Wikipedia
Nuova Antologia è un periodico trimestrale di lettere,
scienze ed arti fondato nel gennaio 1866 a Firenze da Francesco
Protonotari (1836-1888) ed edito da Le Monnier.
Storia
La rivista, che è da considerarsi tra le più
prestigiose e antiche tra le riviste culturali, fu fondata come
Nuova Antologia di scienze, lettere ed arti da Protonotari a Firenze
e trasferita nel marzo 1878 a Roma dopo aver subito la
trasformazione da rivista trimestrale a quindicinale (a gennaio
dello stesso anno).
Il titolo indica chiaramente le intenzioni del fondatore di rifarsi
all'illustre L'Antologia del Gabinetto Vieusseux (1821-1832). La
rivista, che all'inizio aveva uno stile molto tradizionale, era
caratterizzato dalle monografie sotto forma di saggi e articoli. Per
le prime dodici annate uscì in fascicoli mensili di circa 200
pagine. Aveva come collaboratori nomi illustri come Manzoni,
Petruccelli della Gattina, Tommaseo, Maffei, Mamiani, Boni e altri.
Dopo la trasformazione della periodicità e il trasferimento,
nel gennaio 1880 si decise anche di togliere dalla testata le parole
scienze, lettere e arti, spostate nel sottotitolo «Rivista di
scienze, lettere e arti». Dopo la morte del fondatore (1888),
la direzione venne affidata al fratello, Giuseppe Protonotari. Nel
1900 il sottotitolo divenne «Rivista di lettere scienze ed
arti».
La Nuova Antologia, sotto la direzione di Maggiorino Ferraris
(iniziata nel 1897) ebbe uno dei periodi di maggiore
produttività e diffusione, sia per i nomi prestigiosi dei
collaboratori, tra i quali il caporedattore Giovanni Cena e
intellettuali quali Labriola, Croce, Carducci, Pascoli, sia per la
qualità dei testi prodotti e anche per il tocco di
modernità che la nuova direzione aveva saputo dare. In questo
periodo le pagine della rivista ospitarono i Saggi critici di De
Sanctis, il Mastro Don Gesualdo di Verga, Piccolo Mondo antico di
Fogazzaro, Il fu Mattia Pascal di Pirandello, la Signorina Felicita
di Gozzano, Cuore di De Amicis e altre importanti opere dell'epoca,
nonché inchieste giornalistiche e politico culturali, come
della giovane scrittrice pioniera del femminismo italiano Clelia
Romano Pellicano.
Durante la guerra la rivista interruppe le pubblicazioni, ma quando
nel dopoguerra le riprese non riuscì a recuperare le
caratteristiche che l'avevano distinta nel panorama letterario fra
la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento.
Essa non cercò di stare ai passi con le altre riviste che
avevano recuperato scegliendo la via del dibattito e della polemica
letteraria, ma ne rimase distante preferendo sempre la linea
più tradizionale e non incline alle battaglie ideologiche.
Durante il fascismo divenne la rivista ufficiale dell'Accademia
d'Italia, la direzione fu affidata a Luigi Federzoni e
successivamente a Giovanni Gentile.
La rivista presentava delle rubriche fisse, come le "Rassegne" di
letteratura, economia, arti e scienze e le "Ricerche". Ebbe altri
collaboratori famosi, come Eugenio Garin, Alessandro Bonsanti, Carlo
Bo, Nicola Abbagnano, Norberto Bobbio, Renzo De Felice, Arturo Carlo
Jemolo, Matilde Serao, Grazia Deledda, Giovanni Papini e Luigi
Ugolini. Tra le anticipazioni si ricordano le pagine delle Sorelle
Materassi di Aldo Palazzeschi e de Il mulino del Po di Riccardo
Bacchelli.