Angelo Secchi

 

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Padre Angelo Secchi (Reggio nell'Emilia, 28 giugno 1818 – Roma, 26 febbraio 1878) è stato un gesuita e astronomo italiano, fondatore della spettroscopia astronomica. Fu direttore dell'Osservatorio del Collegio Romano e si occupò per primo di classificare le stelle in classi spettrali.

Biografia

Angelo Secchi nacque a Reggio Emilia il 28 giugno 1818. Terminate le scuole elementari, fu avviato al ginnasio di Reggio, diretto dai gesuiti. Completati gli studi ginnasiali all'età di quindici anni, Secchi chiese di entrare nella Compagnia di Gesù. Egli trascorse il periodo del noviziato in minima parte a Bologna, proseguendo il resto a Roma sul finire del 1833, dapprima in S. Andrea al Quirinale e poi nel Collegio Romano, ove terminò gli studi.

La formazione di Angelo Secchi fu sicuramente di tipo classico. Nelle scuole dei gesuiti veniva data grande importanza allo studio dei classici con la relativa conoscenza del latino e del greco; solo negli ultimi anni di scuola veniva impartito anche un insegnamento scientifico.
I suoi docenti, per le materie scientifiche, furono i padri gesuiti Giovanni Battista Pianciani (1784 – 1862) e Francesco De Vico (1805 – 1848). Quest'ultimo fu un valente astronomo e direttore dell'Osservatorio del Collegio Romano prima di Secchi.

A causa delle difficili vicende politiche romane nel 1848, padre Secchi con i suoi confratelli dovette emigrare: fece prima tappa a Stonyhurst in Inghilterra e indi a Washington D.C. al collegio dei gesuiti di quella città. Il professor Elia Millosevich affermò che all'Osservatorio della Georgetown University padre Secchi iniziò la sua brillante carriera astronomica perché padre Curley, direttore dell'Osservatorio, lo assunse come assistente. Il cardinale Pietro Maffi scrisse: “Forse senza l'esilio il padre Secchi non sarebbe stato il padre Secchi”. Del medesimo parere gli astronomi Gaetano Cacciatore e Lorenzo Respighi e il professor Giacomo Manuelli.

Al ritorno dei gesuiti in Roma, l'urgenza di rimodernare le strutture dell'Osservatorio si fece sempre più evidente. Padre Secchi riprese l'idea di Ruggero Boscovich (ma non il suo progetto di cui si era persa ogni traccia) e affidò all'ing. Vescovalli l'incarico di redigere il progetto del nuovo Osservatorio. Esso doveva prevedere, in aggiunta ad alcuni ambienti riservati ad abitazione, studio e biblioteca, quattro corpi di fabbrica per le osservazioni meridiane, per il grande equatoriale, per l'equatoriale minore di Chauchaoix e infine per il gabinetto magnetico e meteorologico.

L'attività di padre Secchi fu notevolissima: svolse un gran numero di attività, pubblicò numerosissimi articoli, mantenne contatti epistolari con i più famosi scienziati del suo tempo, partecipò a spedizioni scientifiche internazionali, presenziò a congressi scientifici e fu membro di numerose Accademie italiane e estere.

Come direttore dell'Osservatorio del Collegio Romano Secchi si dovette occupare di magnetismo, di meteorologia (il cui studio era stato approfondito da Secchi durante il soggiorno a Washington con il commodoro F.M. Maury) e di misure geodetiche. Inoltre quale esperto dello Stato Pontificio dovette occuparsi di acquedotti, sanità, clima ed elettricità.

Nel campo meteorologico suscitò notevole scalpore a livello mondiale il meccanismo, esposto e premiato nella Esposizione Universale di Parigi del 1867, detto il “Meteorografo”. Questo strumento consentiva la registrazione a distanza della temperatura, pressione, direzione del vento, velocità del vento e pioggia. Il premio per questo nuovo tipo di strumento fu conferito a Secchi da Napoleone III in persona, che lo nominò Ufficiale della Legion d'onore.

Nel campo geodetico, Secchi determinò la latitudine dell'antico e del nuovo Osservatorio del Collegio Romano, valore confermato 40 anni dopo da Elia Millosevich. Determinò la differenza di longitudine fra il suo Osservatorio e quello di Capodimonte presso Napoli, collegando così Roma con i meridiani fondamentali del globo. La sua opera geodetica principale fu però la nuova “Misura della Base Trigonometrica”, eseguita sulla via Appia nel 1854-55. L'opera era stata compiuta nel 1751 da Boscovich, con partenza dal monumento di Cecilia Metella, ma si era smarrito il termine di arrivo presso le Frattocchie.

La parte preponderante dell'opera di Secchi riguarda però l'astronomia. Egli fece anche delle ricerche di astronomia di posizione, ma la sua vera innovazione fu l'apertura all'astrofisica.

Va sottolineato che la nomina di Secchi alla direzione dell'Osservatorio del Collegio Romano suscitò delle critiche perché, non essendo conosciuto come astronomo, si pensava che avrebbe fatto della fisica e non dell'astronomia. Questa era una classica obiezione dell'astronomia ufficiale che considerava degni di attenzione solo problemi di posizione, così che i vari importanti osservatori di Europa erano restii ad occuparsi di analisi spettrale. Nel periodo storico in cui le scoperte spettroscopiche venivano interpretate e giustificate teoricamente, Secchi ebbe l'opportunità di dirigere un Osservatorio famoso, senza dover rispondere pressoché a nessuno.

Pronto e disponibile ad occuparsi di nuove vie della scienza, egli poté godere di un'ampia libertà di scelta nel campo delle indagini scientifiche, fatto salvo il rinvenimento delle risorse finanziarie per le sue ricerche. Le scoperte di astrofisica sulle stelle e il rinvenimento nelle stelle di materiali presenti sulla terra indussero Secchi a concepire una trattazione unitaria dei fenomeni e delle forze naturali a scala universale.