Wikipedia
    
    Henri Pirenne (Verviers, 23 dicembre 1862 – Uccle, 25 ottobre 1935)
    è stato uno storico belga.
    
    Fu anche una delle voci più autorevoli della resistenza
    non-violenta ai tedeschi che avevano occupato il Belgio nel corso
    della I guerra mondiale.
    
    Due sono i contributi principali di Pirenne alla visione della
    storia europea:
    
        la cosiddetta "tesi di Pirenne", riguardante
    l'epoca di inizio del Medioevo.
        una visione peculiare della storia medievale del
    Belgio.
    
    Pirenne sviluppò la sua "tesi" per la prima volta in una
    serie di lavori scritti tra il 1922 e il 1923 e passò poi il
    resto della sua vita alla ricerca di prove che suffragassero la sua
    tesi. Culmine della sua opera è il libro Maometto e
    Carlomagno, pubblicato per la prima volta nel 1922.
    
    La tesi di Pirenne
    
    Gli storici fanno tradizionalmente coincidere l'inizio del Medioevo
    con la caduta dell'Impero romano d'Occidente (476): teoria, questa,
    sostenuta da Edward Gibbon nel XVIII secolo. Pirenne contestò
    l'idea per cui le invasioni barbariche abbiano davvero causato la
    caduta dell'impero romano in Europa. Secondo lo studioso, infatti,
    lo stile di vita romano continuò ad essere seguito anche dopo
    la caduta dell'impero, così come il sistema economico
    "mediterraneo" continuò ad esistere secondo le linee
    impostate dai romani stessi. Del resto, i barbari giunsero a Roma
    non tanto per distruggerla, quanto per essere partecipi della sua
    ricchezza. In qualche modo, dunque, i barbari invasori tentarono di
    mantenere in vita gli aspetti essenziali della "romanità".
    
    Secondo Pirenne, il vero punto di svolta è rappresentato
    dall'espansione araba del VII secolo. L'avvento dell'Islam, infatti,
    ruppe i legami economici dell'Europa con tutta l'area corrispondente
    a Turchia sud-orientale, Siria, Palestina, Nordafrica, Spagna e
    Portogallo: in tal modo, l'Europa fu ridotta ad un'area ristagnante,
    esclusa dai commerci. Cominciò un'epoca di impoverimento che,
    al momento dell'ascesa di Carlo Magno nell'VIII secolo, aveva ormai
    fatto dell'Europa un'economia esclusivamente agraria e di
    sussistenza, del tutto estranea agli scambi commerciali su lunga
    distanza. Secondo Pirenne, "senza l'Islam, l'impero dei Franchi non
    sarebbe forse mai esistito e, senza Maometto, Carlomagno sarebbe
    inconcepibile".
    
    Per meglio sostenere la sua tesi, Pirenne fece frequente ricorso a
    metodi di indagine di tipo quantitativo. In particolare, egli diede
    importanza alla scomparsa di risorse dall'Europa. Per esempio, la
    coniatura di monete d'oro a nord delle Alpi cessò dopo il VII
    secolo, ad indicare la perdita dell'accesso alle zone più
    ricche del mondo. Allo stesso modo il papiro, fabbricato
    esclusivamente in Egitto, non venne più utilizzato nelle
    terre a nord delle Alpi a partire dal VII secolo: si ritornò,
    infatti, ad impiegare pelli di animali per la scrittura, come il
    materiale pergamenaceo.
    
    Critiche alla "tesi di Pirenne"
    
    La tesi di Pirenne non convinse del tutto gli storici del suo tempo
    e delle generazioni successive. L'incapacità di mantenere
    efficiente il modello antico non poteva essere infatti addebitata
    solo alla mancanza di sfruttamento delle risorse provenienti dalle
    periferie dell'Impero, senza dimenticare che la crisi economica e
    valoriale dell'Impero non si rifletté sulla sua componente
    "orientale", destinata in breve a trasformarsi nel prospero e
    potente Impero bizantino. Era inoltre del tutto contestabile che la
    forte presenza islamica nel Mediterraneo impedisse proficui scambi
    fra le regioni settentrionali di quel bacino e quelle meridionali.
    Se infatti il quadrante più occidentale mediterraneo era in
    effetti sotto il pieno controllo della potenze marinare nordafricana
    e spagnola musulmana, il quadrante centrale era in una situazione di
    maggior equilibrio (dimostrata dalla presenza di corsari musulmani
    che potevano operare proprio perché la navigazione
    commerciale cristiana non era mai del tutto venuta meno). Nel
    quadrante più orientale infine si poteva ancora esprimere
    appieno la potenza talassocratica ed economica bizantina.
    Tuttavia, si può ammettere che, anche senza accettare in toto
    tale teoria, molti aspetti di essa fossero sensati e che Pirenne
    abbia avuto l'indubbio merito di proporre uno schema di
    periodizzazione della storia alternativo a quello sino ad allora
    impiegato. Inoltre mercanti musulmani continuarono a commerciare con
    gli stati europei, sia direttamente, sia con intermediari cristiani
    od ebrei. Il confronto tra Islam e Cristianità fu spesso non
    aggressivo e non militare, mercanti di Granada vendevano e
    compravano merci a Praga, mentre le città marinare italiane
    (dal IX secolo Amalfi, e poi via via le altre) vendevano e
    compravano tessuti e spezie in Egitto, Algeria, Siria, Libano...
    
    La storia del Belgio
    
    L'altro grande contributo di Pirenne riguarda l'età medievale
    in Belgio. Il Belgio quale Stato indipendente, infatti, era apparso
    solo una generazione prima di Pirenne: nel corso della storia il
    Belgio ha condiviso la sua fortuna con i Paesi Bassi, il Lussemburgo
    e alcune zone della Francia nord-orientale (le cosiddette
    "Fiandre"). Inoltre, il Belgio si trova proprio a cavallo dello
    spartiacque tra la lingua francese e quella olandese.
    
    Date queste premesse, la nascita e la stessa esistenza del Belgio
    possono essere considerati dei fatti accidentali: un'idea, questa,
    che Pirenne cercò di confutare nella sua Storia del Belgio
    (1899 - 1932). Anche in questo caso, le sue idee vennero criticate
    da molti storici che hanno preferito sottolineare l'unità
    economica delle Fiandre nel loro complesso.