Appunti sparsi e note bibliografiche

Indice
La schiavitù del lavoro indigeno (Q. 5)
Luigi Villari, Il governo laburista britannico (Q. 5)
Auguste Boullier. L'ile de Sardaigne (Q. 1)
Manzoni e Rosmini su Napoleone III (Q. 2)
Leggenda albanese delle «zane» e le «zane» sarde (Q. 2)
Gli Albanesi d'Italia (Q. 2)
Argomenti di coltura (Q. 8)
Goethe (Q. 7)
Giorgio Sorel (Q. 7)
Su Andrea Costa (Q. 3)
Ricciotti Garibaldi (Q. 9)
Teoria dei costi comparati e decrescenti (Q. 7)
[L'industria elettrica] (Q. 2)
Quistioni industriali (Q. 6)
Sicilia (Q. 5)
Indicazioni bibliografiche (Q. 26)
Opere di consultazione (Q. 17)
La «Rivista Militare Italiana» (Q. 8)
Sulla Cina (Q. 8) 298 Apologo (Q. 16)
Sulla morale (Q. 6)
II prof. H. de Vries de Heekelingen (Q. 3)
Sulla moda (Q. 2)
Documenti del tempo (Q. 3)
I problemi dell'automobilismo al Congresso mondiale di Roma (Q. 2)

 

La schiavitù del lavoro indigeno (di A. Brucculeri) nella «Civiltà Cattolica» del 2 febbraio 1929. Riassume le quistioni che si riferiscono allo stato di schiavitù ancora esistente in parecchi paesi (Abissinia, Nepal, Tibet, Hediaz, ecc.): alla condizione schiavile delle donne nei paesi a poligamia; al lavoro forzato cui sono sottoposti gli indigeni in molte colonie (per esempio nelPAfrica centrale francese); alle forme di schiavitù o servitù della gleba determinate in molti paesi dai debiti e dalla usura (in America il peonaggio; America centrale e meridionale; in India). (Questo fatto avveniva, e forse avverrà ancora, anche per gli emigranti italiani nelPAmerica meridionale: per avere il viaggio pagato, di poche centinaia di lire, l'emigrato lavora gratis per un certo tempo. Nei casi di usura premeditata, il debito non si estingue mai e la servitù si tramanda anche di generazione in generazione. Lavoro dei bambini e delle donne nelle fabbriche cinesi. Nell'articolo c'è una certa bibliografia specialmente per la schiavitù.

Luigi Villari, Il governo laburista britannico, «Nuova Antologia» del 16 ottobre 1929. Articolo mediocre: qualche aneddoto. E da ricordare per il fatto che la «Nuova Antologia» quantunque diretta dal presidente del Senato prima, dal presidente dell'Accademia dopo, e quindi tenuta a un certo riserbo, pubblichi di tali articoli, in cui sui membri dei governi stranieri sono espressi giudizi di carattere personalistico, settario e poco riguardoso, all'infuori della polemica politica.

Auguste Boullier. L'ile de Sardaigne. Description, Histoire, Statistique, Moeurs, Etat social, E. Dentu, Parigi, 1865. Il Boullier fu in Sardegna quando si parlava di una sua cessione alla Francia. Scrisse anche un altro volume, Le dialecte et les chants populaires de la Sardaigne. Il libro è ormai senza valore. È interessante per alcuni aspetti. Il Boullier cerca di spiegare le cause delle difficoltà che si presentarono in Sardegna contro la sparizione dei relitti feudali (beni collettivi, ecc.), ciò che ringalluzziva i sostenitori dell'antico regime. Naturalmente il Boullier, che si pone da un puro punto di vista ideologico, non capisce niente della quistione. Vi sono ricordati inoltre alcuni elementi interessanti i rapporti internazionali della Sardegna e la sua importanza nel Mediterraneo: per esempio la insistenza di Nelson perché il governo inglese comprasse la Sardegna dal re (di Piemonte) dietro un cànone di 500.000 sterline annue. Secondo Nelson la Sardegna strategicamente è superiore a Malta; inoltre potrebbe diventare economicamente redditizia sotto una gestione inglese, mentre Malta economicamente sarà sempre passiva.

