Terzo Reich


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Germania nazista e Terzo Reich (in tedesco Drittes Reich) sono le definizioni con cui comunemente ci si riferisce alla Germania degli anni tra il 1933 e il 1945, quando si trovò sotto il regime totalitario del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori guidato da Adolf Hitler. Il termine Terzo Reich intendeva connotare lo stato nazista come il successore storico del medievale Sacro Romano Impero (962–1806) e del moderno Impero tedesco (1871–1918). La Germania nazista ebbe due denominazioni ufficiali, Deutsches Reich (tale denominazione era in uso sin dal 1871) dal 1933 al 1943, e Großdeutsches Reich (it. Reich della Grande Germania) dal 1943 al 1945.

Il 30 gennaio 1933, Adolf Hitler venne nominato Cancelliere del Reich. Nonostante inizialmente si trovasse a capo di un governo di coalizione, si liberò velocemente degli alleati di governo. All'epoca i confini tedeschi erano ancora quelli stabiliti nel Trattato di Versailles del 1919 tra la Germania e le Potenze Alleate (Regno Unito, Francia, Stati Uniti d'America, Regno d'Italia, Impero Giapponese e altri) dopo la fine della prima guerra mondiale; a nord la Germania era limitata da mare del Nord, mar Baltico e Danimarca; a est era divisa in due parti e confinava con Lituania, la Libera Città di Danzica, Polonia e Cecoslovacchia; a sud confinava con Austria e Svizzera, mentre a ovest toccava Francia, Lussemburgo, Belgio, Paesi Bassi, Renania e Saarland. Questi confini cambiarono dopo che la Germania riprese il controllo di Renania, Saarland e Territorio di Memel e si annesse l'Austria, i Sudeti e la Boemia e Moravia. Durante la seconda guerra mondiale la Germania si espanse trasformandosi nella Grande Germania, secondo i principi del Pangermanismo, già sviluppati nel secolo precedente ma particolarmente cari a Hitler; tale processo di espansione iniziò nel 1938 con l'annessione dell'Austria, ma fu l'occupazione della Polonia che spinse Regno Unito e Francia alla dichiarazione di guerra.

Nel corso della guerra la Germania e le altre Potenze dell'Asse europee (Italia, Ungheria, Romania e Slovacchia) conquistarono e occuparono la maggior parte dell'Europa (con l'eccezione delle Isole Britanniche, della Svizzera, della Svezia, della Penisola iberica e della Turchia europea) nonché parte della Russia europea. I nazisti perseguitarono e assassinarono milioni di ebrei e di appartenenti ad altre minoranze etniche mettendo in atto il genocidio noto come Olocausto; questo procedimento di pulizia etnica era da essi denominato con l'ambiguo termine di "soluzione finale" (Endlösung in tedesco). Inoltre furono perseguitati o uccisi diversi esponenti antinazisti (perlopiù socialisti e comunisti) eseguendo condanne a morte con il Volksgerichtshof (Tribunale del Popolo), nonché Testimoni di Geova, Rom e Sinti (quest'altro genocidio è noto come Porajmos), omosessuali tramite il Paragrafo 175 del codice penale tedesco e inoltre persone con problemi mentali e genetici tramite il programma Aktion T4.

Tra il 1943 e il 1945 la Germania subì una continua serie di pesanti sconfitte da parte degli Alleati, tra i quali spiccavano Stati Uniti, Unione Sovietica, Regno Unito, Francia e Canada. Ciò portò all'occupazione del territorio tedesco e allo smembramento in quattro settori d'occupazione, poi ridotti a due, uno filo-occidentale (la Germania Ovest) e uno filo-sovietico (la Germania Est).

Storia

La Germania nazista crebbe in una situazione in cui erano diffusi nel paese sentimenti d'imbarazzo, rabbia e risentimento in seguito alle condizioni imposte alla nazione dal Trattato di Versailles del 1919che aveva imposto ai tedeschi sconfitti:

    l'accettazione da parte della Germania di dichiararsi sola responsabile per lo scoppio della prima guerra mondiale
    la perdita permanente di diversi territori e la smilitarizzazione di altre parti del territorio tedesco
    il pagamento da parte della Germania di pesanti risarcimenti sia in denaro che in natura, giustificati, dal punto di vista degli Alleati, dalla clausola della responsabilità di guerra.
    il disarmo unilaterale della Germania nonché severe restrizioni in campo militare

Altre condizioni che favorirono l'ascesa del Terzo Reich furono il nazionalismo e il Pangermanismo, le tensioni sociali attribuite all'azione di gruppi marxisti, la grande depressione globale degli anni trenta (conseguenza del crollo di Wall Street del 1929), l'iperinflazione, la reazione contro l'anti-tradizionalismo e il liberalismo della Repubblica di Weimar e la crescita del comunismo in Germania, con la nascita del KPD.

Molti elettori, cercando uno sfogo per le loro frustrazioni, e come espressione del loro rifiuto della democrazia parlamentare che appariva incapace di mantenere un governo in carica per più di pochi mesi, iniziarono a scegliere partiti politici di estrema destra e di estrema sinistra, appoggiando estremisti proprio come il Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori (NSDAP).

