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Generale e statista francese (Sully 1808 - Parigi 1893).
    Partecipò alle campagne di Crimea (1855) e d'Italia (1859),
    battendo gli austriaci a Magenta. Sconfitto a Sedan (1870), represse
    poi (1871) la Comune di Parigi. Presidente della Repubblica (1873),
    si dimise (1879) dopo la vittoria repubblicana alle elezioni (1877).
    
    Vita e attività
    
Dopo aver partecipato alla campagna di Algeria, fu inviato (1855) in
    Crimea, dove guidò i Francesi alla presa di Malakov;
    governatore d'Algeria nel 1858, fu richiesto l'anno seguente per la
    campagna d'Italia (1859). In questa, realizzando abilmente il piano
    di H. Jomini (v.), riuscì a sorprendere gli Austriaci a
    Magenta e a sconfiggerli, donde il bastone di maresciallo e il
    titolo di duca di Magenta. Di nuovo governatore dell'Algeria
    (1864-70), scoppiata la guerra con la Prussia, fu battuto a Worth e
    costretto a ritirarsi fino a Châlons, dove non seppe decidersi
    né per le vedute di Napoleone III, desideroso di puntare
    verso ovest per coprire la capitale, né per quelle del
    governo e della pubblica opinione, che esigevano una marcia verso
    l'est per ricongiungersi al maresciallo F. A. Bazaine, chiuso a
    Metz. L'incertezza portò al disastro di Sedan. Fatto
    prigioniero con Napoleone III, fu poi liberato ed ebbe l'incarico
    dal governo provvisorio di A. Thiers di soffocare l'insurrezione
    comunarda di Parigi. Eletto presidente della Repubblica (1873),
    dichiarò di voler ristabilire "l'ordine morale" nel paese;
    nel dic. 1873 frustrò le speranze dei legittimisti di
    restaurare la monarchia rifiutando di ricevere il conte di Chambord.
    In aperto contrasto con la maggioranza repubblicana uscita dalle
    elezioni del 1876, sciolse l'assemblea nel giugno dell'anno
    seguente. La nuova affermazione repubblicana dell'ott. 1877, il
    fallito tentativo di imporre a capo del governo il generale de
    Rochebouët e la maggioranza ottenuta anche al senato dai
    repubblicani lo spinsero alle dimissioni il 28 genn. 1879. 
*
Wikipedia
    
    Marie Edmé Patrice Maurice Mac-Mahon, duca di Magenta e
    maresciallo di Francia (Sully, 13 luglio 1808 – Montcresson, 16
    ottobre 1893), è stato un generale e politico francese. Fu il
    terzo presidente della Repubblica dopo la fine del Secondo Impero
    francese.
    
    Biografia
    
    La famiglia
    
    Nato a Sully (presso Autun), nel département della Saona e
    Loira, Patrice de Mac-Mahon era il sedicesimo di 17 figli di una
    famiglia della nobiltà francese. In realtà la
    nobilitazione della sua famiglia era avvenuta abbastanza di recente,
    a partire dal 1749 quando suo nonno Jean-Baptiste de Mac-Mahon era
    stato nominato Marchese di Mac-Mahon e d'Eguilly (feudo quest'ultimo
    ricevuto in dote dalla moglie Charlotte Le Belin, Dama d'Eguilly)
    dal Re Luigi XV. Per queste discendenze, la politica vigente in
    famiglia era prevalentemente di corrente realista.
    
    I suoi antenati, però, erano originari dell'Irlanda dalla
    quale erano stati costretti ad emigrare dopo le leggi proibitive
    emanate sotto il governo di Giacomo II d'Inghilterra contro i
    cattolici; fu così che la famiglia Mac-Mahon giunse in
    Francia dove si naturalizzò nel 1749.
    
    I primi anni
    
    Patrice de Mac-Mahon entrò dal 1820 nel Petit
    Séminaire des Marbres di Autun, continuano poi i propri studi
    al Collegio "Louis-le-Grand". Il 23 ottobre 1825 fece il proprio
    ingresso all'Accademia di St-Cyr, ove si diplomò il 1 ottobre
    1827. Dal 1827 iniziò anche la sua carriera nell'esercito
    entrandone a far parte.
    Patrice de Mac-Mahon, particolare di un dipinto allegorico della
    Battaglia di Magenta.
    La carriera militare in Algeria
    
    Mac-Mahon prestò servizio nell'esercito come aiutante di
    campo del generale Achard, e partecipò alla campagna di
    Algeri nel 1830. Richiamato in Francia, portò nuovamente
    l'attenzione su di se durante la spedizione ad Anversa del 1832 al
    termine della quale venne nominato capitano e fece ritorno in
    Algeria. Egli soggiornò nuovamente nei territori delle
    colonie francesi in Africa dal 1834 al 1854, venendo ferito durante
    l'Assedio di Costantina del 1837 ove aveva condotto anche un'audace
    carica di cavalleria contro le pianure occupate dai beduini. Egli
    divenne comandante della legione straniera francese nel 1843 e venne
    promosso generale di Divisione nel 1852, rimanendo in Algeria sino
    al 1855.
    
