www.treccani.it
Scrittore italiano (Seravezza 1881 - Forte dei Marmi 1958). Dopo i
primi lavori di poesia e di teatro (una poesia descrittiva e
narrativa, con echi dannunziani, evidenti nella sensuale ricerca di
risalto verbale e di vocaboli rari e ricordi pascoliani, palesi
nell'attenzione alle cose e al paesaggio agresti), P. si è
affermato come narratore attratto dal gusto per l'intrigo e il
peccato, delineando, nelle sue opere, figure di umile condizione ma
dalle travolgenti passioni.
Vita
Da giovane fu marinaio e meccanico, e, emigrato in Egitto, vi
dimorò a lungo commerciando. Ha collaborato a molti giornali
e periodici, fra i quali La Voce, L'Italia letteraria,
Pègaso, Pan, Gazzetta del Popolo e Nuova Antologia.
Opere
Dopo alcuni volumi di versi d'impianto narrativo e descrittivo, con
tracce dannunziane (Fole, 1910; Montignoso, 1912; Lo spaventacchio,
1914; poi raccolti in Arie bifolchine, 1943), scrisse testi teatrali
(Giuda, 1918; Prime piogge d'ottobre, 1919; Rosa di Sion, 1919,
ecc.), nei quali, sotto un eloquio cadenzato e simbolico che ricorda
P. Claudel e M. Maeterlinck, già si profilano quelle
caratteristiche che saranno poi del narratore: un gusto malizioso
per l'intrigo; una voluttuosa tenerezza per la donna e per il
peccato, come corrispettivo di un biblico senso del male, di un
bisogno di espiazione, di catarsi; un'affettuosa curiosità
per le figure di umile condizione ma eccezionali per le passioni, le
avventure o le sventure. Tali le figure che nel lungo racconto
Moscardino (1922) P. rappresenta non nella continuità logica
e psicologica delle vicende, ma in atteggiamenti riassuntivi o
allusivi, quasi da parabola, donde un contrasto fra l'aspirazione
all'essenzialità e il crudo realismo di certe situazioni, fra
l'intenzione costruttiva e il procedimento frammentistico. Tale
contrasto si è attenuato nelle successive opere narrative: Il
volto santo (1924); Il servitore del diavolo, seguito da La
figlioccia, che è forse il suo capolavoro (1931); Il
forestiero (1937); La Maremmana (1938); Il trenino dei sassi (1940);
Solaio (1941); Lisetta (1946); Malaria di guerra (1947); Zitina
(1949); Peccati in piazza (1956). P. raccolse parte dei propri
racconti e romanzi in La figlioccia e altre donne (1953); da
ricordare anche il volume di memorie Vita in Egitto (1949). Nel
2008, in occasione del cinquantenario della morte, è stato
riedito Il Romanzo di Moscardino, costituito di quattro parti
(Moscardino, Il volto santo, Magoometto e Il servitore del diavolo)
e pubblicato per la prima volta nel 1944, che per la densità
narrativa e per l'acuto lirismo si colloca tra i capolavori del
Novecento letterario italiano.