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Germania nazista e Terzo Reich (in tedesco Drittes Reich) sono le
definizioni con cui comunemente ci si riferisce alla Germania degli
anni tra il 1933 e il 1945, quando si trovò sotto il regime
totalitario del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori
guidato da Adolf Hitler. Il termine Terzo Reich intendeva connotare
lo stato nazista come il successore storico del medievale Sacro
Romano Impero (962–1806) e del moderno Impero tedesco (1871–1918).
La Germania nazista ebbe due denominazioni ufficiali, Deutsches
Reich (tale denominazione era in uso sin dal 1871) dal 1933 al 1943,
e Großdeutsches Reich (it. Reich della Grande Germania) dal
1943 al 1945.
Il 30 gennaio 1933, Adolf Hitler venne nominato Cancelliere del
Reich. Nonostante inizialmente si trovasse a capo di un governo di
coalizione, si liberò velocemente degli alleati di governo.
All'epoca i confini tedeschi erano ancora quelli stabiliti nel
Trattato di Versailles del 1919 tra la Germania e le Potenze Alleate
(Regno Unito, Francia, Stati Uniti d'America, Regno d'Italia, Impero
Giapponese e altri) dopo la fine della prima guerra mondiale; a nord
la Germania era limitata da mare del Nord, mar Baltico e Danimarca;
a est era divisa in due parti e confinava con Lituania, la Libera
Città di Danzica, Polonia e Cecoslovacchia; a sud confinava
con Austria e Svizzera, mentre a ovest toccava Francia, Lussemburgo,
Belgio, Paesi Bassi, Renania e Saarland. Questi confini cambiarono
dopo che la Germania riprese il controllo di Renania, Saarland e
Territorio di Memel e si annesse l'Austria, i Sudeti e la Boemia e
Moravia. Durante la seconda guerra mondiale la Germania si espanse
trasformandosi nella Grande Germania, secondo i principi del
Pangermanismo, già sviluppati nel secolo precedente ma
particolarmente cari a Hitler; tale processo di espansione
iniziò nel 1938 con l'annessione dell'Austria, ma fu
l'occupazione della Polonia che spinse Regno Unito e Francia alla
dichiarazione di guerra.
Nel corso della guerra la Germania e le altre Potenze dell'Asse
europee (Italia, Ungheria, Romania e Slovacchia) conquistarono e
occuparono la maggior parte dell'Europa (con l'eccezione delle Isole
Britanniche, della Svizzera, della Svezia, della Penisola iberica e
della Turchia europea) nonché parte della Russia europea. I
nazisti perseguitarono e assassinarono milioni di ebrei e di
appartenenti ad altre minoranze etniche mettendo in atto il
genocidio noto come Olocausto; questo procedimento di pulizia etnica
era da essi denominato con l'ambiguo termine di "soluzione finale"
(Endlösung in tedesco). Inoltre furono perseguitati o uccisi
diversi esponenti antinazisti (perlopiù socialisti e
comunisti) eseguendo condanne a morte con il Volksgerichtshof
(Tribunale del Popolo), nonché Testimoni di Geova, Rom e
Sinti (quest'altro genocidio è noto come Porajmos),
omosessuali tramite il Paragrafo 175 del codice penale tedesco e
inoltre persone con problemi mentali e genetici tramite il programma
Aktion T4.
Tra il 1943 e il 1945 la Germania subì una continua serie di
pesanti sconfitte da parte degli Alleati, tra i quali spiccavano
Stati Uniti, Unione Sovietica, Regno Unito, Francia e Canada.
Ciò portò all'occupazione del territorio tedesco e
allo smembramento in quattro settori d'occupazione, poi ridotti a
due, uno filo-occidentale (la Germania Ovest) e uno filo-sovietico
(la Germania Est).
Storia
La Germania nazista crebbe in una situazione in cui erano diffusi
nel paese sentimenti d'imbarazzo, rabbia e risentimento in seguito
alle condizioni imposte alla nazione dal Trattato di Versailles del
1919che aveva imposto ai tedeschi sconfitti:
l'accettazione da parte della Germania di
dichiararsi sola responsabile per lo scoppio della prima guerra
mondiale
la perdita permanente di diversi territori e la
smilitarizzazione di altre parti del territorio tedesco
il pagamento da parte della Germania di pesanti
risarcimenti sia in denaro che in natura, giustificati, dal punto di
vista degli Alleati, dalla clausola della responsabilità di
guerra.
il disarmo unilaterale della Germania
nonché severe restrizioni in campo militare
Altre condizioni che favorirono l'ascesa del Terzo Reich furono il
nazionalismo e il Pangermanismo, le tensioni sociali attribuite
all'azione di gruppi marxisti, la grande depressione globale degli
anni trenta (conseguenza del crollo di Wall Street del 1929),
l'iperinflazione, la reazione contro l'anti-tradizionalismo e il
liberalismo della Repubblica di Weimar e la crescita del comunismo
in Germania, con la nascita del KPD.
Molti elettori, cercando uno sfogo per le loro frustrazioni, e come
espressione del loro rifiuto della democrazia parlamentare che
appariva incapace di mantenere un governo in carica per più
di pochi mesi, iniziarono a scegliere partiti politici di estrema
destra e di estrema sinistra, appoggiando estremisti proprio come il
Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori (NSDAP).
