Le Internazionali comuniste

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Storia delle quattro Internazionali

Prima Internazionale

Fondata a Londra il 28 settembre 1864 durante un comizio di solidarietà con la Polonia oppressa, con la denominazione di Associazione internazionale degli operai, si proponeva di creare un legame per le sezioni nazionali e locali della classe operaia sorte nei vari paesi.

L'organizzazione adottò il programma elaborato da Karl Marx che indicò nella necessità dell'autoemancipazione, della collaborazione internazionale e della conquista del potere politico da parte del proletariato. Lo statuto prevedeva un organismo federale, costituito da sezioni locali e regionali, presieduto da un consiglio generale. Nel congresso di Ginevra (1866) vennero formulati i princìpi organizzativi fondamentali. L'internazionale ebbe un immediato successo e si diffuse in vari paesi europei. Nel successivo congresso di Losanna (1867), entrò a farne parte l'anarchico Bakunin, convinto sostenitore dell'abolizione degli eserciti permanenti e della conquista del potere per il controllo sui mezzi di produzione.

Tuttavia l'Internazionale venne presto lacerata da scissioni e contrasti tra le varie correnti politiche (marxisti, anarchici, proudhoniani, mazziniani, blanquisti, ecc). Le divergenze, concernenti soprattutto la strategia di lotta e le finalità politiche dell'associazione, comportarono precisazioni e modificazioni del programma iniziale. L'azione di sostegno agli scioperi di Bakunin provocò reazioni da parte dei governi europei . La sezione francese fu sciolta nel 1868.

In quello stesso anno a Bruxelles e l'anno seguente a Basilea l'organizzazione tenne altri due congressi ma nel 1870 fu costretta a sospendere l'attività a causa della guerra franco-prussiana.

Dopo il conflitto del 1870 e la fallimentare conclusione della Comune di Parigi del 1871, il dissidio divenne insanabile e nel quinto congresso tenutosi all'Aia dal 2 al 9 settembre 1872 fu decretata l'espulsione degli anarchici bakuniniani, i quali si raggrupparono nell'Alleanza della democrazia socialista, associazione fondata da Bakunin a Ginevra nel 1868.

Al congresso di Ginevra del 1873 l' Internazionale di Marx decise di trasferire il consiglio generale da Londra a New York. Tre anni più tardi, il congresso di Filadelfia, dopo aver fornito direttive alle varie sezioni nazionali per il potenziamento dei partiti della classe operaia nei vari paesi, sancì il suo autoscioglimento.

Anche l'Internazionale anarchica, costituita a Saint-Imier a seguito dell'esclusione del movimento dal congresso dell'Aia del 1872, dopo aver tenuto i suoi congressi a Bruxelles (1874), Berna (1876) e Gand (1879), cessò ogni attività.

Secondo Marx essa aveva ormai assolto il suo compito e doveva perciò dar luogo allo sviluppo dei partiti operai e socialisti nei singoli paesi.

Seconda Internazionale

A differenza della I° Internazionale, alla quale parteciparono quasi esclusivamente gruppi politici clandestini, la II°Internazionale vide l'adesione di partiti già formati soprattutto di Francia e Germania. Lo sviluppo dei partiti nazionali ripropose il problema della ricostruzione di un'organizzazione Internazionale. Fondata nel 1889 dal congresso di Parigi, promosso da due dirigenti del Partito operaio francese, J. Guesde e P. Lafargue, allo scopo di collegare tra loro tutti i partiti socialisti del mondo, la seconda Internazionale votò la creazione di sezioni autonome in tutti i paesi e lo svolgimento di congressi triennali.

Contrariamente alla Prima, la Seconda Internazionale rinunciò a dotarsi di una struttura organizzativa centralizzata. Dal 1890 organizzò la manifestazione annuale del 1° maggio, come giornata di protesta dei lavoratori e nel 1900 istituì un ufficio permanente con sede a Bruxelles, affidandone la segreteria al belga Huysmans (1905). Fin dall'inizio l'organizzazione pose al centro del suo programma la necessità di costituire ovunque partiti politici proletari che accettassero il parlamentarismo e se ne servissero per migliorare la legislazione sociale e le condizioni di vita delle masse lavoratrici. Sotto l'influenza del tedesco Bebel il congresso di Amsterdam (1904) vietò ogni collaborazione con i partiti borghesi.

Anche la seconda Intemazionale, che aveva adottato il marxismo come dottrina ufficiale, fu ben presto lacerata dalla lotta tra le fazioni rivoluzionarie e quelle riformiste. Mentre le prime riuscivano ad imporre nei congressi i loro principi e programmi, le seconde prendevano il sopravvento negli apparati.

