è oggetto
    di numerosi attacchi e minacce di morte da parte di radio alleate e
    del governo del Regno del Sud- Radio Bari in particolare - ed
    è considerato uno degli uomini più influenti della
    RSI, partecipando attivamente alla stesura dei Punti di Verona e
    restando vicino a Mussolini fino alla fine, raccogliendo anche
    interviste col dittatore e sue confidenze. Affianca alla sua
    attività di giornalista quella di direttore di alcune radio
    come Radio Fante.
    
Deputato del MSI
    
    Con la fine della guerra Spampanato viene sottoposto ad epurazione
    ed incarcerato. Liberato il 21 maggio 1947 in seguito all'amnistia
    Palmiro Togliatti, aderisce al Movimento Sociale Italiano. Fra il
    1949 e il 1951 scrive il Contromemoriale, pubblicato prima a
    puntate, su L'Illustrato, in forma incompleta, poi apparso in
    edizione integrale negli anni successivi (1951-1952). L'anno
    precedente - per un breve periodo - è stato il primo
    direttore de Il Secolo d'Italia. Negli anni del dopoguerra fonda e
    dirige i periodici Sud illustrato, Noi e La Voce.
    
    Nelle file del MSI viene eletto deputato alla Camera nel 1953 in
    Campania. Già legato alla "sinistra fascista", all'interno
    del Movimento Sociale Italiano sostenne la linea
    socialista-nazionale contrapposta a quella atlantica della destra
    missina.
    
    Muore nel 1960, prematuramente: alla Camera dei Deputati la sua
    scomparsa raccoglie il cordoglio dei gruppi parlamentari del MSI,
    della Democrazia Cristiana, dei Liberali e del Partito Democratico
    Italiano, oltre che del governo allora in carica.
    
    Opere
    
        Divenire fascista
        Le origini e lo sviluppo del Fascismo
        Un bilancio di partito
        Discorsi al popolo
        La politica finanziaria della Destra storica
        Luci ed ombre del secolo
        Trent'anni
        Popolo e Regime
        Idee e baionette
        Democrazia fascista
        L'Italia di noi
        Uomini nel tempo
        Dentro la Storia
        Luce ad occidente
        Perché questa guerra
        A Roma si vive così
        Contromemoriale