I nazisti promettevano un governo forte e autoritario al posto del
sistema repubblicano e della pace civile (concetti da loro ritenuti
logori), politiche economiche radicali (tra cui il raggiungimento
del pieno impiego), il riscatto dell'orgoglio nazionale
(principalmente ripudiando l'odiato Trattato di Versailles) e la
pulizia razziale con la soppressione di ebrei e marxisti; il tutto
in nome dell'unità e della solidarietà nazionale,
preferite alle divisioni partigiane della democrazia e alla
divisione in classi sociali del marxismo. I nazisti promettevano
inoltre un risveglio culturale nazionale basato sulla tradizione del
Movimento völkisch e proponevano il riarmo, il rifiuto di
continuare a pagare i debiti di guerra e la rivendicazione dei
territori persi con il Trattato di Versailles.
Il partito nazista sosteneva che, con la firma del Trattato, la
liberal democrazia della Repubblica di Weimar e i cosiddetti
"traditori criminali di novembre" avevano rinunciato all'orgoglio
nazionale tedesco in quanto ispirati dagli ebrei e loro conniventi,
il cui obiettivo era il rovesciamento della nazione e
l'avvelenamento del sangue tedesco. Per far accettare tale
interpretazione della recente storia tedesca, la propaganda nazista
si servì efficacemente della leggenda della pugnalata alle
spalle (Dolchstoßlegende), spiegando in quel modo l'insuccesso
militare della Germania. A partire dal 1925 e per tutti gli anni
trenta il governo tedesco continuò ad evolversi
trasformandosi da una democrazia de jure in uno stato autoritario
conservator-nazionalista, trasformazione avvenuta sotto la guida del
presidente-eroe di guerra Paul von Hindenburg, al quale non piaceva
la liberal democrazia della Repubblica di Weimar e voleva rendere la
Germania uno stato autoritario. L'alleato naturale per
l'imposizione di una svolta autoritaria era il Deutschnationale
Volkspartei (DNVP), ovvero i "nazionalisti", ma, dopo il 1929, con
l'economia tedesca che stava stentando, i nazionalisti più
giovani e radicali furono attratti dalla natura rivoluzionaria del
partito nazionalsocialista, anche come sfida contro il crescente
consenso popolare per il comunismo. Inoltre, i partiti politici
della classe media persero il sostegno del loro elettorato, che
confluì verso le ali estreme dello spettro politico tedesco,
rendendo sempre più difficile la creazione di un governo di
maggioranza in un sistema parlamentare.
Nelle elezioni federali tedesche del 1928, quando l'economia era
migliorata dopo l'iperinflazione del periodo del 1922-23, i nazisti
ottennero solo 12 seggi.
L'avvento al potere
Solo due anni dopo, nelle Elezioni federali tedesche del 1930,
tenutesi qualche mese dopo il crollo della borsa statunitense, il
partito nazista ne ottenne 107, trasformandosi dal piccolo gruppetto
rappresentante il nono partito per numero di parlamentari nella
seconda forza politica del Reichstag.
Le elezioni federali tedesche del luglio 1932 rappresentarono la
svolta: i nazisti diventarono il primo partito rappresentato al
Reichstag, aggiudicandosi 230 seggi; il Presidente Hindenburg era
restio ad affidare ad Hitler il potere esecutivo, ma l'ex
cancelliere Franz von Papen e Hitler strinsero un'alleanza tra
partiti NSDAP–DNVP che avrebbe permesso ad Hitler stesso di ottenere
il cancellierato sotto il controllo di un partito conservatore
tradizionale, e ad Hindenburg di sviluppare uno stato autoritario.
Hitler fece notevoli pressioni per essere nominato Cancelliere,
promettendo in cambio a Hindenburg che il partito nazista avrebbe
appoggiato qualsiasi tipo di governo avesse nominato.
Il 30 gennaio 1933 il presidente Paul von Hindenburg nominò
così Adolf Hitler Cancelliere della Germania dopo il
fallimento del generale Kurt von Schleicher nel tentativo di formare
un governo in grado di reggere. Nominato Vice cancelliere, il
generale Von Schleicher credeva di poter controllare Hitler e
mantenere i nazisti in minoranza all'interno del governo. Hitler,
sia tramite il figlio Oskar von Hindenburg sia tramite gli intrighi
dell'ex cancelliere Von Papen, fece pressioni su Hindenburg, che era
il capo del Centro Cattolico e la cui linea politica era in parte
dettata dal suo anticomunismo. Anche se i nazisti avevano ottenuto
la maggioranza relativa nelle due elezioni del 1932 non avevano una
reale maggioranza, ma solo una leggera maggioranza parlamentare
grazie all'alleanza con la NSDAP-DNVP che governò per decreto
presidenziale in forza dell'articolo 48 della costituzione di
Weimar.
Il trattamento che il nazionalsocialisti riservarono agli ebrei nei
primi mesi del 1933 rappresentò il primo passo del loro
processo di eliminazione dalla società tedesca. Tale
progetto rappresentava uno dei pilastri della "rivoluzione
culturale" ideata da Adolf Hitler.
Consolidamento del potere
Il nuovo governo instaurò rapidamente in Germania una
dittatura totalitaria, istituendo con provvedimenti legislativi un
governo centrale allineato, un processo chiamato Gleichschaltung. La
notte del 27 febbraio 1933 il Palazzo del Reichstag andò a
fuoco mentre al suo interno veniva trovato il comunista
consiliarista olandese Marinus van der Lubbe; l'uomo venne
arrestato, accusato di incendio doloso, processato e quindi
decapitato. Tali fatti provocarono la reazione immediata di migliaia
di anarchici, socialisti e comunisti in tutto il paese; definiti i
loro discorsi e comizi come un'insurrezione, i nazisti ne
imprigionarono molti nel campo di concentramento di Dachau.
