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Scrittore e uomo politico francese (Parigi 1901 - Créteil,
Parigi, 1976). Comunista, fu in Cina durante la guerra civile
del 1927-28, partecipò alla guerra civile spagnola e alla
resistenza antinazista. Abbandonato il Partito comunista,
entrò in politica nel partito del generale C. de Gaulle e fu
più volte ministro. Tali esperienze confluirono nei suoi
romanzi, costruiti sul motivo dell'avventura e dell'azione eroica in
cui l'uomo ritrova la coscienza della solidarietà; il
più noto è La condition humaine (1933), in cui M.
raccontò la lotta tra i comunisti e i nazionalisti cinesi.
Vita
Dapprima studioso di archeologia e di sanscrito, si recò nel
1924 in Cambogia, incaricato di una missione di scavi. Strinse
rapporti col Partito comunista annamita che si batteva per
l'indipendenza della regione dalla Francia e sino al 1927 fu tra i
dirigenti del Guomintang. Durante la guerra civile in Spagna si
schierò a fianco dei repubblicani e diresse in Francia il
comitato mondiale antifascista; organizzò il corpo
d'aviazione internazionale e fu ferito nel 1937. Abbandonato il
partito comunista, partecipò alla seconda guerra mondiale,
durante la quale fu di nuovo ferito e fatto prigioniero dai Tedeschi
(1940); evaso dalla prigionia, organizzò (sotto il nome di
battaglia di colonel Berger) la Resistenza nelle regioni del centro
della Francia, ma fu di nuovo arrestato nel 1944. Nel 1945 fu
ministro durante il governo provvisorio. Entrato nel Rassemblement
du peuple français, fondato da De Gaulle, ne fu segretario
generale per la propaganda. Al ritorno di De Gaulle al potere
(1958), fu nominato ministro presso la presidenza del Consiglio,
quindi, dal 1959 al 1969 ministro degli Affari culturali, e
dall'ottobre 1962 presidente dell'Associazione per la V Repubblica.
Opere
I suoi romanzi poggiano sul motivo assoluto dell'aventure,
dell'azione sollecitata da una volontà imperiosa, in cui
l'eroe moderno ritrova la coscienza della solidarietà umana.
Dopo Lunes en papier (1921), La tentation de l'Occident (1926) e il
ciclo consacrato all'Estremo Oriente (Les conquérants, 1928;
La voie royale, 1930; La condition humaine, 1933, che gli valse il
premio Goncourt), denunciò il nazismo in Le temps du
mépris (1935) e il fascismo spagnolo in L'espoir (1937), da
cui egli stesso trasse un film; quindi espresse in Le noyers de
l'Altenburg (1943) il passaggio dal mito rivoluzionario all'idea di
nazione. Nel dopoguerra approfondì la sua riflessione
sull'arte in varî saggi: La psychologie de l'art (3 voll.,
1947-49), nuova versione di un'opera del 1937 destinata a confluire
in Les voix du silence (1951); Saturne, essai sur Goya (1950); Le
musée imaginaire de la sculpture mondiale (3 voll., 1953-55);
La métamorphose des dieux (1957), seguito da L'irréel
(1974) e L'intemporel (1976); La tête d'obsidienne (1974).
L'angoscia della morte traspare negli Antimémoires (1967) e
in Lazare (1974). Scrisse anche Oraisons funèbres (1971), Les
chênes qu'on abat ... (1971), dialogo con De Gaulle,
Hôtes de passage (1975), L'homme précaire de la
littérature (post., 1977).
*
Wikipedia
André Malraux (Parigi, 3 novembre 1901 – Créteil, 23
novembre 1976) è stato uno scrittore e politico francese.
Biografia
Infanzia e Indocina
Dopo una infanzia passata con la madre e la nonna a Bondy di cui non
parlerà mai con nessuno o diffonderà notizie inesatte
(Antimémoires, 1967), André Malraux entra alla
École des Langues orientales e frequenta gli ambienti
artistici parigini.