Manzoni e Rosmini su Napoleone III. «A lui (Manzoni) [pare] che questo Luigi Napoleone non sia un miracolo, né altro la crisi presente di Francia che una fermata nella Rivoluzione di Francia. Il Rosmini invece ne fa un braccio della Provvidenza, un inviato di Dio; il che riconosce alla sua moralità e religione; e spera assai, assai. Io sto col Manzoni». (Ruggero Bonghi, I fatti miei e i miei pensieri, «Nuova Antologia», 16 aprile 1927).

Leggenda albanese delle «zane» e le «zane» sarde. Nell'articolo, Antichi monasteri benedettini in Albania - Nella tradizione e nelle leggende popolari, del padre gesuita Fulvio Cordignano, pubblicato nella «Civiltà Cattolica» del 7 dicembre 1929, si legge: «Il vakùf— ciò che è rovina di chiesa o bene che gli appartenga — nell'idea del popolo ha in se stesso una forza misteriosa, quasi magica. Guai a chi tocca quella pianta o introduce fra quelle rovine il gregge, le capre divoratrici di ogni fronda: sarà còlto all'improvviso da un malanno; rimarrà storpio, paralitico, mentecatto, come se si fosse imbattuto, in mezzo agli ardori meridiani o durante la notte oscura e piena di perigli, in quale "Ora", o "Zana", là dove queste fate invisibili e in perfetto silenzio stanno sedute a una tavola rotonda sull'orlo della via o in mezzo al sentiero». C'è ancora qualche altro accenno nel corso dell'articolo.

Gli Albanesi d'Italia. Quando fu occupata Scutari dopo le guerre balcaniche, l'Italia vi mandò un battaglione e in esso fu incorporato un certo numero di soldati albanesi d'Italia. Siccome parlavano l'albanese, solo con la pronuncia un po' diversa, furono accolti cordialmente. (Da un articolo molto scemo di Vico Mantegazza, Sulle vie dell'Oriente, «Nuova Antologia» del 1° maggio 1927).

Argomenti di coltura. Una serie di «argomenti» può essere offerta dalla descrizione critica di alcune grandi imprese editoriali di cultura, come la Collezione degli economisti italiani (50 volumi) del Custodi, la Biblioteca degli economisti (80 volumi) del Ferrara-Boccardo, la Collezione di storia economica (8 volumi) del Pareto-Ciccotti, la nuova collezione progettata dal Bottai (la collezione di scrittori politici di Attilio Brunialti).

Goethe. Cercare dove e in quali sensi Goethe ha affermato: «Come può un uomo raggiungere l'autocoscienza? Con la contemplazione? Certamente no, ma con l'azione».

Giorgio Sorel. Vedere nel libro di Gaétan Pirou su Sorel, la bibliografia completa degli scritti del Sorel stesso.

Su Andrea Costa: raccolta dei suoi proclami e manifesti del primo periodo di attività romagnola: raccolta critica, con annotazioni e commenti storici e politici.

Ricciotti Garibaldi. Non è apparso nelle cerimonie commemorative del 1932 (almeno il suo nome non si trova nel «Corriere» di quei giorni). Ma si trova in Italia. In una cronaca di Luciano Ramo nel «Secolo Illustrato» dell'11 giugno 1932, Garibaldi fra le quinte... (dove si descrivono le prove per un dramma, Garibaldi, di Italo Sulliotti) si accenna al fatto della presenza di Ricciotti (le prove si facevano a Milano).

Teoria dei costi comparati e decrescenti. Da vedere se questa teoria, che occupa tanto posto nell'economia moderna ufficiale con l'altra dell'equilibrio statico e dinamico, non sia perfettamente aderente, o corrispondente in altro linguaggio, alla teoria marxista del valore e della caduta del saggio del profitto, non ne sia cioè l'equivalente scientifico in linguaggio ufficiale e «puro» (spogliato di ogni energetica politica per le classi produttrici subalterne).

[L'industria elettrica.] Dal rapporto letto dall'ing. Giacinto Motta all'assemblea ordinaria del 27 marzo 1927 della Edison: — L'industria della produzione e distribuzione dell'energiaelettrica alla fine del 1926 ha preso decisamente la testa nell'attività industriale italiana. Secondo le statistiche della confederazione bancaria, il capitale delle anonime esercenti l'industria elettrica ammontava alla fine del '26 a 6.260 milioni, mentre quello delle industrie meccaniche, metallurgiche e affini, che nella statistica seguono immediatamente, ammontava a 4.757 milioni. Una statistica più completa dell'Unione nazionale industrie elettriche (Uniel), considera i dati di 1.785 aziende private e 340 enti pubblici e tenendo conto anche delle obbligazioni propriamente dette, indica l'ammontare degli investimenti al settembre 1926 in 7.857 milioni di lire, corrispondenti a circa 2.650 milioni di lire-oro.

