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Francesco Salata (Ossero, 17 settembre 1876 – Roma, 10
marzo 1944) è stato un politico, storico e irredentista
italiano, di origine giuliana, nato nell'isola di Cherso quando
questa faceva ancora parte dell'Impero Austro-Ungarico.
Biografia e attività politica
Nato a Ossero nell'isola di Cherso nel 1876, studiò prima a
Capodistria e poi a Graz. Nel 1909 fu eletto deputato presso la
Dieta Provinciale dell'Istria. Di sentimenti irredentisti, nel 1914
si trasferì in Italia, divenendo, nel corso della prima
guerra mondiale, consigliere e uomo di fiducia del ministro Sonnino.
Fu membro della Commissione italiana alla conferenza di pace che
determinò gli assetti territoriali europei subito dopo la
Grande guerra. Di particolare rilievo fu la sua partecipazione alle
trattative che culminarono nel primo trattato di Rapallo (1920).
In quello stesso anno fu eletto Senatore, Consigliere di Stato e
massimo responsabile dell'Ufficio Centrale per le nuove Province
(appartenenti alle regioni Trentino-Alto Adige e Venezia Giulia). In
tale veste dové far fronte, dopo il 1922, ai tentativi da
parte di alcuni alti gerarchi fascisti di esautorare la vecchia
classe dirigente italiana in Istria e a Trieste, per sostituirla con
uomini nuovi devoti al regime. Riuscì inoltre ad imporre a
Francesco Giunta, uno dei massimi rappresentanti del fascismo
giuliano, un tipo di ripartizione provinciale già
sperimentata in epoca austriaca.
Negli anni venti e trenta fu inviato ripetutamente come Ministro
plenipotenziario a Vienna, dove godeva, nonostante la propria fede
irredentista, di gran credito. Qui, a partire dal 1935, diresse il
nuovo Istituto Italiano di Cultura. Secondo alcuni storici
l'allontanamento dall'Italia di Salata fu una larvata forma di
emarginazione messa in atto dalle autorità fasciste Il
senatore di Cherso rappresentava infatti per la classe dirigente del
ventennio l'espressione di un'Italia irredentista di matrice
liberale pre-fascista.
Fino a quando restò a capo dell'Ufficio centrale per le nuove
Province i diritti delle minoranze slovene e croate della Venezia
Giulia non vennero calpestati.
Salata si spense nel 1944 a Roma, pochi mesi prima che la
città venisse liberata dalle truppe anglo-americane.
Lo storico
Francesco Salata è stato uno storico noto e apprezzato.
Grande studioso di storia risorgimentale ci ha lasciato alcuni saggi
di notevole interesse, fra cui: Per la storia diplomatica della
Questione romana (1929) e Carlo Alberto inedito
(1931).
Altri suoi studi possono apparire al giorno d'oggi più
datati, come ad esempio Il diritto d'Italia su Trieste e
l'Istria (1915), in cui traspaiono i propri irremovibili
convincimenti irredentisti. Questi ultimi sono alla base del suo
saggio più noto: Guglielmo Oberdan secondo gli atti
segreti del processo, carteggi diplomatici e altri documenti
inediti (1924). Imprescindibile per lo studio della storia
dell'isola di Cherso, di dove Salata era originario, è L'antica
diocesi di Ossero (1897).