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Scrittore (Verona 1862 - Torino 1911). Seguì a Venezia i
corsi dell'Istituto nautico senza riuscire a ottenere il diploma di
capitano di lungo corso cui aspirava. Interrotti gli studi (1881),
dal 1883 cominciò a pubblicare racconti avventurosi,
dedicandosi frattanto al giornalismo, e dal 1892, trasferitosi a
Cuorgné e poi a Torino, si diede a un'intensa attività
di scrittore a contratto per vari editori, finché i ritmi
insostenibili del lavoro e difficoltà di vario genere lo
spinsero al suicidio.
Lettore appassionato di Verne e di Stevenson nonché dei
giornali illustrati di viaggi allora in voga, S. fu autore di
innumerevoli racconti e di oltre 80 romanzi (tra i più
famosi: I misteri della giungla nera, 1895; I pirati della Malesia,
1896; Il corsaro nero, 1899; Le tigri di Mompracem, 1900; La regina
dei Caraibi, 1901; Le pantere d'Algeri, 1903; Il leone di Damasco,
1910); altri ne lasciò incompiuti, alcuni dei quali
continuati da L. Motta e pubblicati postumi (I cacciatori del Far
West, 1925; Lo scettro di Sandokan, 1928; ecc.).
Si è a lungo creduto, leggenda da lui stesso alimentata, che
le sue storie riflettessero esperienze giovanili di viaggio e
d'avventura. Al contrario, la scrittura, cui era spinto da una
fervida, e spesso incontrollata fantasia, fu piuttosto per S. il
mezzo per evadere dall'orizzonte di un'esistenza borghese e
provinciale. I suoi libri, anche se non privi di difetti sul piano
formale e strutturale, sono ancora tra i più letti della
letteratura per ragazzi (ambito in cui un'accorta politica
editoriale finì per confinare S.), apprezzati soprattutto per
la rapidità dell'azione, l'evocazione di atmosfere e di
paesaggi esotici, il profilo di personaggi eroici (Sandokan, Yanez),
le cui azioni, anche feroci, sono sempre ispirate a valori come il
coraggio, l'amicizia, l'onore, il sentimento della giustizia.
Oltre a una schiera di illustratori (tra i primi, P. Gamba, pseud.
di G. Garuti, A. Della Valle, G. Amato), essi hanno ispirato autori
di fumetti (G. Moroni Celsi, R. Albertarelli, W. Molino), e si sono
prestati a riduzioni cinematografiche e televisive, tra cui quella
assai fortunata di S. Sollima (Sandokan, 1976). Un'accurata ed. dei
maggiori cicli salgariani è stata fornita da M. Spagnol (17
voll., 1969-74).