Pietro Metastasio

 

Wikipedia

Pietro Metastasio, pseudonimo di Pietro Antonio Domenico Bonaventura Trapassi (Roma, 3 gennaio 1698 – Vienna, 12 aprile 1782), è stato un poeta, librettista, drammaturgo e sacerdote italiano. È considerato il riformatore del melodramma italiano.

Biografia

Infanzia e gioventù

Pietro Metastasio e il secondogenito Leopoldo nacquero a Roma entrambi da Felice Trapassi e da Francesca Galastri. Le figlie Barbara ed Endimira dal nuovo matrimonio fra Felice Trapassi e Angela Lucarelli di Cave, dopo che la Galastri scomparve improvvisamente e prematuramente nel 1702. Il fratello Leopoldo, avviato agli studi giuridici, rimase a Roma e fu sempre in stretto contatto, culturale e affettivo, con il fratello.

Si dice che Pietro, ancora bambino, attirasse a sé la folla recitando versi improvvisati su tema dato. Nel 1709 in un'occasione simile si fermarono ad ascoltarlo due signori distinti: Gian Vincenzo Gravina, noto letterato e giurista, nonché fondatore dell'Accademia dell'Arcadia, e Lorenzini, un critico di una certa fama. Gravina fu attratto dal talento poetico e dal fascino del ragazzo e dunque ne fece il suo protetto. Il padre Felice era ben lieto di dare al figlio la possibilità di ricevere una buona educazione e di poter entrare nell'alta società.

Gravina ellenizzò il cognome di Pietro Trapassi in "Metastasio" e, nell'intento di farlo diventare un giurista, iniziò a impartirgli lezioni di latino e di diritto. Allo stesso tempo coltivò il suo talento letterario e mise in mostra il giovane prodigio nella sua casa e presso varie congreghe romane. Ben presto Metastasio si trovò in competizione con i più celebri improvvisatori d'Italia. I giorni trascorsi in numerosi studi e le serate dedicate alle attività d'improvvisazione in ottanta strofe furono assai rovinosi per la salute di Pietro e sottoposero a tensione la sua facoltà poetica. Tra l'altro in questo momento critico Gravina dovette recarsi in Calabria per affari. Decise di portare con sé il suo giovane allievo per farlo esibire nei circoli letterari di Napoli, affidandolo alle cure di un suo parente di Scalea, il filosofo Gregorio Caloprese. L'aria di mare (Scalea si trova sull'omonimo promontorio, in Calabria) fu cosa buona per il giovane Metastasio, tant'è che la sua salute si rivitalizzò. Gravina dunque comprese che non doveva più farlo improvvisare, se non in occasioni importanti, in modo che, una volta completata la sua educazione, potesse entrare in competizione con i più grandi poeti.

Metastasio obbedì sempre ai voleri del suo patrono. All'età di dodici anni tradusse l'Iliade in ottave; due anni più tardi compose una tragedia nella maniera di Seneca su un soggetto tratto dall'Italia liberata dai Goti di Gian Giorgio Trissino, l'epopea preferita di Gravina. Questo lavoro, che chiamò Giustino, fu pubblicato da Gravina nel 1713, ma ebbe vita breve. Caloprese nel 1714 morì e, quattro anni dopo, nel 1718 anche Gravina seguì la stessa sorte. Metastasio ereditò una fortuna di 18000 scudi. Nello stesso anno ad un incontro dell'Accademia dell'Arcadia egli recitò un elogio al suo patrono.

Vita e lavori in Italia

Metastasio era ora ventenne. Quattro anni prima (nel 1714) aveva preso i voti minori di abate, senza i quali pareva impossibile intraprendere una carriera a Roma. La sua storia romantica, il fascino personale, le maniere incantevoli fecero di lui una figura ben distinta. Per due anni egli spese il suo denaro per accrescere la sua reputazione e decise di applicarsi seriamente nella sua professione. A Napoli entrò al servizio di un importante avvocato di nome Castagnola, il quale esercitò un notevole controllo su tempo ed energie del giovane.