Nonostante nel congresso di Stoccarda del 1907 venne stabilito all'unanimità il principio dell'opposizione ideologica alla guerra, in quanto tutti i lavoratori erano da considerarsi fratelli e ogni conflitto era da giudicarsi deprecabile in quanto frutto degli interessi capitalistici, l'Internazionale si divise ben presto sul metodo con cui esercitare il pacifismo. Lo scoppio del primo conflitto mondiale impedì al congresso programmato per l'agosto 1914 di svolgersi. L'organizzazione si frantumò in seguito all'adesione di alcuni partiti nazionali alla politica bellica dei loro governi.

I tentativi dei partiti e dei gruppi di ricompattare l'organizzazione alle conferenze svizzere di Zimmerwaid (settembre 1915) e di Kienthal (aprile 1916) acuirono i contrasti tra i socialpatrioti di Bebel e Vollmar, e i rivoluzionari guidati da Lenin e Rosa Luxemburg.
Contemporaneamente nasceva l' "Unione internazionale socialista" detta pure "Internazionale di Vienna" o "Internazionale due e mezzo", composta dai socialisti indipendenti tedeschi e dai marxisti svizzeri e austriaci, quali M. Adler e K. Kautsky, ostili alla guerra.

La riunificazione delle varie tendenze socialiste (esclusi i comunisti) si ebbe nel congresso di Amburgo (1923). Furono eletti due segretari generali: l'inglese Tom Shaw e l'austriaco F. Adier.

Dopo la seconda guerra mondiale i socialisti si limitarono dapprima a istituire un Comitato per la conferenza socialista internazionale (Cernisco) poi, nel 1951 venne costituita a Francoforte sul Meno l' Internazionale socialista il cui primo presidente fu Willy Brand.

Terza Internazionale

Fondata su iniziativa dei bolscevichi russi nel marzo 1919 a Mosca col nome di Comintern, fu integrata con Vª Internazionale sindacale rossa (1921), poi col Soccorso rosso e operaio internazionale. La rivoluzione d'ottobre aveva aperto, nella storia delle lotte del proletariato, una fase nuova per la conquista del potere politico, pertanto la Terza Internazionale si prefisse lo scopo di fornire lo strumento organizzativo per la rivoluzione comunista mondiale.

L'organizzazione tenne tra luglio ed agosto del 1920 il suo secondo congresso a cui parteciparono delegazioni di trentasette paesi e tracciò le basi ideali e programmatiche accogliendo i ventuno punti proposti da Lenin: i partiti che intendevano aderire si impegnavano a darsi una struttura analoga a quella del Partito comunista sovietico, ad appoggiare l'Urss, a fare proprie le direttive del Comintern, a lottare contro la socialdemocrazia onde favorire la nascita di partiti rivoluzionari autonomi. La presidenza del comitato esecutivo permanente, con sede a Mosca, fu affidata a Zinov'ev.

Negli anni successivi il Comintern risentì pesantemente dei conflitti interni al gruppo dirigente del Partito comunista dell'Urss, che condizionò le scelte politiche subordinando in più di un'occasione agli interessi nazionali sovietici le esigenze dei partiti comunisti dei vari stati, soprattutto negli anni di Stalin.

Dopo l'espulsione dei comunisti di sinistra divenne un mezzo della politica estera sovietica finché il 15 maggio 1943 fu soppressa da Stalin per favorire la collaborazione con gli Alleati durante la seconda guerra mondiale.

I successivi contrasti fra Occidentali e Sovietici portarono alla costituzione del Cominform (5 ottobre 1947), che riuniva una serie di partiti comunisti europei. In seguito anche questo organismo fu sciolto (1956).

Quarta Internazionale

Fondata da Trotzkij, espulso dal partito comunista alla fine del 1927, sorse nel 1938 a conclusione della lotta ingaggiata dalla frazione di sinistra del Pcus dal 1930 come opposizione internazionale alle tendenze nazionaliste di Stalin, con il proposito di attuare la rivoluzione e la costituzione della dittatura mondiale del proletariato.

La Quarta Internazionale incontrò gravi difficoltà per la dura repressione dei regimi fascisti, delle persecuzioni staliniste e dell'isolamento in cui gli stessi trozkisti si erano cacciati opponendosi alla condotta unitaria della guerra civile spagnola e alla politica dei fronti popolari. Raccolse tra i suoi membri molti comunisti dissidenti fuggiti dall'URSS dopo le "purghe" staliniane del 1936. Fu abbastanza forte nell'America latina e nell'Estremo Oriente.