I nazisti promettevano un governo forte e autoritario al posto del sistema repubblicano e della pace civile (concetti da loro ritenuti logori), politiche economiche radicali (tra cui il raggiungimento del pieno impiego), il riscatto dell'orgoglio nazionale (principalmente ripudiando l'odiato Trattato di Versailles) e la pulizia razziale con la soppressione di ebrei e marxisti; il tutto in nome dell'unità e della solidarietà nazionale, preferite alle divisioni partigiane della democrazia e alla divisione in classi sociali del marxismo. I nazisti promettevano inoltre un risveglio culturale nazionale basato sulla tradizione del Movimento völkisch e proponevano il riarmo, il rifiuto di continuare a pagare i debiti di guerra e la rivendicazione dei territori persi con il Trattato di Versailles.

Il partito nazista sosteneva che, con la firma del Trattato, la liberal democrazia della Repubblica di Weimar e i cosiddetti "traditori criminali di novembre" avevano rinunciato all'orgoglio nazionale tedesco in quanto ispirati dagli ebrei e loro conniventi, il cui obiettivo era il rovesciamento della nazione e l'avvelenamento del sangue tedesco. Per far accettare tale interpretazione della recente storia tedesca, la propaganda nazista si servì efficacemente della leggenda della pugnalata alle spalle (Dolchstoßlegende), spiegando in quel modo l'insuccesso militare della Germania. A partire dal 1925 e per tutti gli anni trenta il governo tedesco continuò ad evolversi trasformandosi da una democrazia de jure in uno stato autoritario conservator-nazionalista, trasformazione avvenuta sotto la guida del presidente-eroe di guerra Paul von Hindenburg, al quale non piaceva la liberal democrazia della Repubblica di Weimar e voleva rendere la Germania uno stato autoritario. L'alleato naturale per l'imposizione di una svolta autoritaria era il Deutschnationale Volkspartei (DNVP), ovvero i "nazionalisti", ma, dopo il 1929, con l'economia tedesca che stava stentando, i nazionalisti più giovani e radicali furono attratti dalla natura rivoluzionaria del partito nazionalsocialista, anche come sfida contro il crescente consenso popolare per il comunismo. Inoltre, i partiti politici della classe media persero il sostegno del loro elettorato, che confluì verso le ali estreme dello spettro politico tedesco, rendendo sempre più difficile la creazione di un governo di maggioranza in un sistema parlamentare.

Nelle elezioni federali tedesche del 1928, quando l'economia era migliorata dopo l'iperinflazione del periodo del 1922-23, i nazisti ottennero solo 12 seggi.

L'avvento al potere

Solo due anni dopo, nelle Elezioni federali tedesche del 1930, tenutesi qualche mese dopo il crollo della borsa statunitense, il partito nazista ne ottenne 107, trasformandosi dal piccolo gruppetto rappresentante il nono partito per numero di parlamentari nella seconda forza politica del Reichstag.

Le elezioni federali tedesche del luglio 1932 rappresentarono la svolta: i nazisti diventarono il primo partito rappresentato al Reichstag, aggiudicandosi 230 seggi; il Presidente Hindenburg era restio ad affidare ad Hitler il potere esecutivo, ma l'ex cancelliere Franz von Papen e Hitler strinsero un'alleanza tra partiti NSDAP–DNVP che avrebbe permesso ad Hitler stesso di ottenere il cancellierato sotto il controllo di un partito conservatore tradizionale, e ad Hindenburg di sviluppare uno stato autoritario. Hitler fece notevoli pressioni per essere nominato Cancelliere, promettendo in cambio a Hindenburg che il partito nazista avrebbe appoggiato qualsiasi tipo di governo avesse nominato.

Il 30 gennaio 1933 il presidente Paul von Hindenburg nominò così Adolf Hitler Cancelliere della Germania dopo il fallimento del generale Kurt von Schleicher nel tentativo di formare un governo in grado di reggere. Nominato Vice cancelliere, il generale Von Schleicher credeva di poter controllare Hitler e mantenere i nazisti in minoranza all'interno del governo. Hitler, sia tramite il figlio Oskar von Hindenburg sia tramite gli intrighi dell'ex cancelliere Von Papen, fece pressioni su Hindenburg, che era il capo del Centro Cattolico e la cui linea politica era in parte dettata dal suo anticomunismo. Anche se i nazisti avevano ottenuto la maggioranza relativa nelle due elezioni del 1932 non avevano una reale maggioranza, ma solo una leggera maggioranza parlamentare grazie all'alleanza con la NSDAP-DNVP che governò per decreto presidenziale in forza dell'articolo 48 della costituzione di Weimar.

Il trattamento che il nazionalsocialisti riservarono agli ebrei nei primi mesi del 1933 rappresentò il primo passo del loro processo di eliminazione dalla società tedesca. Tale progetto rappresentava uno dei pilastri della "rivoluzione culturale" ideata da Adolf Hitler.

