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    Giuseppe Paratore (Palermo, 31 maggio 1876 – Roma, 26 febbraio 1967)
    è stato un avvocato e politico italiano, deputato e ministro
    nel Regno d'Italia, membro dell'Assemblea Costituente nella
    Repubblica e del Senato (di cui fu anche presidente), prima
    elettivo, poi a vita.
    
    Biografia
    
    Da giovane era stato segretario particolare e esecutore
    testamentario di Francesco Crispi. Di idee liberali, venne eletto
    per la prima volta deputato del Regno nel 1909 nel collegio di
    Milazzo, quando prevalse sul giolittiano Ludovico Fulci. Fu rieletto
    deputato ininterrottamente fino al 1929, per un totale di sei
    legislature. Occupò le cariche di Sottosegretario per
    l'Industria, Commercio e Lavoro e commissario all'approvvigionamento
    delle materie prime dal gennaio al giugno 1919 nel Governo Orlando e
    quindi di Sottosegretario alle Colonie dal marzo al maggio 1920 nel
    Governo Nitti II.
    
    È stato Ministro di Poste e Telegrafi dello stesso Governo
    Nitti II dal 21 maggio al 15 giugno 1920 e Ministro del Tesoro del
    Governo Facta II dal I agosto al 31 ottobre 1922. Si ritirò
    dalla politica attiva nel 1929, con l'avvento del regime fascista.
    Eletto nel 1946 all'Assemblea Costituente, fu Vicepresidente della
    Seconda Commissione per l'Esame dei Disegni di Legge dal 9 settembre
    1947 al 31 gennaio 1948.
    
    Fu eletto alle politiche del 1948 al Senato, nel collegio unico
    nazionale, nella lista della destra liberale Unione Democratica
    Nazionale. Fu Presidente del Senato della Repubblica dal 26 giugno
    1952 al 24 marzo 1953, durante la I Legislatura. Si dimise a due
    mesi dalla scadenza naturale della legislatura a seguito del
    violento ostruzionismo contro la legge truffa. Fu nominato senatore
    a vita dal Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi il 9
    novembre 1957 per meriti scientifico-sociali.
    
    Studioso di economia finanziaria, era stato presidente dell'IRI dal
    1946 al 1947. Pubblicò diversi saggi: La
    responsabilità dell'armatore (1914), Note di politica
    monetaria (1925), La politica del denaro (1930). Fu Presidente
    dell'Assonime (Associazione fra le Società Italiane per
    Azioni) dal 1945 al 1952 e dal 1957 al 1959. Il 14 marzo 1966 gli fu
    conferita la medaglia d'oro al merito della pubblica finanza.[4]