Mentre lavorava per l'avvocato, Metastasio nel 1721 compose un epitalamio e probabilmente anche la sua prima serenata musicale, Endimione, in occasione del matrimonio tra la sua patrona donna Anna Francesca Ravaschieri Pinelli di Sangro (più tardi sesta principessa di Belmonte) e il marchese don Antonio Pignatelli (più tardi principe di Belmonte). Nel 1722 il compleanno dell'imperatrice Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel fu celebrato con il massimo degli onori, quindi il viceré incaricò Metastasio di scrivere una serenata per l'occasione. Egli accettò l'ingaggio, a patto che l'autore rimanesse anonimo. Sotto questa condizione Metastasio produsse Gli orti esperidi, che fu messo in musica da Nicola Porpora e cantato da un allievo dello stesso, il castrato Farinelli, il quale fece uno spettacolare debutto e si legò al Metastasio con una calorosa amicizia fraterna tanto da chiamarlo "gemello caro" nelle sue numerose lettere al librettista, ricevendo i migliori applausi. La primadonna Marianna Bulgarelli, detta La Romanina (per via della città di nascita), la quale interpretava Venus nel dramma, non si dette pace sino a che non ebbe scoperto l'autore. La Romanina persuase il poeta a rinunciare alla propria carriera legale e promise di assicurargli fama ed autonomia, qualora avesse voluto dedicare il proprio talento al dramma musicale.

Presso la casa de La Romanina Metastasio iniziò a conoscere i più grandi compositori del tempo, tra i quali Porpora, dal quale prese lezioni di musica, Johann Adolf Hasse, Giovan Battista Pergolesi, Alessandro Scarlatti, Leonardo Vinci, Leonardo Leo, Francesco Durante e Benedetto Marcello; tutti questi saranno destinati in futuro a mettere in musica i suoi lavori. Qui inoltre studiò l'arte del cantare e imparò ad apprezzare lo stile di interpreti come Farinelli. Dotato di uno straordinario talento per la composizione e di un senso per la poetica, non trovò nessuna difficoltà nello scrivere le sue opere. I suoi libretti non sempre erano capolavori letterari, ma appena messi in musica diventavano vere e proprie opere eccellenti, tant'è che i migliori cantanti facevano a gara per poterli interpretare.

Metastasio visse con La Romanina e suo marito a Napoli. Mossa da un affetto per metà materno e per metà romantico, la cantante lo accolse, come già fece in passato Gravina, con tutta la sua famiglia (padre, madre, fratello e sorelle) nella propria casa. Lei incoraggiò il suo genio poetico e lo viziò nei suoi capricci. Sotto la sua influenza scrisse in rapida successione Didone abbandonata, Catone in Utica, Ezio, Alessandro nell'Indie, Semiramide riconosciuta. Siroe ed Artaserse. Questi drammi furono musicati dai principali compositori di quel tempo e furono rappresentati nelle più importanti città italiane.

Nel frattempo La Romanina stava invecchiando e smise di cantare in pubblico; il poeta si sentiva sempre più fastidiosamente dipendente dalla sua generosità. Egli guadagnava 300 scudi per ogni opera; questa paga, anche se buona, era incerta e da tempo desiderava ottenere un impiego fisso. Nel settembre del 1729 ricevette ed accettò l'offerta per il posto di poeta di corte al teatro di Vienna, con uno stipendio di 3000 fiorini; successe così ad Apostolo Zeno, che in quell'anno tornò a Venezia. La Romanina altruisticamente lo mandò per la via della gloria. Lei tenne comunque a suo carico la famiglia di Pietro a Roma, in modo che egli potesse stabilirsi in Austria.

Metastasio alla Corte di Vienna

Nell'aprile del 1730 Metastasio si stabilì a Vienna nell'appartamento della Michaelerhaus, al IV piano di Kohlmarkt 12, di fronte alla Hofburg, dimora messagli a disposizione da Pio di Savoia, direttore dei teatri di Carlo VI. Qui il poeta divise fino alla fine dei suoi giorni la casa già concessa a Niccolò Martines, maestro di cerimonie del Nunzio apostolico a Vienna. Con ogni probabilità, il fatto che Metastasio e Martines si fossero già conosciuti a Napoli negli anni venti favorì la loro convivenza che fu sempre improntata, del resto, alla più sincera e affettuosa reciproca amicizia, al punto che il Poeta Cesareo nominò Giuseppe Martines, il figlio maggiore del cerimoniere, suo esecutore testamentario, mentre contribuì in modo decisivo all'educazione e alla formazione musicale di un'altra figlia, Marianna, affidandola anche alle cure di Franz Joseph Haydn, ospite alla fine degli anni cinquanta nella mansarda della Michaelerhaus a Kohlmarkt.

