Carlo Mezzacapo 

 

www.treccani.it

Generale (Capua 1817 - Roma 1905). Ufficiale dell'esercito borbonico, fu inviato nel 1848 al Quartier generale piemontese con l'incarico del collegamento fra i due eserciti; ribellatosi all'ordine del re di Napoli di ritirarsi, raggiunse G. Pepe a Venezia, dove ebbe il comando del forte Marghera. Dopo il 1849 si rifiutò di rientrare nell'esercito borbonico e rimase in esilio, prima a Genova, poi a Torino, dove fondò, col fratello Luigi, una Biblioteca militare e quindi la Rivista militare italiana (1856), e pubblicò, sempre in collab. col fratello, i notevoli Studi topografico-strategici d'Italia (1859). Entrato nell'esercito piemontese, fu capo di stato maggiore in Toscana nel 1859, quindi ministro della Guerra nel governo provvisorio delle Romagne; nel 1860 si distinse nell'assedio di Mola di Gaeta. Senatore (1876) e collare dell'Annunziata (1903).

*

Wikipedia

Luigi Mezzacapo (Trapani, 25 gennaio 1814 – Roma, 27 gennaio 1885) è stato un generale, patriota e politico italiano.

Biografia

Iniziò la carriera militare, come ufficiale di artiglieria nell'esercito delle Due Sicilie (1832). Frequentò il Real Collegio Militare della Nunziatella fra il 1825 ed il 1832 avendo come compagni di corso il fratello Carlo ed Enrico Cosenz.

Nominato capitano nell'esercito borbonico nel 1847, nel 1848 fece parte del corpo di spedizione di 15 mila uomini che il governo costituzionale di Carlo Troya inviò in Lombardia, al comando di Guglielmo Pepe, in aiuto del Regno di Sardegna nella guerra contro l'Impero Austriaco (vedi Prima guerra di indipendenza). Dopo il richiamo dell'esercito delle Due Sicilie da parte di Ferdinando II, Luigi Mezzacapo si recò con il fratello Carlo e numerosi altri militari dell'esercito borbonico (Guglielmo Pepe, Enrico Cosenz, Cesare Rosaroll, Alessandro Poerio, Girolamo Calà Ulloa, ecc.) a Venezia assediata dove si distinse nella difesa della città lagunare dirigendo il forte di Brondolo.

Caduta Venezia (18 agosto 1849), Luigi Mezzacapo non tornò a Napoli, dove nel frattempo Ferdinando II aveva impresso una svolta reazionaria al paese; nel 1849 partecipò alla difesa della Repubblica Romana con il grado di generale. Andò poi in esilio, dapprima a Malta, e poi nel regno sabaudo, dove con il fratello Carlo diede vita alla "Biblioteca militare per uso della gioventù italiana" e alla "Rivista militare" (1856).

Nel 1859 entrò nell'esercito piemontese e organizzò in Toscana della "Divisione Mezzacapo" , una divisioni di volontari della Romagna e delle Marche coadiuvando Manfredo Fanti nella preparazione dell'annessione dell'Emilia e della Romagna al Regno di Sardegna. Nel 1860 partecipò alla spedizione nel Regno delle Due Sicilie nell'esercito regolare piemontese. Nel 1861, espugnò la fortezza di Civitella del Tronto, ultimo baluardo delle forze borboniche.

Fu Ministro della Guerra del Regno d'Italia nei Governi Depretis I e Depretis II.

Senatore del regno d'Italia dal 1º dicembre 1870.