Mancano le statistiche dei debiti, però, e solo si può ritenere che mentre nel '23, '24, '25, le società elettriche preferivano gli aumenti di capitale, dallo scorcio del '25 in poi ricorsero ai mutui, specialmente in dollari, per una cifra che si aggira sul miliardo di lire-carta; perciò nonostante il minore incremento del capitale, si mantenne lo stesso ritmo di accrescimento negli impianti.

Produzione e consumo dell'energia: cifre non attendibili. Statistiche ufficiali per esercizi '23, '24, '25, per il consumo: da 6.488 a 7.049 e 7.355 milioni Kwh; ma doppioni nelle denunce, quindi inferiore circa 25 %. Statistica delPUniel su dati rife-rentisi in grandissima parte al '25 e in piccola parte al '26: 6.212 milioni Kwh. Il gruppo Edison rappresenta il 30% dell'attività complessiva.

Utili: investimenti ingentissimi, con giro d'affari modesto. Utili annuali minori di 1/5 e 1/6 delle somme che bisogna annualmente investire. Industria sempre affamata di danaro, controindicata per gli Enti pubblici i quali soffrono di penuria di mezzi quanto maggiore è il ritmo di sviluppo. {Condizioni di monopolio. Ricordare le interpellanze di Aldo Finzi).

Quistioni industriali. Nella «Revue des Deux Mondes» del 15 novembre 1930 è pubblicata la memoria letta all'Accademia di Scienze morali e politiche di Parigi da Eugenio Schneider, il capo della ditta del Creusot, su Les relations entre patrons et ou-vriers. Les délégués de corporation. La memoria è molto importante, specialmente per il mio assunto. Come a Torino, lo Schneider (per fini diversi, di disgregazione) ha organizzato le delegazioni come «delegati professionali» {corporation). Ma i delegati non formano un corpo deliberante e non hanno un comitato direttivo, ecc. Tuttavia, il tentativo dello Schneider è di primo ordine, ecc. Analizzarlo. Cercare altre pubblicazioni in proposito.

Sicilia. Cfr. Romeo Vuoli, Il generale Giacinto Carini, «Nuova Antologia», 1° novembre-16 novembre 1929: «Il Carini, ancor giovinetto, introdusse per primo in Sicilia la macchina a vapore per la montatura (o mondatura?) del sommaco e per questa industria si acquistò tanta popolarità tra i contadini delle campagne palermitane da poter guidare l'insurrezione del 1848». (Su questo punto cfr. Colonna, / quattro candidati ai collegi di Palermo, Ufficio tipografico Lo Bianco, Palermo, 1861). Nella prima parte dell'articolo si può trovare qualche particolare sugli avvenimenti della rivoluzione siciliana del '48, sulla vita all'estero degli emigrati politici e sull'impresa dei Mille con indicazioni bibliografiche. La seconda parte è meno interessante, eccetto qualche episodio.

Indicazioni bibliografiche. 1) Il Catalogo dei cataloghi del libro italiano, pubblicato dalla Società generale delle Messaggerie italiane di Bologna nel 1926 (sono stati pubblicati successivamente dei supplementi) è una pubblicazione da tener presente per le ricerche bibliografiche. Questo repertorio contiene i dati di 65.000 volumi (meno l'indicazione dell'editore) classificati in 18 classi, due indici alfabetici, uno degli autori, curatori e traduttori e uno degli argomenti con relativi richiami alla classe e al numero d'ordine.

2) Altra pubblicazione bibliografica da tenere presente è il Catalogo metodico degli scritti contenuti nelle pubblicazioni periodiche italiane e straniere, edita dalla Biblioteca della Camera dei deputati.