Alla morte di Trotzkij (1940), per il mutare del quadro politico internazionale, perse mano mano la sua carica vitale e fu condannata ad una vita puramente effimera, semplice punto di riferimento ideale per tutti coloro che si ispiravano alle teorie del comunismo.

Il secondo congresso mondiale si tenne nel 1948 ma dopo di esso avvennero una serie di divisioni che ne ridussero ulteriormente la capacità di azione e la diffusione.

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http://www.infiltrato.it/blog/a-cena-con-kerouac/comunismo-la-storia-delle-internazionali

di Alfredo Incollingo

“Proletari di tutti i paesi, unitevi!” al grido di questo slogan si formarono le quattro grandi Associazioni Internazionali dei Lavoratori che ebbero come scopo l'unione e il coordinamento di tutti i proletari del mondo in vista della Rivoluzione. La storia dell'Internazionale percorre un vasto arco di tempo fatto di unioni e di scissioni, successi e sconfitte e soprattutto di tradimenti e degenerazioni, raccontando l'ascesa e la fine del movimento operaio del XIX e XX secolo.

Con la I Rivoluzione Industriale la società aveva conosciuto una radicale trasformazione. Era uscita da un sistema antiquato come quello feudale ed era approdato ad un altro, quello capitalistico, fondato sul libero mercato e sull'accumulo di ricchezze. Un economia più attiva e producente. I retaggi del vecchio mondo ancora erano presenti e solo con la Rivoluzione Francese si vide il cambio definitivo. La borghesia era ormai la padrona incontrastata dell'economia e della politica e viveva con lo sfruttamento delle classi più povere: il proletariato. L'accumulo di capitale permetteva di investirne di più per averne ancor di più e per migliorare la produzione. Accadde che verso la metà del XIX secolo, grazie ai miglioramenti tecnologici, si ebbe una II Rivoluzione Industriale.

La nuova ondata industriale migliorò la produzione e le condizioni di vita anche se le già precarie condizioni del proletariato si aggravarono. I primi albori del socialismo emersero in questo fermento sociale. Le prime dottrine sociali furono soprattutto filosofie utopiche e filantropiche come il socialismo utopico di Robert Owen. Filosofie poco adatte a trasformazioni radicali ne a grandi cambiamenti: la loro pecca era la mancanza di un analisi scientifica della realtà dalla quale partire per il teorizzare il cambiamento. Solo con Karl Marx si ebbe un socialismo scientifico nel vero senso della parola. Il filosofo e l'economista tedesco teorizzò, attraverso l'analisi del capitalismo nel suo celebre “Capitale”, la sua crisi e il suo superamento tramite un azione rivoluzionaria che avrebbe portato ad un nuovo sistemo socio – economico.

Le Internazionali furono gli strumenti che permisero di diffondere il socialismo tra le masse e di unire il proletariato internazionale in vista della Rivoluzione.

PRIMA INTERNAZIONALE – La prima Associazione Internazionale dei Lavoratori venne fondata il 4 ottobre 1864 a Londra per volere di alcune delegazioni francesi e inglesi di operai e di esuli politici (tra cui figurava Karl Marx) durante un convegno in favore dell'indipendenza della Polonia. Lo scopo di questa organizzazione era quello di organizzare i primi movimenti operai per migliorare le condizioni del proletariato internazionale e diffondere il socialismo su larga scala. L'idea di un simile progetto si venne a delineare in seguito ai moti falliti del 1848 – 49 che avevano mostrato come in tutti i paesi le esigenze rivoluzionarie fossero tutte simili, ma ci si accorse che il fallimento fu causato dalla mancanza di una coordinazione sovranazionale.

Nel corso dei sei congressi che si svolsero dal 1864 al 1876 si delinearono le linee guida del movimento dalle questioni sociali (giorno lavorativo di otto ore) fino alle strategie di lotta definite dallo stesso Marx nel I Congresso a Ginevra (1866) che sostanzialmente prevedevano l'emancipazione del proletariato e la sua conquista del potere.

Lo statuto organico prevedeva una organizzazione federale costituito da sezioni locali e regionali facenti capo poi ad un organo superiore.

La composizione ideologica dei membri della Prima Internazionale era costituita da anarchici, marxisti e anche mazziniani (in prevalenza italiani) con la partecipazione di personaggi del calibro di Michael Bakunin (II Congresso a Losanna nel 1867).

