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Poeta e novelliere (n. Ragusa, Dalmazia,
1330 circa - m. 1400 circa).
Di famiglia fiorentina, da giovane si
dedicò al commercio, viaggiando molto. Stabilitosi a Firenze,
vi ebbe molti onorevoli incarichi e coprì importanti cariche
fino a quella di priore per il quartiere di San Giovanni (1384).
Negli ultimi anni fu podestà in parecchie città
toscane ed emiliane.
La vita operosa e la ricca esperienza
rinsaldarono in lui il buon senso nativo e una visione arguta e
indulgente dell'umanità; erano in lui inoltre una viva
coscienza morale e una fede profonda. Questa sua fisionomia si
rivela interamente nel Trecentonovelle, che raccoglie aneddoti,
beffe, risposte abili, pettegolezzi di cronaca paesana, derivati
dall'esperienza del S. o dalla tradizione orale, di rado dai libri.
Di solito i personaggi non sono più che caricature e
macchiette; sempre vivace la scena, anche se appena abbozzata: tono
fondamentale un'intelligente bonarietà, la "loica piacevole".
Numerose le Rime, di cui migliori sono le ballate, i madrigali, le
cacce, i componimenti per musica, taluni musicati dallo stesso S.,
che sono tra le cose più belle della lirica minore del
Trecento: famosa la ballata O vaghe montanine pastorelle e la caccia
Passando con pensier.
A sensi morali e religiosi sono ispirate non
poche delle rime, le Lettere e le meditazioni evangeliche Sposizioni
di Vangeli, cominciate a comporre dopo il 1378 e non condotte a
termine.