Guardia regia
   
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    Nitti, non fidandosi dei servizi esistenti, istituisce con R.D.
    ottobre 1919 questo nuovo corpo di 25.000 uomini per la lotta alle
    agitazioni e ai tumulti.
    
    E' notorio  quali umori avessero gli ufficiali dei Carabinieri
    per i colleghi della Guardia Regia designata come la polizia di
    Nitti, ecc.. Quando, il 4 Giugno 1920, fu consegnata alla Guardia R.
    la bandiera dalle mani del Re, neppure uno dei generali di Vittorio
    Veneto fu presente alla cerimonia:il solo generale Badoglio
    intervenne al ricevimento. 
    
    E' indubitabile che, nel periodo della gazzarra massimalista, la G.
    R. abbia sopportato il più forte onere per la difesa
    dell'ordine pubblico: i pochi reati di folla commessi nelle grandi
    città, furono commessi sulle persone di Guardie Regie. Si
    disse che quasi tutti i militi e graduati del Corpo provenivano
    dalle Province meridionali. L'Italia fu l'unico paese europeo ad
    avere un corpo di P. S. reclutato solo in qualche regione, non su
    tutto il territorio. Nel 1919-20, i reclutati erano solo poveri
    diavoli di pugliesi e di basilischi, vestiti da Guardia Regia,
    (l'uniforme quanto mai infelice era in panno grigioverde al posto di
    quella nera con bande azzurre delle Guardie di Città). La
    questione vista in questa ottica non poteva che degenerare in ambito
    razzistico. 
    
    I socialisti si spingevano a meditazioni sulla miseria del
    mezzogiorno che costringe i proletari meridionali a vendersi, ad
    arruolarsi, al servizio dei capitalisti per sparare addosso ai
    fratelli più evoluti del Settentrione; i non socialisti non
    si fidavano di questi "napoletani" della Guardia Regia e in cuor
    loro riconoscevano molto maggiore dignità di uomo in un
    operaio organizzato e scioperante, che in un meridionale. 
    
    Le regole di idoneità fisica per l'assunzione nel Corpo erano
    le stesse che per l’esercito (l'altezza era stata abbassata per
    uniformarla a quella del Re); il concetto di corpo scelto era stato
    sovvertito, per la necessità di avere una larga affluenza di
    arruolati dalle province meridionali, le sole che sembra offrissero
    volontari. 
    
    L'imponenza fisica ha una importanza enorme nel servizio di polizia
    armata, in piazza, dinanzi a folle indecise o turbolente. I militi
    della G.R, senza una netta superiorità fisica, senza
    prestanza, senza prestigio, finivano necessariamente per brandire il
    moschetto, e far fuoco. Così succedette in Via Nazionale a
    Roma contro i dalmati e nazionalisti, così a Parma contro i
    comunisti e a  Modena contro i fascisti. A Modena nel settembre
    1921 sfilano le colonne fasciste davanti alla Guardia Regia. I
    fascisti vorrebbero che al passaggio dei labari le Guardie
    salutassero, ma questo non avviene ed iniziano le contestazioni. Un
    funzionario viene preso e il suo cappello gettato e pestato in
    terra. Le Guardie senza aspettare il comando (3 squilli di tromba)
    del loro superiore già in difficoltà iniziano a
    sparare. Restano sul terreno 8 fascisti. 
    
    Altre volte l'esplosione improvvisa di sentimenti incontrollati
    riconduceva interi reparti della forza pubblica al comportamento
    disordinato e violento come era avvenuto il 27 febbraio a La Spezia,
    quando alcuni reparti della Regia Guardia, in servizio alla Camera
    del Lavoro, eccitati dal risuonare di colpi di arma da fuoco,
    avevano aperto una improvvisa sparatoria che aveva provocato il
    ferimento di alcuni cittadini e la morte di una guardia: i
    funzionari accorsi (superiori) non erano riusciti nemmeno a farsi
    riconoscere. 
    
    Le autorità, convinte di poter controllare la piazza, erano
    invece seriamente preoccupate del nervosismo che agitava i corpi di
    polizia. "La campagna a base di odio e di vituperi che contro la
    Guardia Regia si svolge quotidianamente nella stampa sovversiva, e
    la frequenza di brutali aggressioni agli agenti della Forza Pubblica
    hanno prodotto nel Corpo, formato di giovani reduci, uno stato
    d'animo tale da non escludere che essi vedrebbero con simpatia un
    movimento inteso a fiaccare le forze rivoluzionarie".