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Movimento religioso, politico, culturale che produsse nel 16°
sec. la frattura della cristianità in diverse
comunità, gruppi o sette.
Da lutero alla pace di augusta
La R. scaturì principalmente da motivazioni religiose dettate
dalla riscoperta del Vangelo come annuncio della libera grazia di
Dio, donata al peccatore indipendentemente dai suoi meriti, e dalla
critica della degenerazione morale e spirituale della Chiesa. Data
convenzionale di inizio della R.p. è il 31 ott. 1517, giorno
in cui M. Lutero avrebbe affisso alla porta della chiesa del
castello di Wittenberg le sue 95 tesi contro lo scandalo delle
indulgenze, affrontando i problemi della penitenza, del peccato e
della grazia. La dottrina luterana divenne arma di lotta politica
dei principi tedeschi, che videro in essa la possibilità di
sottrarsi all'autorità imperiale e di incamerare i beni
ecclesiastici. Dopo le diete di Spira (1529) e di Augusta (1530),
essi si unirono nella Lega di Smalcalda (1530) e lottarono contro
l'imperatore Carlo V fino alla Pace di Augusta (1555), con la quale
si sancì la divisione tra cattolici e protestanti in base al
principio cuius regio, eius religio che imponeva ai sudditi di
seguire la religione del loro principe, cattolico o luterano che
fosse. La dottrina luterana si affermò soprattutto in
Germania, nei paesi scandinavi e baltici.
Calvinisti e anglicani
Contemporaneamente, a Zurigo, H. Zwingli, con l'appoggio delle
autorità locali, aveva attuato un piano di riforme antipapali
e anticuriali (diffuse in Svizzera e in Germania merid.), ma alla
sua morte (1531) il centro della Riforma divenne Ginevra, dove G.
Calvino attuò una rigida organizzazione teocratica e
codificò le tesi riformate, accentuando il tema della
predestinazione. La dottrina calvinista (o riformata) si diffuse in
Europa e nelle colonie inglesi in America. In Inghilterra, a seguito
della politica antipapale di Enrico VIII (Atto di supremazia, 1534),
si affermò la Chiesa anglicana, che conservò
l'episcopato e forme di culto tradizionali, pur facendo propria la
teologia riformata. Nell'ambito della crisi religiosa del
Cinquecento si diffusero anche sette e movimenti di riforma
radicale, duramente contrastati sia dai cattolici sia dai
riformatori. Tra questi gli anabattisti, gli antitrinitari e i
sociniani.
La teologia della riforma
Sulla base del principio basilare della R.p., ossia la
giustificazione per sola fede, la parola biblica (suggellata dai
sacramenti di battesimo ed eucaristia) divenne l'elemento centrale
della fede e il fondamento della Chiesa. Il principio
d'autorità venne sostituito dal libero esame e dal principio
della responsabilità personale del credente davanti a Dio e
al prossimo. Venne inoltre eliminata la differenza tra clero e
laicato nella Chiesa e affermato il sacerdozio universale dei
credenti. Fu infine introdotta la distinzione tra potere civile ed
ecclesiastico che avviò il processo di secolarizzazione della
società.
*
Wikipedia
La Riforma protestante è il movimento religioso, con risvolti
politici di tipo rivoluzionario, che ha interessato la Chiesa
cattolica nel XVI secolo e che ha portato alla nascita del
protestantesimo.
L'origine del movimento è da attribuire al frate agostiniano
Martin Lutero, ma altri protagonisti importanti furono Giovanni
Calvino, Ulrico Zwingli, Thomas Müntzer e Filippo Melantone.
Martin Lutero con le sue 95 tesi fu accusato di eresia dai
domenicani che lo convocarono a Roma per discolparsi.
