Ugo Ojetti

 

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Ugo Ojetti (Roma, 15 luglio 1871 – Firenze, 1º gennaio 1946) è stato uno scrittore, critico d'arte, giornalista e aforista italiano.

Figlio del noto architetto Raffaello Ojetti, personalità di vastissima cultura, scrisse anche per diversi giornali, dall'Illustrazione italiana, alla Tribuna, al Corriere della Sera, giornale del quale fu direttore fra il 1926 ed il 1927. Organizzò numerose mostre d'arte e dette vita ad importanti iniziative editoriali, come "Le più belle pagine degli scrittori italiani" per l'editrice Treves e l'ideazione della collana de "I Classici italiani" per la Rizzoli. Ojetti partecipò come volontario alla prima guerra mondiale. Aveva trovato nella villa paterna di Santa Marinella (Roma), soprannominata Il Dado, il luogo ideale in cui riposarsi, trascorrere le sue vacanze e scrivere le sue opere. Fu tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali fascisti nel 1925 e fu nominato Accademico d'Italia nel 1930. Scritto con uno stile che si pone fra la critica ed il reportage, Alla scoperta dei letterati, pubblicato ancora in giovane età nel 1895, fu considerato, e come tale fece discutere, un momento di analisi profonda del movimento letterario dell'epoca, ricavato attraverso interviste a scrittori celebri dell'epoca come Fogazzaro, Carducci e Gabriele D'Annunzio. Come scrittore di narrativa è ricordato per i romanzi Senza Dio (scritto quand'era poco più che ventenne nel 1894), Mimì e la gloria (del 1908) e Mio figlio ferroviere (1922). Gli articoli scritti fra il 1904 e il 1908 per l'"Illustrazione italiana" vennero pubblicati nei due volumi de I capricci del conte Ottavio, usciti rispettivamente nel 1908 e nel 1910. Nei sette volumi che costituiscono la raccolta Cose viste sono invece contenuti articoli da lui scritti per il "Corriere della Sera" nell'arco d'oltre quindici anni, dal 1923 al 1939.

Profondo conoscitore ed appassionato studioso d'arte, Ugo Ojetti ha pubblicato sull'argomento diversi importanti libri: Ritratti di artisti italiani (in due volumi, 1911 e 1923), I nani tra le colonne (1920), Raffaello e altre leggi (del 1921, La pittura italiana del Seicento e del Settecento (1924), l' Atlante di storia dell'arte italiana (due volumi, 1925 e 1934) e La pittura italiana dell'Ottocento (1929. Fondatore della rivista d'arte "Dedalo" (uscita dal 1920 al 1933), Ojetti diresse per due anni a Milano, appunto dal '33 al '35, la rivista letteraria "Pan", fondata sulle ceneri della precedente esperienza fiorentina della Rassegna di lettere ed Arti "Pègaso". Per il teatro scrisse, assieme a Renato Simoni, la commedia in quattro atti Il matrimonio di Casanova. Fece parte fino al 1933 del consiglio d'amministrazione dell'Enciclopedia Italiana. Ojetti è celebre anche per i suoi aforismi, massime e pensieri, molti dei quali sono raccolti nei trecentocinquantadue paragrafi di Sessanta (volumetto uscito nel 1937 ma scritto dall'autore nel 1931 per i suoi sessant'anni).

Gramsci scrisse di lui che «la codardia intellettuale dell'uomo supera ogni misura normale», Piero Gobetti lo definì ironicamente «maestro insuperabile nella magra arte dell'arrivare», e Mino Maccari lo chiamò «sor Ugo Senza-sugo».