L'opinione pubblica temette che l'incendio fosse un segnale per dare
il via a una rivoluzione comunista in Germania, come quella del
1919, così i nazisti lo sfruttarono emanando il Decreto
dell'incendio del Reichstag (27 febbraio 1933), con cui abrogavano
la maggior parte delle libertà civili, tra cui l'habeas
corpus, in modo di eliminare i loro avversari politici. Nel marzo
1933, con il Decreto dei pieni poteri, votato dal Parlamento con 444
favorevoli e 94 contrari (i socialdemocratici rimasti), il Reichstag
conferì per decreto poteri dittatoriali al cancelliere Adolf
Hitler; per quattro anni avrebbe avuto un potere politico assoluto
che lo autorizzava a non rispettare più i principi della
Costituzione di Weimar; da quel momento, per tutto il 1934 il
partito nazista si dedicò alla brutale eliminazione
dell'opposizione politica; il Decreto dei pieni poteri aveva
già messo fuori legge i comunisti (KPD) mentre i
socialdemocratici (SPD) vennero messi al bando in giugno nonostante
avessero accettato le richieste di Hitler. Nel periodo che
andò da giugno a luglio anche nazionalisti (DVNP), Partito
Popolare (DVP) e Partito dello Stato tedesco (DStP) vennero
obbligati a sciogliersi in vari modi. In seguito, su pressione di
Franz von Papen, anche il rimasto Centro cattolico fu sciolto il 5
luglio 1933 dopo aver ottenuto dai nazisti garanzie riguardo al
sistema educativo cattolico e i gruppi giovanili. Il 14 luglio 1933
la Germania venne dichiarata ufficialmente un paese monopartitico.
Istituito il Terzo Reich, il regime nazista abolì i simboli
della Repubblica di Weimar, tra cui la bandiera tricolore
nero-rosso-oro, adottando un simbolismo riferibile sia al vecchio
che al nuovo impero, che rappresentava la natura duplice del terzo
impero tedesco. Il tricolore imperiale nero-bianco-rosso, caduto per
lo più in disuso durante la Repubblica di Weimar, venne
ripristinato come una delle due bandiere ufficiali nazionali della
Germania; la seconda fu la bandiera con la svastica del partito
nazista, che poi diventò bandiera nazionale tedesca nel 1935.
L'inno nazionale rimase Das Lied der Deutschen (noto anche come
Deutschland über Alles), ma i nazisti ne modificarono il testo
mantenendo solo la strofa iniziale, a cui seguiva
l'Horst-Wessel-Lied accompagnato dal saluto nazista.
Il 30 gennaio 1934 il presidente del Reich e Cancelliere Hitler
concentrò formalmente il potere esecutivo su se stesso con il
Gesetz über den Neuaufbau des Reichs (it. Decreto per la
ricostruzione del Reich), sciogliendo i parlamenti dei Länder e
trasferendone i poteri legislativi e amministrativi al governo
centrale di Berlino. Il processo di centralizzazione era iniziato
poco dopo il marzo 1933 con la promulgazione del Decreto dei pieni
poteri, quando i governi regionali erano stati sostituiti dai
Reichsstatthalter (governatori del Reich). Anche le amministrazioni
locali furono rimosse; i governatori del Reich nominarono
direttamente i sindaci delle città e paesi con popolazione
inferiore ai 100.000 abitanti; il Ministero degli Interni nominava
invece i sindaci delle città con popolazione superiore; per
quanto riguardava le città di Berlino, Amburgo e Vienna (dopo
l'Anschluss del 1938) Hitler ne nominava i sindaci a propria
discrezione.
Entro la primavera del 1934 solo il Reichswehr (le forze armate
tedesche) rimaneva indipendente dal governo; per tradizione era
infatti considerato un'entità politica a sé stante,
separata dal governo nazionale. La milizia paramilitare nazista
Sturmabteilung (SA) si aspettava di poter assumere il comando
dell'esercito tedesco, ma il Reichswehr si oppose all'ambizione del
capo delle SA Ernst Röhm di annettere l'esercito alle SA
stesse. Inoltre Röhm intendeva varare una "rivoluzione
socialista" per completare la "rivoluzione nazionalista" attuata con
l'ascesa al potere di Hitler. Röhm e i capi delle SA volevano
che il regime mettesse in atto le sue promesse di promulgare una
legislazione socialista per i tedeschi di ascendenza ariana.
Dal momento che il suo potere, senza il controllo del Reichswehr,
era assoluto solo sulla carta e volendo mantenere buoni rapporti con
esso e con determinati politici e industriali (seccati dalla
violenza politica delle SA), Hitler ordinò alle Schutzstaffel
(SS) e alla Gestapo di assassinare i suoi avversari politici sia
all'esterno che all'interno del partito nazista durante la notte dei
lunghi coltelli. L'eliminazione di Ernst Röhm, delle sue SA,
degli strasseristi, della corrente di sinistra dei nazisti, e degli
altri avversari politici durò dal 30 giugno al 2 luglio 1934.
Adunata al Reichsparteitag, Norimberga, 1935.