I dissensi non si federo attendere. I primi conflitti si ebbero tra marxisti e mazziniani: quest'ultimi rifiutavano la lotta di classe che per costoro poteva essere superata tramite la “solidarietà nazionale”. La loro espulsione fu imminente con una maggioranza molto ampia delle preferenze. Marx fu sempre in prima linea durante i dibattimenti difendendo le sue tesi e rafforzando la matrice classista dell'Internazionale, cosa che non piacque a Adolfo Wolf, ambasciatore di Mazzini e capo – delegazione presso l'A.I.L.

I problemi non finirono qui. Il dissidio tra anarchici e marxisti furono altrettanto duri e vertevano soprattutto intorno alla strategia di lotta: per i marxisti era indispensabile un partito centralizzato che formasse e guidasse il proletariato alla rivoluzione e una fase di “dittatura del proletariato” (fase intermedia) per giungere al socialismo, mentre gli anarchici al contrario difendevano la spontaneità del proletaria nella lotta rivoluzionaria. Il debole equilibro tra costoro si spacco e si determinò una massiccia fuori uscita di membri seguaci di Bakumin e del defunto Proudhon (V Congresso all'Aia nel 1872)

Questi conflitti interni non fecero altro che mettere in crisi l'Internazionale che già soffriva per alcune pesanti sconfitte. Nel 1870 era capitolata la Comune di Parigi e nel 1873 una crisi economica colpì il mondo industriale. Inoltre nel VI Congresso a Ginevra nel 1873 si decise di traferire la sede organica da Londra a New York su suggerimento di Marx. Questi eventi e queste decisioni mostrarono la crisi che serpeggiava nell'organizzazione e nel 1876 si giunse ad una drastica decisione: a Filadelfia i delegati restanti dell'Internazionale decretarono la sua fine. Di fatto l'A.I.L. era fallita, ma i semi del socialismo erano stati sparsi per l'Europa e i primi frutti iniziavano già a vedersi. In definitiva il compito che Marx aveva tracciato per l'Internazionale fu raggiunto.

L'espulsione dall'ormai defunta Internazionale fu per gli anarchici un ingiustizia molto grande per cui nel 1872 a S. Imier (Svizzera) venne costituita la “Federazione Internazionale degli Anarchici” che avrà vita molto sciogliendosi nel 1879 nel Congresso di Gand.

SECONDA INTERNAZIONALE – La Seconda Internazionale nacque dalle ceneri della Prima nel 1889 a Parigi. I primi germogli del socialismo stavano maturando e si decise di coordinare i nascenti partiti per proporre e portare avanti lotte sociali sul piano economico e politico a livello internazionale.

A differenza della Prima Internazionale, la Seconda presentava una struttura non organica con sezioni indipendenti le quali si riunivano ogni tre anni in congresso. Dal 1890 inoltre venne istituita la festa del 1° maggio dedicata ai lavoratori e nel 1900 venne istituito un ufficio permanente a Bruxelles affidato al belga Huysmans. Nel VI Congresso ad Amsterdam del 1904 si definì il ruolo dei sindacati (nel 1901 venne fondata la Federazione Internazionale Sindacale ad Amsterdam) come strumenti per il miglioramento delle condizioni sociali del proletaria sganciati però da una ipotetica lotta rivoluzionaria. Inoltre la composizione ideologica del congresso era interamente marxista.

In essi figuravano in maggioranza i  laburisti inglesi e i socialdemocratici tedeschi tanto che il Partito Socialdemocratico Tedesco di Karl Kautsky ebbe la maggioranza e si impose come una delle forze portanti dell'organizzazione.

Pur accettando le tesi marxiste ben presto il congresso si spacco in due correnti: una riformista e l'altra revisionista.

I laburisti inglesi con Max Bernstein portarono avanti un profondo dibattito sulla validità delle tesi di Marx il quale aveva teorizzato la fine del capitalismo con una profonda crisi e con il sopravvento del proletariato sullo Stato. In realtà il progetto era fallito e si era usciti in parte dalla crisi. Secondo Bernstein quindi l'errore di Marx era quello di essere rimasto ancora troppo legato alla filosofia di Hegel che, essendo un pensiero astratto, non è in grado di cogliere l'essenza del reale.

I socialdemocratici guidati da Karl Kautsky prima sostennero le tesi marxiste poi, per l'influenza dei laburisti, proposero un via riformista per raggiungere il socialismo

Al di là di queste questioni nel VII Congresso di Stoccarda nel 1907 l'Internazionale scelse una politica antimilitarista che non ricevette tutti i consensi.