Prima della Riforma: rinnovare la fede nel Medioevo
Proprio come molti altri avvenimenti storici, la riforma protestante
ha una data di inizio ufficiale, che coincide con la pubblicazione
delle 95 tesi da parte di Martin Lutero, affisse, secondo il
resoconto di Filippo Melantone, sulla porta della Cattedrale di
Wittenberg, mercoledì 31 ottobre 1517. È possibile
vedere dei motivi ripresi nella Riforma nei numerosi movimenti
rinnovatori che attraversavano l'Europa tardo medievale; movimenti
che, in genere, nascevano da piccoli gruppi della classe borghese e
che reclamavano una forma di cristianesimo più austero. Prima
di Lutero, infatti, riformatori religiosi quali Jan Hus in Boemia,
movimenti ereticali a Orléans, Arras, Monforte, la Pataria di
Milano e movimenti spirituali quali i Catari, i Valdesi e i Begardi
avevano manifestato un modo di professare il cristianesimo diverso
da quello praticato dalla chiesa ufficiale. La riforma protestante
era anch'essa nata come movimento dissenziente, ma riuscì ad
affermarsi, diffondersi ed imporsi in alcune aree d'Europa
perché, diversamente dai movimenti ereticali medievali, ebbe
l'appoggio politico ed economico di molti principi, che ne fecero la
religione di stato. Il peculiare momento storico in cui Lutero
predicò fu fondamentale per la nascita delle chiese
protestanti in Europa.
La riforma protestante
Le cause
La causa più particolare fu la polemica sorta a seguito delle
95 tesi di Lutero pubblicate contro la vendita delle indulgenze in
Germania e in altre parti d'Europa. Lutero affisse le tesi sul
portone della Cattedrale di Wittemberg come forma di protesta contro
la Chiesa. Le cause della Riforma sono molteplici e spesso
intrecciate fra loro:
1. Tra le cause maggiori vi fu la posizione di Lutero
rispetto all'organizzazione ecclesiastica nella diffusione della
parola di Dio: le messe all'epoca erano celebrate in latino ed era
difficile poter leggere direttamente la Bibbia dato che questa non
era tradotta nella lingua volgare (esistevano tuttavia già
traduzioni in tedesco, in italiano, in francese ecc, ma non usate
nella liturgia) e quindi solo poche persone dotte potevano
accostarsi alla lettura delle sacre scritture. Lutero - che era
invece favorevole ad un diretto avvicinamento di tutti i fedeli alla
Bibbia - nella lettura delle Scritture ravvisò anche molte
contraddizioni tra l'operato del clero cattolico e la stessa
dottrina cristiana. Sostenendo che la Bibbia era un libro destinato
all'uomo e che ogni individuo aveva il diritto di leggerla
direttamente, senza l'intermediazione della cerchia ristretta del
clero (dottrina del libero esame), tradusse la Bibbia in tedesco e,
grazie alla precedente invenzione della stampa a caratteri mobili,
del tedesco Johann Gutenberg nel 1455, ne curò l'edizione in
molte copie per la successiva diffusione in Germania. La
predicazione di Lutero da un lato riprese motivi anticlericali
diffusi nella società tedesca ed europea e dall'altro propose
in modo convincente e vigoroso un nuovo modo di vedere il rapporto
con Dio e la Chiesa che la scrittura stessa insegnava, soprattutto
attraverso una lettura rinnovata delle epistole di San Paolo. Seppe
anche avvalersi di collaboratori come Filippo Melantone, umanisti e
tendenzialmente conservatori, che evitarono estremismi che avrebbero
reso il protestantesimo poco gradito ai principi e alle città
che ne furono i promotori. A causa delle 95 tesi esposte da Martin
Lutero egli stesso fu perseguitato dalla Chiesa Cattolica che
cercava in tutti i modi di eliminarlo, ragione per cui ricevette
protezione da alcuni principi tedeschi.
2. Altra causa fu la rilassatezza della gerarchia
ecclesiastica cattolica che perseguiva obiettivi economici e di
potere (critica al potere temporale della Chiesa). Al tempo le
cariche ecclesiastiche potevano essere cumulate per beneficiare di
più rendite e senza che a queste corrispondesse
effettivamente lo svolgimento di un ministero ecclesiastico. Al
beneficium spesso non corrispondeva l'officium. La predicazione era
il più delle volte affidata agli ordini mendicanti, mentre
vescovi e abati dei grandi monasteri erano spesso membri di famiglie
di nobili che si disinteressavano dell'aspetto religioso
dell'amministrazione delle diocesi. Ciò indebolì la
reazione religiosa, più che quella politica, alle critiche
teologiche di Lutero verso l'organizzazione ecclesiastica.
3. La Chiesa possedeva vasti territori e riscuoteva
decime. I nobili passati al protestantesimo potevano secolarizzare
queste proprietà e prenderne possesso, rendendole ereditarie.
