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Il “Giornalino della Domenica” nasce a Firenze il 24 giugno 1906,
edito dalla casa editrice Bemporad & Figlio. Il suo creatore
è il carismatico Vamba, alias Luigi Bertelli, che con questa
rivista si propone di educare e divertire i lettori dai 7 ai 15 anni
della “buona ed operosa borghesia” dell’epoca.
I fascicoli del “Giornalino” si presentano di grande formato, e sono
messi in vendita a 25 centesimi l’uno e con una tiratura iniziale di
3000 copie. Le copertine sono assolutamente accattivanti e di alta
qualità formale, e le illustrazioni, moderne e vivaci, sono
opera dei disegnatori più importanti dell’epoca: Filiberto
Scarpelli, Ugo Finozzi, Ottorino Andreini, Umberto Brunelleschi.
Il “Giornalino” rappresenta nel panorama italiano un modo
completamente nuovo di fare editoria, in particolare periodica, per
bambini. Il suo format è largamente preso in prestito da
certa stampa periodica straniera “innovativa”; Vamba, inoltre, si
serve come modello e come punto di partenza della precedente
esperienza di Ferdinando Martini e del suo “Il Giornale per i
bambini”, che si proponeva di “educare con immagini e parole”.
Il “Giornalino” si presenta come un vero e proprio “contenitore” di
rubriche fisse, racconti, fascicoli allegati, e presto si pone come
un veicolo di idee liberali e nazionaliste, facendosi spesso attivo
promotore di sensibili campagne sociali.
Esso di fatto dà voce ai bambini, e si propone di creare una
sorta di filo diretto con i suoi giovani lettori, spronandoli ad
esprimere opinioni ed idee originali, e stimolandoli continuamente
per mezzo di racconti, articoli, referendum e documentazioni
fotografiche.
Numerosi scrittori già famosi noti nell’ambito della
letteratura per l’infanzia, inoltre, sfruttano il forte richiamo
pubblicitario de “Il Giornalino della Domenica” per pubblicare i
propri racconti e i propri romanzi a puntate, per poi raccoglierli
in volume solo in un secondo tempo.
Tra questi si ricorda Salgari, “ingombrante” autore di rilievo della
Bemporad, e Vamba stesso, con il famosissimo Giornalino di Gian
Burrasca, oltre a Nuccio, con i suoi Racconti della Conca d’oro.
Nel 1908, però, Enrico Bemporad, l’entusiasta ma allo stesso
tempo avveduto editore di questa impresa, a fronte di 50000 lire di
deficit, lascia il timone del progetto a Vamba, il quale tra mille
difficoltà riesce a gestire la testata continuativamente fino
al 1911, quando viene decisa la sua chiusura.
Il “Giornalino”, poi, riprende ad uscire alla fine del 1918, questa
volta con l’editore fiorentino Somigli. La testata perde però
progressivamente il suo carattere originale e di rinnovamento fino a
quando, dopo alterne vicende, diversi editori e cambi di sede,
chiuderà definitivamente i battenti nel 1927.