Consolidamento del potere

Il nuovo governo instaurò rapidamente in Germania una dittatura totalitaria, istituendo con provvedimenti legislativi un governo centrale allineato, un processo chiamato Gleichschaltung. La notte del 27 febbraio 1933 il Palazzo del Reichstag andò a fuoco mentre al suo interno veniva trovato il comunista consiliarista olandese Marinus van der Lubbe; l'uomo venne arrestato, accusato di incendio doloso, processato e quindi decapitato. Tali fatti provocarono la reazione immediata di migliaia di anarchici, socialisti e comunisti in tutto il paese; definiti i loro discorsi e comizi come un'insurrezione, i nazisti ne imprigionarono molti nel campo di concentramento di Dachau. L'opinione pubblica temette che l'incendio fosse un segnale per dare il via a una rivoluzione comunista in Germania, come quella del 1919, così i nazisti lo sfruttarono emanando il Decreto dell'incendio del Reichstag (27 febbraio 1933), con cui abrogavano la maggior parte delle libertà civili, tra cui l'habeas corpus, in modo di eliminare i loro avversari politici. Nel marzo 1933, con il Decreto dei pieni poteri, votato dal Parlamento con 444 favorevoli e 94 contrari (i socialdemocratici rimasti), il Reichstag conferì per decreto poteri dittatoriali al cancelliere Adolf Hitler; per quattro anni avrebbe avuto un potere politico assoluto che lo autorizzava a non rispettare più i principi della Costituzione di Weimar; da quel momento, per tutto il 1934 il partito nazista si dedicò alla brutale eliminazione dell'opposizione politica; il Decreto dei pieni poteri aveva già messo fuori legge i comunisti (KPD) mentre i socialdemocratici (SPD) vennero messi al bando in giugno nonostante avessero accettato le richieste di Hitler. Nel periodo che andò da giugno a luglio anche nazionalisti (DVNP), Partito Popolare (DVP) e Partito dello Stato tedesco (DStP) vennero obbligati a sciogliersi in vari modi. In seguito, su pressione di Franz von Papen, anche il rimasto Centro cattolico fu sciolto il 5 luglio 1933 dopo aver ottenuto dai nazisti garanzie riguardo al sistema educativo cattolico e i gruppi giovanili. Il 14 luglio 1933 la Germania venne dichiarata ufficialmente un paese monopartitico.

Istituito il Terzo Reich, il regime nazista abolì i simboli della Repubblica di Weimar, tra cui la bandiera tricolore nero-rosso-oro, adottando un simbolismo riferibile sia al vecchio che al nuovo impero, che rappresentava la natura duplice del terzo impero tedesco. Il tricolore imperiale nero-bianco-rosso, caduto per lo più in disuso durante la Repubblica di Weimar, venne ripristinato come una delle due bandiere ufficiali nazionali della Germania; la seconda fu la bandiera con la svastica del partito nazista, che poi diventò bandiera nazionale tedesca nel 1935. L'inno nazionale rimase Das Lied der Deutschen (noto anche come Deutschland über Alles), ma i nazisti ne modificarono il testo mantenendo solo la strofa iniziale, a cui seguiva l'Horst-Wessel-Lied accompagnato dal saluto nazista.

Il 30 gennaio 1934 il presidente del Reich e Cancelliere Hitler concentrò formalmente il potere esecutivo su se stesso con il Gesetz über den Neuaufbau des Reichs (it. Decreto per la ricostruzione del Reich), sciogliendo i parlamenti dei Länder e trasferendone i poteri legislativi e amministrativi al governo centrale di Berlino. Il processo di centralizzazione era iniziato poco dopo il marzo 1933 con la promulgazione del Decreto dei pieni poteri, quando i governi regionali erano stati sostituiti dai Reichsstatthalter (governatori del Reich). Anche le amministrazioni locali furono rimosse; i governatori del Reich nominarono direttamente i sindaci delle città e paesi con popolazione inferiore ai 100.000 abitanti; il Ministero degli Interni nominava invece i sindaci delle città con popolazione superiore; per quanto riguardava le città di Berlino, Amburgo e Vienna (dopo l'Anschluss del 1938) Hitler ne nominava i sindaci a propria discrezione.

Entro la primavera del 1934 solo il Reichswehr (le forze armate tedesche) rimaneva indipendente dal governo; per tradizione era infatti considerato un'entità politica a sé stante, separata dal governo nazionale. La milizia paramilitare nazista Sturmabteilung (SA) si aspettava di poter assumere il comando dell'esercito tedesco, ma il Reichswehr si oppose all'ambizione del capo delle SA Ernst Röhm di annettere l'esercito alle SA stesse. Inoltre Röhm intendeva varare una "rivoluzione socialista" per completare la "rivoluzione nazionalista" attuata con l'ascesa al potere di Hitler. Röhm e i capi delle SA volevano che il regime mettesse in atto le sue promesse di promulgare una legislazione socialista per i tedeschi di ascendenza ariana.

Dal momento che il suo potere, senza il controllo del Reichswehr, era assoluto solo sulla carta e volendo mantenere buoni rapporti con esso e con determinati politici e industriali (seccati dalla violenza politica delle SA), Hitler ordinò alle Schutzstaffel (SS) e alla Gestapo di assassinare i suoi avversari politici sia all'esterno che all'interno del partito nazista durante la notte dei lunghi coltelli. L'eliminazione di Ernst Röhm, delle sue SA, degli strasseristi, della corrente di sinistra dei nazisti, e degli altri avversari politici durò dal 30 giugno al 2 luglio 1934.
Adunata al Reichsparteitag, Norimberga, 1935.