Fu in questo modo che ad esempio si costituì il nucleo della
Prussia, con la secolarizzazione dei territori dell'Ordine Teutonico
dopo che il Gran maestro Albert di Hohenzollern passò al
luteranesimo.
4. A tutto questo si intrecciò il fattore
politico. Il Sacro Romano Impero era un organismo complesso,
costituito dall'imperatore, al tempo Carlo V, che doveva regnare con
il consenso dei principi e dei feudatari. La religione divenne un
importante elemento in questo equilibrio precario, a sua volta in
relazione con il papato, con le altre monarchie europee e minacciato
dalla Turchia nelle frontiere sud orientali.
Motivi della Riforma
Quando cardinal Caetano cercò di ottenere da Lutero una
pubblica e completa ritrattazione, poiché egli non si
considerava un eretico rifiutò la richiesta del legato
invocando la protezione del papa contro i calunniatori e i nemici:
fino a quel momento Lutero non aveva mai auspicato una frattura del
mondo cristiano, tutti gli scritti di quel periodo dimostrano un
chiaro intento di riformare dall'interno la dottrina della Chiesa,
che ai suoi occhi aveva smarrito la missione assegnatale da Cristo.
Verso la fine del 1518 fu inviato a Wittenberg il giovane sassone
Karl von Miltitz, parente del principe Federico, con l'incarico di
convincere Lutero a rinunciare alla polemica pubblica; in cambio il
papato avrebbe garantito il silenzio degli avversari di Lutero in
Germania. Il monaco riformatore accettò e promise di
pubblicare uno scritto per invitare tutti a rimanere obbedienti e
sottomessi alla Chiesa cattolica; questo testo fu intitolato
Istruzione su alcune dottrine (1519). La tregua formale non
durò che qualche mese giacché le università
cattoliche della Germania continuarono ad attaccare l'opera di
Lutero e dei suoi seguaci, i quali replicavano per iscritto o
partecipando a dispute teologiche in luoghi prestabiliti. Il
più noto di questi confronti accademici fu quello svoltosi a
Lipsia nel febbraio del 1519 tra Lutero e un professore proveniente
da Ingolstadt, Johann Eck. L'importanza di questo dibattito risiede
nell'ammissione da parte di Lutero di condividere alcuni punti della
dottrina hussita. Ciò fornì al papato il capo di
imputazione necessario per la condanna di Lutero giacché
cento anni prima il Concilio di Costanza aveva giudicato le
proposizioni hussite come eretiche. Tornato a Wittenberg, Lutero si
rese conto del pericolo che stava correndo e cercò di
spiegare meglio la sua posizione con un opuscolo, le Resolutiones
Lutherianae super propositionibus suis Lipsiae disputatis, ma il
chiarimento non sortì alcun concreto effetto. Nel gennaio del
1520 si riunì a Roma il primo concistoro contro Lutero, ed in
giugno fu emanata la bolla Exsurge Domine che intimava a Lutero di
ritrattare ufficialmente le sue posizioni o di comparire a Roma per
fare altrettanto, pena la scomunica: infine, il 3 gennaio 1521 con
la bolla Decet Romanum Pontificem, Leone X scomunicava Martin
Lutero, l'accusa era di eresia hussita, mentre Lutero continuava la
sua opera teologica pubblicando nuovi scritti che invocavano la pace
e la separazione delle faccende temporali da quelle spirituali, in
conformità con le teorie agostiniane che Lutero non
rinnegò mai.
La dottrina Luterana e le sue conseguenze
Il luteranesimo prevede un diverso approccio delle Sacre Scritture
rispetto alla Chiesa Cattolica, nel senso che le dottrine della
Chiesa devono essere verificate dalla Bibbia.
Nel periodo medievale, la morte era continuamente in agguato e per
l'uomo del tempo la preoccupazione principale era come salvare la
propria anima. Anche Lutero ebbe tale preoccupazione e la
superò elaborando sulla sua esperienza la teoria della
giustificazione per fede, ossia in pratica l'uomo può salvare
la sua anima avendo fede in Gesù Cristo e negando valore
salvifico alle opere buone.