    La guerra di Crimea e la Battaglia di Magenta
    
    Nella guerra di Crimea, si distinse nella battaglia di Malachov
    presso Sebastopoli (8 settembre 1855), durante la quale sembra abbia
    esclamato la frase che gli viene sovente associata: J'y suis, j'y
    reste ("Qui sono, qui resto"). Dopo questi eventi gli venne offerto
    il posto di Capo delle armate francesi, ma egli declinò
    l'offerta preferendo fare ritorno in Algeria.
    
    Nel 1856 venne nominato Senatore dell'Impero di Francia, rifiutando
    però il titolo di comandante supremo delle armate francesi e
    preferendo invece su sua richiesta essere inviato nuovamente in
    Algeria ove si dedicò alla sconfitta della resistenza del
    popolo Kabyle. Durante questo periodo ebbe inizio inoltre la sua
    attività politica votando contro una legge sulla sicurezza
    nazionale voluta dagli estremisti dopo il tentativo fallito di
    assassinio dell'Imperatore Napoleone III da parte dell'anarchico
    Felice Orsini.
    Monte Medolano, lapide commemorativa al maresciallo Mac Mahon
    Monumento (1895) al generale Mac Mahon nei pressi della Stazione
    ferroviaria di Magenta. Scultore: Luigi Secchi. Coi restauri del
    2009 in occasione del 150º anniversario della battaglia di
    Magenta il monumento è stato riportato nella posizione
    originaria, in centro al grande parco dedicato dalla città
    all'evento.
    
    Egli combatté anche valorosamente nella seconda guerra di
    indipendenza italiana come comandante del II Corpo dell'Armata
    d'Italia, vincendo gli austriaci di Ferencz Giulaj nella battaglia
    di Magenta del 4 giugno 1859, dopo la quale ottenne il titolo di
    Duca di Magenta e di Maresciallo di Francia, direttamente per mano
    di Napoleone III, sul campo di battaglia.
    
    La guerra franco-prussiana
    
    Nel 1861 fu rappresentante dell'Impero francese all'incoronazione di
    Guglielmo I di Prussia. Prestò successivamente servizio come
    governatore generale dell'Algeria dal 1º settembre 1864,
    facendo ritorno in Francia allo scoppio della guerra
    franco-prussiana, durante la quale guidò le armate alsaziane.
    
    Durante questi scontri, Mac-Mahon comandò il I ed il V Corpo
    d'armata francese dell'armata del Reno del Sud. Il 4 agosto 1870 la
    3ª Armata prussiana attaccò la sua linea presso la
    città di Wissembourg, giungendo alla battaglia di Wœrth.
    
    Il 1º settembre di quello stesso anno, i prussiani tentarono di
    assediare la città di Sedan. Valente della forza di 200.000
    soldati prussiani al comando del feldmaresciallo Helmuth von Moltke,
    gli sforzi dei francesi furono indecisi e lo stesso Mac-Mahon venne
    ferito e il comando passato al generale de Wimpffen che
    annunciò la resa dei francesi, seguita a breve da quella di
    Napoleone III del 2 settembre, al termine della conclusione degli
    scontri che egli stava guidando personalmente a Sedan con altri
    83.000 soldati.
    La Comune di Parigi ed il ruolo di Presidente della Terza Repubblica
    Francese
    
    Quando la Comune di Parigi venne soppressa nel maggio del 1871,
    Mac-Mahon si occupò delle armate di stanza a Versailles,
    uccidendo nel corso degli scontri circa 30.000 comunardi,
    catturandone altri 38.000, di cui 7.000 vennero deportati.
    
    Per le sue azioni in difesa della sicurezza della Francia e
    considerata la sua gloriosa carriera militare, venne eletto
    Presidente della Terza Repubblica francese, assumendo quale suo
    Primo Ministro il controverso repubblicano Jules Simon, rimpiazzato
    poi con l'orleanista duca di Broglie, prima di sciogliere
    l'Assemblea Nazionale il 16 maggio 1877, gesto che lasciò
    indubbiamente emergere la sua natura filo-monarchica; Mac-Mahon era
    infatti intenzionato a reprimere i sentimenti repubblicani a favore
    del ritorno al trono degli Orléans.
    
    Malgrado tutto, l'intento non ebbe seguito, ma la posizione di
    Mac-Mahon fu salva e gli permise di rimanere in carica come
    Presidente per un periodo di 7 anni (come venne stabilito proprio in
    quel periodo con un dibattito parlamentare del 9 novembre 1873),
    impegnandosi da quel momento sempre più a favore dello stato,
    nel rispetto della propria carica.
    
    Ritiratosi dalla politica per la vita privata, trascorse gli ultimi
    quattordici anni della sua vita in una quasi totale solitudine,
    morendo al Castello di Sully (presso Montcresson, Loiret) nel 1893.
    Venne sepolto, con funerali di stato, nella cripta dell'Hotel des
    Invalides di Parigi.
    
    Matrimonio e figli
    
    Patrice de Mac-Mahon si sposò a Parigi il 13 marzo 1854 con
    Elizabeth de la Croix de Castries, dalla quale ebbe quattro figli:
    
        Patrice (1855-1927), II duca di Magenta
        Eugene (1857-1907)
        Emmanuel (1859-1930)
        Marie (1863-1954)