Giovanni Francesco Malagodi
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Giovanni Francesco Malagodi (Londra, 12 ottobre 1904 – Roma, 17
aprile 1991) è stato un politico italiano, Presidente del
Senato della Repubblica per alcuni mesi nel 1987. Fu uno degli
esponenti maggiori del Partito Liberale Italiano, di cui fu
segretario nazionale dal 1954 al 1972, presidente (1972-1977) e
presidente onorario dal 1977.
Biografia
Figlio del giornalista e deputato giolittiano Olindo Malagodi, fu
dirigente della Banca Commerciale Italiana dagli anni trenta e in
tale veste divenne nel dopoguerra rappresentante italiano presso
l'Organizzazione per la Cooperazione Economica Europea.
Entrò in politica nel PLI nel 1953, portato da Enzo Storoni
che a quell'epoca era uno degli esponenti più in vista del
partito e l'anno successivo divenne segretario del partito. Durante
la sua segreteria il PLI attenuò il richiamo alla tradizione
risorgimentale italiana, che si incarnava soprattutto in Benedetto
Croce, Vittorio Emanuele Orlando e nelle altre personalità
politiche già in auge prima dell'avvento del fascismo, e si
connotò più marcatamente come vicino agli interessi di
Confindustria. In particolare, Malagodi si oppose con veemenza
all'apertura a sinistra della Democrazia Cristiana verso i
socialisti. Nonostante la scissione della sinistra interna, che nel
1955 diede vita al Partito Radicale, alle elezioni politiche del
1963 il partito raggiunse il 7% dei consensi, miglior risultato
elettorale della sua storia.
Nel corso degli anni sessanta, con la formazione dei governi di
centrosinistra il PLI fu marginalizzato nel panorama politico
italiano e andò incontro a un irreversibile declino
elettorale, cui non pose fine nemmeno il ritorno dei liberali nella
maggioranza con il secondo governo Andreotti (1972-1973), del quale
Malagodi ricoprì la carica di ministro del Tesoro. In tale
veste, per incentivare l'esodo dei superburocrati e lasciare spazio
a funzionari più giovani, Malagodi varò una serie di
provvedimenti ad hoc, tra i quali le cosiddette "pensioni d'oro".
Nel 1972 lasciò la segreteria politica del partito, ricoperta
per quasi un ventennio, ad Agostino Bignardi e ne divenne
presidente. Si dimise dalla presidenza nel 1977, in contrasto con la
linea politica impressa dal nuovo segretario Valerio Zanone, meno
ostile all'apertura a sinistra.
Senatore nelle legislature VIII, IX e X, fu presidente del Senato
dal 22 aprile al 1º luglio 1987, al termine della IX
Legislatura. Succedette in tale carica ad Amintore Fanfani, chiamato
dopo la caduta del secondo governo Craxi a presiedere un esecutivo
di minoranza.
Molti liberali lo considerano ancor oggi uno dei simboli della
cultura liberale in Italia.