Nel 1921 si sposa con Clara Goldschmidt, ricca ereditiera di una
famiglia di origini tedesche. Alcuni investimenti errati in borsa
dilapidano però la fortuna della moglie; Malraux pensa allora
a un viaggio in Indocina dove recuperare reperti archeologici per
rivenderli in Francia. Arrivato in Cambogia insieme a Clara, tenta
di rimuovere un bassorilievo dal tempio di Banteay Srei a Angkor Wat
per rivenderlo ad un collezionista. Scoperto, viene condannato nel
luglio 1924 a tre anni di prigione. Alcuni intellettuali parigini,
quali Marcel Arland, Louis Aragon, André Breton,
François Mauriac, André Gide e Max Jacob si impegnano
per far ridurre la pena a Malraux, che rientra in Francia nel
novembre 1924.
Nel 1930 pubblicherà La voie royale, un romanzo d'avventura
ampiamente ispirato a questi avvenimenti.
Nel gennaio del 1925 torna in Indocina, dove si dedica
all'attività di giornalismo dando vita a un giornale di
opposizione al governo coloniale francese. Conosce in quel periodo
da vicino i personaggi e gli ambienti che preparano l'insurrezione a
Shanghai, che sarà il tema del suo successivo romanzo, La
condition humaine.
Nell'estate 1931 André Malraux e Clara aiutano il militante
comunista Jean Cremet a ritornare in Europa con una nuova
identità (diventerà uno dei personaggi principali di
La condition humaine). Appassionato di archeologia, compie anche una
missione nel Laos e si mette al servizio dei comunisti cinesi.
Nel 1933 La condition humaine vince il Premio Goncourt.
Gli anni trenta e la Spagna
Milita contro il fascismo e il nazismo; le sue posizioni politiche
sono poco definibili: conosce Trotsky, ma è considerato un
"compagno di strada" dei comunisti. Compie alcuni viaggi in Unione
Sovietica.
Nel 1936, allo scoppio della guerra civile spagnola, si attiva a
favore del governo repubblicano. Appassionato di aviazione e
sfruttando l'appoggio di Pierre Cot e Jean Moulin, recupera alcuni
apparecchi francesi e forma la Escuadrilla España, guidandola
in zona di guerra e partecipando alle missioni. Quando i
repubblicani iniziano a costituire un esercito vero e proprio, la
squadriglia di Malraux, come tutte le milizie spontanee e non
inquadrate, perde importanza e viene progressivamente emarginata.
Viaggia negli Stati Uniti con la speranza di trovare fondi per i
repubblicani. Rientra definitivamente in Francia nel gennaio 1939,
poco prima della caduta definitiva del governo repubblicano.
Seconda guerra mondiale
Allo scoppio della seconda guerra mondiale, è arruolato nei
carristi su sua richiesta. Viene fatto prigioniero dai tedeschi nel
giugno 1940. Evaso dalla prigionia pochi mesi dopo, con l'aiuto del
suo fratellastro Roland, è riluttante a entrare nella
Resistenza; pensa che la guerra potrà essere vinta solo
quando entreranno nel conflitto gli Stati Uniti. Si decide
all'azione solo nel 1943, dopo che Roland, già partigiano,
è arrestato dai tedeschi in Dordogna. Organizza, anche grazie
all'appoggio di emissari britannici, un gruppo di partigiani in
Dordogna. Nel 1944, durante un'azione viene ferito dai tedeschi e
quindi catturato dalla Gestapo, trasferito da una prigione all'altra
fino a Tolosa per un interrogatorio. Si scopre libero quando i
tedeschi lasciano la città. Finisce la guerra al comando
della Brigade « Alsace-Lorraine ». Riceve la
Médaille de la Résistance, la Croix de Guerre e la
British Distinguished Service Order.
Ministro con De Gaulle
Diventa uno degli uomini più vicini a Charles De Gaulle.