Altro punto della Riforma Protestante era la lettura diretta delle
Sacre Scritture. Lutero notava che al suo tempo i preti non erano
preparati dal punto di vista teologico e molti di essi si limitavano
a recitare, non senza imperfezioni, frasi in latino. Al popolo non
era permesso leggere la Bibbia, essendo questa letta in latino dal
sacerdote e da quest'ultimo spiegata ad essi. Lutero provvide a
tradurre la Bibbia dall'ebraico e dal greco al tedesco. Sebbene non
fu il primo (esistevano numerose traduzioni cattoliche in tedesco
prima di Lutero), la sua versione della Bibbia fu la più
importante in lingua tedesca.
In merito all'Eucaristia, che Lutero chiamava "Sacramento
dell'Altare" o "Santa Cena", egli negava la transustanziazione,
presenza reale di Gesù mediante la trasformazione di pane e
vino in corpo e sangue di Cristo, affermando invece la
consustanziazione, presenza reale di Gesù insieme al pane e
al vino. In merito alla Santa Cena, la cui liturgia era celebrata
nella lingua del popolo ma parzialmente anche in latino, non vi
è uniformità di vedute da parte degli altri
protestanti.
La Riforma negò che ci potessero essere altri intermediari
tra l'uomo e Dio al di fuori di Gesù Cristo. Ne consegue il
rifiuto dell'invocazione dei Santi, di Maria, e del ruolo
intercessore della chiesa. La riforma nega che il cristianesimo
possa avere come capo una persona, avendo come unico capo
Gesù Cristo. L'organizzazione delle chiese luterane era
basata su tre modalità: quella episcopale, quella
presbiterio-sinodale, in cui il principe rivestiva il ruolo di
episcopo nel suo territorio.
Le dottrine della chiesa devono essere verificate dalle Sacre
Scritture: non sono più necessari intermediari per la
salvezza, viene quindi ridimensionata la gerarchia ecclesiastica.
Restano come sacramenti il battesimo, l'eucarestia, nella quale si
riafferma la presenza reale ma si nega (o si riduce ad opinione
privata) la transustanziazione, in favore della consustanziazione,
viene mantenuta parzialmente anche la confessione. Gli altri
sacramenti tradizionali, come il matrimonio o l'ordine sacro non
sono aboliti ma considerati riti ecclesiastici.
La Riforma fuori dalla Germania
In Inghilterra: l'indipendenza dell'anglicanesimo
La Riforma di Enrico VIII fu inizialmente uno scisma dalla Chiesa di
Roma, più che una vera e propria riforma di tipo teologico.
Vennero soppressi i monasteri per redistribuire le terre e i beni ai
nobili e borghesi inglesi (vedi dissoluzione dei monasteri in
Inghilterra).
Enrico VIII sanzionò questa separazione con importanti prese
di posizione a difesa della nazione, reagendo con pugno fermo contro
i dissidenti. La spaccatura, inizialmente per nulla condivisa da
Enrico divenne poi una vera e propria necessità, in quanto il
papa non gli concesse dei privilegi, quindi decise di protestare e
prendere parte alla riforma. Fra i cattolici venne condannato a
morte il filosofo e Cancelliere Tommaso Moro (1535). Fu con la morte
di Enrico VIII, sotto i suoi figli, Edoardo VI ed Elisabetta I che
la Chiesa Anglicana ebbe un indirizzo più marcatamente
Riformato accogliendo idee luterane e calviniste. Edoardo VI (1547
–1553) successe al padre a soli sei anni quando i suoi ministri
consolidarono la dottrina. Gli successe la sorellastra (Enrico VIII
ebbe sei mogli) Maria I d'Inghilterra detta anche Maria la Cattolica
(1553 –1558) che, dopo aver spodestato e condannato a morte la
cugina Jane Grey, considerata tutt'oggi martire della religione
riformata protestante, tentò di ripristinare la fede
cattolica, perseguitando e sterminando i sudditi che avevano aderito
alla riforma, guadagnandosi il soprannome di Maria la Sanguinaria.