Subito dopo la morte di Paul von Hindenburg, il 2 agosto 1934, il Reichstag controllato dai nazisti rafforzò i poteri del Presidente e del cancelliere e rinominò Hitler Führer e cancelliere del Reich. Fino alla morte di Hindenburg il Reichswehr non aveva seguito Hitler, in parte perché l'associazione delle SA, che comprendeva molti milioni di uomini, era più grande dell'esercito (limitato a 100.000 effettivi dal Trattato di Versailles), ma anche perché i capi delle SA si proponevano dapprima di inglobare l'esercito nelle SA e quindi lanciare la rivoluzione nazi-socialista. L'assassinio di Ernst Röhm e degli altri capi SA misero il Reichswehr nella posizione di essere l'unica forza armata della Germania e le promesse del Führer riguardo all'espansione dell'impero gli garantirono la sua fedeltà. La scomparsa di Hindenburg agevolò il mutamento del giuramento di fedeltà dei sodati tedeschi dalla fedeltà al Reich e alla Repubblica di Weimar in uno di fedeltà ad Adolf Hitler, il Führer della Germania.

Il risultato fu che i nazisti sancirono la fine dell'alleanza ufficiale di governo NSDAP–DNVP e iniziarono a imporre l'ideologia e il simbolismo nazista in tutti gli aspetti della vita pubblica e privata in Germania; i manuali scolastici vennero sottoposti a revisione o riscritti completamente per promuovere la visione razzista pangermanista della Großdeutschland (It. Grande Germania) che doveva essere fondata dall'Herrenvolk nazista; gli insegnanti che si opposero ai nuovi programmi di studi nazificati vennero licenziati. Inoltre, per forzare l'obbedienza del popolo verso lo stato, i nazisti fondarono la Gestapo, una polizia segreta di stato indipendente dalle autorità civili. La Gestapo mise sotto controllo il popolo tedesco grazie a 100.000 spie e informatori, che riferivano di chiunque manifestasse posizioni critiche o antinaziste.

Contenta della prosperità portata dai nazisti, la maggior parte dei tedeschi rimase silenziosamente obbediente, mentre gli oppositori politici, specialmente comunisti, marxisti e membri dell'internazionale socialista furono imprigionati; tra il 1933 e il 1945 più di tre milioni di tedeschi furono rinchiusi in campi di concentramento o in carcere per ragioni politiche. Decine di migliaia vennero uccisi. Sempre tra il 1933 e il 1945 i Sondergerichte (tribunali speciali) condannarono a morte 12.000 tedeschi, la Corte marziale ne condannò a morte 25.000 e la giustizia ordinaria 40.000.

La seconda guerra mondiale

La crisi di Danzica raggiunse il suo culmine all'inizio del 1939; man mano che i rapporti sulle dispute riguardo alla Libera Città di Danzica aumentavano, il Regno Unito "garantì" di difendere l'integrità territoriale della Polonia e i polacchi respinsero una serie di offerte da parte della Germania nazista riguardanti sia Danzica che il Corridoio polacco. I tedeschi decisero quindi di rompere le relazioni diplomatiche. Hitler aveva saputo che l'Unione Sovietica voleva firmare un patto di non aggressione con la Germania e avrebbe tollerato un attacco contro la Polonia. Il 1º settembre 1939 la Germania invase la Polonia e, due giorni dopo, Regno Unito e Francia dichiararono guerra alla Germania. La seconda guerra mondiale stava iniziando, ma la Polonia cadde molto rapidamente, specialmente dopo che i sovietici l'ebbero attaccata a loro volta il 17 settembre. Il Regno Unito effettuò dei bombardamenti su Wilhelmshaven, Cuxhaven, Helgoland e altre zone. A parte qualche scontro navale non successe nient'altro: per questo tale periodo venne definito della strana guerra.

Il 1940 iniziò con il Regno Unito che lanciò dei volantini di propaganda nei cieli di Praga e Vienna ma ad un attacco tedesco alla flotta britannica in alto mare seguì il bombardamento inglese alla città portuale di Sylt. Dopo l'incidente dell'Altmark al largo delle coste norvegesi e la scoperta dei piani britannici per accerchiare la Germania, Hitler mandò le proprie truppe in Danimarca e Norvegia. Tale mossa garantì i rifornimenti di ferro dalla Svezia attraverso le acque costiere. Poco dopo britannici e francesi approdarono nella Norvegia centrale e settentrionale ma la Germania sconfisse quelle truppe durante la conseguente Campagna di Norvegia.
Un pescatore britannico aiuta un soldato alleato mentre una bomba lanciata da uno Stuka esplode pochi metri più in là. Più di 300.000 soldati vennero evacuati da Dunkerque e dalle spiagge circostanti nel maggio e giugno 1940.

Nel maggio 1940 la strana guerra finì. Contro il parere dei suoi consiglieri, Hitler ordinò di attaccare la Francia passando attraverso i Paesi Bassi; la campagna di Francia si concluse con una schiacciante vittoria della Germania. Tuttavia, dato il rifiuto dei britannici di accettare l'offerta di pace di Hitler, la guerra continuò. Germania e Gran Bretagna continuarono a combattere sia in mare che nei cieli. Il 24 agosto due bombardieri tedeschi fuori rotta bombardarono accidentalmente Londra - contro la volontà di Hitler - cambiando il corso della guerra. Come risposta all'attacco i britannici bombardarono Berlino, azione che fece infuriare Hitler; il dittatore tedesco ordinò quindi di attaccare le città britanniche e il Regno Unito venne pesantemente bombardato nell'operazione chiamata Blitz.