Subito dopo la morte di Paul von Hindenburg, il 2 agosto 1934, il
Reichstag controllato dai nazisti rafforzò i poteri del
Presidente e del cancelliere e rinominò Hitler Führer e
cancelliere del Reich. Fino alla morte di Hindenburg il Reichswehr
non aveva seguito Hitler, in parte perché l'associazione
delle SA, che comprendeva molti milioni di uomini, era più
grande dell'esercito (limitato a 100.000 effettivi dal Trattato di
Versailles), ma anche perché i capi delle SA si proponevano
dapprima di inglobare l'esercito nelle SA e quindi lanciare la
rivoluzione nazi-socialista. L'assassinio di Ernst Röhm e degli
altri capi SA misero il Reichswehr nella posizione di essere l'unica
forza armata della Germania e le promesse del Führer riguardo
all'espansione dell'impero gli garantirono la sua fedeltà. La
scomparsa di Hindenburg agevolò il mutamento del giuramento
di fedeltà dei sodati tedeschi dalla fedeltà al Reich
e alla Repubblica di Weimar in uno di fedeltà ad Adolf
Hitler, il Führer della Germania.
Il risultato fu che i nazisti sancirono la fine dell'alleanza
ufficiale di governo NSDAP–DNVP e iniziarono a imporre l'ideologia e
il simbolismo nazista in tutti gli aspetti della vita pubblica e
privata in Germania; i manuali scolastici vennero sottoposti a
revisione o riscritti completamente per promuovere la visione
razzista pangermanista della Großdeutschland (It. Grande
Germania) che doveva essere fondata dall'Herrenvolk nazista; gli
insegnanti che si opposero ai nuovi programmi di studi nazificati
vennero licenziati. Inoltre, per forzare l'obbedienza del popolo
verso lo stato, i nazisti fondarono la Gestapo, una polizia segreta
di stato indipendente dalle autorità civili. La Gestapo mise
sotto controllo il popolo tedesco grazie a 100.000 spie e
informatori, che riferivano di chiunque manifestasse posizioni
critiche o antinaziste.
Contenta della prosperità portata dai nazisti, la maggior
parte dei tedeschi rimase silenziosamente obbediente, mentre gli
oppositori politici, specialmente comunisti, marxisti e membri
dell'internazionale socialista furono imprigionati; tra il 1933 e il
1945 più di tre milioni di tedeschi furono rinchiusi in campi
di concentramento o in carcere per ragioni politiche. Decine di
migliaia vennero uccisi. Sempre tra il 1933 e il 1945 i
Sondergerichte (tribunali speciali) condannarono a morte 12.000
tedeschi, la Corte marziale ne condannò a morte 25.000 e la
giustizia ordinaria 40.000.
La seconda guerra mondiale
La crisi di Danzica raggiunse il suo culmine all'inizio del 1939;
man mano che i rapporti sulle dispute riguardo alla Libera
Città di Danzica aumentavano, il Regno Unito "garantì"
di difendere l'integrità territoriale della Polonia e i
polacchi respinsero una serie di offerte da parte della Germania
nazista riguardanti sia Danzica che il Corridoio polacco. I tedeschi
decisero quindi di rompere le relazioni diplomatiche. Hitler aveva
saputo che l'Unione Sovietica voleva firmare un patto di non
aggressione con la Germania e avrebbe tollerato un attacco contro la
Polonia. Il 1º settembre 1939 la Germania invase la Polonia e,
due giorni dopo, Regno Unito e Francia dichiararono guerra alla
Germania. La seconda guerra mondiale stava iniziando, ma la Polonia
cadde molto rapidamente, specialmente dopo che i sovietici l'ebbero
attaccata a loro volta il 17 settembre. Il Regno Unito
effettuò dei bombardamenti su Wilhelmshaven, Cuxhaven,
Helgoland e altre zone. A parte qualche scontro navale non successe
nient'altro: per questo tale periodo venne definito della strana
guerra.
Il 1940 iniziò con il Regno Unito che lanciò dei
volantini di propaganda nei cieli di Praga e Vienna ma ad un
attacco tedesco alla flotta britannica in alto mare seguì il
bombardamento inglese alla città portuale di Sylt. Dopo
l'incidente dell'Altmark al largo delle coste norvegesi e la
scoperta dei piani britannici per accerchiare la Germania, Hitler
mandò le proprie truppe in Danimarca e Norvegia. Tale mossa
garantì i rifornimenti di ferro dalla Svezia attraverso le
acque costiere. Poco dopo britannici e francesi approdarono nella
Norvegia centrale e settentrionale ma la Germania sconfisse quelle
truppe durante la conseguente Campagna di Norvegia.
Un pescatore britannico aiuta un soldato alleato mentre una bomba
lanciata da uno Stuka esplode pochi metri più in là.
Più di 300.000 soldati vennero evacuati da Dunkerque e dalle
spiagge circostanti nel maggio e giugno 1940.
Nel maggio 1940 la strana guerra finì. Contro il parere dei
suoi consiglieri, Hitler ordinò di attaccare la Francia
passando attraverso i Paesi Bassi; la campagna di Francia si
concluse con una schiacciante vittoria della Germania. Tuttavia,
dato il rifiuto dei britannici di accettare l'offerta di pace di
Hitler, la guerra continuò. Germania e Gran Bretagna
continuarono a combattere sia in mare che nei cieli. Il 24 agosto
due bombardieri tedeschi fuori rotta bombardarono accidentalmente
Londra - contro la volontà di Hitler - cambiando il corso
della guerra. Come risposta all'attacco i britannici
bombardarono Berlino, azione che fece infuriare Hitler; il dittatore
tedesco ordinò quindi di attaccare le città
britanniche e il Regno Unito venne pesantemente bombardato
nell'operazione chiamata Blitz.
