Johann Wolfgang Goethe, Xenia

 

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Autore di un'immensa produzione letteraria che spazia dalla lirica al teatro, dalla critica alle scienze fisiche, Johann Wolfgang Goethe (Francoforte sul Meno 1749 – Weimar 1832) è considerato il massimo esponente della letteratura tedesca.

L'influenza dello Sturm und Drang

Di ricca famiglia patrizia, ricevette una solida educazione, soprattutto linguistico-letteraria, sotto la guida del padre Johann Kaspar, giurista e consigliere imperiale onorario, e di diversi precettori. Nel 1765 si trasferì a Lipsia per compiervi studi giuridici. Qui ebbe modo di frequentare Gottsched; prese lezioni di disegno e di incisione all'acquaforte, ma condusse altresì un'esistenza dissipata, tanto che rientrò a Francoforte gravemente ammalato. Durante la malattia fu accudito dall'amica di famiglia Susanne von Klettenberg, che lo avvicinò al pietismo e gli ispirò in seguito le “Confessioni di un'anima bella” inserite nel Wilhelm Meister. Nel 1770 si recò a Strasburgo per concludere gli studi giuridici: vi conobbe Herder, che lo avvicinò alla poesia popolare, nella quale si cimentò con esiti notevoli (Rosellina, Heidenröslein; Il re di Tule, Der König von Thule, ecc.). Influenzato dal nascente movimento dello Sturm und Drang, cantò con toni nuovi e liberi il proprio amore per Friederike Brion, figlia del parroco di Sesenheim, nei Canti di Sesenheim (Sesenheimer Lieder, 1770-71), e compose il dramma storico Götz von Berlichingen (1773). Conseguita la licenza di avvocato, rientrò a Francoforte (1771), e incominciò con scarso impegno a esercitare la professione. A questo periodo risalgono i grandi inni: Canto del viandante nella tempesta (Wandrers Sturmlied), Prometeo (Prometheus), Ganimede (Ganymed) e All'auriga Cronos (An Schwager Kronos). Nel 1772, sollecitato dal padre, si trasferì a Wetzlar (Assia) per compiervi il tirocinio d'avvocato. Vi trovò invece l'ispirazione per il romanzo epistolare che lo rese di colpo famoso, I dolori del giovane Werther (Die Leiden des jungen Werthers, 1774). Rientrato a Francoforte nel 1775, si fidanzò con la bella figlia di un banchiere, Lili Schönemann, preparandosi a un matrimonio borghese, e scrisse il primo abbozzo della sua opera maggiore, il cosiddetto Urfaust, e i drammi Clavigo e Stella.

Primo soggiorno a Weimar

Nello stesso anno ricevette da parte del duca di Sassonia-Weimar-Eisenach, il diciottenne Carlo Augusto, l'invito a recarsi a Weimar. Sciolse il fidanzamento con Lili Schönemann e si trasferì nel piccolo Stato, dove fu nominato consigliere segreto di legazione con l'elevato stipendio di 1200 talleri. Assunto questo incarico, venne (dapprima con sua soddisfazione) oberato d'incarichi, dalle estrazioni minerarie alle costruzioni idrauliche e alle finanze, ma si occupò anche della vita culturale della corte organizzando letture, ricevimenti, spettacoli teatrali. Si legò con la colta e raffinatissima Charlotte von Stein, che contribuì ad allontanarlo dallo Sturm und Drang nella direzione di una nuova classicità, come testimonia il dramma Ifigenia in Tauride (Iphigenie auf Tauris, 1779 in prosa ritmica, 1786 in versi). A questi anni risalgono anche La vocazione teatrale di Wilhelm Meister (Wilhelm Meisters theatralische Sendung), prima redazione dell'incompiuto romanzo omonimo, e importanti componimenti poetici. Improvvisamente, esausto e insoddisfatto, Goethe lasciò di nascosto Weimar, senza avvertire neppure la Stein, e viaggiò per due anni (1786-88) in Italia, esperienza che doveva narrare molto più tardi nel Viaggio in Italia (Italienische Reise, 1830).

Il classicismo weimariano

Rientrato a Weimar nel giugno 1788, ottenne di occuparsi soltanto delle istituzioni culturali e scientifiche dello Stato, e si dedicò allo studio della morfologia delle piante e alla Teoria dei colori, che lo occupò a varie riprese per vent'anni (Farbenlehre, 1790-1810). Frattanto si era legato a Christiane Vulpius, che sposò nel 1806.

Ritornò al teatro con due opere, la tragedia storica Egmont (1788) e il dramma Torquato Tasso (1791). Nel 1792-93 fu al seguito del duca di Weimar nella campagna militare contro la Francia rivoluzionaria; riflessi indiretti dei suoi sentimenti antifrancesi si colgono nel poemetto in esametri Arminio e Dorotea (Hermann und Dorothea, 1797). Nel 1794 ebbe inizio, su iniziativa di Schiller, l'importante sodalizio dei due massimi autori del classicismo tedesco, che insieme pubblicarono con immenso successo la raccolta di epigrammi Xenia (Xenien, 1797). Il lavoro letterario di Goethe proseguiva intanto alacremente: oltre alla Fiaba (Das Märchen, 1795), testo caro ai romantici, concluse Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister (Wilhelm Meisters Lehrjahre, 1796) e lavorò al Faust, di cui pubblicò la prima parte nel 1808; seguirono il romanzo Le affinità elettive (Die Wahlverwandtschaften, 1809) e la prima e seconda parte dell'autobiografia Poesia e verità (Dichtung und Wahrheit, 1811-12).

La vecchiaia

Negli ultimi anni della sua vita Goethe fu fatto oggetto di un culto quasi religioso da parte della cultura tedesca e in parte europea. Le visite e gli omaggi si susseguivano senza soste, rendendo la piccola cittadina di Weimar una sorta di capitale spirituale della Germania. Specialmente dopo la morte della moglie (1816) fu spesso a Marienbad, dove conobbe Beethoven e dove ebbe nuovi amori: quello per Marianne von Willemer, che gli ispirò le poesie del Divano occidentale-orientale (West-östlicher Divan, 1819), e quello, tardivo e impossibile, per la diciannovenne Ulrike von Lewetzow, cui è dedicata la mesta Elegia di Marienbad (Marienbader Elegie, 1823). Si dedicava, intanto, al lavoro di perfezionamento della seconda parte del Faust, conclusa solo un anno prima della morte e pubblicata postuma (1832), della terza parte dell'autobiografia (1830) e della continuazione del Meister, apparsa con il titolo Gli anni di peregrinazione di Wilhelm Meister (Wilhelm Meisters Wanderjahre, 1821; ediz. rived. 1829). Morì il 22.III.1832.