Questo cambiamento degli obiettivi prioritari intralciò i piani della Luftwaffe di conquistare la superiorità aerea sulla Gran Bretagna, necessaria per la progettata invasione, e permise alle difese aeree britanniche di recuperare la propria forza e continuare a combattere.

Hitler sperava di spezzare il morale dei britannici e conquistare in quel modo la pace, ma questi rifiutarono di arretrare di un passo dalle loro posizioni; alla fine Hitler dovette rinunciare alla campagna di bombardamenti conosciuta come battaglia d'Inghilterra per dedicarsi alla lungamente pianificata invasione dell'Unione Sovietica: l'operazione Barbarossa. La Germania e i suoi alleati invasero l'Unione Sovietica il 22 giugno 1941. Alla vigilia dell'invasione, l'ex delfino di Hitler Rudolf Hess tentò di negoziare i termini di una pace con il Regno Unito con un incontro privato e non ufficiale dopo un atterraggio di fortuna in Scozia. Al contrario, Hitler sperava che un rapido successo in Unione Sovietica avrebbe spinto la Gran Bretagna ad accettare un tavolo di negoziati.

L'Operazione Barbarossa avrebbe dovuto iniziare prima di quando partì in realtà, ma i fallimenti militari italiani in Nord Africa e nei Balcani avevano preoccupato Hitler. Nel febbraio 1941 l'Afrika Korps tedesco venne inviato in Libia per aiutare gli italiani e tenere impegnate le forze del Commonwealth britannico schierate in Egitto che era tenuto dagli inglesi. Con il prosieguo della campagna del Nord Africa, a dispetto degli ordini che volevano si rimanesse sulla difensiva, l'Afrika Korps riconquistò i territori persi dagli italiani, respingendo i britannici nel deserto e avanzando verso l'Egitto. In aprile i tedeschi iniziarono l'invasione della Jugoslavia per aiutare le forze amiche a ripristinare l'ordine. Seguirono poi la campagna di Grecia, fatta ancora una volta per salvare gli italiani e la battaglia di Creta. A causa delle distrazioni in Africa e nei Balcani i tedeschi non riuscirono a lanciare l'operazione Barbarossa fino alla fine di giugno. Inoltre uomini e materiali furono destinati ad altro impiego per creare l'Europa fortificata che Hitler voleva prima di rivolgere la propria attenzione a est.

L'inizio dell'operazione Barbarossa fu comunque un successo. Il solo timore di Hitler era che l'esercito tedesco e i suoi alleati non avanzassero all'interno dell'Unione Sovietica abbastanza in fretta. Entro il dicembre 1941 i tedeschi e gli alleati raggiunsero le porte di Mosca; a nord le truppe avevano raggiunto Leningrado e avevano circondato la città. Nel frattempo la Germania e i suoi alleati controllavano ormai quasi tutta l'Europa continentale, con le eccezioni della neutrale Svizzera e di Svezia, Spagna, Portogallo, Liechtenstein, Città del Vaticano, Andorra e Principato di Monaco.

L'11 dicembre 1941, quattro giorni dopo l'attacco giapponese a Pearl Harbor, la Germania nazista dichiarò guerra agli Stati Uniti. Questo non era solo un modo di rafforzare il legame con il Giappone ma, dopo mesi di roboante propaganda antitedesca sui media americani e la messa in atto del programma di aiuti al Regno Unito denominato Lend-Lease, le indiscrezioni sul piano Rainbow Five e i contenuti del discorso di Franklin Delano Roosevelt riguardo a Pearl Harbor avevano fatto comprendere a Hitler che gli Stati Uniti non sarebbero rimasti neutrali. Inoltre la politica tedesca di "accomodamento" verso gli Stati Uniti, che tendeva a mantenerli fuori dalla guerra, rappresentava un peso per lo sforzo bellico tedesco. La Germania aveva fino ad allora evitato di attaccare i convogli navali americani, anche quando portavano aiuti alla Gran Bretagna o all'Unione Sovietica. Al contrario, dopo la dichiarazione di guerra, la marina tedesca iniziò una guerra sottomarina indiscriminata, servendosi degli U-Boot per attaccare le navi senza preavviso.

L'obiettivo della marina tedesca, la Kriegsmarine, era di interrompere la linea di rifornimenti della Gran Bretagna. In tali circostanze ebbe luogo una delle più famose battaglie navali della storia, quando la nave da battaglia tedesca Bismarck, la più grande e potente nave da guerra della Germania, tentò di raggiungere l'Atlantico e prendere d'assalto le navi con i rifornimenti dirette in Gran Bretagna. La Bismarck venne affondata, ma non prima di aver a sua volta mandato a fondo la più grande nave da guerra britannica, l'incrociatore HMS Hood.

