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Storico e giurista italiano (Finale Emilia 1873 - Roma 1944).
Professore di storia del diritto italiano nelle univ. di Camerino,
Cagliari, Siena, Parma, Pavia; quindi di scienza politica nell'univ.
di Milano, e infine di diritto comune nell'univ. di Roma. Socio
nazionale dei Lincei (1935). Proveniente dalle file del
nazionalismo, partecipò attivamente durante il fascismo alla
vita politica: deputato al parlamento (dal 1924); sottosegretario al
ministero dell'Educazione nazionale (1932-35); ministro
guardasigilli (1935-39). La sua vasta e varia produzione scientifica
fu dedicata soprattutto alla storia giuridica medievale e fu
caratterizzata da una tendenza sistematica che trovò
un'espressione significativa nella sua Storia del diritto italiano
(1a ed. 1908; 3a ed. 1930). Da ultimo la sua opera si orientò
verso la storia del Risorgimento (Ciro Menotti e l'idea unitaria
nell'insurrezione del 1831, 1931; L'idea dell'unità italiana
nell'età napoleonica, 1935) e verso i problemi di politica
estera (Italia e Francia, 1931). Con i Discorsi sulla storia
d'Italia (1935), che raccoglievano alcuni studî precedenti,
entrò in polemica con B. Croce, sostenendo l'unità
fondamentale dello svolgimento storico italiano, testimoniata non
solo dalla cultura, ma essenzialmente dal solidale sviluppo delle
strutture economico-giuridiche nelle varie parti della penisola. Tra
le altre opere: Le associazioni in Italia avanti le origini del
Comune (1898); Stato e Chiesa secondo gli scritti politici da
Carlomagno al concordato di Worms (1901); Studi storici sulle
istituzioni della Sardegna nel medio evo (1917); L'amministrazione
finanziaria del Regno italico (1932); Contributi alla storia del
diritto comune (1937); Studi storici sulla proprietà
fondiaria nel medio evo (1937).