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Patriota (Napoli 1803 - Firenze 1867); seguì il padre
Giuseppe nell'esilio in Toscana, in Francia, in Inghilterra, e
tornato a Napoli (1833) si dedicò all'avvocatura. Liberale
moderno, e quindi avverso ai moti mazziniani, fu tuttavia arrestato
(1837, 1844 e 1847), ma sempre per breve tempo. Ai primi del 1848
partecipò alle agitazioni che portarono alla concessione
della Costituzione, e divenne ministro dell'Istruzione. Si dimise
dopo i fatti del 15 maggio, da lui deprecati, conservando tuttavia
fiducia nella possibilità di un regime liberale con
Ferdinando II. Ma dalla reazione del 1849 fu condannato a 24 anni di
lavori forzati, e ne scontò dieci, finché, graziato
(1859), fu tra gli esiliati in America che riuscirono invece a
sbarcare in Irlanda. P. fu poi deputato (dal 1860), sempre nelle
file moderate.