Gli U-Boot tedeschi ebbero maggior successo rispetto alle unità di superficie come la Bismarck. Tuttavia la Germania non riuscì a fare della produzione di sommergibili una priorità strategica e, quando lo fece, i britannici e i loro alleati avevano sviluppato tecnologie e strategie per neutralizzarli. Inoltre, a dispetto dei primi successi dei sommergibili del 1941 e 1942, la carenza di materiali in Gran Bretagna non raggiunse mai i livelli della prima guerra mondiale. La vittoria degli Alleati nella battaglia dell'Atlantico fu comunque ottenuta a caro prezzo: tra il 1939 e il 1945 furono affondate 3.500 imbarcazioni alleate (per un tonnellaggio complessivo di 14,5 milioni) a fronte di 783 U-Boot tedeschi.

Le persecuzioni e le campagne di sterminio

La persecuzione delle minoranze razziali, etniche e sociali e degli "indesiderabili" furono una costante sia in Germania che nei territori occupati. A partire dal 1941 gli ebrei furono costretti a portare un distintivo giallo quando si trovavano in pubblico; la maggioranza di essi fu costretta a vivere in ghetti murati, dove rimasero isolati dal resto della popolazione. Nel gennaio 1942 la Conferenza di Wannsee guidata da Reinhard Heydrich (diretto subordinato del capo delle SS Heinrich Himmler), stese i piani per la "Soluzione finale della questione ebraica" (Endlösung der Judenfrage). A partire da allora e fino alla fine della guerra vennero sistematicamente uccisi più di sei milioni di ebrei, nonché milioni di omosessuali, zingari, Testimoni di Geova, slavi, prigionieri politici e appartenenti ad altre minoranze. Inoltre più di dieci milioni di persone vennero costrette ai lavori forzati. Quotidianamente migliaia di persone venivano inviate nei campi di sterminio e nei campi di concentramento. Questo genocidio è noto come Olocausto in italiano e Shoah in ebraico.

Parallelamente all'Olocausto, i nazisti misero in atto il Generalplan Ost (it. Piano generale per l'est) che prevedeva la conquista, la pulizia etnica e lo sfruttamento delle popolazioni degli annessi territori dell'Unione Sovietica e della Polonia; furono così uccisi circa venti milioni di civili sovietici, 3 milioni di polacchi e sette milioni di soldati dell'Armata Rossa. La guerra d'aggressione nazista per lo spazio vitale nell'Europa dell'est venne intrapresa per "difendere la civiltà occidentale dal bolscevismo dei sub-umani". Stime indicano che, se i nazisti avessero vinto la guerra, avrebbero deportato circa 51 milioni di slavi dall'Europa centrale e orientale.

A causa delle atrocità subite sotto il regime di Stalin, molti ucraini baltici e altri appartenenti a etnie oppresse combatterono al fianco dei nazisti. Gli abitanti delle regioni sovietiche occupate dai nazisti giudicati di razza ariana o che non avevano diretti antenati ebrei non vennero perseguitati e anzi spesso vennero reclutati nelle divisioni delle Waffen Schutzstaffel; in ultima analisi, il regime intendeva "germanizzare" tutto il volk giudicato razzialmente accettabile dell'Europa orientale occupata.

La vittoria degli Alleati

All'inizio del 1942 l'Armata Rossa passò al contrattacco e, prima della fine dell'inverno, la Wehrmacht fu costretta ad allontanarsi dai dintorni di Mosca. I tedeschi e i loro alleati fascisti avevano comunque ancora un fronte molto saldo e, in primavera, lanciarono un grosso attacco contro i campi petroliferi del Caucaso zona del Volga nel sud della Russia. Si crearono così le condizioni per un confronto definitivo tra nazisti e sovietici, la battaglia di Stalingrado (17 luglio 1942 - 2 febbraio 1943), al termine della quale la Germania e gli alleati furono sconfitti. Vinta anche una grande battaglia tra carri armati a Kursk-Orel nel luglio 1943, l'Armata Rossa avanzò verso ovest, in direzione della Germania; da quel momento in poi la Wehrmacht e gli alleati rimasero sulla difensiva.

In Libia l'Afrika Korps non riuscì a spezzare il fronte alleato nella prima battaglia di El Alamein (1–27 luglio 1942), anche per le ripercussioni logistiche e morali della sconfitta di Stalingrado. A partire dai primi mesi del 1942 i bombardamenti alleati sulla Germania aumentarono d'intensità causando la distruzione, tra le altre, di città come Colonia e Dresda, la morte di migliaia di civili e costringendo a patire gravi sofferenze i sopravvissuti.

Stime contemporanee riguardo alle perdite umane dell'esercito tedesco parlano di 5,5 milioni di morti.

Nel novembre 1942 la Wehrmacht e l'esercito italiano si ritirarono in Tunisia, dove lottarono contro statunitensi e britannici nella Campagna di Tunisia (17 novembre 1942 – 13 maggio 1943). Gli Alleati invasero la Sicilia e quindi l'Italia, ma incontrarono una fiera resistenza, in particolare ad Anzio (22 gennaio 1944 – 5 giugno 1944) e Cassino (17 gennaio 1944 – 18 maggio 1944); la campagna continuò fin quasi al termine della guerra. Nel giugno 1944 le forze statunitensi e britanniche crearono un fronte occidentale con lo sbarco in Normandia (6 giugno 1944). Dopo la positiva Operazione Bagration (22 giugno – 19 agosto 1944), l'Armata Rossa conquistò la Polonia; le popolazioni della Prussia orientale e occidentale e della Slesia fuggirono in massa temendo persecuzioni e violenze da parte dei comunisti.