Questa data segna un nuovo periodo nella sua attività artistica. Tra gli anni 1730 e 1740 i suoi bei drammi Adriano, Demetrio, Issipile. Demofonte, Olimpiade, Clemenza di Tito, Achille in Sciro, Temistocle e Attilio Regolo, vennero prodotti per il teatro imperiale. Alcuni di essi furono composti per occasioni speciali e con incredibile rapidità: ad esempio l'Achille in diciotto giorni e l'Ipermestra in nove. Oltre a ciò si dedicò nuovamente ai testi sacri: nel 1730 venne alla luce La Passione di Nostro Signore Gesù Cristo, che divenne uno degli oratori più musicati del XVIII secolo. Metastasio padroneggiava la tecnica della sua arte fino ai minimi dettagli. Le esperienze che acquisì a Napoli e a Roma, così come l'entusiasmo viennese per i suoi lavori accelerarono la sua carriera.

A Vienna Metastasio non incontrò un forte successo sociale, giacché la sua nascita non nobile lo escludeva dai circoli dell'aristocrazia. Per ovviare a questa mancanza intraprese una relazione intima con la contessa Marianna Pignatelli di Althann, cognata della sua passata patrona, la principessa Belmonte Pignatelli, la quale aveva perso il marito ed era stata a lungo la favorita dell'imperatore. Il rapporto tra lei e Metastasio fu così intenso che si credeva che si fossero sposati segretamente.

La Romanina, stanca della sua assenza, gli domandò di ottenere un ingaggio al teatro di corte. Metastasio confuso e stanco di lei, le scrisse dissuadendola nel progettare visite a Vienna. Il tono della lettera l'allarmò e irritò. Sembra che ella fosse partita da Roma, ma morì improvvisamente lungo il tragitto. Dato che suo marito era già deceduto, Metastasio ereditò tutto il suo patrimonio, ma a causa dell'affanno e del rimorso per la morte della Romanina rinunciò al lascito.

Con il passare del tempo, la vita che Metastasio teneva a Vienna, come anche il clima, si fece sentire sulla sua salute e sul suo spirito. Dal 1745 in avanti egli scrisse poco, anche se le sue cantate risalgono a questo periodo, così come la canzonetta Ecco quel fiero istante, che godette di larghissima fortuna. Nel 1755 morì la contessa Althann e Metastasio ridusse i suoi rapporti sociali ai soli visitatori che andavano a trovarlo. Ormai afflitto dall'avanzare della sua vecchiaia e dalla perdita della sua vena poetica visse gli ultimi anni della sua vita rimanendo pressoché inattivo. Durante questo periodo fu maestro dell'allora giovane arciduchessa Maria Antonietta, futura regina di Francia, la quale pur non conoscendo bene né il tedesco né il francese, parlava un ottimo ed elegante italiano, grazie al suo illustre insegnante.[1] Il 3 settembre 1768 fu eletto accademico della Crusca [2]. Morì nel 1782, lasciando una fortuna di 130.000 fiorini ai figli dell'amico Martines. Era infatti sopravvissuto a tutti i suoi parenti in Italia. Fu sepolto nella cripta della chiesa di San Michele a Vienna e nella chiesa dei Minoriti sta una sua lapide sepolcrale e un grande busto.

Foscolo ebbe a definirlo nel Gazzettino del Bel-mondo «...monarca della Tragedia Italiana cantata da Cesari e Catoni non uomini».