Questo cambiamento degli obiettivi prioritari intralciò i
piani della Luftwaffe di conquistare la superiorità aerea
sulla Gran Bretagna, necessaria per la progettata invasione, e
permise alle difese aeree britanniche di recuperare la propria forza
e continuare a combattere.
Hitler sperava di spezzare il morale dei britannici e conquistare in
quel modo la pace, ma questi rifiutarono di arretrare di un passo
dalle loro posizioni; alla fine Hitler dovette rinunciare alla
campagna di bombardamenti conosciuta come battaglia d'Inghilterra
per dedicarsi alla lungamente pianificata invasione dell'Unione
Sovietica: l'operazione Barbarossa. La Germania e i suoi alleati
invasero l'Unione Sovietica il 22 giugno 1941. Alla vigilia
dell'invasione, l'ex delfino di Hitler Rudolf Hess tentò di
negoziare i termini di una pace con il Regno Unito con un incontro
privato e non ufficiale dopo un atterraggio di fortuna in Scozia. Al
contrario, Hitler sperava che un rapido successo in Unione Sovietica
avrebbe spinto la Gran Bretagna ad accettare un tavolo di negoziati.
L'Operazione Barbarossa avrebbe dovuto iniziare prima di quando
partì in realtà, ma i fallimenti militari italiani in
Nord Africa e nei Balcani avevano preoccupato Hitler. Nel febbraio
1941 l'Afrika Korps tedesco venne inviato in Libia per aiutare gli
italiani e tenere impegnate le forze del Commonwealth britannico
schierate in Egitto che era tenuto dagli inglesi. Con il prosieguo
della campagna del Nord Africa, a dispetto degli ordini che volevano
si rimanesse sulla difensiva, l'Afrika Korps riconquistò i
territori persi dagli italiani, respingendo i britannici nel deserto
e avanzando verso l'Egitto. In aprile i tedeschi iniziarono
l'invasione della Jugoslavia per aiutare le forze amiche a
ripristinare l'ordine. Seguirono poi la campagna di Grecia, fatta
ancora una volta per salvare gli italiani e la battaglia di Creta. A
causa delle distrazioni in Africa e nei Balcani i tedeschi non
riuscirono a lanciare l'operazione Barbarossa fino alla fine di
giugno. Inoltre uomini e materiali furono destinati ad altro impiego
per creare l'Europa fortificata che Hitler voleva prima di rivolgere
la propria attenzione a est.
L'inizio dell'operazione Barbarossa fu comunque un successo. Il solo
timore di Hitler era che l'esercito tedesco e i suoi alleati non
avanzassero all'interno dell'Unione Sovietica abbastanza in fretta.
Entro il dicembre 1941 i tedeschi e gli alleati raggiunsero le porte
di Mosca; a nord le truppe avevano raggiunto Leningrado e avevano
circondato la città. Nel frattempo la Germania e i suoi
alleati controllavano ormai quasi tutta l'Europa continentale, con
le eccezioni della neutrale Svizzera e di Svezia, Spagna,
Portogallo, Liechtenstein, Città del Vaticano, Andorra e
Principato di Monaco.
L'11 dicembre 1941, quattro giorni dopo l'attacco giapponese a Pearl
Harbor, la Germania nazista dichiarò guerra agli Stati Uniti.
Questo non era solo un modo di rafforzare il legame con il Giappone
ma, dopo mesi di roboante propaganda antitedesca sui media americani
e la messa in atto del programma di aiuti al Regno Unito denominato
Lend-Lease, le indiscrezioni sul piano Rainbow Five e i contenuti
del discorso di Franklin Delano Roosevelt riguardo a Pearl Harbor
avevano fatto comprendere a Hitler che gli Stati Uniti non sarebbero
rimasti neutrali. Inoltre la politica tedesca di "accomodamento"
verso gli Stati Uniti, che tendeva a mantenerli fuori dalla guerra,
rappresentava un peso per lo sforzo bellico tedesco. La Germania
aveva fino ad allora evitato di attaccare i convogli navali
americani, anche quando portavano aiuti alla Gran Bretagna o
all'Unione Sovietica. Al contrario, dopo la dichiarazione di guerra,
la marina tedesca iniziò una guerra sottomarina
indiscriminata, servendosi degli U-Boot per attaccare le navi senza
preavviso.
L'obiettivo della marina tedesca, la Kriegsmarine, era di
interrompere la linea di rifornimenti della Gran Bretagna. In tali
circostanze ebbe luogo una delle più famose battaglie navali
della storia, quando la nave da battaglia tedesca Bismarck, la
più grande e potente nave da guerra della Germania,
tentò di raggiungere l'Atlantico e prendere d'assalto le navi
con i rifornimenti dirette in Gran Bretagna. La Bismarck venne
affondata, ma non prima di aver a sua volta mandato a fondo la
più grande nave da guerra britannica, l'incrociatore HMS
Hood.