Nel frattempo, nel sotterraneo Führerbunker, Adolf Hitler rimase psicologicamente isolato e tagliato fuori, iniziando a mostrare segni di squilibrio mentale; incontrando i vertici militari iniziò a valutare l'ipotesi del suicidio se la Germania avesse perso la guerra. Poco dopo l'Armata Rossa circondò Berlino, tagliandone le comunicazioni con il resto della Germania; nonostante la perdita di eserciti e territori il Führer non abbandonò il potere né si arrese. In assenza di comunicazioni da Berlino Hermann Göring mandò ad Hitler un ultimatum, minacciando di assumere il comando della Germania nazista in aprile se non avesse ricevuto risposta, fatto che avrebbe interpretato come la dimostrata incapacità di Hitler a governare. Dopo aver ricevuto l'ultimatum il Führer ordinò l'immediato arresto di Göring e inviò un aereo che portasse la sua risposta a Göring stesso in Baviera. In seguito, nel nord della Germania, il Reichsführer-SS Heinrich Himmler prese contatto con gli Alleati per negoziare la pace: anche in questo caso la reazione di Hitler fu violenta e ordinò l'arresto e la messa a morte di Himmler.

Nella primavera del 1945 l'Armata Rossa entrò a Berlino; le forze statunitensi e britanniche avevano conquistato la maggior parte della Germania occidentale e incontrarono i sovietici a Torgau, sul fiume Elba il 26 aprile 1945. Con Berlino sotto assedio, Hitler e i comandanti nazisti rimasero asserragliati nel Führerbunker mentre in superficie, nella Battaglia di Berlino (16 aprile 1945 – 2 maggio 1945), l'Armata Rossa affrontava quello che restava dell'esercito tedesco, la Gioventù hitleriana e le Waffen-SS, per prendere il controllo della capitale ormai in rovina.
La capitolazione delle forze tedesche

Il 30 aprile 1945, mentre la battaglia di Berlino raggiungeva il culmine e la città veniva presa dalle forze sovietiche, Hitler si suicidò all'interno del bunker. Due giorni dopo, il 2 maggio 1945, il generale tedesco Helmuth Weidling consegnò Berlino senza condizioni al generale sovietico Vasilij Ivanovič Čujkov. Il posto di Hitler venne preso dal Grande Ammiraglio Karl Dönitz come Presidente del Reich e da Joseph Goebbels in qualità di Cancelliere. Nessuno diventò Führer al suo posto in quanto Hitler aveva abolito la carica nel proprio testamento. Goebbels tuttavia si suicidò a sua volta nel bunker un giorno dopo aver assunto la carica. Il governo di emergenza di Dönitz si stabilì nelle vicinanze del confine danese e tentò senza successo di negoziare una pace separata con gli alleati occidentali. Tra il 4 e l'8 maggio la maggior parte delle rimanenti forze armate tedesche sparse per l'Europa si arrese senza condizioni. Era la fine della seconda guerra mondiale in Europa. Alla fine delle ostilità, a non essere occupata dagli Alleati era rimasta solo una striscia di territorio che andava dall'Alto Adige alla Boemia e alla Baviera Orientale (oltre ad alcune zone isolate in Francia, in Italia, nei Paesi Bassi e in Scandinavia). Francia, Unione Sovietica, Regno Unito e Stati Uniti procedettero quindi a fissare delle zone di occupazione.

La guerra era stata la più grande e distruttiva della storia dell'umanità e aveva causato 60 milioni di morti, inclusi i milioni di persone perite durante l'Olocausto. La sola Unione Sovietica aveva perso nel corso della guerra circa 20 milioni di persone. Verso la fine della guerra l'Europa contava più di 40 milioni di profughi.

Il 5 luglio 1945, con la creazione del Consiglio di controllo alleato, le quattro potenze alleate presero il "Potere supremo per quanto riguarda la Germania"

La caduta del Terzo Reich

Nell'agosto 1945 con la Conferenza di Potsdam vennero stretti accordi e tratteggiata una linea per la creazione di un nuovo governo della Germania del periodo post-bellico, oltre che per i risarcimenti di guerra e per il riassetto del paese. Tutte le annessioni di territorio tedesche in Europa avvenute dopo il 1937, come quella dei Sudeti, vennero annullate, inoltre il confine orientale della Germania venne spostato verso ovest fino alla Linea Oder-Neiße. I territori a est del nuovo confine come la Prussia Orientale, la Slesia, la Prussia Occidentale, due terzi della Pomerania e parte del Brandeburgo passarono alla Polonia. La maggior parte di queste erano zone agricole, con l'eccezione della Slesia Superiore che era il secondo centro tedesco come importanza per l'industria pesante. Molte città, sia grandi che piccole, come Stettino, Königsberg, Breslavia, Elbląg e Danzica vennero svuotate della loro popolazione tedesca e tolte a loro volta dal controllo della Germania.

