Giornalismo 
    
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    Insieme delle attività e delle tecniche relative alla
    compilazione, redazione, pubblicazione e diffusione di notizie
    tramite giornali quotidiani o periodici. Il g. indica anche la
    professione del giornalista.
    
    Nascita e sviluppo
    
    Il g. moderno si è sviluppato a partire dai primi decenni
    dell'Ottocento con la 'rivoluzione' della penny press (giornali al
    costo di un penny) avvenuta negli USA. La più larga
    diffusione dei quotidiani produsse nel tempo due effetti
    significativi: la formazione del concetto di notizia e la nascita
    della professione di giornalista. All'epoca della penny press si
    delinearono le norme che dovevano costituire la base della
    comunicazione giornalistica. Tra queste la più importante
    è che l'interesse di un articolo deve essere espresso con
    precisione e chiarezza fin dalle prime dieci righe, seguendo uno
    schema di riferimento costituito da cinque quesiti (le 'cinque W'):
    Who? ("Chi?"), Where? ("Dove?"), When? ("Quando?"), What? ("Cosa?"),
    Why? ("Perché?"). Verso la fine dell'Ottocento la
    diversificazione delle notizie contribuì alla nascita di
    generi giornalistici molto diversi fra loro, come la stampa
    politica, legata o meno ai singoli partiti, quella sportiva, le
    riviste femminili, i giornali per ragazzi e altri giornali
    specializzati, che ebbero poi ampio sviluppo nel Novecento.
    
    La professione giornalistica
    
    Da mestiere molto simile a quello del letterato (nell'Ottocento la
    maggior parte degli scrittori collaborava con i giornali), la
    professione del giornalista ha via via assunto una fisionomia dai
    contorni più netti. Sono nate, già dall'inizio del
    Novecento, le prime scuole di g. sia in Europa sia negli Stati Uniti
    dove, nel 1904, J. Pulitzer (1847-1911) fondò la prestigiosa
    Columbia school of giornalism. In Italia le prime scuole sono sorte
    solo in seguito all'istituzione di organismi rappresentativi, come
    l'Ordine nazionale dei giornalisti (fondato nel 1963) e la
    Federazione nazionale della stampa italiana (FNSI). Dal 1997 la
    formazione dei giornalisti è stata in gran parte delegata
    alle istituzioni universitarie.L'Ordine dei giornalistiPer
    esercitare la professione di giornalista è obbligatoria in
    Italia l'iscrizione all'Ordine dei giornalisti, organismo istituito
    con la l. 3 febbr. 1963, n. 69, al quale è affidata anche la
    tutela della correttezza dell'informazione. Questa tutela tuttavia
    è sostanzialmente mancata per molti anni, e soltanto nel
    corso degli anni Novanta sono stati compiuti alcuni interventi
    apprezzabili per iniziativa dello stesso Ordine e della FNSI. In
    seguito all'approvazione da parte del Parlamento della legge sulla
    privacy (l. 31 dic. 1996, n. 675), che ha istituito il Garante per
    la protezione dei dati personali, si è nuovamente posto in
    evidenza il problema della mancanza di un codice deontologico che,
    salvaguardando la libertà d'informazione, ne contrasti al
    tempo stesso le deviazioni. Un accordo con l'Ordine ha quindi
    consentito l'approvazione di un "Codice deontologico relativo al
    trattamento dei dati personali nell'esercizio dell'attività
    giornalistica", che, criticato da una parte dei g., è entrato
    in vigore il 18 ag. 1998. Per quanto riguarda il problema della
    formazione dei giornalisti, il nuovo Consiglio nazionale dell’Ordine
    dei giornalisti ha posto particolare attenzione alla
    regolamentazione delle strutture adibite a questo fine: a tal
    proposito si è operata una rigorosa verifica degli istituti
    idonei a rilasciare le qualifiche professionali necessarie. Il
    quadro di indirizzi, approvato nella seduta del 13 dic. 2007,
    stabiliva già alcuni riferimenti riguardo tale questione; le
    scuole riconosciute e regolarmente convenzionate con l’ordine hanno
    sede a Milano, Salerno, Perugia, Torino e Urbino.