Gli U-Boot tedeschi ebbero maggior successo rispetto alle
unità di superficie come la Bismarck. Tuttavia la Germania
non riuscì a fare della produzione di sommergibili una
priorità strategica e, quando lo fece, i britannici e i loro
alleati avevano sviluppato tecnologie e strategie per
neutralizzarli. Inoltre, a dispetto dei primi successi dei
sommergibili del 1941 e 1942, la carenza di materiali in Gran
Bretagna non raggiunse mai i livelli della prima guerra mondiale. La
vittoria degli Alleati nella battaglia dell'Atlantico fu comunque
ottenuta a caro prezzo: tra il 1939 e il 1945 furono affondate 3.500
imbarcazioni alleate (per un tonnellaggio complessivo di 14,5
milioni) a fronte di 783 U-Boot tedeschi.
Le persecuzioni e le campagne di sterminio
La persecuzione delle minoranze razziali, etniche e sociali e degli
"indesiderabili" furono una costante sia in Germania che nei
territori occupati. A partire dal 1941 gli ebrei furono costretti a
portare un distintivo giallo quando si trovavano in pubblico; la
maggioranza di essi fu costretta a vivere in ghetti murati, dove
rimasero isolati dal resto della popolazione. Nel gennaio 1942 la
Conferenza di Wannsee guidata da Reinhard Heydrich (diretto
subordinato del capo delle SS Heinrich Himmler), stese i piani per
la "Soluzione finale della questione ebraica" (Endlösung der
Judenfrage). A partire da allora e fino alla fine della guerra
vennero sistematicamente uccisi più di sei milioni di ebrei,
nonché milioni di omosessuali, zingari, Testimoni di Geova,
slavi, prigionieri politici e appartenenti ad altre minoranze.
Inoltre più di dieci milioni di persone vennero costrette ai
lavori forzati. Quotidianamente migliaia di persone venivano inviate
nei campi di sterminio e nei campi di concentramento. Questo
genocidio è noto come Olocausto in italiano e Shoah in
ebraico.
Parallelamente all'Olocausto, i nazisti misero in atto il
Generalplan Ost (it. Piano generale per l'est) che prevedeva la
conquista, la pulizia etnica e lo sfruttamento delle popolazioni
degli annessi territori dell'Unione Sovietica e della Polonia;
furono così uccisi circa venti milioni di civili sovietici, 3
milioni di polacchi e sette milioni di soldati dell'Armata Rossa. La
guerra d'aggressione nazista per lo spazio vitale nell'Europa
dell'est venne intrapresa per "difendere la civiltà
occidentale dal bolscevismo dei sub-umani". Stime indicano che, se i
nazisti avessero vinto la guerra, avrebbero deportato circa 51
milioni di slavi dall'Europa centrale e orientale.
A causa delle atrocità subite sotto il regime di Stalin,
molti ucraini baltici e altri appartenenti a etnie oppresse
combatterono al fianco dei nazisti. Gli abitanti delle regioni
sovietiche occupate dai nazisti giudicati di razza ariana o che non
avevano diretti antenati ebrei non vennero perseguitati e anzi
spesso vennero reclutati nelle divisioni delle Waffen Schutzstaffel;
in ultima analisi, il regime intendeva "germanizzare" tutto il volk
giudicato razzialmente accettabile dell'Europa orientale occupata.
La vittoria degli Alleati
All'inizio del 1942 l'Armata Rossa passò al contrattacco e,
prima della fine dell'inverno, la Wehrmacht fu costretta ad
allontanarsi dai dintorni di Mosca. I tedeschi e i loro alleati
fascisti avevano comunque ancora un fronte molto saldo e, in
primavera, lanciarono un grosso attacco contro i campi petroliferi
del Caucaso zona del Volga nel sud della Russia. Si crearono
così le condizioni per un confronto definitivo tra nazisti e
sovietici, la battaglia di Stalingrado (17 luglio 1942 - 2 febbraio
1943), al termine della quale la Germania e gli alleati furono
sconfitti. Vinta anche una grande battaglia tra carri armati a
Kursk-Orel nel luglio 1943, l'Armata Rossa avanzò verso
ovest, in direzione della Germania; da quel momento in poi la
Wehrmacht e gli alleati rimasero sulla difensiva.
In Libia l'Afrika Korps non riuscì a spezzare il fronte
alleato nella prima battaglia di El Alamein (1–27 luglio 1942),
anche per le ripercussioni logistiche e morali della sconfitta di
Stalingrado. A partire dai primi mesi del 1942 i bombardamenti
alleati sulla Germania aumentarono d'intensità causando la
distruzione, tra le altre, di città come Colonia e Dresda, la
morte di migliaia di civili e costringendo a patire gravi sofferenze
i sopravvissuti.
Stime contemporanee riguardo alle perdite umane dell'esercito
tedesco parlano di 5,5 milioni di morti.
Nel novembre 1942 la Wehrmacht e l'esercito italiano si ritirarono
in Tunisia, dove lottarono contro statunitensi e britannici nella
Campagna di Tunisia (17 novembre 1942 – 13 maggio 1943). Gli Alleati
invasero la Sicilia e quindi l'Italia, ma incontrarono una fiera
resistenza, in particolare ad Anzio (22 gennaio 1944 – 5 giugno
1944) e Cassino (17 gennaio 1944 – 18 maggio 1944); la campagna
continuò fin quasi al termine della guerra. Nel giugno 1944
le forze statunitensi e britanniche crearono un fronte occidentale
con lo sbarco in Normandia (6 giugno 1944). Dopo la positiva
Operazione Bagration (22 giugno – 19 agosto 1944), l'Armata Rossa
conquistò la Polonia; le popolazioni della Prussia orientale
e occidentale e della Slesia fuggirono in massa temendo persecuzioni
e violenze da parte dei comunisti.
