Giuseppe Raimondi

 

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Scrittore italiano (Bologna 1898 - ivi 1985); nel 1918 fondò una rivista letteraria, La raccolta, che anticipò alcuni aspetti della Ronda, di cui fu il più giovane collaboratore. E il gusto neoclassico di questa è sempre rimasto in lui, evidente nella cura stilistica della pagina e nell'intonazione da "operetta morale" di ogni suo scritto, anche quando da forme prevalentemente saggistiche (Notizia su Baudelaire, 1924; Galileo ovvero dell'aria, 1926; Il cartesiano signor Teste, 1928; Magalotti, 1929; Giornale ossia taccuino, 1942; Anni di Bologna, 1946) egli è felicemente passato alla narrativa, trasponendo il proprio autobiografismo lirico in un realismo nutrito delle sue esperienze di artigiano figlio di artigiani, e attento alle vicende politiche e sociali del suo tempo (Giuseppe in Italia, 1949; Notizie dall'Emilia, 1954; Le domeniche d'estate, 1963; L'ingiustizia, 1965; Il nero e l'azzurro, 1970; L'arcangelo del terrore, 1981).

Fine critico d'arte (De Pisis, 1954; Anni con Giorgio Morandi, 1970), pubblicò anche diversi volumi di saggi e ricordi letterarî (La valigia delle Indie, 1955; Grande compianto per la città di Parigi, 1963; Le linee della mano. Saggi letterari 1956-1970, 1972; I bachi da seta, 1984).