« Scendi propizia
Col tuo splendore,
O bella Venere,
Madre d'Amore,

O bella Venere,
Che sola sei
Piacer degli uomini
E degli dei. [...] »
(Metastasio, dagli Epitalami, 1722)

L'opera seria

A questo proposito è significativo ricordare che su 27 melodrammi scritti da Metastasio nel corso di quasi 50 anni di attività teatrale, solo 3 hanno finale autenticamente tragico (Didone abbandonata, Catone in Utica, Attilio Regolo) e, di questi solo uno, il Catone in Utica, prevede la morte "in palese" (cioè in scena) del protagonista. Questo finale lo esporrà a non poche critiche e ripensamenti, al punto che ne appronterà uno alternativo a quello originale in cui la morte di Catone è narrata dalla figlia Marzia.

Libretti

Di seguito è riportato l'elenco dei libretti di Pietro Metastasio:

Melodrammi
Ed. Alauzet, 1814 Firenze – Collezione Francesco Paolo Frontini

    Didone abbandonata [1] (1724)
    Siroe rè di Persia (1726)
    Catone in Utica (1728)
    Ezio (1728)
    Alessandro nell'Indie (1729)
    Semiramide riconosciuta (1729)
    Artaserse (1730)
    Demetrio (1731)
    Adriano in Siria (1732)
    Issipile (1732)
    Demofoonte (1733)
    L'Olimpiade (1733)
    La clemenza di Tito (1734)
    Achille in Sciro (1736)
    Ciro riconosciuto (1736)
    Temistocle (1736)
    Zenobia (1740)
    Antigono (1743)
    Ipermestra (1744)
    Attilio Regolo (1750)
    Il re pastore (1751)
    L'eroe cinese (1752)
    Nitteti (1756)
    Il trionfo di Clelia (1762)
    Romolo ed Ersilia (1765)
    Ruggiero (1771)

Feste, azioni, componimenti

    Giustino (1712)
    Angelica (1720)
    Endimione (1721)
    Gli orti esperdi (1721)
    La Galatea (1722)
    L'impresario delle Canarie (1724)
    La contesa de' numi (1729)
    Il tempio dell'Eternità (1731)
    Amor prigioniero (1732)
    L'asilo d'Amore (1732)
    Il palladio conservato (1735)
    Il sogno di Scipione (1735)
    Le cinesi (1735)
    Le grazie vendicate (1735)
    Il Parnaso accusato e difeso (1738)
    La pace fra la virtù e la bellezza (1738)
    Astrea placata (1739)
    Il natale di Giove (1740)
    Il vero omaggio (1743)
    Augurio di felicità (1749)
    La rispettosa tenerezza (1750)
    L'isola disabitata (1753)
    Tributo di rispetto e d'amore (1754)
    La gara (1755)
    Il sogno (1756)
    La ritrosia disarmata (1759)
    Alcide al bivio (1760)
    L'Atenaide (Gli affetti generosi) (1762)
    Egeria (1764)
    Il Parnaso confuso (1765)
    Il trionfo d'Amore (1765)
    La corona (1765)
    La pace fra le tre dee (1765)
    Partenope (1767)
    L'ape (n.d.)

Oratori

    Per la festività del santo natale (1727)
    La passione di Gesù Cristo (1730)
    Sant'Elena al Calvario (1731)
    La morte d'Abel (1732)
    Giuseppe riconosciuto (1733)
    La Betulia Liberata (1734) (musicata da Wolfgang Amadeus Mozart nel 1771)-(K 118)
    Gioas re di Giuda (1735)
    Isacco figura del Redentore (1740)

Cantate

    Il ciclope
    La danza
    Il quadro animato
    Amor timido
    Il consiglio
    Il nido degli amor
    Il nome
    Il primo amore
    Il ritorno
    Il sogno
    Il tabacco
    Il trionfo della gloria
    Irene
    La cacciatrice
    La cioccolata
    La gelosia
    La Pesca
    La primavera
    L'Armonica
    La scusa
    La tempesta
    L'Aurora
    L'estate
    L'inciampo
    L'inverno
    Pel giorno natalizio di Francesco I
    Pel giorno natalizio di Maria Teresa
    Pel nome glorioso di Mari Teresia
    Primo omaggio del canto
    Altre cantate

Canzonette

    A Nice
    Canzonetta
    La libertà
    La partenza
    La primavera
    L'estate
    Palinodia

Altri lavori

    9 complimenti
    33 strofe per musica
    32 sonetti
    4 poemi sacri
    Numerosi testi per arie