Opinione pbblica 
    
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    Giudizio e modo di pensare collettivo della maggioranza dei
    cittadini, o anche questa maggioranza stessa. Il concetto di o.p.,
    intesa anche come sistema di credenze sulla cosa pubblica, nasce con
    l'idea moderna di democrazia rappresentativa, definita da J. Locke
    come governo dell'opinione.
    
    Opinione pubblica - approfondimentodi Luciana Giacheri Fossati
    
    Il concetto di opinione pubblica può essere utilizzato sia
    per indicare l'insieme delle idee che un determinato agglomerato
    umano (città, nazione, gruppo di nazioni) ritiene giusto e
    vero in un determinato momento, sia l'insieme delle persone che
    costituiscono la collettività che giudica, in base ai
    riferimenti culturali, sociali, religiosi ed economici, i fatti che
    accadono. Si tratta di un'espressione che si riferisce, dunque, a un
    concetto complesso e ambivalente che, a seconda dei contesti,
    può variare e assumere significato e senso diverso.La
    formazione del concettoIl concetto di opinione pubblica
    cominciò a prendere forma in Europa in seguito alla crisi dei
    regimi assoluti e alla formazione dei moderni Stati nazionali (tra
    il 17° e il 18° sec.), dotati di strutture centralizzate, di
    solidi apparati burocratici, amministrativi e militari. La
    formazione dell'opinione pubblica è infatti strettamente
    collegata all'organizzazione di una società moderna,
    complessa e articolata nella quale gli individui possano esprimere,
    in quanto collettività, giudizi sia sulla politica del
    governo che su tutti gli altri temi culturali, religiosi e sociali.
    Il processo si è sviluppato nel tempo in seguito alle
    profonde trasformazioni economiche e sociali, all'aumento
    dell'alfabetizzazione, alla formazione di circoli politici e
    culturali e alla diffusione della stampa, con modalità e
    tempi diversi nei vari paesi. Con l'affermazione della borghesia,
    all'inizio del Settecento, si era aperto un dibattito teorico sui
    limiti dei poteri dello Stato e sui diritti degli individui. Il tema
    del rapporto tra sfera pubblica e privata, con tutte le sue
    implicazioni come il nodo del rapporto tra morale e politica,
    comincia da quel momento ad assumere un ruolo centrale. Una delle
    prime riflessioni risale al filosofo inglese J. Locke che, nel
    Saggio sulla intelligenza umana, attribuì all'opinione
    pubblica una funzione di controllo nella società, stabilendo
    una distinzione precisa tra la legge morale, espressa appunto
    dall'opinione pubblica, e la legge civile, emanazione del potere
    politico, distinzione poi ripresa da I. Kant, che pose l'accento
    sull'"uso pubblico della ragione in tutti i campi". Si cominciava ad
    affermare l'importanza della 'pubblicità', cioè del
    coinvolgimento politico e della funzione di controllo dei cittadini
    nei confronti del potere costituito. Questo tema fu poi ripreso e
    approfondito nei primi decenni dell'Ottocento dalle correnti
    liberali inglese e francese, con i filosofi E. Burke, J. Bentham, B.
    Constant e F.-P.-G. Guizot attenti a sottolineare il rapporto tra
    opinione pubblica e potere costituito, tra informazione e
    libertà di stampa. Nella seconda metà dell'Ottocento
    il pensiero liberale cominciò a evidenziare come l'opinione
    pubblica, conseguenza dello sviluppo dello Stato democratico,
    potesse avere anche risvolti negativi. Già studiosi, come A.
    de Tocqueville nella Democrazia in America o J.S. Mill nel saggio
    Sulla libertà, avevano notato come l'opinione pubblica
    potesse condizionare il grado di autonomia degli
    individui.L'evoluzione nel NovecentoNel corso del Novecento il
    concetto di opinione pubblica si è evoluto e modificato in
    rapporto alle trasformazioni economiche e politiche, ai conflitti
    bellici che hanno coinvolto tutti i paesi imponendo la
    partecipazione delle masse, nonché all'influenza sempre
    più organica e massiccia dei mezzi di comunicazione sulla
    società. Nel 1922 il sociologo americano W. Lippmann
    pubblicò il saggio L'opinione pubblica, in cui esaminava il
    rapporto stabilitosi nelle società avanzate tra un pubblico
    diventato sempre più diversificato e i mezzi di
    comunicazione. A questo proposito egli osservava che necessariamente
    "ciò che l'individuo fa si fonda non su una conoscenza
    diretta e certa, ma su immagini che egli forma o che gli vengono
    date". I mezzi di comunicazione - all'epoca soprattutto i giornali -
    potevano svolgere un ruolo preponderante nella formazione ma anche
    nella manipolazione della collettività. Emergeva qui
    chiaramente la consapevolezza del ruolo preminente che i mezzi di
    comunicazione, in quanto emanazioni di forze economiche, politiche,
    religiose ecc., erano in grado di esercitare all'interno della
    società di massa.
    
    Lo studio pionieristico di Lippmann fu poi ripreso negli anni
    Sessanta, in un contesto fortemente caratterizzato dalla concorrenza
    sempre più dinamica tra i mezzi di comunicazione, dal
    filosofo tedesco J. Habermas, esponente della scuola di Francoforte.
    Nella sua opera Storia e critica dell'opinione pubblica (1962),
    Habermas analizza la trasformazione della sfera pubblica, dal punto
    di vista dello Stato sociale e dei mutamenti delle strutture della
    comunicazione, sotto l'influenza dei media (stampa, radio, cinema e
    televisione). Secondo Habermas nelle società industriali
    avanzate il confine tra sfera pubblica e privata tende sempre
    più ad assottigliarsi, e l'opinione pubblica perde in misura
    crescente il suo valore democratico a causa della martellante
    influenza dei mezzi di comunicazione.Il mondo 'in rete'La
    rivoluzione telematica all'inizio del 21° sec. ha impresso una
    svolta nel mondo della comunicazione e nel rapporto con il pubblico.
    Un processo complesso, non privo di forti squilibri e di
    contraddizioni, nel quale l'antagonismo sempre più frenetico
    tra i media va di pari passo con il formarsi continuo di canali
    paralleli e con la rapidità eccezionale dei mezzi
    informatici. Le analisi sul mondo giovanile, per es., evidenziano
    una disaffezione sempre più marcata nei confronti
    dell'informazione giornalistica ufficiale e una crescita
    esponenziale della ricerca individuale di aggiornamento in tempo
    'reale' in ambiti diversificati. Internet può rappresentare
    un importante percorso alternativo nel mondo della comunicazione
    offrendo ai lettori nuove opportunità di controllo nei
    confronti dei media. In questa fase il richiamo all'opinione
    pubblica tende a essere utilizzato a fini più pratici e
    mirati, come nei sondaggi politici, sociali e pubblicitari.