Opere di consultazione. E. Würzburger e E. Roesner, Hübners Geographisch-Statistiche Tabellen, L. W. Seidel und Sohn, Vienna, 1932, in 8°, pp. 564. Questa del 1932 è la 7a edizione. Indispensabile non solo per i geografi e i cultori di statistica, ma per chiunque voglia essere informato delle condizioni politiche, economiche, sociali, finanziarie, commerciali, demografiche, ecc. di tutti i paesi del globo. Nella 7V edizione è aggiunta un'appendice sui partiti politici dei singoli Stati, oltre a elaborazioni pili compiute di dati economici, industriali, ecc.

2) A. Krisztiès, Bibliographie des sciences sociales. Nel 1933 è uscito il IV volume (1927), Giard, Parigi, in 8° pp. 1269 Frs. 170.

La «Rivista Militare Italiana». Fondata nel marzo 1856 a Torino da Carlo e Luigi Mezzacapo, esuli napoletani rifugiatisi a Torino dopo aver preso parte agli assedi di Roma e di Venezia. (È da notare anche questo particolare a proposito delle cosi dette «tradizioni militari» del Piemonte: che la maggiore rivista italiana di carattere militare è stata fondata a Torino da due napoletani. La tradizione scientifico-tecnica militare di Napoli, formatasi con gli avvenimenti successivi alla Rivoluzione francese è il maggiore elemento che è entrato a costituire la struttura dell'esercito moderno nazionale). Nel 1859 direttore Mariano D'Ayala, ecc. Nel 1918 la pubblicazione della rivista venne sospesa e ripresa nel 1927 per volontà del generale Badoglio, che ne fissò le direttive. Nel 1906 (cinquantenario della fondazione) pubblicò un numero unico in cui [c'era] una rassegna dell'attività precedente.

Sulla Cina. M. T. Z. Tyan, Two years of nationalist China, Kelly and Walsh, Shangai (del 1930 o '31). Opera documentaria (di circa 500 pagine) che pare sia molto interessante e ben fatta. Storia di due anni. Kuomintang, organizzazione del governo nazionalista, statistiche sulla vita cinese, appendice di documenti. L'autore è direttore del «The Peking Leader» quotidiano e della «The Chinese Social and Politicai Review», uno dei giornalisti politici cinesi più abili e più preparati.

Apologo del Cadi, del sacchetto smarrito al mercato, dei due Benedetti, dei cinque noccioli di oliva. Rifare la novellina delle Mille e una notte.

Sulla morale. Nella breve introduzione a un gruppo di lettere inedite del Diderot a Grimm e a madame d'Epinay («Revue des Deux Mondes» del 15 febbraio 1931), André Babe-lon scrive del Diderot: «Diderot, qui éprouvait pour la postéri-té le mème respect que d'autres pour l'immortalité de l'à-me...».

Il prof. H. de Vries de Heekelingen insegna (-va?) paleografia e diplomatica nell'Università cattolica di Nimega (Olanda). Ha fondato a Losanna nel 1927 il Centro internazionale di studi sul fascismo. Ha collaborato alla «Critica Fascista». (Sull'organizzazione di questo «centro» confrontare le notizie pubblicate nella «Nuova Antologia» del 16 gennaio 1928). Il Centro fa un servizio di informazione per chiunque su ogni argomento che possa avere rapporto col fascismo.

Sulla moda. Un articolo molto interessante e intelligente nella «Nuova Antologia» del 16 marzo 1928: Bruno De Poi, Formazione e organizzazione della moda. (Il De Poi credo sia un industriale milanese del cuoio). Molti spunti, spiegazione della moda dallo sviluppo economico (lusso non è la moda, la moda nasce col grande sviluppo industriale); spiegazione dell'egemonia francese per la moda femminile e inglese per la maschile; situazione attuale di lotta per ridurre queste egemonie a un «condominio»: attività dell'America e della Germania in questo senso. Conseguenze economiche specialmente per la Francia, ecc.

Documenti del tempo. Un documento molto importante e interessante è la relazione della commissione d'indagine per la spedizione polare dell'aeronave «Italia», stampato per disposizione del Ministero della Marina nel 1930 a Roma dalla «Rivista Marittima». («Caporetto»).

I problemi dell'automobilismo al Congresso mondiale di Roma, di Ugo Ancona, nella «Nuova Antologia» del 1° novembre 1928. (Contiene qualche spunto interessante sulla mania delle autostrade dispendiosissime di questi anni e sul «puricelli-smo»; possono servire per Passato e presente: bisognerebbe fissare quanto nelle spese statali e locali è andato a strade indispensabili e quanto a strade di lusso).