Nel frattempo, nel sotterraneo Führerbunker, Adolf Hitler
rimase psicologicamente isolato e tagliato fuori, iniziando a
mostrare segni di squilibrio mentale; incontrando i vertici militari
iniziò a valutare l'ipotesi del suicidio se la Germania
avesse perso la guerra. Poco dopo l'Armata Rossa circondò
Berlino, tagliandone le comunicazioni con il resto della Germania;
nonostante la perdita di eserciti e territori il Führer non
abbandonò il potere né si arrese. In assenza di
comunicazioni da Berlino Hermann Göring mandò ad Hitler
un ultimatum, minacciando di assumere il comando della Germania
nazista in aprile se non avesse ricevuto risposta, fatto che avrebbe
interpretato come la dimostrata incapacità di Hitler a
governare. Dopo aver ricevuto l'ultimatum il Führer
ordinò l'immediato arresto di Göring e inviò un
aereo che portasse la sua risposta a Göring stesso in Baviera.
In seguito, nel nord della Germania, il Reichsführer-SS
Heinrich Himmler prese contatto con gli Alleati per negoziare la
pace: anche in questo caso la reazione di Hitler fu violenta e
ordinò l'arresto e la messa a morte di Himmler.
Nella primavera del 1945 l'Armata Rossa entrò a Berlino; le
forze statunitensi e britanniche avevano conquistato la maggior
parte della Germania occidentale e incontrarono i sovietici a
Torgau, sul fiume Elba il 26 aprile 1945. Con Berlino sotto assedio,
Hitler e i comandanti nazisti rimasero asserragliati nel
Führerbunker mentre in superficie, nella Battaglia di Berlino
(16 aprile 1945 – 2 maggio 1945), l'Armata Rossa affrontava quello
che restava dell'esercito tedesco, la Gioventù hitleriana e
le Waffen-SS, per prendere il controllo della capitale ormai in
rovina.
La capitolazione delle forze tedesche
Il 30 aprile 1945, mentre la battaglia di Berlino raggiungeva il
culmine e la città veniva presa dalle forze sovietiche,
Hitler si suicidò all'interno del bunker. Due giorni dopo, il
2 maggio 1945, il generale tedesco Helmuth Weidling consegnò
Berlino senza condizioni al generale sovietico Vasilij Ivanovič
Čujkov. Il posto di Hitler venne preso dal Grande Ammiraglio Karl
Dönitz come Presidente del Reich e da Joseph Goebbels in
qualità di Cancelliere. Nessuno diventò Führer al
suo posto in quanto Hitler aveva abolito la carica nel proprio
testamento. Goebbels tuttavia si suicidò a sua volta nel
bunker un giorno dopo aver assunto la carica. Il governo di
emergenza di Dönitz si stabilì nelle vicinanze del
confine danese e tentò senza successo di negoziare una pace
separata con gli alleati occidentali. Tra il 4 e l'8 maggio la
maggior parte delle rimanenti forze armate tedesche sparse per
l'Europa si arrese senza condizioni. Era la fine della seconda
guerra mondiale in Europa. Alla fine delle ostilità, a non
essere occupata dagli Alleati era rimasta solo una striscia di
territorio che andava dall'Alto Adige alla Boemia e alla Baviera
Orientale (oltre ad alcune zone isolate in Francia, in Italia, nei
Paesi Bassi e in Scandinavia). Francia, Unione Sovietica, Regno
Unito e Stati Uniti procedettero quindi a fissare delle zone di
occupazione.
La guerra era stata la più grande e distruttiva della storia
dell'umanità e aveva causato 60 milioni di morti, inclusi i
milioni di persone perite durante l'Olocausto. La sola Unione
Sovietica aveva perso nel corso della guerra circa 20 milioni di
persone. Verso la fine della guerra l'Europa contava più di
40 milioni di profughi.
Il 5 luglio 1945, con la creazione del Consiglio di controllo
alleato, le quattro potenze alleate presero il "Potere supremo per
quanto riguarda la Germania"
La caduta del Terzo Reich
Nell'agosto 1945 con la Conferenza di Potsdam vennero stretti
accordi e tratteggiata una linea per la creazione di un nuovo
governo della Germania del periodo post-bellico, oltre che per i
risarcimenti di guerra e per il riassetto del paese. Tutte le
annessioni di territorio tedesche in Europa avvenute dopo il 1937,
come quella dei Sudeti, vennero annullate, inoltre il confine
orientale della Germania venne spostato verso ovest fino alla Linea
Oder-Neiße. I territori a est del nuovo confine come la
Prussia Orientale, la Slesia, la Prussia Occidentale, due terzi
della Pomerania e parte del Brandeburgo passarono alla Polonia. La
maggior parte di queste erano zone agricole, con l'eccezione della
Slesia Superiore che era il secondo centro tedesco come importanza
per l'industria pesante. Molte città, sia grandi che piccole,
come Stettino, Königsberg, Breslavia, Elbląg e Danzica vennero
svuotate della loro popolazione tedesca e tolte a loro volta dal
controllo della Germania.