Quest'ultima fu la principale causa dello scioglimento dell'Internazionale. Da un lato vi erano coloro che vedevano nella guerra l'accelerazione della crisi del capitalismo, linea sostenuta dai socialdemocratici tedeschi, e dall'altro una corrente antimilitarista guidata dai comunisti di Rosa Lexemburg. Nonostante i vari tentativi di Kautsky, Bernstein e M. Adler di mantenere integro il movimento, il 4 agosto 1914 la maggioranza dei delegati votò a favore della Grande Guerra, decretando di fatto la fine della Seconda Internazionale. Dalla scioglimento della II Internazionale emersero una serie di organizzazioni sovranazionali. Nel 1923 ad Amburgo venne nacque il “Comitato per la conferenza socialista internazionale” (Cernisco) che nel 1951 a Francoforte sul Meno si evolverò nell'Internazionale Socialista, tuttora esistente, che racchiude le forze riformiste di sinistra.

TERZA INTERNAZIONALE o COMINTER – All'indomani della Rivoluzione d'Ottobre nel 1917 venne creata per volere di Lenin e dei bolscevichi la Terza Internazionale o Comintern (dal tedesco “Kommunistische Internationale”) con lo scopo di coordinare in una federazione i partiti comunisti per salvaguardare il neonato governo sovietico e preparare l'avvento della Rivoluzione.

Nasce nel 1919 a Mosca per risollevare il movimento operaio dopo il fallimento della Seconda Internazionale in seguito all'adesione alla Grande Guerra. La nuova Internazionale era costituita da una federazione di partiti comunisti rivoluzionari che per entrarvi dovevano sottostare alle decisioni del comitato centrale affidato a Zinov'ev.

Nel II Congresso a Pietrogrado e a Mosca del 1920 venne dibattute le linee guida del movimento nonché i 21 requisiti per entrare nell'organizzazione. Lenin prescrisse che i partiti rivoluzionari dovevano assumere la struttura del Pcus, appoggiare l'Urss e il Cominter e lottare contro la socialdemocrazia e favorire azioni rivoluzionari. Celebre in questo congresso è la diatriba tra Bordiga e Lenin. Il delegato italiano, a differenza di Gramsci, sosteneva una linea astensionista e antiparlamentare. Il rivoluzionario russo invece spinse per una partecipazione attiva ad un parlamentarismo di stampo rivoluzionario per scioglierlo ed abbatterlo dall'interno. Prevalse alla fine di una lunga disputa la politica parlamentarista di Gramsci con l'approvazione di Lenin.

Fin dall'inizio il Pcus ebbe un ruolo egemonizzante dovuto anche al fatto che gli organi principali avevano sede a Mosca.

Nel 1926 con la salita al potere di Stalin iniziò un processo di “stalinizzazione” del movimento con il quale il Pcus portava avanti la politica del “socialismo in un solo Paese” (1923) pur continuando a sostenere la rivoluzione in altre Nazioni. Queste posizioni cozzarono con il marxismo ortodosso e con le posizioni di Trozkj con il quale Stalin entrò inevitabilmente in contrasto.

Verso gli anni trenta e la Seconda Guerra Mondiale il Pcus egemonizzò del tutto il Comintern, ma i continui contrasti all'interno del partito portarono all'indebolimento del movimento e il 10 giugno 1943 si decise di sciogliere l'associazione anche in virtù di una politica moderata con l'occidente in funzione antifascista.

Nel 1947 tuttavia nacque l'esigenza di rispondere al “Piano Marshall” e alla “Dottrina Truman” che minacciava l'autorità sovietica nell'Europa dell'Est. Così nacque a Szklarska Poreba il “Cominform” (Communist Information Bureau) con lo scopo di coordinare i vari partiti europei contro l'avanzata americana.

Tra i primi provvedimenti che il Cominform (Stalin) prese fu quello di eliminare le forze riformiste dell'Est Europa assorbendole nei partiti comunisti per la costituzione di “Fronti Nazionali” sotto l'influenza diretta dei sovietici. In questo modo si riuscì a creare un sistema di Stati cuscinetto a difesa dell'URSS. Le critiche non mancarono ne gli attacchi contro singoli partiti. In Italia il Pci venne fortemente penalizzato poiché, pur essendo uno dei più grandi partiti comunisti al mondo, non era riuscito ad ottenere il potere prima e dopo la guerra civile.

La sede organica del Cominform fu dapprima Belgrado poi, dopo i dissidi con Tito, Stalin optò per Bucarest (1948). Dopo la morte del dittatore, nel 1956 durante il XX Congresso del Pcus si decise di avviare una politica di distensione con l'occidente sciogliendo l'organizzazione.