È ministro della Propaganda e dell'Informazione dal novembre
1945 al gennaio 1946 nel governo De Gaulle. Resta al fianco del
generale, aderendo al suo movimento politico Rassemblement du peuple
français (Raggruppamento del popolo francese) nel corso dei
periodo 1946-1958 (la "traversata del deserto") in cui De Gaulle,
ritiratosi a Colombey-les-Deux-Églises, assume posizioni
virulentemente critiche nei confronti della Quarta Repubblica
francese. Il ritorno al potere del generale nel maggio 1958 e la
conseguente istituzione della Quinta Repubblica francese faranno di
Malraux il "cantore" del gollismo. Dopo aver preso parte al governo
De Gaulle che precederà l'elezione di quest'ultimo alla
presidenza della Repubblica, diventa ministro di Stato nel gennaio
1959; nel luglio dello stesso anno è nominato anche ministro
della cultura, incarico creato appositamente per lui e che
conserverà ininterrottamente fino al giugno 1969.
Da ministro, Malraux adotta una politica di "grandeur" e di opere
sociali. Sebbene in un governo conservatore, Malraux non rinnega il
suo passato di uomo di sinistra: il suo discorso contro
François Mitterrand nel dicembre 1965 lo dimostra ("lei non
era nemmeno in Spagna", rinfaccia a Mitterrand). In reazione al
disimpegno della Terza Repubblica francese, e riprendendo alcune
istanze del Fronte popolare, fa della cultura un affare di Stato.
È infatti l'iniziatore delle Maisons de Jeunes et de la
Culture che marcarono profondamente la vita nei Comuni e nei
quartieri durante molti decenni.
Da questo movimento culturale è praticamente esclusa la
letteratura, a beneficio di arti che hanno più effetto sulle
masse, realizzate grazie alle competenze artistiche di Malraux e
alle sue numerose amicizie con artisti di primo piano (Matisse,
Braque, Picasso, Giacometti): commissiona il soffitto del teatro
dell'Odéon a André Masson, quello de l'Opéra di
Parigi a Marc Chagall, invia la Gioconda negli Stati Uniti, fa
restaurare il palazzo di Versailles... Malraux compie sforzi enormi
per far splendere la cultura francese nel mondo. Questa
amministrazione statale dell'arte, questa volontà di produrre
cultura con forti investimenti pubblici, è stata giudicata in
modo contrastato; lo storico Marc Fumaroli la ritiene il grande
funerale nichilista della cultura francese: il dopoguerra francese
è (a differenza degli anni della Terza Repubblica, che non
avevano una politica culturale sistematica) un deserto artistico che
lo Stato francese ha tentato di dissimulare a colpi di eventi
culturali. Altri tuttavia, come Philippe Poirrier, fanno notare, al
di là della mediocrità del panorama culturale francese
in quegli anni, alcune innovazioni importanti quali il nuovo ruolo
dello Stato nella promozione culturale e il tentativo di
democratizzare la cultura.
Fermamente a favore del disimpegno francese dall'Algeria, nel 1962
la sua abitazione è bersaglio di un attentato al "plastico"
dell'OAS. Malraux non è in casa al momento dello scoppio, ma
rimane gravemente ferita la figlia di 4 anni dei proprietari
dell'abitazione, Delphine Renard.
Le scarse conoscenze di Malraux in campo musicale lo porteranno
invece a scelte tradizionaliste. In rotta con la gestione
conservatrice del responsabile della musica del ministero della
Cultura Marcel Landowski, Pierre Boulez abbandona la Francia
sbattendo la porta e si trasferisce a Darmstadt. Tornerà in
patria solo nel 1969, richiamato dal presidente Georges Pompidou.
Grande oratore, nel dicembre 1964 nel corso della traslazione delle
ceneri di Jean Moulin al Panthéon pronuncia un'orazione di
una tale intensità da far venire i brividi al vasto pubblico
radunato sulla piazza: "Aujourd'hui, jeunesse, puisses-tu penser
à cet homme comme tu aurais approché tes mains de sa
pauvre face informe du dernier jour, de ses lèvres qui
n'avaient pas parlé ; ce jour-là, elle était le
visage de la France" (Oggi, gioventù, possa tu pensare a
questo uomo come se stessi avvicinando le tue mani al suo povero
volto informe del suo ultimo giorno, alle sue labbra che non avevano
parlato; quel giorno esso era il volto della Francia). A quelle
parole, lo stesso generale De Gaulle, uomo notoriamente di ghiaccio,
non riuscirà a nascondere la sua emozione.