Sposò Filippo II, re di Spagna (figlio di Carlo V) ed
appoggiò il marito nella guerra contro Enrico II perdendo
Calais (1558). Morì in quello stesso anno. Le successe la
sorellastra Elisabetta I (1558 – 1603), nemica del papato e della
Spagna e favorevole a una Inghilterra libera ed indipendente da
autorità esterne di qualsiasi tipo. Ella ripristinò
l'atto di supremazia e diede alla Chiesa Anglicana un ordinamento
definitivo. In questi anni iniziarono le persecuzioni dei cattolici
irlandesi, mentre l'atteggiamento della regina verso i numerosissimi
cattolici inglesi fu più sfumato, ed essenzialmente
tollerante. Solo dopo il 1610, sia per il clima di reciproco odio
religioso, sia per il sedimentarsi nella coscienza collettiva della
guerra con la Spagna come di una guerra con i "Papisti"
iniziò una vera discriminazione aperta verso i gruppi
cattolici, che oltretutto erano sempre più minoritari. Ma la
"vera" riforma inglese fu soprattutto relativa ai dibattiti iniziati
nel '600, dapprima tra arminiani e puritani, poi, durante anche le
guerre civili, tra decine di confessioni differenti, e tutte
ugualmente ostili alla chiesa di Roma.
Nell'Europa del Nord
Nel 1527 il re di Svezia Gustavo I Vasa aderì alla riforma
luterana, confiscò i beni ecclesiastici e si fece riconoscere
dalla Dieta svedese capo della Chiesa nazionale.
In Danimarca e Norvegia, il re Cristiano III di Danimarca
adottò il Luteranesimo come religione di stato dopo il
sanguinoso colpo di stato del 12 agosto 1536 (i cui metodi furono
biasimati da Martin Lutero). Il luteranesimo fu poi da lui esteso
anche all'Islanda: in parte nel 1541, quando il vescovo cattolico di
Skálholt fu catturato da forze danesi, e totalmente nel 1550,
in seguito alla decapitazione dell'ultimo vescovo cattolico,
Jón Arason.
In Italia
La riforma in Italia fu altrettanto presente come negli altri stati
europei, ma qui ebbe particolari caratteristiche. Innanzitutto si
affermò nelle classi colte, imbevute dello spirito umanistico
e laico del Rinascimento, che vedevano nella riforma, soprattutto
legata allo Zwingli e a Calvino, un'affermazione della classe
borghese rispetto al tradizionalismo della chiesa romana. Il
movimento prese piede anche tra il clero sia con posizione
estremiste sia con posizioni moderate.
Nel corso del XVI secolo si diffusero in Italia diversi circoli di
simpatizzanti protestanti, fra i più importanti quelli di
Venezia, Napoli e Ferrara. In pratica l'idea dell'Italia come "isola
immune" dalla riforma religiosa del XVI secolo, è stata
scardinata dalla critica storica recente ed ha rivelato un movimento
religioso peculiare e molto diverso dall'intransigentismo tedesco.
Col procedere della reazione della Chiesa romana e con la
Controriforma, il movimento uscì dalle ristrette cerchie
intellettuali e elitarie e si propose alle masse mediante la
predicazione di alcuni frati, soprattutto agostiniani, che, col
procedere del Concilio di Trento, si ritrovarono via via ad
appartenere a posizioni "eretiche".
Con la chiusura del Concilio di Trento e con la definitiva condanna
di posizioni altrimenti moderate e, quindi, con la conseguente
posizione intransigente dalla Chiesa, un numero abbastanza elevato
di intellettuali e di rappresentanti ecclesiastici emigrarono in
altri paesi dove tentarono di professare più o meno
liberamente la loro fede. Fra questi è da ricordare
l'antitrinitario Lelio Sozzini, anche per il fatto di aver dato nome
a un movimento.
Fu preferita come destinazione la città di Ginevra, dove, al
contrario, non era diffusa la tolleranza religiosa, per cui alcuni
Italiani vennero condannati al rogo paradossalmente dagli stessi
Calvinisti.
Chi restava in Italia, invece, si vide costretto ad aderire a
posizioni nicodemite, cioè a professare il proprio credo
religioso interiormente ma ad apparire, esternamente, come un
cattolico per non essere soggetto a persecuzioni. Un esempio era in
Renata di Francia presso la corte dei Gonzaga.
Di questo movimento storico non esiste più traccia
nell'Italia attuale se non per i Valdesi, movimento riformato
medievale diffuso soprattutto nella Val Pellice, che nel XVI secolo
aderirono al protestantesimo ispirandosi ai calvinisti ginevrini.
Determinante per la diffusione della fede evangelica in Italia
è stata la traduzione della Bibbia di Giovanni Diodati.