Decio Sandron

 

 

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Nel 1839 Decio Sandron, originario di Este, fonda a Palermo un’impresa libraria destinata a un grande avvenire. Animatore di cultura, un po’ come il Viesseux a Firenze, egli si dedica all’importazione di libri dagli altri Stati italiani e dall’estero e alla divulgazione del sapere al popolo minuto e agli scolari. Nel suo catalogo vi sono traduzioni di trattati francesi  di diritto e medicina,  manualetti tecnici (del cavamacchie, del dentista…) e  libri scolastici (di grammatica, latino, storia…) talora tradotti anch’essi da testi francesi. Questa impronta nobilmente pedagogica, nutrita di principi illuministici e liberali, resterà caratteristica della politica editoriale della Casa.

Alla morte di Decio, nel 1873, la direzione passa al figlio Remo, che sviluppa la produzione scolastica secondo criteri modernamente industriali, costituendo un organico catalogo per le scuole del giovane Regno d’Italia e promuovendo la preparazione degli insegnanti attraverso la pubblicazione di riviste didattiche e di saggi pedagogici. Da questo nucleo ideale di fervore educativo (sintetizzato nel motto: "Alteri sæculo", tratto da un verso di Cecilio Stazio) si irradiano iniziative sempre più ambiziose.

Ai libri di "lettura amena per la gioventù" seguono le serie dedicate alla letteratura italiana e straniera contemporanea e le collane di saggistica scientifica, politica e filosofica, varate fra lo scorcio dell’Ottocento e il primo Novecento, con le quali Remo Sandron reca un contributo incalcolabile alla cultura italiana, messa in contatto con il pensiero  europeo, sia positivista sia di diversa matrice, e con le nuove scienze umane.  Ricordiamo le traduzioni di opere di Sorel,  Marx, Starkenburg, Wallace, Driesch, Wundt, Windelband, e, fra i contributi di autori italiani, almeno gli studi sul genio di Lombroso. Sul versante del neoidealismo italiano, il catalogo si arricchisce di titoli di Croce (fra i quali l’Estetica), Gentile e Lombardo Radice. Fra i maggiori successi di Remo Sandron, nominato "Libraio della Real Casa", vanno annoverati anche i frutti della sua collaborazione con Pascoli, Capuana, Moretti, Di Giacomo e altri illustri scrittori italiani.

Nel 1925 sopraggiungono la morte di Remo Sandron e il disastro economico provocato da una rovinosa alluvione. Gli eredi di Remo devono ridimensionare le ambizioni dell’impresa, che nel 1943 a causa della guerra abbandona la sede palermitana.