La Francia assunse il controllo di gran parte delle rimanenti fonti di carbone tedesche. Praticamente tutti i tedeschi che vivevano in Europa Centrale al di fuori dei nuovi confini orientali di Germania e Austria, vennero nel giro di qualche anno espulsi, problema che riguardò circa 17 milioni di persone. Stime calcolano che tali espulsioni finirono per provocare tra uno e due ulteriori milioni di morti. Le zone occupate da Francia, Regno Unito e Stati Uniti in seguito diventarono la Repubblica federale tedesca, mentre la zona controllata dai sovietici diventò la Repubblica democratica tedesca, con l'eccezione del settore occidentale della città di Berlino.

L'iniziale politica di occupazione repressiva degli Alleati occidentali venne radicalmente cambiata dopo pochi anni, quando la guerra fredda rese i tedeschi degli alleati importanti contro il comunismo. Entro gli anni sessanta la Germania occidentale si era già ripresa economicamente, producendosi in quello che venne chiamato Wirtschaftswunder (It. miracolo economico) principalmente grazie alla riforma monetaria del 1948 che sostituì il Reichsmark con il Deutsche Mark come valuta legale arrestando l'inflazione galoppante ma anche, in misura minore all'aiuto economico sotto forma di prestiti fornito dal Piano Marshall, la cui influenza venne ampliata fino a comprendere la Germania occidentale. Il recupero della Germania occidentale venne inoltre sostenuto dalle politiche fiscali e da un grande sforzo da parte dei lavoratori, che finì anche per generare il fenomeno dei Gastarbeiter.

La politica di smantellamento delle industrie tedesche da parte degli Alleati finì nel 1951 e nel 1952 la Germania aderì alla Comunità europea del carbone e dell'acciaio. Nel 1955 l'occupazione militare della Germania occidentale finì ufficialmente. Sotto il comunismo, la Germania orientale si riprese a ritmo più ridotto fino al 1990, a causa dei risarcimenti pagati all'Unione Sovietica e degli effetti negativi dell'economia centralizzata pianificata. La Germania riguadagnò la piena sovranità dall'URSS nel 1991.

Dopo la guerra i capi nazisti sopravvissuti vennero processati da un tribunale alleato a Norimberga per crimini contro l'umanità. Una minoranza venne condannata a morte e giustiziata, mentre altri vennero incarcerati e poi rilasciati verso la metà degli anni cinquanta sia per le loro condizioni di salute che per l'età ormai avanzata, con la sola notevole eccezione di Rudolf Hess, che morì nel carcere di Spandau, dove si trovava in stato di isolamento permanente, nel 1987. Negli anni sessanta, settanta e ottanta in Germania occidentale vennero fatti altri tentativi di portare coloro che erano direttamente responsabili di "crimini contro l'umanità" davanti a un giudice. Tuttavia molti dei funzionari nazisti non di primo piano continuarono a rimanere in libertà.

Gli Alleati misero fuori legge il NSDAP, le sue organizzazioni secondarie e affiliate e la maggior parte dei suoi simboli ed emblemi (tra cui la svastica) sia in Germania che in Austria; il divieto è tuttora in vigore. La fine del Terzo Reich vide inoltre il tramonto di correlate espressioni di esplicito nazionalismo, come il Pangermanismo e il Movimento völkisch, che prima della seconda guerra mondiale erano state ideologie diffuse e importanti della scena politica tedesca ed europea. Fedeli alle suddette ideologie rimasero solo piccole frange minoritarie.

I processi di Norimberga

I crimini di guerra e contro l'umanità nazisti ebbero l'effetto di rinvigorire il sentimento internazionalista sia in Europa occidentale che nel blocco orientale, situazione che ebbe come risultato la creazione delle Nazioni unite (26 giugno 1945). Uno dei primi compiti affidati all'organizzazione fu l'istituzione di tribunali speciali per giudicare i dirigenti nazisti nei processi di Norimberga, organizzati proprio nell'ex roccaforte politica del nazismo. Il primo e più importante fu il Processo dei principali criminali di guerra davanti al Tribunale militare internazionale (IMT) che riguardò 24 tra i più importanti dirigenti nazisti, tra cui Hermann Göring, Ernst Kaltenbrunner, Rudolf Hess, Albert Speer, Karl Dönitz, Hans Frank e Julius Streicher. Molti degli imputati furono giudicati colpevoli e dodici di essi furono condannati a morte per impiccagione. Alcuni dei condannati a morte nei loro ultimi secondi di vita inneggiarono ad Hitler. Tra coloro che sfuggirono all'esecuzione vi furono Göring (che si suicidò con il cianuro), Hess (ex confidente di Hitler condannato all'ergastolo), Speer (architetto di stato e in seguito ministro degli armamenti, condannato a vent'anni nonostante si fosse servito del lavoro di schiavi), Konstantin von Neurath (membro del governo del Terzo Reich che era già in carica prima dell'ascesa al potere del regime) e l'economista Hjalmar Schacht (altro ministro che era stato al governo anche prima del nazismo).

Nonostante tutto, alcuni hanno accusato i processi di Norimberga di essere stati la "giustizia del vincitore", dal momento che non fu presa alcuna iniziativa simile per punire i crimini di guerra e contro l'umanità commessi durante la guerra da alleati e sovietici.