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Giurista e uomo politico (Napoli 1875 - Roma 1935).
Esponente del
movimento nazionalista, aderì al fascismo (1923), fu
presidente della Camera (1924-25) e quindi ministro di Grazia e
giustizia (1925-32). In tale carica avviò la complessa
legislazione (1925-28) con cui diede sistemazione organica alle
istanze del fascismo di organizzazione del potere; nel 1930
entrarono in vigore i codici penale e di procedura penale
comunemente indicati con il suo nome.
Vita e attività.
Insegnò diritto commerciale a Urbino
e a Macerata, diritto processuale civile a Parma e a Palermo,
diritto commerciale a Padova, legislazione del lavoro e poi diritto
commerciale a Roma, dove fu rettore dal 1932 alla morte.
Esponente
del nazionalismo, ne fu il principale teorico; fu tra i primi
nazionalisti a legittimare il fascismo, nelle cui forze
antisocialiste e antiliberali vide il mezzo idoneo a restaurare e
riorganizzare l'autorità dello stato, e a propugnare (1921)
la fusione del partito nazionalista con il PNF; nello stesso anno fu
eletto deputato nella lista dei blocchi nazionali; presidente della
Camera, fu quindi ministro di Grazia e Giustizia, e in questo
periodo avviò la legislazione (1925-28).
Ebbe parte
determinante nella elaborazione (1927) della Carta del Lavoro e dei
regolamenti relativi al concordato con la Santa Sede.
Nel 1930
furono pubblicati i codici penale e di procedura penale (codice
Rocco, sostituito nell'ott. 1989 dal cosiddetto codice Vassalli).
Nel 1932 fu sollevato dal suo incarico e due anni dopo ebbe la
nomina a senatore.
Tra le sue opere principali: Il concordato nel
fallimento (1902); La sentenza civile (1906); Il fallimento (1917);
Principi di diritto commerciale (1928). Importanti monografie sul
diritto privato e sul diritto processuale civile sono raccolte in
Studi di diritto commerciale e altri scritti giuridici (1933).
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Wikipedia
Alfredo Rocco (Napoli, 9 settembre 1875 – Roma, 28 agosto 1935)
è stato un politico e giurista italiano, al cui nome è
legato il codice penale da lui varato e tuttora in vigore.
Biografia
Figlio di un ingegnere, la sua famiglia fu definita da Indro
Montanelli "un allevamento di cavalli di razza": tutti i suoi
quattro figli emersero nel Novecento sul piano nazionale come
giuristi: oltre ad Alfredo, Arturo (professore di diritto e
procedura penale alle università di Sassari, Napoli e Roma,
fondatore della scuola moderna del tecnicismo giuridico), Ugo
(professore ordinario di diritto processuale civile a Napoli) e
Ferdinando Rocco, presidente del Consiglio di Stato dal 1947 al
1950.
Rocco fu professore ordinario di Diritto commerciale
all'Università di Urbino e Macerata, poi di Procedura civile
a Parma, tenne la cattedra di Diritto commerciale
all'Università di Padova, dal 1910 al 1925, e successivamente
quella di Legislazione economica dell'Università La Sapienza
di Roma, di cui fu rettore dal 1932 al 1935.
Eletto nel 1921 alla Camera dei deputati del Regno d'Italia, della
quale fu Presidente nel 1924, più volte sottosegretario, dal
1925 al 1932 fu ministro della Giustizia e degli Affari di culto e
promosse la codificazione penale del fascismo, firmando il codice
penale e quello di procedura penale del 1930, e conciliando la
scuola penale Classica e quella Positiva col sistema del cosiddetto
"Doppio Binario", ovvero l'alternanza fra pena e misura di
sicurezza.
È stato presidente della Confederazione Italiana di Scherma
dal 1924 al 1925.
Albert Einstein scrisse al ministro una lettera (riportata nel libro
Il mondo come io lo vedo) in cui chiedeva che non fosse necessario
che gli scienziati dovessero iscriversi al partito fascista per
continuare le loro ricerche.
Nominato senatore del Regno nel 1934, morì a Roma nel 1935.
I "codici Rocco"
Rocco intervenne in prima persona nel corso dei lavori di redazione
dei codici penale e processuale penale, optando per soluzioni spesso
in contrasto con la maggioranza dei membri delle commissioni
ministeriali ed entrando spesso in dissidio con giuristi insigni
come Vincenzo Manzini che proponevano tesi più oltranziste.
Il codice penale del 1930 è tuttora in vigore, sia pure con
non poche modifiche rispetto al testo originario. Il suo carattere
autoritario è stato oggetto di critiche provenienti da
diverse parti politiche.
Il codice di procedura penale, profondamente modificato a partire
dal 1955, è stato abrogato nel 1990 per essere sostituito dal
testo attuale, che - pur redatto da una commissione di giuristi
presieduta da Giandomenico Pisapia - convenzionalmente prende il
nome dal guardasigilli Giuliano Vassalli.
Pensiero politico
Rocco traccia una sorta di filosofia della storia, che può
esprimersi tramite il principio dell'organizzazione (quando vige si
realizzano i momenti migliori della società umana: impero
romano, cultura cattolica, grandi realtà statali) oppure
tramite il principio dell'individualità (quando è
protagonista la storia vive i suoi momenti più bassi:
barbari, movimento protestante, Rivoluzione). L'Italia, secondo
Rocco, è riuscita a coniugare i due principi durante il
risorgimento: è pervenuta all'organizzazione attraverso lo
sfruttamento di idee liberali e democratiche.
Questo periodo è seguito dal decadimento dell'età
giolittiana che perdura sino alla prima guerra mondiale. Con il
fascismo si è tornati allo stato organizzato (principio
dell'organizzazione): la rivoluzione fascista è stata tale
nel significato etimologico del termine: ha fatto tornare le cose
come erano prima (cambiamento di 360°, quindi ritorno al punto
di partenza). La rivoluzione fascista, secondo Rocco, è stata
dunque una rivoluzione conservatrice, avendo dato vita ad un ritorno
delle forme autoritarie e gerarchiche.