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Mein Kampf (La mia battaglia) è il saggio pubblicato nel 1925 nel
quale Adolf Hitler espose il proprio pensiero politico e delineò il
programma del partito nazista, accompagnandolo ad un'autobiografia.
Il testo venne definito il "catechismo" della Gioventù hitleriana.
Secondo più testimonianze, nella redazione del testo, ed in
particolare nella correzione delle bozze, Hitler fu aiutato da un
amico, il sacerdote cattolico Bernhard Stempfle, peraltro rimasto
vittima della Notte dei lunghi coltelli, si dice a causa proprio del
lavoro di correzione svolto che poteva minare l'infallibilità
dell'autore.
Pubblicazione
Hitler compose il proprio programma politico durante l'anno di
reclusione (1924) a Landsberg am Lech, seguito al suo tentato colpo
di Stato a Monaco e successivamente - dopo esser stato liberato il
dicembre dello stesso anno - sull'Obersalzberg. Il primo volume,
intitolato Eine Abrechnung ("Un resoconto") fu pubblicato il 18
luglio 1925; il secondo, Die nationalsozialistische Bewegung ("Il
movimento nazional-socialista"), nel 1926. Il titolo originale
scelto da Hitler era "Quattro anni e mezzo di lotta contro menzogna,
stupidità e codardia". L'editore Max Amann, per ragioni editoriali,
decise di sintetizzarlo in Mein Kampf ("La mia lotta" o "La
mia battaglia").
Nel 1930 il libro era venduto al prezzo di 12 Reichsmark e veniva
stampato nel formato 12 x 18,9 centimetri - lo stesso normalmente
adoperato per la Bibbia. Con i diritti d'autore Hitler acquistò il
Berghof nelle Alpi Salisburghesi nel 1933[7].
Riassunto del libro
- Caratterizzazione del tipico antisemitismo nazista (la razza
ariana pura e superiore)
- esortazione alla sconfitta e repulsione del marxismo. A tal
proposito esalta l'esempio di Benito Mussolini, prendendolo a
modello: « ... concepii profonda ammirazione per il grand'uomo a
sud delle Alpi che, pieno di fervido amore per il suo popolo,
non venne a patti col nemico interno dell'Italia ma volle
annientarlo con ogni mezzo. Ciò che farà annoverare Mussolini
fra i grandi di questa Terra è la decisione di non spartirsi
l'Italia col marxismo ma di salvare dal marxismo,
distruggendolo, la sua patria. A petto di lui, quanto appaiono
meschini i nostri statisti tedeschi! E da quale nausea si è
colti al vedere queste nullità osar criticare chi è mille volte
più grande di loro! » (Adolf Hitler, Mein Kampf, cap.XV.
t rad.: Andrea Irace)
- creazione di un socialismo nazionale (lotta di razza invece di
lotta di classe);
- lotta contro il bolscevismo;
- prime utopie sui campi di sterminio:
- acquisizione di territorio nell'Est per nuovi spazi vitali che
avrebbero realizzato il "destino storico" dei tedeschi;
- alleanza con il Regno Unito col fine di evitare una seconda
guerra a due fronti;
- ulteriore polemica al parlamentarismo con la proposta di
trasformarlo in un Führerstaat ("Stato del Führer", uno Stato
fortemente autoritario guidato da un'unica persona, al di sotto
di cui si svilupperebbe una competente gerarchia
amministrativa);
- riassunto di tutto quanto nel programma del partito
nazional-socialista dei lavoratori tedeschi (NSDAP).
- autobiografia e storia del partito fino al 1924.
Adolf Hitler si rappresenta come "Übermensch", superuomo,
riferendosi all'opera Così parlò Zarathustra di Friedrich Nietzsche,
il quale aveva inteso con "superuomo" un uomo capace di essere
superiore a sé stesso e ai propri impulsi. Tuttavia Nietzsche stesso
era stato uno dei più grandi critici tedeschi contro l'antisemitismo
che si sviluppava nel XIX secolo. Nel Mein Kampf è presente una
diffusa enfasi sul Cristianesimo quale base ideologica della
dottrina hitleriana; Hitler paragona l'ascesa del Nazismo a quella
del Cristianesimo originale, ed equipara se stesso a Gesù nella sua
opposizione alle istituzioni ebraiche.