Nel corso della sua vita, segnata anche da pesanti lutti (Josette
Clotis, sua compagna dopo la separazione da Clara, muore in
circostanze drammatiche nel 1944, quindi perde i due figli in un
incidente automobilistico nel 1961), Malraux ha incontrato le grandi
personalità del mondo politico contemporaneo (Mao Zedong,
John F. Kennedy e Jawaharlal Nehru ad esempio) e ha mantenuto un
dialogo costante con i grandi artisti: Pablo Picasso, Marc Chagall,
Georges Braque, Maurice de Vlaminck, André Derain, Fernand
Léger, Jean Cocteau, André Gide, Max Jacob, Pierre
Reverdy e Louise de Vilmorin che fu la sua ultima compagna.
Fratellanza e umanesimo
Malraux non si è mai sentito legato da un dogma, e attraverso
le sue mutazioni è rimasto fedele alla necessità di
sorpassare sé stesso, a questo eroismo duro che esclude ogni
ricorso a utopie consolatrici. Agnostico, ha messo nell'arte (ad
esempio nell'idea di un museo immaginario che riproponesse l'arte
con le sue relazioni e metamorfosi) il solo elemento grandioso a
portata dell'uomo, la sua unica chance di immortalità. Per
questo fratellanza e umanesimo sono il cuore della sua vita e delle
sue opere:
« L'humanisme (...) c’est dire : nous avons
refusé ce que voulait en nous la bête, et nous voulons
retrouver l'homme partout où nous avons trouvé ce qui
l'écrase. » (Les voix du silence)
(L'umanesimo, vuol dire: abbiamo rifiutato quello
che la bestia in noi voleva, e vogliamo ritrovare l'uomo ovunque sia
stato schiacciato)
Restaurazione dell'ordine
Se il maggio francese è per lui solo un'illusione lirica,
definisce comunque gli eventi come una "vera crisi di
civiltà". Lo vediamo in testa alla manifestazione di quelli
che reclamano la restaurazione dell'ordine all'Arc de Triomphe il 30
maggio. Malraux non ha mai cessato di identificare questo ordine con
la persona e le opere di de Gaulle: dopo le dimissioni del generale
dalla presidenza della Repubblica nell'aprile 1969 e la successiva
l'elezione di Georges Pompidou, decide di non entrare nel nuovo
governo di Jacques Chaban-Delmas. Gli ultimi anni della sua vita
sono caratterizzati da progressivi peggioramenti delle sue
condizioni di salute. Nel 1974 sostiene la candidatura a presidente
della repubblica di Chaban-Delmas, ma ad una trasmissione televisiva
in cui è ospite con quest'ultimo si presenta visibilmente
ubriaco, suscitando lo scherno degli avversari e l'imbarazzo del
partito gollista. L'immagine di Chaban-Delmas ne esce tanto
compromessa da indurre i gollisti a trasferire i propri voti su
Valery Giscard d'Estaing, mentre Malraux viene allontanato dal
partito. All'alcolismo e alle conseguenze degli oppiacei assunti
durante il suo soggiorno in Oriente si aggiunge l'accentuarsi della
sindrome di Tourette, che lo portano ad assumere atteggiamenti
sempre più stravaganti. Alla sua morte, nel 1976, avrà
omaggi rispettosi anche in Italia.
Malraux è sepolto al Panthéon di Parigi.
Resterà un mito tra i gollisti che lo hanno potuto conoscere
nel suo splendore. Jacques Chirac, eletto presidente della
Repubblica nel 1995, l'anno successivo fa trasportare la salma di
Malraux al Panthéon di Parigi, nel corso di in una cerimonia
solenne in cui non mancheranno i riferimenti alla nota passione
dello scrittore per i gatti.
Bibliografia scelta
Les conquérants, 1928
La voie royale, 1930
La condizione umana (La condition humaine), 1933,
vincitore del Prix Goncourt
Le temps du mépris, 1935
La speranza (L'Espoir), 1937
Les voix du silence, 1951
Le Musée Imaginaire 1947, 1965
Antimémoires, 1967
Les chênes qu'on abat, 1971
La Corde et les Souris, 1973
Le Mirroir des Limbes, 1976