QUARTA INTERNAZIONALE – Nel 1927 Trozkij venne espulso dal Pcus e dalla Terza Internazionale a causa delle sue critiche alla politica staliniana. Nel 1938 rispose ai suoi detrattori raccogliendo intorno a se gli esuli della frazione di sinistra del partito comunista sovietico fondando un nuovo organo internazionale semi clandestino: la “Quarta Internazionale”.

Il ruolo nel gioco dei poteri internazionali era quello di portava avanti quelle che erano le tesi principali di Trotzkij. Opposto al concetto di “socialismo in un solo Paese, il rivoluzionario russo sosteneva una rivoluzione a livello mondiale poiché un socialismo limitato ad un solo Paese non avrebbe retto contro il capitalismo. Il concetto di “rivoluzione permanente” era il punto forte di Trotzkij: il proletariato in uno Stato con capitalismo non maturo come la Russia avrebbe dovuto prima portare avanti una rivoluzione demo – borghese al posto della borghesi; poi da lì giungere al socialismo. Ecco perché rivoluzione “permanente” o “ininterrotta”. Secondo quest'ottica l'Internazionale non avrebbe più propagandato l'idea di rivoluzioni a sostegno dell'URSS e del socialismo nazionale: la stessa Russia sarebbe stata il modello di una serie rivoluzione che avrebbero abbattuto il capitalismo.

L'Internazionale trozkijsta continuò in una serrata opera di contrasto della politica staliniana, ma il suo lavoro fu reso difficile dall'ostilità dei regimi fascisti e dalle purghe staliniane nonché dall'opposizione contro la costituzione di un fronte unico in Spagna con partiti e movimenti vicini all'URSS. Il lavoro di propaganda non fu vano. Il trozkijsmo si diffuse in molte zone del pianeta oltre in Europa, principalmente in Sud America. Dopo la Seconda Guerra Mondiale la Quarta Internazionale conobbe un fase di stallo per la mancanza di una dirigenza forte. Nel 1951 al III Congresso divenne segretario, Michel Raptus detto “Pablo”. Il nuovo segretario sostenne fin da subito una linea politica nuova, convinto che per battere lo stalinismo era necessario distruggere il capitalismo mondiale. L'unico modo possibile per giungere a tale obiettivo era una strategia di “entrismo”: sciogliere l'Internazionale che non aveva più un ruolo e infiltrassi nel partiti comunisti e spingerli ad adottare una politica rivoluzionaria. Questa decisione portò alla scissione della IV Internazionale in una miriade di partiti e movimenti internazionali. In Europa troviamo partiti come “Partito di Alternativa Comunista”, “Sinistra Critica” e “Partito Comunista dei Lavoratori” in Italia o “Partito socialista di Inghilterra e Galles” in Gran Bretagna; nelle Americhe, dove il trozkijsmo ha attecchito di più, troviamo formazioni quali “Socialismo Rivoluzionario” In Cile o “Alternativa Socialista Rivoluzionaria” in Bolivia inquadrati a loro volta in organizzazioni sovranazionali che ripropongono l'unificazione in una nuova Quarta Internazionale come “Tendenza marxista internazionale” o “Comitato per un'internazionale dei lavoratori”.

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da http://www.pbmstoria.it/dizionari/storia_mod/

INTERNAZIONALISMO
Pratica politica che sosteneva la necessità dell'unione e dell'aiuto reciproco tra le organizzazioni del movimento operaio di tutto il mondo e per questo più specificamente definito "proletario". Estendendo il concetto di solidarietà di classe e basandosi sulla teoria marxista della comune identità d'interessi tra i lavoratori, al di là delle divisioni o delle specifiche situazioni nazionali, l'internazionalismo, in opposizione al nazionalismo, divenne, fin dai primi anni dell'esistenza di autonome organizzazioni del movimento operaio, uno degli assi portanti dell'ideologia politica socialista e comunista. Secondo tale concezione la lotta della classe operaia contro il proprio governo non era altro che un momento particolare dello scontro internazionale tra borghesia e proletariato. L'internazionalismo fu il cemento ideologico che contribuì alla creazione di organizzazioni di lavoratori che travalicavano i confini nazionali, dalla Associazione internazionale dei lavoratori (prima Internazionale) fondata da Marx, alla Internazionale comunista (Comintern) di Lenin. Quest'ultima, in particolare, diede molta importanza all'internazionalismo affermando che l'interesse della rivoluzione operaia internazionale sta al di sopra dell'integrità territoriale, della sicurezza, della tranquillità di questo o quello stato nazionale.    