Popolarità
Fino all'ascesa al potere di Hitler, avvenuta nel gennaio del 1933,
furono venduti 287.000 esemplari di Mein Kampf al prezzo di 12
Reichsmark (il 10% all'autore). Nel 1933 però, vennero vendute ben
un milione e mezzo di copie e il libro divenne subito la "bibbia" di
ogni nazionalsocialista. Durante i dodici anni del regime vennero
vendute oltre dieci milioni di copie; principalmente vennero
acquistate dagli uffici dello stato civile che regalarono un
esemplare ad ogni coppia che si sposava. La lettura della bibbia
nazista comportava la conoscenza di ciò che si sarebbe avverato in
un futuro prossimo per portare la razza ariana ad un posto tra le
nazioni più potenti al mondo. Al termine della guerra, milioni di
esemplari di Mein Kampf furono distrutti insieme a molti altri
simboli del nazismo. I diritti d'autore di tutte le edizioni di Mein
Kampf (salvo quello inglese e olandese) rimarranno possesso della
Baviera fino al 31 dicembre del 2015 (70 anni dopo morte
dell'autore).
Secondo lo storico Werner Maser, il figlio del nipote di Hitler,
Peter Raubal, avrebbe molte possibilità di riappropriarsi dei
diritti d'autore, ma quest'ultimo non vuole avere nulla a che fare
con un libro che potrebbe valere diversi milioni di euro. Il governo
della Baviera vieta la riproduzione e la stampa del libro in
Germania. Possedere e acquistare il libro è legale - anche se si
tratta di copie vecchie - a meno che questo venga fatto in modo da
promuovere il nazismo. Fino ad oggi non è stata pubblicata
un'edizione seriamente commentata di Mein Kampf in lingua tedesca;
pertanto l'originale può essere consultato solo in copie
d'antiquariato, nelle biblioteche, su internet e in ristampe
prodotte da neonazisti, soprattutto statunitensi.
In Francia, la Corte d'appello di Parigi ha proceduto dopo un
arresto avvenuto l'11 luglio 1979, ad autorizzare la vendita del
libro per motivi storici, e con una premessa esplicativa di otto
pagine, tuttora il libro è stampato da Les nouvelles éditions
latines. Nei Paesi Bassi, la vendita del libro è illegale in ogni
caso, ma non il possesso o il prestito e nel 1997 il governo
olandese ha spiegato che la vendita di una versione scientificamente
annotata potrebbe risultare legale.
Negli Stati Uniti il libro si può acquistare nelle librerie e via
internet. Il governo americano si impossessò dei diritti d'autore
nel 1941 in seguito all'entrata degli Stati Uniti nella Seconda
guerra mondiale come parte del Trading with the Enemy Act e nel 1979
la Houghton Mifflin acquistò i diritti dal governo americano. Ogni
anno sono vendute più di 15.000 copie. In Brasile il libro si trova
in poche librerie in vendita solo per scopi di ricerca. Nessuna
delle maggiori catene di vendita di libri brasiliane ha in vendita
il libro.
In Austria e in Israele il possesso e la vendita di Mein Kampf sono
illegali. In Cina il Mein Kampf è vietato ed è visibile per ricerche
solo in poche biblioteche. Nel 1999 il centro Simon Wiesenthal,
organizzazione contro l'antisemitismo, è riuscito a fermare le
vendite di Mein Kampf da parte di amazon.com e Barnes & Noble.
In Canada il libro è in commercio, tranne che nella catena di
librerie Chapters/Indigo.
Nell'Unione Sovietica il libro fu stampato in un ristretto numero di
copie per i membri anziani del PCUS secondo la traduzione russo di
Karl Radek, ma il libro era de facto proibito. In Russia il Mein
Kampf è stato pubblicato tre volte dal 1992 e il testo in russo si
può trovare anche su internet. Nel 2006 la Camera Pubblica della
Russia ha proposto di vietare le pubblicazioni. Nel 2009 la sezione
di San Pietroburgo del ministero russo degli Affari Interni ha
chiesto di rimuovere una traduzione del libro da un sito
storiografico.
Un'edizione in lingua araba è stata pubblicata da Bisan Publishers
nel Libano. Una nuova edizione in lingua turca è diventata
bestseller in Turchia nel 2005[17]. In Iran e in tutto il mondo
arabo il libro è venduto liberamente. Nel 2009 in Giappone è stata
stampata una versione manga del libro con il nome di Mein Kampf
(わが闘争 waga tōsō?).
In Italia il libro venne stampato per la prima volta nel 1934 dalla
casa editrice Bompiani su ordine di Mussolini. Durante i colloqui di
Stresa dello stesso anno Mussolini definì il Mein Kampf "un mattone
leggibile solo dalle persone più colte e intelligenti". Nel
dopoguerra è stato stampato per lungo tempo soltanto dalle Edizioni
di Ar; è stato poi ristampato nel 2009 dalla Kaos Edizioni, con il
commento critico di Giorgio Galli.