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Letterato (Prato 1818 - Firenze 1879); patriota fervente,
partecipò alle guerre del Risorgimento. Si occupò
anche di storia politica, ma il suo nome resta soprattutto legato,
più ancora che ad alcune tragedie di argomento storico, alla
Storia della poesia popolare italiana (1877), nella quale volle,
come contemporaneamente De Sanctis per la poesia d'arte, tracciare
con la storia della poesia popolare la storia dello spirito
italiano.
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da http://www.150.comune.prato.it/
Ermolao Rubieri, letterato e patriota, nacque a Prato il 21 febbraio
1818. La famiglia di origine francese era venuta in Italia agli
inizi del Settecento ad esercitare la mercatura. La madre Assunta
Bresci era figlia di facoltosi cittadini pratesi.
Ermolao rimase orfano in tenera età e così fece studi
irregolari, completando la sua edcazione da autodidatta. Fin da
giovane cominciò ad occuparsi di poesia, pubblicando due
tragedie: Il Cid e Torquato Tasso. Nel 1845 mise mano ad un altro
dramma, il Francesco Valori, pubblicato nel 1848 da Le Monnier. Dopo
aver peregrinato in varie città, nel 1849 pubblicò
Alessandro III. Partecipò ai moti del Risorgimento con
l’azione e con gli scritti.
Fu volontario nelle campagne del 1848 e 1849, si occupò di
amministrazioni locali, ebbe parte nella cacciata del granduca
Leopoldo II nel 1859. Rubieri fu deputato al Parlamento italiano,
ritirandosi dalla vita politica nel 1876. Di idee liberali, fautore
dell’unità italiana “sulle rovine del papato”, fu scrittore
militante particolarmente attivo nel decennio 1849/1859, ma
continuò anche dopo ad occuparsi di questioni politiche,
economiche e legislative. Le sue idee furono esposte con vigore
polemico soprattutto nella Storia intima della Toscana dal 1°
gennaio 1859 al 30 aprile 1860 (Prato, 1861).
La sua ampia Storia della poesia popolare italiana (1877), preparata
con molta diligenza, considera la poesia popolare italiana nei suoi
caratteri psicologici e morali; tale opera ottenne l’apprezzamento
di Benedetto Croce.
Morì a Firenze il 23 ottobre 1879.