Senofonte

 

da www.antiqvitas.it/personaggi/g.xenoph.htm

Senofonte nacque ad Atene da una famiglia ricca, negli anni fra il 430 ed il 426 a.C. Militò nei cavalieri, che influirono sulle sue scelte politiche conservatrici, tanto che negli ultimi anni della guerra del Peloponneso egli non nascose le sue tendenze filospartane. Ebbe occasione di frequentare anche il grande filosofo Socrate: mostrò per quest’ultimo sempre un'enorme ammirazione, tanto da difenderlo sempre dalle accuse che gli vennero rivolte.

Nel 401 a.C., in un momento non facile per la vita politica ateniese, ricevette da un suo conoscente la proposta di unirsi ad un contingente di mercenari greci che Ciro il Giovane, fratello minore del re di Persia Artaserse II, andava raccogliendo proprio contro quest'ultimo per riuscire a detronizzarlo. Senofonte chiese consiglio a Socrate, ma in realtà aveva già deciso di partecipare alla spedizione, perché la possibilità di allontanarsi da Atene rappresentava un'occasione davvero opportuna: dopo la restaurazione democratica operata da Trasibulo, infatti, era stata concessa un’amnistia politica, dalla quale però erano stati esclusi tutti coloro che avevano appoggiato il regime dei Trenta. Senofonte, dunque, filo-oligarchico e filospartano, era guardato con estremo sospetto. Infatti, poco dopo l’inizio dell’impresa persiana, egli fu raggiunto dalla condanna all’esilio, con un bando che sarebbe stato revocato solo nel 370 a.C. La spedizione, come noto, si concluse tragicamente con la morte di Ciro nella battaglia di Cunassa e con la ritirata dei mercenari greci, che Senofonte raccontò poi nell’Anabasi.

Dopo la ritirata Senofonte scelse come sua patria di adozione Sparta: in questa città strinse poi amicizia con il re Agesilao, del quale scrisse in seguito una biografia e con il quale partecipò, nel 394 a.C., alla battaglia di Coronea. Il governo spartano per i suoi meriti gli fece in seguito dono di una tenuta a Scillunte, una piccola città dell’Elide, nel Peloponneso nord-occidentale, dove Senofonte ebbe a vivere per un lungo periodo (quindici o venti anni), dedicandosi all’agricoltura, alla caccia e probabilmente anche all’attività di scrittore: proprio in quegli anni si possono collocare la stesura delle sue opere più celebri, l’Anabasi e la Ciropedia, oltre a quella di alcuni opuscoli, come la già citata biografia di Agesilao, e forse il principio di una parte delle Elleniche. Ma nel 371 a.C. il disastroso esito della battaglia di Leuttra pose fine anche all’egemonia di Sparta e segnò l’inizio di quella di Tebe: allora Sparta e Atene si allearono e l’esilio di Senofonte fu revocato.

È quanto meno dubbio se egli sia ritornato ad Atene: certamente i rapporti con la madrepatria migliorarono, perché Senofonte inviò i suoi due figli, Grillo e Diodoro, a combattere a Mantinea, nel 362 a.C. Al primo, che cadde in battaglia, e al quale fu attribuita la gloria di aver ferito mortalmente il comandante tebano Epaminonda, furono resi dalla città onori solenni. Quando gli riferirono la notizia che il figlio era caduto in battaglia, si dice che Senofonte abbia detto "Sapevo di averlo generato mortale".

Negli anni fra il 365 ed il 355 a.C., Senofonte si occupò della stesura definitiva delle Elleniche, alla composizione degli scritti minori e forse all’edizione dell’opera dello storico Tucidide. Non conosciamo con esattezza l’anno della morte di Senofonte, ma è plausibile che egli sia deceduto fra il 354 e il 350 a.C.