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David Lloyd George (Chorlton-on-Medlock, 17 gennaio 1863 –
Llanystumdwy, 26 marzo 1945) è stato un politico britannico.
Figura di passaggio fra il progressismo liberale di tradizione
ottocentesca e quello laburista moderno, diede impulso alle riforme
sociali in Gran Bretagna e fu responsabile, insieme a Wilson, Nitti
e Clemenceau, dell'assetto mondiale dopo la Grande Guerra.
Inizio della carriera politica
Nato a Manchester da una famiglia gallese, e madrelingua gallese
egli stesso, studiò come apprendista presso uno studio legale
a Porthmadog, in Galles, divenendo solicitor nel 1884. In campo
politico, sostenne il Partito Liberale e in particolare Joseph
Chamberlain, tanto da essere sul punto di seguirlo nella sua
scissione dai liberali sulla questione dell'autonomia irlandese
(Unione Radicale Nazionale e poi Partito Liberale Unionista), cui
Chamberlain era contrario.
Carriera parlamentare
Nel 1890, fu eletto deputato liberale a Caernarfon in occasione di
una elezione suppletiva, divenendo famoso alla Camera dei Comuni in
particolare per la sua forte opposizione alla Seconda guerra boera,
quando accusò Chamberlain di sostenere la guerra solo per
interessi economici personali (il fratello di Chamberlain era
presidente di una società appaltatrice del Ministero della
guerra).
Ministro del Governo
Nel 1906, quando i liberali salirono al potere, entrò a far
parte del governo di Sir Henry Campbell-Bannerman come Presidente
del Board of Trade (Ministro delle attività produttive). Nel
1908, alla morte di Campbell-Bannerman, divenuto Primo ministro
Asquith, Lloyd George fu nominato Cancelliere dello Scacchiere,
divenendo quindi il massimo responsabile della politica economica
britannica, posizione che mantenne fino al 1915.
Resta famoso il suo bilancio preventivo 1909, in cui gli industriali
e proprietari terrieri erano colpiti da durissime imposte allo scopo
di finanziare un aumento delle spese sociali e militari: Lloyd
George mise in campo tutta la sua abilità retorica, e
riuscì a farlo approvare dalla Camera dei Comuni, ma la
reazione fu così violenta che la Camera dei Lord lo
bocciò, rendendo così necessarie nuove elezioni
(gennaio 1910), dalle quali i liberali uscirono con la maggioranza
relativa dei seggi e dovettero cercare l'appoggio dei laburisti e
soprattutto dei nazionalisti irlandesi, ai quali Lloyd George aveva
promesso l'autonomia legislativa. La morte del re Edoardo VII rese
necessarie ulteriori elezioni, che diedero gli stessi risultati
delle precedenti; in seguito vennero approvate la riforma del
Parlamento, che ridusse il potere di veto dei Lord, la Home Rule
(autonomia) per l'Irlanda, e la riforma sociale che creò
un'assicurazione nazionale per gli invalidi e i sussidi per i
disoccupati.
Dopo l'invasione del Belgio da parte dei tedeschi (1914), Lloyd
George si schierò a favore dell'intervento in guerra. Nel
nuovo governo di coalizione divenne ministro delle Munizioni (maggio
1915), appoggiando una spedizione in Oriente, che non fu però
approvata dai militari, e la coscrizione obbligatoria (maggio 1916).
Nel giugno del 1916, sostituì lord Kitchener come ministro
della Guerra. Nei mesi successivi fu sempre più critico nei
confronti di Asquith, schierandosi con i conservatori e i giornali
di destra The Times e Daily Mail, e provocando infine la caduta di
Asquith fino a sostituirlo come Primo Ministro (dicembre 1916).
Primo Ministro
Il nuovo Governo ebbe l'appoggio dei Conservatori e di una parte dei
Liberali e dei Laburisti. Lloyd George si dimostrò un capo di
governo ribollente di energia, che diede nuovo impulso alla condotta
della guerra, si assicurò l'appoggio dei laburisti concedendo
loro otto ministeri, esercitò un controllo sui capi militari
molto maggiore rispetto ai governi precedenti.
Dopo la vittoria, e dopo un nuovo successo elettorale nel 1918 a
capo della stessa coalizione che lo aveva appoggiato in guerra,
ormai popolarissimo, fu tra i massimi protagonisti della conferenza
di pace di Versailles, oscillando fra l'atteggiamento punitivo verso
la Germania, sostenuto da Clemenceau e l'aspirazione di Wilson a
creare un nuovo ordine internazionale. Fu comunque uno dei pochi
politici che comprese come la dissoluzione dell'Impero
Austro-Ungarico avrebbe creato problemi essendo uno stato che poteva
fare barriera al militarismo prussiano ed alla nascente Unione
Sovietica. Anche negli anni successivi dominò le conferenze
interalleate.
Nel 1921 concesse l'indipendenza all'Irlanda, al termine della
guerra d'Indipendenza Irlandese, scontrandosi quindi con la corrente
Unionista dei Conservatori. Questi, inoltre, temendo che Lloyd
George desiderasse creare un nuovo partito di centro, lo accusarono
di corruzione per avere creato dei Pari d'Inghilterra per denaro,
decidendo infine di uscire dal governo nell'ottobre 1922.
Ultimi anni di carriera politica
Il suo fu l'ultimo governo liberale britannico. Alle elezioni del
1923 i Liberali si presentarono nuovamente uniti, ma risultarono
ormai il terzo partito e del resto il loro appoggio ad un governo
laburista ebbe breve durata. Nel 1924 i Conservatori tornarono al
potere con la maggioranza assoluta. Lloyd George preparò
allora un coraggioso programma di lotta alla disoccupazione con
l'aumento della spesa pubblica, ma alle elezioni del 1929 il voto
progressista andò soprattutto ai laburisti, il cui governo fu
ancora appoggiato dai liberali, nuovamente per breve tempo. Da quel
momento il Partito Liberale divenne di fatto un partito di secondo
piano e Lloyd George, pur continuando a preparare proposte politiche
innovative per combattere la Grande depressione, non poté
più tornare al governo.
Nel settembre del 1936 incontrò Adolf Hitler nella sua
residenza di Berghof e ne trasse un'impressione particolarmente
positiva: lo definì "il più grande tedesco vivente" e
il "George Washington della Germania". Fu pertanto favorevole alla
politica di appeasement di Neville Chamberlain e nel maggio del
1940, quando si profilava la sconfitta francese, chiese di negoziare
una pace con i nazisti. Si parlò di lui come possibile capo
del governo fantoccio britannico nel caso in cui il Terzo Reich
fosse riuscito a piegare la resistenza di Londra.
Il 7 maggio 1941 pronunciò un discorso in cui esprimeva la
sua visione pessimistica sull'andamento della guerra per i
britannici e in conseguenza di ciò Winston Churchill lo
paragonò a Philippe Petain. L'11 giugno del 1942 fece la sua
ultima orazione alla Camera dei Comuni e il 18 febbraio 1943
votò per l'ultima volta all'interno di essa. Nell'ottobre del
1943, nonostante la disapprovazione dei figli, sposò seppur
ottuagenario la sua segretaria e badante Frances Stevenson, che lo
curò nei suoi ultimi mesi di vita, prima che il cancro
ponesse fine alla sua esistenza.