INTERNAZIONALE, PRIMA
(Associazione internazionale dei lavoratori, 1864-1876). Prima organizzazione laica non statuale della storia. Fu costituita a Londra il 28 settembre 1864 durante un comizio di solidarietà con la Polonia oppressa. Il programma e lo statuto furono elaborati da Karl Marx che, nell'indirizzo inaugurale, indicò nella necessità dell'autoemancipazione, della collaborazione internazionale e della conquista del potere politico da parte del proletariato i principi fondamentali cui avrebbe dovuto ispirarsi l'attività della nuova organizzazione. Questa ebbe un immediato successo e si diffuse in vari paesi europei, ma fin dalle origini fu lacerata da scissioni e contrasti che opposero i seguaci di Marx prima a quelli di Proudhon e Mazzini, poi a quelli di Bakunin e Blanqui. Tali divergenze, concernenti soprattutto la strategia di lotta e le finalità politiche dell'associazione, comportarono precisazioni e modificazioni del programma iniziale che furono sancite nei successivi congressi di Ginevra (1866), Losanna (1867), Bruxelles (1868), Basilea (1869) e nella conferenza di Londra (1871). Dopo la guerra franco-prussiana del 1870 e dopo la fallimentare conclusione della Comune di Parigi del 1871, il dissidio divenne insanabile e nel quinto congresso tenutosi all'Aia dal 2 al 9 settembre 1872 fu decretata l'espulsione degli anarchici bakuniniani. Costoro, che erano piuttosto numerosi in Svizzera, Spagna, Italia e Russia, si raggrupparono nell'Alleanza della democrazia socialista, associazione fondata da Bakunin a Ginevra nel 1868. Riunitisi per la prima volta il 15 settembre 1872 a Saint-Imier, tennero in vita fino al 1877 questa Internazionale cosiddetta "antiautoritaria", che si proclamò prosecuzione di quella originaria. Il consiglio della Prima internazionale deliberò invece all'Aia di trasferire la propria sede a New York e quattro anni dopo, al congresso di Filadelfia del 1876, decise il definitivo scioglimento dell'associazione. Nel pensiero di Marx essa aveva ormai assolto il suo compito e doveva perciò dar luogo allo sviluppo dei partiti operai e socialisti nei singoli paesi.

F. Conti

INTERNAZIONALE, SECONDA
(1889-1914). Organo di coordinamento internazionale tra tutti i sindacati e i partiti socialisti fondato a Parigi nel luglio 1889 al termine di un congresso promosso da due dirigenti del Partito operaio francese, J. Guesde e P. Lafargue. A differenza della prima Internazionale rinunciò a dotarsi di una struttura organizzativa centralizzata e soltanto nel 1900 furono costituiti un comitato esecutivo e un segretariato sotto la presidenza del belga C. Huysmans. I momenti più significativi della sua attività furono pertanto rappresentati dalle assise dei congressi (otto tra il 1891 e il 1912), che servirono da tribuna per regolare alcuni contrasti interni e per dibattere questioni d'interesse generale, come il revisionismo e il ministerialismo, il colonialismo e il problema delle nazionalità, la lotta contro la guerra e l'eventuale utilizzazione dello sciopero generale. Fin dalla prima riunione pose al centro del suo programma la necessità di costituire ovunque partiti politici proletari che, pur evitando intese con i partiti cosiddetti "borghesi", accettassero il parlamentarismo e se ne servissero per migliorare la legislazione sociale e le condizioni di vita delle masse lavoratrici. Il marxismo divenne la dottrina ufficiale dell'organizzazione, ma ben presto l'accentuarsi delle differenziazioni di carattere nazionale tra i vari partiti socialisti ne mise in crisi la compattezza e l'omogeneità. Dopo i congressi di Bruxelles (1891), Zurigo (1893), Londra (1896), Parigi (1900), Amsterdam (1904), a Stoccarda nel 1907 la corrente rivoluzionaria guidata da G. Hervé, Rosa Luxemburg e Lenin, contrari a ogni patriottismo, si scontrò con l'ala moderata diretta da Bebel e Vollmar, capi della socialdemocrazia tedesca, che in caso di guerra si proclamavano decisi a difendere la Germania. Lo scoppio della Prima guerra mondiale comportò la fine della seconda Internazionale poiché prevalsero, nella maggior parte dei partiti socialisti aderenti, l'istinto patriottico su quello internazionalista e la necessità di accorrere a difendere i rispettivi paesi impegnati nel conflitto. Né ebbe successo il tentativo di M. Adler e K. Kautsky, esponenti dell'austromarxismo, non pronunziatisi né a favore né contro la guerra, di mantenere in vita l'organizzazione sotto il nome di Unione internazionale socialista o Internazionale di Vienna (detta spregiativamente dai comunisti "Internazionale due e mezzo").