La Francia assunse il controllo di gran parte delle rimanenti fonti
di carbone tedesche. Praticamente tutti i tedeschi che vivevano in
Europa Centrale al di fuori dei nuovi confini orientali di Germania
e Austria, vennero nel giro di qualche anno espulsi, problema che
riguardò circa 17 milioni di persone. Stime calcolano che
tali espulsioni finirono per provocare tra uno e due ulteriori
milioni di morti. Le zone occupate da Francia, Regno Unito e Stati
Uniti in seguito diventarono la Repubblica federale tedesca, mentre
la zona controllata dai sovietici diventò la Repubblica
democratica tedesca, con l'eccezione del settore occidentale della
città di Berlino.
L'iniziale politica di occupazione repressiva degli Alleati
occidentali venne radicalmente cambiata dopo pochi anni, quando la
guerra fredda rese i tedeschi degli alleati importanti contro il
comunismo. Entro gli anni sessanta la Germania occidentale si era
già ripresa economicamente, producendosi in quello che venne
chiamato Wirtschaftswunder (It. miracolo economico) principalmente
grazie alla riforma monetaria del 1948 che sostituì il
Reichsmark con il Deutsche Mark come valuta legale arrestando
l'inflazione galoppante ma anche, in misura minore all'aiuto
economico sotto forma di prestiti fornito dal Piano Marshall, la cui
influenza venne ampliata fino a comprendere la Germania occidentale.
Il recupero della Germania occidentale venne inoltre sostenuto dalle
politiche fiscali e da un grande sforzo da parte dei lavoratori, che
finì anche per generare il fenomeno dei Gastarbeiter.
La politica di smantellamento delle industrie tedesche da parte
degli Alleati finì nel 1951 e nel 1952 la Germania
aderì alla Comunità europea del carbone e
dell'acciaio. Nel 1955 l'occupazione militare della Germania
occidentale finì ufficialmente. Sotto il comunismo, la
Germania orientale si riprese a ritmo più ridotto fino al
1990, a causa dei risarcimenti pagati all'Unione Sovietica e degli
effetti negativi dell'economia centralizzata pianificata. La
Germania riguadagnò la piena sovranità dall'URSS nel
1991.
Dopo la guerra i capi nazisti sopravvissuti vennero processati da un
tribunale alleato a Norimberga per crimini contro l'umanità.
Una minoranza venne condannata a morte e giustiziata, mentre altri
vennero incarcerati e poi rilasciati verso la metà degli anni
cinquanta sia per le loro condizioni di salute che per l'età
ormai avanzata, con la sola notevole eccezione di Rudolf Hess, che
morì nel carcere di Spandau, dove si trovava in stato di
isolamento permanente, nel 1987. Negli anni sessanta, settanta e
ottanta in Germania occidentale vennero fatti altri tentativi di
portare coloro che erano direttamente responsabili di "crimini
contro l'umanità" davanti a un giudice. Tuttavia molti dei
funzionari nazisti non di primo piano continuarono a rimanere in
libertà.
Gli Alleati misero fuori legge il NSDAP, le sue organizzazioni
secondarie e affiliate e la maggior parte dei suoi simboli ed
emblemi (tra cui la svastica) sia in Germania che in Austria; il
divieto è tuttora in vigore. La fine del Terzo Reich vide
inoltre il tramonto di correlate espressioni di esplicito
nazionalismo, come il Pangermanismo e il Movimento völkisch,
che prima della seconda guerra mondiale erano state ideologie
diffuse e importanti della scena politica tedesca ed europea. Fedeli
alle suddette ideologie rimasero solo piccole frange minoritarie.
I processi di Norimberga
I crimini di guerra e contro l'umanità nazisti ebbero
l'effetto di rinvigorire il sentimento internazionalista sia in
Europa occidentale che nel blocco orientale, situazione che ebbe
come risultato la creazione delle Nazioni unite (26 giugno 1945).
Uno dei primi compiti affidati all'organizzazione fu l'istituzione
di tribunali speciali per giudicare i dirigenti nazisti nei processi
di Norimberga, organizzati proprio nell'ex roccaforte politica del
nazismo. Il primo e più importante fu il Processo dei
principali criminali di guerra davanti al Tribunale militare
internazionale (IMT) che riguardò 24 tra i più
importanti dirigenti nazisti, tra cui Hermann Göring, Ernst
Kaltenbrunner, Rudolf Hess, Albert Speer, Karl Dönitz, Hans
Frank e Julius Streicher. Molti degli imputati furono giudicati
colpevoli e dodici di essi furono condannati a morte per
impiccagione. Alcuni dei condannati a morte nei loro ultimi secondi
di vita inneggiarono ad Hitler. Tra coloro che sfuggirono
all'esecuzione vi furono Göring (che si suicidò con il
cianuro), Hess (ex confidente di Hitler condannato all'ergastolo),
Speer (architetto di stato e in seguito ministro degli armamenti,
condannato a vent'anni nonostante si fosse servito del lavoro di
schiavi), Konstantin von Neurath (membro del governo del Terzo Reich
che era già in carica prima dell'ascesa al potere del regime)
e l'economista Hjalmar Schacht (altro ministro che era stato al
governo anche prima del nazismo).
Nonostante tutto, alcuni hanno accusato i processi di Norimberga di
essere stati la "giustizia del vincitore", dal momento che non fu
presa alcuna iniziativa simile per punire i crimini di guerra e
contro l'umanità commessi durante la guerra da alleati e
sovietici.