F. Conti

INTERNAZIONALE, TERZA
(Internazionale comunista o Comintern, 1919-1943). Organizzazione internazionale dei partiti comunisti. Fu fondata per iniziativa dei bolscevichi russi secondo i quali la rivoluzione d'ottobre aveva aperto, nella storia delle lotte del proletariato, una fase nuova per la conquista del potere politico, che rendeva prioritaria la difesa dello stato sovietico minacciato dalla reazione delle potenze occidentali. Dopo il fallimento della seconda Internazionale, scioltasi allo scoppio della Prima guerra mondiale, la nuova doveva riunificare le correnti rivoluzionarie e favorire la formazione dei partiti comunisti in tutto il mondo. Su questa base, nel marzo 1919, si riunirono a Mosca delegati di partiti socialisti e comunisti di vari paesi per sostenere il governo sovietico e per compiere, secondo le parole di Lenin, il primo passo verso la Repubblica internazionale dei soviet e la vittoria mondiale del comunismo. Dopo questo primo atto formale di costituzione, l'Internazionale comunista tenne nel luglio-agosto del 1920 il suo secondo congresso, cui parteciparono delegazioni di trentasette paesi e che tracciò le basi ideali e programmatiche accogliendo i ventuno punti proposti da Lenin: i partiti che intendevano aderire si impegnavano a darsi una struttura analoga a quella del Partito comunista sovietico, a sostenere l'Urss, a rispettare le direttive del Comintern, a lottare contro la socialdemocrazia per favorire la nascita di autonomi partiti rivoluzionari. A dirigere l'Internazionale venne designato un comitato esecutivo permanente, con sede a Mosca, il cui primo presidente fu G.E. Zinov'ev. Negli anni successivi il Comintern risentì pesantemente dei conflitti interni al gruppo dirigente del Partito comunista dell'Urss, che condizionò le scelte politiche subordinando in più di un'occasione agli interessi nazionali sovietici le esigenze dei partiti comunisti dei vari stati, soprattutto negli anni di Stalin e della sua teoria del socialismo in un solo paese. Anche lo scioglimento dell'organizzazione, nel maggio 1943, maturò come conseguenza della politica estera sovietica che, durante la guerra contro il nazismo, volle lanciare agli alleati occidentali un segnale di riconciliazione accantonando, con l'Internazionale, il progetto della rivoluzione mondiale di cui questa doveva essere lo strumento operativo.

G. Polo  

COMINFORM
(1947-1956). Organismo politico internazionale di informazione e collaborazione tra i partiti comunisti europei, che avrebbe dovuto ereditare il ruolo della terza Internazionale. Vi aderirono i partiti comunisti di Urss, Bulgaria, Cecoslovacchia, Francia, Italia, Iugoslavia, Polonia, Romania e Ungheria. Il partito iugoslavo ne fu espulso nel 1948 in seguito alla sua accettazione degli aiuti del piano Marshall.    

INTERNAZIONALE, QUARTA
Organizzazione internazionale comunista fondata con questa precisa denominazione da L.B. Trockij nel settembre 1938 a Parigi, in contrasto con la terza Internazionale egemonizzata dall'Urss stalinista, a conclusione della lotta ingaggiata dalla frazione di sinistra del Pcus dal 1930 come opposizione internazionale al regime stalinista. Sorta in condizioni di gravi difficoltà a causa sia della dura repressione dei regimi fascisti e delle persecuzioni staliniste sia dell'isolamento in cui gli stessi trozkisti si erano cacciati opponendosi alla condotta unitaria della guerra civile spagnola e alla politica dei fronti popolari. Il secondo congresso mondiale si tenne solo nel 1948 e, dopo di esso, si consumarono una serie di scissioni che ne ridussero ulteriormente la capacità di azione e la diffusione. Negli anni sessanta la ricomposizione di alcuni dissidi teorici permise la riunificazione tra il Comitato internazionale e il Segretariato unificato della Quarta internazionale. Nonostante la politica di infiltrazione nei partiti comunisti di obbedienza sovietica ("entrismo"), l'organizzazione rimase comunque molto debole, anche se la sezione francese svolse un ruolo non secondario durante il maggio parigino (1968).